martedì 8 luglio 2008

New Trolls


La voglia di riscoprire musiche e fatti... "antichi" (ma non superati) mi riporta ai New Trolls di inizio anni ‘70.
Come già accaduto in post precedenti, utilizzo la recensione originale di un giornalista di Ciao 2001, unico mezzo informativo italiano dell'epoca, che per noi ragazzi rappresentava una specie di Vangelo.
L'autore della recensione è Enzo Caffarelli .


Searching for a land - 2 LP Cetra (1972)



"Uno dei caratteri distintivi di noi italiani è quello di essere un popolo demitizzatore per eccellenza, pronti ad infierire ogni qualvolta qualcuno alzi la cresta, ed a ridimensionare senza scrupoli qualsiasi divismo precedentemente edificato, sia esso nel mondo dello sport, della canzone, dello spettacolo in genere.
In fatto di musica pop la critica spietata, il gusto della competizione e della classifica, la diffidenza reciproca sono purtroppo ancora all'ordine del giorno: e un po' tutti dovremmo recitare un mea culpa.
Cosicché era invevitabile giudicare con il naso un tantino arricciato quest'ultimo disco dei New Trolls, gruppo che non possiamo dire abbia sempre fatto professione di modestia, e per giunta con un titolo e tutti i testi in inglese, quasi per snobbare il pubblico nostrano. Ma in fondo non è così.
Le musiche sono costruite in piena libertà, e se pure di tanto in tanto odorano di saggio dimostrativo, non sono irritanti come talora è parso dal vivo, e confermano la maturità artistica versto la quale si avviano i New Trolls, ben arricchitisi di esperienze d'oltremanica, e ben forniti di spunti classicheggianti e pseudojazzistici. In quanto ai testi, non potendo negare che la lingua inglese, per motivi puramente fonetici, si adatta meglio di qualsiasi altra alle sonorità del rock, i New Trolls hanno agito in questo modo al fine di prepararsi un lancio adeguato e con le maggiori probabilità di successo nei paesi anglosassoni, dove la lingua nazionale è obbligatori. Del resto non possiamo che lodare il tentativo di portare qualcosa di nostro al di fuori dei confini italiani, specie perché il precedente "Concerto Grosso" ha fatto conoscere ed apprezzare il gruppo genovese in Francia e soprattutto in Germania.
Un disco è stato registrato in studio, l'altro dal vivo. Tra l'altro si tratta di uno dei primissimi dischi italiani dal vivo, a parte i cantanti tradizionali. I New Trolls si sono allineati con tanto di mellotron e di sintetizzatore, e si fanno apprezzare soprattutto nei periodi acustici e nei brevi tocchi classici, un po' meno quando la solista distorta di Nico diviene la protagonista.
L'iniziale "Searcin'" e "A land to live a land to die" sono i pezzi distudio più pretenziosi, con il piano e l'organo rispettivamente in bella evidenza; altrettanto valide alcune melodie intimiste, come "Once that I prayed", la medievaleggiante e breve "Giga" (la giga era appunto uno strumento a corde del Trecento), "To Edith", e fra i brani dal vivo la lunga "Lying here", che occupa l'intera quarta facciata, con vari flauti e cori gregoriani in apertura.
Il titolo, "cercando un terra" allude alla ricerca esistenziale propria di ogni uomo, e si realizza in quadri diversi per i testi dovuti al nuovo bassista, italo-canadese, della formazione.
"A land to live a land to die" canta la ricerca di un popolo intero, costretto da secoli a migrare, un popolo che cerca "una terra per vivere e una terra per morire". "Percival" è il personaggio reale partito alla volta di terre del sogno, attirato dalla pietra filosofale per non invecchiare, che tenta la strada dell'amore, poi quella della scienza, infine quella della fede. La ricerca religiosa è sentita anche in "In St. Peter's Day" ed in "Once that I Prayed", mentre "To Edith" è tratta da una poesia di Bertrand Russell, non soltanto per rendere omaggio all'illustre filosofo e matematico, ma anche per sottolineare il suo messaggio indicante nell'amore valido e consapevole un porto all'angosciosa ricerca dell'umana esistenza".

Propongo un raro filmato dove i New Trolls si esibiscono con l'orcherstra di Pino Calvi e presentano un estratto da "Concerto Grosso" e "In St. Peter's Day" tratto dall'album recensito da Caffarelli.






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