Un appassionato di musica sta ad un “magazzino” carico di
vinili (e CD), come un bimbo sta ad un negozio di giocattoli.
Questa anomala proporzione mi serve per tentare di spiegare
cosa ho provato alcuni giorni fa, trovandomi nei locali di BTF/AMS, label discografica e distributrice, il cui direttore
artistico è Matthias
Sheller.
L’occasione dell’incontro era l’ascolto dell’anteprima del
prossimo album dei Pandora, altro
momento magico.
Difficile di questi tempi riproporre l’antico rito del
vinile, mancano i tempi e i ritmi giusti, anche se sono attimi di cui spesso si
parla, auspicandone il ritorno, salvo poi arrendersi al cospetto della realtà,
fatta di frustrazione da ascolto.
Eppure è accaduto, non con un vinile, ma con un CD, e se il
fascino non è esattamente lo stesso del passato, la partecipazione ad una prova
di ascolto collettiva di un prodotto ancora in fase di assemblaggio (non certo
dal punto di vista musicale), e soprattutto, il silenzio religioso che ha
tenuto bloccati i presenti per 60 minuti, è fatto che lascia il segno.
Uno stereo di qualità, qualche sedia, un fascicolo da
consultare, una matita per gli appunti e… parte la musica, e da quel momento
musicisti e addetti ai lavori smettono di fiatare e si concentrano su qualcosa
che richiede attenzione.
Il primo impatto è sempre un’incognita, anche se l’80% di ciò
che si riceve non cambierà più in fase di commento finale, ma è grande il
rispetto che occorre avere per chi ha dedicato mesi di lavoro ad un progetto
che è un condensato di vita, un mosaico che pezzo dopo pezzo ha preso corpo,
con grandi sacrifici e immensa passione.
Accantono al momento il discorso “Pandora” dopo aver creato,
spero, un minimo di curiosità, e della loro nuova musica parlerò a tempo debito.
L’opportunità descritta mi ha permesso la visita nel mio secondo “paese dei balocchi” - il primo è
quello che raccoglie valanghe di strumenti musicali - e sono stato investito
dall’odore della musica, dalla carta da imballaggio, dalle cover degli album,
da un ambiente che amo profondamente.
Ma al di là delle mie sensazioni e dei miei pruriti
adolescenziali, esiste un aspetto più concreto e professionale che è fornito
dalla parole di Matthias Sheller.
Appassionato di progressive, in origine avvocato, decide
attorno ai 30 anni il grande passo, e armato di coraggio ed intraprendenza
prova a ricercare quello che io chiamo “un modo sicuro per vivere sereni”, e
cioè fare coincidere lavoro e passione. E si tuffa nella “sua” musica.
Ma in questo contenitore malato grave la vita si complica,
qualunque sia lo spazio in cui ci si muove, e l’ambiente musicale non è immune
dalle problematiche sociali e lavorative in genere.
In mezzo a tanto ben di Dio si trova, credo, l’ispirazione, e
a Matthias ho chiesto il suo giudizio oggettivo sull’attuale situazione di un mondo che lui ben conosce.
Manager, lungimirante, schietto, con i piedi per terra,
coraggioso e, come lui stesso dice, con qualche colpo di buona sorte iniziale,
nonostante la riservatezza ha accettato di raccontare qualcosa davanti alla video
camera.