Parlando di British Blues…
Rory Gallagher/Taste
Carattere schivo ma sincero, poco avvezzo ai compromessi
commerciali, Rory Gallagher è stato uno dei chitarristi più idolatrati in
Europa. Irlandese del Donegal, appassionato fin da ragazzo al blues di Muddy
Warters e B.B. King ma senza mai perdere di vista il rock ‘n’roll tradizionale
di Presley, Berry e Jerry Lee Lewis, ha mescolato sapientemente le vecchie
sonorità con il nuovo, devastante impatto della Stratocaster, manipolata con
tecnica sopraffina. Definitosi “chitarrista per il popolo”, ha sempre insistito
con gli organizzatori dei concerti perché tenessero bassi i prezzi, e raramente
le sue esibizioni duravano meno di tre ore. Il pubblico, dal canto suo, lo ha
sempre ricambiato amandolo e rispettandolo con una devozione speciale.
La sua carriera si divide tra la sua carriera con i Taste e i
dischi solisti. I Taste li costituisce nella seconda metà degli anni ’60. Con
il bassista Charlie McCracken e il batterista John Wilson dà vita a un potente
trio di rock blues sull’esempio dei Cream e della Jimi Hendrix Experience, che
dura fino all’inizio del 1971. Quando McCracken e Wilson si uniscono a Jim
Cregan (Family) negli Stud, Per Gallagher ha inizio la carriera solista, che
già l’anno successivo lo porta a essere votato Top Musician of the Year” dai
lettori di Melody Maker.
Nel 1975 i Rolling Stones lo scelgono come naturale sostituto di
Mick Taylor, ma l’ingresso nel gruppo dura appena lo spazio di un mattino: dopo
aver registrato alcuni demo con loro, abbandona senza rimpianti l’idea di
diventare uno Stones.
La sua carriera continua negli anni ’80; ma sono tempi difficili,
segnati dai problemi di alcolismo e incomprensioni con il mondo discografico.
Muore il 14 giugno del 1995.
(Tratto da “Rock Blues”, di Mauro Zambellini)
Qualche immagine fornita da Wazza