Empire Pool, Wembley, Londra, 30 giugno
1972
The Alice Cooper Show
“In realtà si tratta solo di uno specchio
che metto di fronte a un pubblico per riflettere il lato più oscuro della
natura umana”
Alice Cooper a Roy
Carr, Music Scene, 1972.
Andato in scena per la prima volta a New York il 1
dicembre 1971, “Killer” di Alice Cooper era uno scioccante
esempio di teatro rock che, secondo il cantante, “era figlio della televisione,
del cinema e dell’America“.
Con il singolo “School’s Out” in procinto di sbancare le classifiche britanniche, lo spaventoso spettacolo horror, con tanto di boa constrictor vivo, ghigliottina portatile e bambole decapitate, andò in scena a Londra guadagnandosi i titoli a tutta pagina dei quotidiani. Fra i presenti in sala quella sera c’era anche la giovane e accesissima fan Simone Stenfors.
Con il singolo “School’s Out” in procinto di sbancare le classifiche britanniche, lo spaventoso spettacolo horror, con tanto di boa constrictor vivo, ghigliottina portatile e bambole decapitate, andò in scena a Londra guadagnandosi i titoli a tutta pagina dei quotidiani. Fra i presenti in sala quella sera c’era anche la giovane e accesissima fan Simone Stenfors.
“Ero la più grande fan di Alice Cooper sulla
faccia della terra. Tutto in lui era originale. Era un film dell’orrore, non la
solita cosetta carina. Come Captain Beefhart e Frank
Zappa, si trattava di musica per fuori di testa. Più o meno all’epoca del
concerto, il gruppo suonò a “Top Of The Pops” e il pubblico era pieno di
sosia di Alice Cooper e di ragazzine che urlavano in prima fila. Provai
fastidio perché quello era il mio gruppo e mi disturbava che fossero diventati
così famosi. Avevamo due posti molto indietro , ma io e la mia amica
convincemmo due tipi a venderci i loro che erano all’incirca in decima fila.
Quando il gruppo di spalla, i Roxy Music, finì di suonare, erano
arrivati anche tutti i miei amici e mi ritrovai ai bordi della passerella,
seduta in braccio a un ragazzo. Così, quando Alice si sedette lì a cantare ci
trovammo alla stessa altezza. E quando cantò “Dead Babies” strappando i
vestiti alla bambola i suoi occhi guardavano diritti nei miei.
“Non so dire se facesse paura o meno. Ero una
ragazzina molto presa da quel tipo di cose. All’epoca uno spettacolo simile no
si era mai visto. C’era il serpente per “It My Body”, il
patibolo per “Killer” e tante capsule piene di sangue. Si diceva che
Alice stesso avesse rischiato di finire decapitato. Credo fossero voci messe in
giro ad arte, ma noi del pubblico avevamo tutti tra i 15 e i 18 anni per cui
restammo parecchio impressionati.
“Quando Alice, quasi alla fine, cantò “School’s
Out”, lanciò gladioli al pubblico e me ne mise uno in mano. Arrivata a
casa lo sistemai con la massima cura in un bicchiere pieno d’acqua. Mia madre
lo buttò via: non aveva capito quanto importante fosse per me!”
Da “Io C’ero”, di Myke Paytress.
Immagini di repertorio...