La voglia
di riscoprire musiche e fatti... "antichi" (ma non superati) mi riporta ai New Trolls di
inizio anni ‘70.
Come già
accaduto in post precedenti, utilizzo la recensione originale di un giornalista
di Ciao 2001, unico mezzo
informativo italiano dell'epoca, che per noi ragazzi rappresentava una specie
di Vangelo.
L'autore
della recensione è Enzo Caffarelli .
Searching for a land - 2 LP Cetra (1972)
"Uno
dei caratteri distintivi di noi italiani è quello di essere un popolo
demitizzatore per eccellenza, pronti ad infierire ogni qualvolta qualcuno alzi
la cresta, ed a ridimensionare senza scrupoli qualsiasi divismo precedentemente
edificato, sia esso nel mondo dello sport, della canzone, dello spettacolo in
genere.
In fatto
di musica pop la critica spietata, il gusto della competizione e della
classifica, la diffidenza reciproca sono purtroppo ancora all'ordine del
giorno: e un po' tutti dovremmo recitare un mea culpa.
Cosicché
era invevitabile giudicare con il naso un tantino arricciato quest'ultimo disco
dei New Trolls, gruppo che non possiamo dire abbia sempre fatto professione di
modestia, e per giunta con un titolo e tutti i testi in inglese, quasi per
snobbare il pubblico nostrano. Ma in fondo non è così.
Le
musiche sono costruite in piena libertà, e se pure di tanto in tanto odorano di
saggio dimostrativo, non sono irritanti come talora è parso dal vivo, e
confermano la maturità artistica versto la quale si avviano i New Trolls, ben
arricchitisi di esperienze d'oltremanica, e ben forniti di spunti
classicheggianti e pseudojazzistici. In quanto ai testi, non potendo negare che
la lingua inglese, per motivi puramente fonetici, si adatta meglio di qualsiasi
altra alle sonorità del rock, i New Trolls hanno agito in questo modo al fine
di prepararsi un lancio adeguato e con le maggiori probabilità di successo nei
paesi anglosassoni, dove la lingua nazionale è obbligatori. Del resto non
possiamo che lodare il tentativo di portare qualcosa di nostro al di fuori dei
confini italiani, specie perché il precedente "Concerto Grosso"
ha fatto conoscere ed apprezzare il gruppo genovese in Francia e soprattutto in
Germania.
Un disco è stato registrato in studio, l'altro dal vivo. Tra l'altro si tratta di uno dei primissimi dischi italiani dal vivo, a parte i cantanti tradizionali. I New Trolls si sono allineati con tanto di mellotron e di sintetizzatore, e si fanno apprezzare soprattutto nei periodi acustici e nei brevi tocchi classici, un po' meno quando la solista distorta di Nico diviene la protagonista.
L'iniziale "Searcin'" e "A land to live a land to die" sono i pezzi distudio più pretenziosi, con il piano e l'organo rispettivamente in bella evidenza; altrettanto valide alcune melodie intimiste, come "Once that I prayed", la medievaleggiante e breve "Giga" (la giga era appunto uno strumento a corde del Trecento), "To Edith", e fra i brani dal vivo la lunga "Lying here", che occupa l'intera quarta facciata, con vari flauti e cori gregoriani in apertura.
Il titolo, "cercando un terra" allude alla ricerca esistenziale propria di ogni uomo, e si realizza in quadri diversi per i testi dovuti al nuovo bassista, italo-canadese, della formazione.
"A land to live a land to die" canta la ricerca di un popolo intero, costretto da secoli a migrare, un popolo che cerca "una terra per vivere e una terra per morire". "Percival" è il personaggio reale partito alla volta di terre del sogno, attirato dalla pietra filosofale per non invecchiare, che tenta la strada dell'amore, poi quella della scienza, infine quella della fede. La ricerca religiosa è sentita anche in "In St. Peter's Day" ed in "Once that I Prayed", mentre "To Edith" è tratta da una poesia di Bertrand Russell, non soltanto per rendere omaggio all'illustre filosofo e matematico, ma anche per sottolineare il suo messaggio indicante nell'amore valido e consapevole un porto all'angosciosa ricerca dell'umana esistenza".
Un disco è stato registrato in studio, l'altro dal vivo. Tra l'altro si tratta di uno dei primissimi dischi italiani dal vivo, a parte i cantanti tradizionali. I New Trolls si sono allineati con tanto di mellotron e di sintetizzatore, e si fanno apprezzare soprattutto nei periodi acustici e nei brevi tocchi classici, un po' meno quando la solista distorta di Nico diviene la protagonista.
L'iniziale "Searcin'" e "A land to live a land to die" sono i pezzi distudio più pretenziosi, con il piano e l'organo rispettivamente in bella evidenza; altrettanto valide alcune melodie intimiste, come "Once that I prayed", la medievaleggiante e breve "Giga" (la giga era appunto uno strumento a corde del Trecento), "To Edith", e fra i brani dal vivo la lunga "Lying here", che occupa l'intera quarta facciata, con vari flauti e cori gregoriani in apertura.
Il titolo, "cercando un terra" allude alla ricerca esistenziale propria di ogni uomo, e si realizza in quadri diversi per i testi dovuti al nuovo bassista, italo-canadese, della formazione.
"A land to live a land to die" canta la ricerca di un popolo intero, costretto da secoli a migrare, un popolo che cerca "una terra per vivere e una terra per morire". "Percival" è il personaggio reale partito alla volta di terre del sogno, attirato dalla pietra filosofale per non invecchiare, che tenta la strada dell'amore, poi quella della scienza, infine quella della fede. La ricerca religiosa è sentita anche in "In St. Peter's Day" ed in "Once that I Prayed", mentre "To Edith" è tratta da una poesia di Bertrand Russell, non soltanto per rendere omaggio all'illustre filosofo e matematico, ma anche per sottolineare il suo messaggio indicante nell'amore valido e consapevole un porto all'angosciosa ricerca dell'umana esistenza".
Propongo
un raro filmato dove i New Trolls si esibiscono con l'orcherstra di Pino Calvi
e presentano un estratto da "Concerto Grosso" e "In St. Peter's
Day" tratto dall'album recensito da Caffarelli.
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