Un evento
storico ricordato da chi era presente, Michael Pergolani (https://it.wikipedia.org/wiki/Michael_Pergolani)
5 LUGLIO
1969-Concerto di Hyde Park in ricordo di Brian Jones
È una splendida
giornata, il sole è caldo e rassicurante, Brian Jones è morto. Sgomento,
incredulità... Per noi era morto il nostro poeta maledetto e per moltissimi il
simbolo vivente degli Stones, l'espressione più estrema, più intrigante e più
ribelle della band. Il suo volto da bambino, i suoi occhi sempre gonfi erano da
tempo diventati il segno iconico della dissolutezza degli Stones stessi.
Molta gente era
convinta che senza Brian il gruppo non sarebbe più stato lo stesso. Chissà… Il
fatto è che la sua morte, tragica ed effimera al contempo, era stata
strumentalizzata e venduta dai quotidiani popolari come estrema prova di
depravazione e facili costumi. “Ecco a cosa porta il loro scellerato stile di
vita!” Questo il succo degli articoli.
Quel 5 luglio 1969 gli
Stones ci avevano chiesto di andare tutti ad Hyde Park per commemorare Brian e
noi avevamo risposto in tanti, forse 200.000, forse di più, una giornata
storica.
Un forte odore di
hashish permea la Serpentine di Hyde Park. Molta gente s'è buttata nel
laghetto. L'acqua è gelida ma gli inglesi probabilmente pensano che tutta
l'acqua del mondo sia gelida. Tra i ragazzi gira di tutto, LSD californiano,
funghi e mescalina del Messico, oppio, pillole colorate di ogni genere e
grandezza (Love pills, Take-It-Easy, etc.) e poi il potente hash afgano, il
libanese rosso, il marocchino zero-zero, i thay-sticks, l’agapulco gold. I
bobbies ci circondano fin dall’inizio ma rimangono ai margini, fermi nelle loro
divise estive come soldatini di piombo.
I cellulari e le camionette
sono concentrati in alcune traverse di Bayswater e, a sud, lungo la strada che
da Queen's Gate porta all’Hyde Park Corner. Siamo veramente in tanti. C'è gente
che balla, intere famiglie di hippies che suonano e cantano, gli hare krishna
coi santoni magrimagri in arancione e i guru vestiti di bianco nonchè tanti
aquiloni su nel cielo e tanto colore intorno come in un quadro di Pollock.
Aspettiamo gli Stones. Sul palco, per la prima volta sento i King Crimson di Robert Fripp e i Family di Roger Chapman. Ottimo, davvero un ottimo inizio. Poi arrivano loro, gli Stones, poi il discorso di Mick tutto vestito di bianco, poi i bei versi del poeta Shelley e le migliaia di farfalle che, in una nube leggera e tremolante, si alzano verso il cielo. L'emozione è forte, intensa, indimenticabile.