domenica 13 febbraio 2022

DECEPTION STORE-“Pindaric Flights”


Debutta il progetto DECEPTION STORE, con un album licenziato al tramonto del 2021 dal titolo “Pindaric Flights”.

Propositore/realizzatore è Marco Pantozzi - autore di musica e testi - che approda alla Ma.Ra.Cash Records e trova ambiente favorevole per lo sviluppo della sua idea di rock contaminato da sentieri progressivi e psichedelici.

Sveliamo il mood su cui si dipana il disco, partendo dalla decodificazione del titolo che, come spesso accade, rappresenta la massima sintesi - spesso efficacie - del pensiero di chi crea.

Il “volo pindarico”, inteso come termine metaforico, ha assunto oggigiorno un significato facile, chiaro e abusato, inserito nel parlare quotidiano, senza distinzione di ceto.

Ma il concetto di “volo”, nell’idea di Pantozzi, assorbe connotati nobili e pieni di speranza.

La nostra mente ci permette di elevarci oltre le leggi della fisica, di accorciare spazi e tempi, di sognare, di ricordare, di perlustrare luoghi proibiti e di fuggirne rapidamente dopo aver provato eventuale disagio; nessuno può arrestare un viaggio che é privo di coordinate pianificate, che nasceranno invece spontanee, sul momento, seguendo l’umore personale.

La musica in tutto questo ha ruolo fondamentale, stimolando la memoria, permettendo di fissare per sempre le emozioni istantanee, regalandoci una unità di misura certa, quella del tempo che scorre inesorabile; ma sarà proprio grazie a “LEI”, la “MUSICA” appunto, che il “volo” potrà essere gestito a piacimento, con piena soddisfazione.

Sono queste le considerazioni che mi sono nate spontanee ascoltando “Pindaric Flights”, un album che, vista la premessa, diventa ai miei occhi “concettuale”, o perlomeno legato da un fil rouge.

Entriamo nell’oggettività del lavoro e utilizziamo le note del comunicato ufficiale:

Al disco hanno lavorato Joe Chiericati e Stefano Nicli in qualità di produttori, arrangiatori e musicisti, rispettivamente al piano/tastiere e alle chitarre acustiche ed elettriche, con Thomas Ebner alla batteria e Teo Ederle al basso. Nella traccia 2 e 12 la voce femminile è di Roberta Staccuneddu.

La copertina e la grafica del booklet interno sono opera di Gigi Cavalli Cocchi, famoso non solo per le sue capacità grafiche ma anche come batterista di Ligabue.

D’obbligo soffermarsi sul titolo - Deception Store (l'Emporio dell'Inganno) - inteso da Pantozzi come rappresentativo di una situazione ben conosciuta, quella che nasconde truffe travestite da opportunità, quelle trappole su cui cadono facilmente gli esseri meno protetti.

Nello specifico esiste un collegamento con il brano "One more time", in cui l'autore si occupa del tema drammatico dell’azzardopatia (da non scambiare con la ludopatia, termine che viene spesso ed erroneamente usato in questi casi…), una dipendenza da gioco letale che l’autore trasferisce sul video a cui si ha accesso cliccando sul titolo precedente in azzurro.

Dopo la doverosa premessa scivoliamo sulla musica, l’essenza, il collante, lo scopo, e anche se mi pare non sia questo un album facilmente inseribile in una delle caselle che tanto piacciono al rigore selettivo dei musicofili, provo a fornire il mio pensiero, inserendolo nell’ortodossia del neoprogressive, ma sarà bene che ognuno elabori una propria idea attraverso l’ascolto che propongo a seguire:

https://maracashrecords.bandcamp.com/album/pindaric-flights


Sono dodici i brani, cantati in lingua inglese, episodi che mantengono il profumo del passato, caratterizzati da quella oniricità che è poi il tema portante del progetto.

Partenza col botto con la floydiana “Lifetime”, che permette di entrare in contatto con l’autore e con la sua filosofia musicale, che é condizionata dalla formazione pregressa: perfetta colonna sonora per una tematica filmica… e il cammino prende il via…

I Do It My Way” prosegue il sogno, con la voce di Pantozzi che realizza un quadretto intimistico di livello, sino all’entrata di Roberta Staccuneddu, per un duetto che impreziosisce il tutto, tra effetti e luci variopinte che si possono solo… immaginare!

Si è già accennato a “One More Time”, il dramma della dipendenza da gioco; il pathos sonoro porta ad immaginare la situazione e si materializza lo stato di ansia attraverso un cambio di ritmo che si distacca dalle tracce precedenti, e la descrizione del crescendo della tragedia diventa il leitmotiv del pezzo.

Si arriva a “Rock-Star (Meteorite)”, che descrive un nuovo e comune dream - non solo tra i giovani -, quello che prevede il desiderio di passare dall’anonimato alla piena visibilità, in questo caso nel mondo musicale.

Un brano rock adeguato alla lirica, con l’elettrica protagonista ed una sezione ritmica adeguata al tema. Coinvolgente!

New Bad Day” ci riporta alla realtà, all’oscurità del quotidiano, ad un giorno nero come tanti vissuti in precedenza, senza captare la luce in fondo al tunnel.

Cala l’incedere spinto, il sapore aulico prende campo e parte lo spleen che non ti lascia più…

E si arriva alla title track, “Pindaric Flights”, la traccia più lunga, oltre sette minuti, una sorta di mini-suite.

Prima parte acustica con uno scivolamento progressivo verso un ambiente gilmuriano, che disegna perfettamente l’immagine di volo e libertà.

Una chicca che penso possa simboleggiare l’intero lavoro.

A New World” idealizza il vero sogno di generazioni, l’illusione - legittima - di poter vivere in un mondo migliore e, fuor di retorica, Pantozzi descrive un sentimento comune che propone sotto una forma facile da immaginare come canto comune di giovani che si esprimono all’unisono, tenendosi realmente o metaforicamente per mano.

Timeline” propone un sound più pop-rock e forse più “recente”, ma su di una progressione temporale dichiarata dal titolo ci si può muovere a piacimento e quindi possono convivere i tempi composti tipici del prog, il rock duro e l’elemento acustico che caratterizza l’ultimo minuto del brano.

Distant Lover” racconta una storia conosciuta, quella che vede la distanza tra gli affetti, un dolore a volte insopportabile, attenuato solo dalla speranza di accorciar presto il gap e, nel frattempo, il viaggio con la mente - e la musica - sarà di grande ausilio. Un paio di minuti da sogno…

… e così, ad occhi chiusi, sognare sarà molto più facile, come ci suggerisce “Close Your Eyes”, un’altra fantastica ballata che riporta a momenti già vissuti e che non ci si stanca mai di vedere emergere. Brividi!

Il breve “Free”, poco più di un minuto, è l’unico strumentale, un uomo e il suo piano, un attimo di estrema libertà, la conclusione del sogno che sta per terminare, e il momento catartico suggella il percorso e apre la strada alla chiusura del disco.

La fermatura del cerchio è affidata a “E Immagino Se”, unico cantato in italiano - ancora con la presenza di Staccuneddu - e, come dice l’autore, canzone adatta alla rotazione radiofonica.

A seguire propongo il video che, meglio delle mie parole, chiarirà l’intento di Pantozzi.

Un gran bel disco, che presenta la somma delle esperienze di Marco Pantozzi, tra un know how acquisito nel passato e una necessità espressiva adatta ai nostri giorni; ne emerge un quadro generale godibile e trasversale, che rifiuta l’inquadramento in uno dei tanti generi ufficialmente riconosciuti.

In tanti si ritroveranno in un album che, oltre alla bellezza estetica, è ricco, ricchissimo di contenuti.

Davvero superbo il contributo grafico!

Un bel debutto!

 

TRACKLIST

01. Lifetime (3:08)

02. I Do It My Way (4:10)

03. One More Time (3:42)

04. Rock-Star (Meteorite) (3:09)

05. New Bad Day (3:21)

06. Pindaric Flight (7:36)

07. A New World (3:45)

08. Timeline (3:18)

09. Distant Lover (2:12)

10. Close Your Eyes (4:20)

11. Free (1:15)

12. E Immagino Se (4:10)

 

LINEUP

Marco Pantozzi / vocals

Joe Chiericati / keyboards, piano

Stefano Nicli / guitar

Teo Ederle / bass

Thomas Ebner / drums

 

“Pindaric Flights é stato registrato al JAM Studios di Merano e masterizzato presso l'Elfo Studio Recording di Tavernago (Piacenza), stampato e distribuito a livello mondiale a partire dalla MA.RA.CASH Records (http://store.maracash.com/)


Un po' di live...



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