martedì 18 dicembre 2012

"The rime of the ancient mariner" al Teatro Verdi


Era il mese di maggio quando l’ultimo progetto di Fabio Zuffanti veniva presentato ufficialmente a Savona.
HÖSTSONATEN - The rime of the ancient mariner, Charter One, nasce molti anni prima, ma per la maturazione perfetta occorre sempre aspettare il momento giusto, e quando si parla di qualità e di ricerca della perfezione il fattore tempo è solo uno dei tanti aspetti con cui occorre fare i conti, ma non il più importante.
Qualche mese fa raccontavo così il mio sentimento post ascolto:


Il 16 dicembre,The rime…” è diventato ancora qualcosa di diverso, un contenitore di cui essere orgogliosi, e oggi ha trovato ulteriore conferma quella mia affermazione che evidenziava l’importanza di nascere al posto giusto nel momento giusto, tesa a sottolineare cosa avrebbe potuto suscitare un’ opera teatrale simile  - perché è questa l’evoluzione - se fosse stata messa in scena quarant'anni fa.
La location scelta per il debutto è il Teatro Verdi di Sestri Ponente, Genova, spazio che fa registrare un grande numero di presenti, non solo provenienti dal mondo del prog. E in effetti lo spettacolo non aveva i presupposti dell’elitarietà, essendo riassunto di arti differenti: musica, canto, danza, recitazione, immagini e colori, il tutto sotto l’attenta regia di Susanna Tagliapietra.
Band schierata in buona verticalità, per fornire ampio spazio ai tredici ballerini  -  e quattro vocalist - con l’unica eccezione, Luca Scherani, mago delle tastiere, posizionato a fondo palco.
Ma le magie colorate di vintage di Scherani hanno avuto un buon ausilio in termini di sezione archi/fiati per merito del flauto di Joanne Roan e del violino di Sylvia Trabucco, protagoniste in punta di piedi.
Sezione ritmica composta da Zuffanti e Mau Di Tollo, con Simone Ritorto alla chitarra elettrica.
Caratteristica dell’opera è l’utilizzo di quattro differenti vocalist che aiutano nella presentazione dei  quattro momenti narrativi.
Alessandro Corvaglia, Marco DogliottiGiammarco Farnè e Simona Angioloni,
The rime of the ancient mariner” è la trasposizione musicale del poema di Samuel Taylor Coleridge, e molto sarebbe andato perso se non fosse intervenuta una sorta di narrazione in lingua italiana, legame tra i vari blocchi musicali. Ma il canto in lingua inglese era d'obbligo.
Tutto è sembrato perfetto, emozionante, sintesi di ciò che si vorrebbe sempre vedere on stage, e per lunghi attimi mi è parso di tornare indietro nel tempo… potere della musica!


Inutile sottolineare i meriti del singolo, perché è il team teatrale che ha funzionato, e la soddisfazione dipinta sul volto di Fabio Zuffanti, a fine spettacolo, era la somma di mille sfaccettature, non tutte dichiarabili.

Le mie personali riflessioni mi hanno portato nel campo dell’educazione: ogni scuola che si rispetti dovrebbe avere la possibilità di vedere eventi del genere, comparandoli e decidendo se è bene sondare se esistono alternative al quotidiano.
Ho anche pensato che “The rime…” dovrebbe essere itinerante, pur essendo conscio delle difficoltà realizzative.
Mi sono poi chiesto se l’album” The rime…”, dopo un risultato simile, possa essere proposto come concerto a se stante, rinunciando a tutto ciò che al Verdi si è dimostrato essenziale.
Per questi piccoli-grandi quesiti esisteranno già alcune risposte e quindi attendiamo fiduciosi.
Grande spettacolo, e grande contributo tecnico da parte di Alessandro Mazzitelli e Rox Villa.
Poco prima dell’inizio del concerto, mentre ero in coda in biglietteria, un uomo anziano si è avvicinato al botteghino e ha chiesto quale film andasse in onda nel pomeriggio. Delusione sul suo volto alla scoperta che nessun movie sarebbe stato proiettato. Peccato, con un po’ più di coraggio avrebbe vissuto attimi indimenticabili… 

Fotografie di Enrico Rolandi