In
attesa di dare un mio giudizio su "In the abstract", pubblico gli
elementi oggettivi forniti da Synpres 44.
I Mytho nascono nell'estate del 2007 da
un'idea dei chitarristi Enzo Ferlazzo e Antonio Machera. I due
decidono di utilizzare le chitarre synth come tratto
distintivo della band. Al gruppo si uniscono anche Fabrizio Machera (batteria)
e Marco Machera (basso/voce). I membri dei Mytho hanno avuto
modo di collaborare nel corso degli anni con artisti del calibro di Paul
Gilbert (Mr Big), Adrian Belew (Frank Zappa, King
Crimson, David Bowie), Kiko Loureiro (Angra), Paul
Dianno (Iron Maiden), Jerry Marotta (Peter Gabriel),
oltre ad aver partecipato a tour in Europa e USA.
Il lavoro in studio porta i suoi frutti con la composizione di varie canzoni e l'incisione, nel Gennaio 2008, del primo EP della band. L'EP viene recensito con entusiasmo nelle maggiori riviste e fanzine online, attirando l'attenzione dell'etichetta francese Musea Records (Camel, Steve Hackett, Rick Wakeman). L'attività compositiva della band prosegue intensamente, affiancata ad alcune esibizioni live in versione acustica ed elettrica.
Nel Luglio 2009 la band si chiude in studio per registrare il primo
full lenght album che vede anche la collaborazione di John
Payne, cantante dei GPS e degli ASIA, che
canta e scrive il testo del brano New Gemini’s Rising. Il
disco In The Abstract esce il 10 Giugno 2010 per
l'etichetta BTF e viene presentato sul palco della I
Edizione di ExProg, festival progressive veneto che vede la partecipazione
di Marillion, Clive Bunker, Orme e altri gruppi. I Mytho hanno
anche partecipato al fortunato tributo ai Marillion Recital
For A Season’s End (Mellow Records) con un rifacimento di Go! (da Marillion.com).
Formazione:
Enzo Ferlazzo: guitar synth and backing vocals
Antonio Machera: guitar synth and backing vocals
Marco Machera: bass and lead vocals
Fabrizio Machera: drums
Info:
www.mythoband.com
www.myspace.com/mythoband
INTERVISTA
Mytho: perché questo nome?
(Antonio
Machera) Cercavamo un nome semplice, diretto e dal significato immediato, lo
abbiamo lasciato nella sua grammatica greca, in realtà sarebbe mythos,
ma senza esse suona decisamente meglio, è più coinvolgente.
(Marco Machera) Il vantaggio più grande è non
dover mai spiegare come si pronuncia!
Quali sono le vostre influenze musicali?
(A). Tutto il rock progressivo dei
'70 inglese ed italiano per arrivare al rock a tinte progressive (che è
più o meno quello che facciamo noi) degli '80 come Asia e Marillion,
passando per i Toto e i Rush.
(M). Ognuno di noi ha le influenze
più disparate, le quali si riversano naturalmente nella musica che componiamo.
Ad esempio, il groove basso/batteria di New Gemini's Rising è
l'adattamento "mythiano" di un ritmo jungle che avevo in
testa da mesi.
Siete un gruppo giovane, in 3 anni siete riusciti a coinvolgere delle vere
e proprie celebrità come Paul Gilbert (Mr Big), Adrian Belew (Frank
Zappa, King Crimson, David Bowie), Kiko Loureiro (Angra), Paul
Dianno (Iron Maiden), Jerry Marotta (Peter Gabriel): qual è il
vostro segreto?
(A). Viviamo la musica da fans,
da appassionati, proviamo sempre una forte emozione, qualora capiti, ad
aver a che fare con musicisti di tale calibro che hanno tutto da
insegnarci. Certo questi personaggi devono comunque sentire della sostanza in
ciò che proponiamo, non credo che accetterebbero una collaborazione se
gli proponessimo una canzone mediocre, o se suonassimo scordati! Lo facciamo
per migliorarci e perché come dicevo prima riusciamo ancora ad ascoltare
e vivere la musica dal suo lato più vero, molti gruppi una volta che iniziano a
fare dischi sembra perdano interesse dall'essere ascoltatori e
"fruitori" di musica, che la vivano solo dal loro interno. A noi non
capita.
(M). Tra l'altro, spesso e
volentieri questi nomi altisonanti si sono rivelati degli esseri
umani speciali, persone squisite oltre che artisti con la A
maiuscola.
Come è nato In The Abstract ?
(A). Dopo aver registrato
il nostro primo mini cd Mytho di
3 canzoni uscito nel 2008,
abbiamo continuato a comporre
senza sosta, avevamo una forte
spinta creativa e questo ci ha incoraggiato a continuare. Abbiamo
scritto canzoni durante tutto l'anno scorso e In the Abstract è nato così, in modo molto fluido e come naturale evoluzione delle nostre
prime 3 canzoni del mini. Non ci sono stati periodi nei quali ci siamo arenati
chiedendoci "e adesso cosa ci mettiamo?", anzi ti posso dire che
alcune canzoni sono rimaste fuori
dall'album, ma solamente perché non volevamo fare un disco troppo prolisso. Le useremo
senza dubbio successivamente.
Le chitarre synth sono il vostro tratto distintivo, quando è perché avete
scelto questo strumento?
(A). Uno dei motivi è
sicuramente di tipo pratico, nel senso che al tempo in cui noi quattro
facevamo parte di altre formazioni abbiamo sempre avuto grossi problemi
di line-up, con conseguenti perdite di tempo assolutamente disastrose ma anche
stancanti dal punto di vista emotivo. Noi quattro eravamo il nocciolo
della formazione, sempre d'accordo pressoché su tutto, senza problemi ed astii
personali e tantomeno assurde gelosie interne. Così decidemmo di formare i
Mytho e di rimanere in quattro vista la completa armonia e
condivisione di intenti, provando con appunto i guitar synth (non
volendo infatti rinunciare ai suoni di tastiera) a sviluppare un sound
sufficientemente personale ,visto che non sono così diffuse si poteva
provare a tirar fuori qualcosa di buono.
Non nego comunque che la primissima idea di suonare i guitar synth ci venne
ispirandoci ai GTR, ovviamente con le dovute proporzioni, con un sound
incentrato sulle chitarre, ed è quello che abbiamo provato a fare con, appunto, guitar
synth, elettriche, acustiche a sei e dodici corde, chitarre classiche e così
via.
Come nasce un brano dei Mytho?
(A). Soprattutto in sala prove: componiamo prima la musica, si
parte da una idea singola che poi si sviluppa, da lì decidiamo l'ossatura
del brano e lo suoniamo dall'inizio alla fine. Il testo viene
per ultimo, anzi spesso partiamo solamente dal titolo, quello ci basta per
immaginare l'atmosfera e il "mood" della canzone, personalmente
tengo molto a questo aspetto, successivamente procediamo con l'arrangiamento
a "strati" (che abbiamo attinto dai Genesis), per far sì che il
brano nella sua completezza abbia quello spessore necessario per un
ascolto vivo e partecipe.
Nella realizzazione del vostro disco avete coinvolto il grande John
Payne, come è nata questa collaborazione?
(A). E' stata una gran
bella soddisfazione, tutti noi siamo amanti degli Asia, anche dell'ormai
conclusa era Payne, e ci chiedevamo se era possibile avere un ospite di un
certo calibro sul nostro album di debutto. Abbiamo pensato subito ad un cantante,
ma un cantante che avesse la voce, il timbro fortemente riconoscibile,
abbiamo pensato subito a lui ed abbiamo provato a contattarlo, ha accettato
subito e questo ci ha dato una gran fiducia, gli abbiamo proposto di cantare su New
Gemini's Rising, e lui dopo averla ascoltata e averci fatto i complimenti
per la canzone il giorno dopo l'ha rimandata completa. Ha fatto un gran
lavoro, la cosa bella è che non si è trattato di una collaborazione asettica,
infatti è coautore del brano, avendo scritto lui stesso la melodia
vocale.
Perché la scelta di usare la lingua inglese?
(A). Per una semplice questione
di gusti, siamo cresciuti con le band anglosassoni e per noi è stato
naturale iniziare a scrivere in inglese, lo abbiamo sempre fatto ed è
innegabile una maggiore esportabilità. Inoltre abbiamo la fortuna di avere
Marco alla voce che parla inglese senza accento italiano, quindi si evita
all'estero quella sensazione di "italiano che canta in inglese", in
quel caso avremmo preferito scrivere testi in italiano.
Avete partecipato al fortunato disco di tributo ai Marillion Recital
For A Season’s End della Mellow Records, con il rifacimento di Go!:
che tipo di esperienza è stata?
(A). Molto bella e molto
interessante, Go! è una di quelle perle nascoste negli
album dei Marillion ed è una canzone che si avvicina molto al nostro modo
di scrivere quindi è stato un onore poterla riproporre. Inoltre grazie al
tributo ho potuto ascoltare tante nuove versioni di canzoni che sono
nel nostro bagaglio culturale. E di questo ringrazio la Mellow
Records che ci ha permesso di partecipare.
Il rock progressivo per alcuni è un genere da dinosauri, per voi cos'è?
(A). Chi lo definisce così guarda alla
musica come se ci fosse la data di scadenza scritta sulla copertina
del disco… La musica la si ascolta per avere emozioni e sensazioni che
non si possono datare. Se poi uno vuole paragonare Close to the Edge al
nuovo dischetto preconfezionato dell'ultimo ragazzino uscito da Amici faccia
pure, per me è un'assurdità. Le mode vanno via, i capolavori immortali
restano. Allora nel cinema che dovremmo fare, non vedere più Stanlio e
Ollio o Alberto Sordi o Nino Manfredi perché sono di "tanti
anni fa"?
(M). Anche i Beatles appartengono
al passato, ma hanno dato vita a musica immortale. Nessuno considera il
loro "un genere da dinosauri". Non capisco la discriminazione verso
il rock progressivo. Troppo spesso si parla senza alcuna cognizione di
causa. I più giovani, soprattutto, sono prevenuti a riguardo. Si giudica tutto
con il parametro "cool", "figo" o non
"figo". Personalmente, mi tengo aggiornato su ciò che
accade nella musica oggigiorno, anche per curiosità personale, ma il più delle
volte è un patetico susseguirsi di cliché, di prodotti
preconfezionati tutti uguali, che puntano esclusivamente all’immagine e al
potenziale commerciale. Allora, meglio fare un bel tuffo nel passato. E
che mi diano pure del dinosauro!
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