Organizzare
un concerto natalizio, magari coincidente con qualche ricorrenza, pone il
problema della scelta, funzionale al periodo, al pubblico e al tema da unire
alla festa generica. Rock, folk, jazz, teatro, commedia, dramma? Di solito
esiste un parametro che mette tutti d’accordo, la qualità degli attori,
musicisti, poeti e via di seguito.
Per
il 10° anniversario del C.I.V. VIVI
VALLEGGIA” si chiede aiuto a quanto di meglio si possa trovare in
circolazione, artisti trasversali, capaci di eccellere in qualsiasi genere
musicale, alcuni di loro conosciuti ovunque, uno per tutti Carlo Aonzo, uno dei più grandi mandolinisti del panorama
internazionale.
E
poi Claudio
Bellato, Loris Lombardo, Dino Cerruti,
la giovane vocalist Cecilia Aonzo, lo strepitoso ospite Antonio Margangolo
e la sorpresa Roberto
Margaritella.
Inutile
sviscerare le storie di chi ho appena citato… virtuosi, importanti e grandi
presenze, capaci su di un palco di far
emergere le loro personalità … nascondendosi. E anche questa è un’arte.
Il
tema è quello del viaggio, della musica itinerante che, attraverso strumenti
tradizionali, tocca popoli e culture spesso agli antipodi. E di questa miscela
dal sapore conosciuto il pubblico coglie l’essenza, con ampi tributi che, tra
brano e brano, sottolineano un gradimento incondizionato, peraltro già
testimoniato dal sold out.
E’ varia la proposta, e si passa dal
trio al singolo, arrivando alla formazione più completa possibile, in funzione
di ciò che si propone.
Jazz, rock, folk, blues e melodia
tipicamente di casa nostra, sono gli ingredienti, anche se esistono un paio di
momenti in cui il team è emozionalmente superato dal singolo. Accade ad esempio
quando Marangolo racconta la sua
terra, la Sicilia, abbandonata da lustri ma mai dimenticata. Accade anche
quando Bellato si confronta vis a
vis con il pubblico. E poi Lombardo,
incredibile percussionista, in grado di stupire tutti con l’utilizzo dell’HANG,
strumento elvetico che crea melodie capaci di riportare a mondi antichi
attraverso un modello percussivo inaspettato.
Due parole in più su Loris.
Quello che comunemente viene chiamato
“batterista”, è visto da occhio profano come gregario, al massimo emergente
negli assoli, qualunque sia il suo nome. Avanzando nella qualità di giudizio,
un drummer diventa il 50% della sezione ritmica, e quindi la spina dorsale di
una band. Il Lombardo visto sul
palco in questa occasione ha scatenato un pubblico che difficilmente aveva
cultura specifica, ed era quindi guidato dall’istinto e dalle emozioni del
momento. Immagino una grande soddisfazione per lui.
Aonzo guida il gruppo, dall’alto della sua esperienza, con un carisma innato
e con un Cerruti che lo “protegge” alla spalle, dettando il ritmo giusto,
mentre Bellato interagisce sulla parte solista, alternandola alle trame di
fondo, spesso più complicate degli assoli.
Bravissima
la giovane Cecilia Aonzo e grande
sorpresa il chitarrista Margaritella
che non conoscevo. Mostruoso Marangolo.
Doveva…
poteva essere l’ultimo giorno delle nostre esistenze, ma qualunque fosse il
disegno si è trovato il modo di allontanare l’appuntamento, perché come
qualcuno evidenziava dal palco, la musica è eterna, e attraverso di essa
possiamo fare sì che il nostro percorso non si interrompa mai.
Da
sottolineare una buona opportunità cittadina, quella di utilizzare un teatro
come quello di Valleggia, capiente, confortante, attrezzato (forse carente
nelle luci) e vicino alle nostre case.
Non
è retorico ricordare che questi eventi non sarebbero così positivi se non ci
fosse la giusta regia tecnica e quella di Fulvio
Marella - e Maddalena - è risultata perfetta.
Un
buon modo per anticipare le feste ed immaginarle serene.