sabato 24 luglio 2010

Dionne Warwick a Savona



La musica di cui scrivo usualmente in questo spazio è variegata, perché molteplici sono i miei interessi, ma alla base c'è comunque, sempre, una forte componente rock, anche se con differenti sfaccettature.
Ma esiste in ogni caso un repertorio che passa attraverso le generazioni, che ha come comune denominatore una grande qualità compositiva ed espressiva.
Vivere un concerto di Dionne Warwick mi ha lasciato l'impressione di aver partecipato ad un evento unico, che probabilmente non si ripresenterà mai più, e che resterà indelebile tra i miei tanti ricordi musicali.
Per chi volesse saperne di più sulla biografia della cantante ecco un link di approfondimento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dionne_Warwick
La location era la fortezza del Priamar, a Savona, nell'ambito del tradizionale Just Like a Woman: unora e mezzo di canzoni senza tempo, una serie di brani in grado di mettere  tutti daccordo, indipendentemente dal gradimento personale verso un genere piuttosto che un altro.
Nel pubblico non ho visto la giovinezza, ma l'apprezzamento verso un repertorio come quello di Dionne è forse più tipico della maturità, periodo in cui generalmente si lascia andare il freno della rigidità e si comprende la validità di altri tipi di arte, anche quelli che non fanno parte nel nostro DNA.
La musica della Warwick recide i cordoni temporali, e la proposta on stage riporta a mostri sacri della musica, come Steve Wonder, Bee Gees e, soprattutto, Burt Bacharach.
Ad ogni brano, laudience ha dimostrato di gradire e riconoscere i motivi già dalle prime note, e quando si è presentato qualche tentennamento nello start up ci ha pensato Dionne a sollecitare la partenza e a giocare con chi aveva davanti, come nel caso di Heartbreaker.
Ezio Guaitamacchi, direttore artistico del Just Like a Woman, ha presentato la serata e il suo contesto, annunciando una sorpresa iniziale.
E la stessa Dionne che introduce la novità.
Sale sul palco il cantante David Elliot, figlio di Dionne, presentato anche come autore, compositore e attore. Un voce notevole, una timbrica tipica di quel genere musicale e della terra di provenienza, insomma, una bella sorpresa.
Line up con una forte sezione ritmica, formata da Ernest Tibbs al basso, Jeffrey Lewis alla batteria e il percussionista brasiliano Renato Pereira. Grande schieramento di Keyboards, con William Hunter e John Shrock alle tastiere e una sorprendente pianista di cui non ho captato il nome, ma ridondante di vitalità e qualità.
La signora Dionne si muove con eleganza sul palco, alternando il repertorio standard a duetti madre-figlio, regalando una voce che mantiene inalterato il fascino di un tempo, facendo rivivere momenti che, forse involontariamente, hanno scandito attimi della nostra storia, brani di cui magari non si conosce il titolo, ma dalla melodia nota.
Facile sentire il vicino di sedia sussurrare con sorpresa :... ah, questa la conosco!
Tra le hit presentate, Walk on By, Ill Never Fall in Love Again, I Say a Little Prayer, Alfie, Dont Make Me Over, Anyone Who Had A Heart, Ill Never Love This Way Again, Dejà Vu, Heartbreaker, Promises Promises.
Come già ricordato, lattimo di massima interazione si è registrato quando la Warwick haspinto il pubblico a cantare/gridare Heartbreaker, inizialmente con scarso successo, ma con un miglioramento continuo nello spazio di quattro minuti.
La piccola delusione è la mancanza del bis, tipico di ogni concerto e da tutti richiesto.
Forse il caldo, forse un po di stanchezza( più volte Dionne si è seduta accanto al piano) o forse solo esigenze di protocollo, hanno privato i presenti di unultima canzone.
Davanti a una prestazione vocale del genere risulta inadeguato ( e poco elegante) parlare di anno di nascita, ma non è elemento trascurabile.
Il Priamar non era pieno e forse questo era già stato calcolato dagli organizzatori, magari ugualmente soddisfatti di quanto ottenuto. Però... non credo che capiterà ancora di vedere da queste parti Dionne Warwick, unicona musicale del nostro tempo, e forse loccasione andava sfruttata meglio.
Un piccolo riassunto musicale di quanto accaduto ...