mercoledì 28 dicembre 2022

Giovanni Andreani e le sue chitarre di ceramica

Il mio amico Angelo De Negri mi permette di conoscere e condividere una storia di quelle che piacciono a me, e che mi ero perso.

Trovandosi in Umbria lo scorso settembre, non so se casualmente o volutamente, si ritrova a Deruta, davanti ad un negozio di artigianato della ceramica dove il proprietario espone le sue chitarre e, dalla vetrina, emerge la storia di una di queste in particolare, quella donata a Carlos Santana in occasione di un Umbria Jazz del 2011. Per inciso, le fotografie possono essere fatte solo all’esterno.

Incuriosito, sono andato alla ricerca della storia che, attraverso le info “rubate” in rete, si è un po' chiarita.


Questo è l’incipit…

Umbria Jazz 2011: mancano trenta minuti all’inizio dell’esibizione.

Carlos Santana viene raggiunto da un timido artigiano di Deruta, che gli si avvicina quasi intimorito imbracciando una custodia. La poggia in un angolo, la apre e svela una chitarra elettrica: «Ecco, questa è per lei» si limita a dire, porgendola al musicista.

Santana strabuzza gli occhi: non è di legno, lo si percepisce al tatto, e pesa all’incirca quattro chili; ma la cosa che più lo sbalordisce sono le decorazioni. Quei colori accesi e le forme, che si raccolgono in una figura quasi mandalica, pizzicano le corde del suo spirito.

Non è una semplice chitarra: si tratta di un’opera d’arte, in autentica ceramica derutese.

«Bella, stasera ci suono» commenta soddisfatto.

E lo fa sul serio, con il brano “Open Invitation”, nove minuti che l’Umbria intera non dimenticherà mai.

Dopo il festival, chiede al suo manager di contattare l’artigiano, ringraziarlo e farsi comunicare il valore di quel meraviglioso strumento, così da poterlo assicurare.

L’uomo è entusiasta: se Santana vuole assicurare la sua chitarra, significa che gli è piaciuta davvero.

Ne ha ulteriore conferma quando scopre che, durante il concerto di Bari, il musicista la riporta in scena.

L’artigiano protagonista di questa incredibile storia è Giovanni Andreani.




Vediamo qualche nota biografica di Andreani

Originario di Deruta, inizia a dipingere a ventisei anni, dopo aver suonato per diverso tempo con la sua band, Quintaessenza, cosa atipica nel suo piccolo paese, definito la “capitale della ceramica umbra”, dove i ceramisti apprendono il mestiere sin da piccoli.

Dopo aver fatto vari lavori, apre la bottega sotto casa sua e chiede allo zio Franco di insegnargli l’arte della ceramica. Dopo un anno, inizia a produrre pregevoli pezzi in stile Raffaellesco, Orvietano, Arabesco e Ricco Deruta. Era il 1999. Qualche anno dopo, nel 2003, incomincia a pensare alla chitarra di ceramica, perché non può fare a meno del suo grande amore per la musica e adora il suo nuovo lavoro: ed è qui che scatta l’intuizione.

Smonta la sua Fender Stratocaster, la seziona, la studia nei minimi particolari: si rende conto che essere un bravo ceramista non basta per realizzare il progetto che sta prendendo forma nella sua mente.

Apprende tutte le nozioni necessarie e riesce a costruire il ponte, la tastiera e il corpo, seguendo regole ferree onde evitare di creare uno strumento malfunzionante, perché il suo obiettivo, sin dall’inizio, è creare un’opera che possa essere suonata.

Il 10 febbraio del 2005, nasce la sua GA1.

E oggi?

Dalla sua bottega di Deruta si odono canzoni di Jimi Hendrix, dei Led Zeppelin, i Pink Floyd, i Nirvana e i Guns N’ Roses. Chiunque ne è attratto sin da subito: è diversa rispetto a tutte le altre, ha in sé la solennità che si addice ad un piccolo tempio del rock.

In vetrina, le chitarre fabbricate negli ultimi anni: il corpo costituito da un blocco di argilla unico, manici in palissandro e mogano e gli inserti sulla tastiera in madreperla: caratteristiche che le rendono uniche al mondo. Sono in tutto nove, più la GA10 donata a Santana, ritratta in foto e articoli.

In molti vorrebbero acquistarle, ma la risposta di Andreani è sempre la stessa, negativa.

Molti curiosi si fermano per poter osservare dal vivo il ceramista che suona, a qualcuno è permesso provare le sue chitarre, ma pur azzardando cifre esorbitanti nessuno riesce ad accaparrarsi i preziosi strumenti. E già, le sue chitarre non sono in vendita! Musicisti e appassionati provenienti da tutto il mondo si sono fermati a Deruta, apposta per convincere Giovanni Andreani a vendere le sue chitarre elettriche.

Andreani decide di non cedere nemmeno alle offerte più generose e, inoltre, non vuole che i suoi strumenti vengano abbandonati in una teca o appesi ad una parete.

Il valore stimato per ogni chitarra di ceramica è di circa 12 mila euro, ma talvolta gliene sono stati offerti molti di più.

L’aneddoto…

Un turista entra nella bottega di Andreani a Deruta. Come tanti, osserva le chitarre pensieroso e chiede di poterne suonare una. Subito, dà prova di un talento fuori dal comune, un dettaglio che fa scattare subito il ceramista sull’attenti.

Giovanni Andreani scopre che il turista è in realtà Alan Clarke, voce e chitarra dei The Hollies, che vanta collaborazioni importanti come quelle con i Beatles e i Rolling Stones. Co-autore dei brani On a Carousel, Carrie Anne, Jennifer Eccles e Long Cool Woman in a Black Dress, inserito nel 2010 nella Rock and Roll Hall of Fame.

Quasi un mito, che però non riesce ad ottenere la chitarra, tanto ripasserà!

Stessa sorte è toccata al musicista jazz e blues Danny Caron, chitarrista e musical director del leggendario Charles Brown.

Non mi è chiaro se la sua posizione rispetto alle vendite sia cambiata nel tempo, ma a chi fosse interessato consiglio una visita sulla pagina facebook, magari tutto si chiarirà!

https://www.facebook.com/giovanni.andreani.3