mercoledì 10 ottobre 2007

Van Der Graaf Generator


Dall’apertura di questo blog ho spesso accennato ai vari concerti a cui ho partecipato.
La mia frequentazione attiva si può dividere in due periodi distinti.
Una 
start up nel 1972, a 16 anni, cui sono seguiti numerosi eventi, sino al 1980, anno in cui ho visto i Dire Straits a Sanremo.
Poi il vuoto, per tanti motivi, che sono in realtà alibi.
Sembra superficiale dare così importanza alla partecipazione a queste performance, essenzialmente rock, ma non credo sia così.
Il 1980 rappresenta la chiusura di un ciclo , la fine di un periodo spensierato, l’assunzione di nuove ed importanti responsabilità, la riduzione del tempo libero, la visione della vita… per priorità.
Insomma, a 24 anni sono diventato grande.
Ed i concerti hanno lasciato spazio alla progettazione e realizzazione di una famiglia, alla carriera … i soliti fatti noti.
Poi nel 2003 ho ricominciato , ed il tutto è documentato in questo blog, nel post n.2.
Sto parlando della presenza di “
Yes” a Vado Ligure.
Ma il vero inizio, quello indimenticabile, e’ avvenuto un pomeriggio del 
72, a Genova, Teatro Alcione.
Tutto nacque per caso, un giorno di primavera.
Io ero già abbastanza immerso in un particolare tipo di musica che in quel periodo stava fiorendo: la Progressive Music.
All’uscita da scuola un amico , Fulvio,che su di me aveva molta influenza, mi chiese se volevo aggiungermi a lui e ad altri per il concerto pomeridiano (a quei tempi c’era anche il serale) dei Van Der Graaf Generator.
Il biglietto mi pare costasse 2000 lire e poi c’era da aggiungere il costo del treno, Savona- Genova.
Mia madre accettò, non so come mai.
Io conoscevo i V.D.G.G. perché avevo ascoltato “Pawn Hearts”, e ricordo una perfetta descrizione di “Man Erg”, ascoltata alla radio , ad una trasmissione che mi pare si chiamasse “Per voi giovani”.
Ma il mitico Fulvio, mi aveva descritto a puntino tutto il disco, riproducendo la voce di Hammill e mimando le parti di sax di Jackson.
Cavolo se era bravo… forse era per questo che lo vedevo un gradino sopra agli altri!
Arrivammo a teatro e mi pare che i ragazzi presenti fossero numerosi.
La prima immagine che ho, la madre di tutte le mie vicende musicali future, e’ quella di Peter Hammill, da solo sul palco, che accenna l’arpeggio di “
Lemmings”.
Da quel giorno iniziò la mia esplosione di partecipazioni, con vicende variegate, che circoscrivere solo all’interno del “
mondo della mia musica” sarebbe sbagliato.
Ricordo ogni momento, ogni avventura, ogni particolare di quei giorni.
La musica e’ stata un’occasione, un veicolo,  una strada che mi ha portato a differenti esperienze, che mi accompagna oggi più che mai, che mi fa stare bene e a cui non vorrei mai rinunciare.
A chi mi guarda dubbioso ed incapace di capire ( ce ne sono tanti), davanti al mio enfatizzare certi aspetti, ho poco da rispondere.
Mi ritengo fortunato , per tutto ciò che ho l'opportunità di provare."... se hai una passione seguila e non te ne pentirai!"

Ripropongo un filmato dei primi Van Der Graaf Generator (un altro e' disponibile sul post del 1 ottobre . Si trattava di "Theme One").

Buona visione...



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che PAWN HEARTS sia uno dei migliori dischi a livello mondiale...é un viaggio mentale assurdo,non ho mai sentito suoni così celestiali,potenti e drammatici in vita mia. Stò diventanto pazzo,mi stà donando un energia vitale inesauribile,mi è entrato nel sangue,quella si che è musica!...e pensare che è del '71. Stefanofloyd

Anonimo ha detto...

Trai miei primi dischi ascoltati e comprati e' stato H to He.
Una emozione che mi accompagna ancora oggi, oltre 30 anni dopo.
Li ho ascoltati nel 2005 a Roma al Centrale del Tennis.
Pensavo di essere tra i più giovani con i miei 52 anni, invece era pieno di ventenni-trentenni attentissimi.
Mi sono sentito ottimista, credevo che i ragazzi non ascoltassero più buona musica.
Loro poi....immutabili, mostruosi al limite della fantascienza; temevo che dal vivo perdessero parte delle loro atmosfere ma sono stati così bravi da renderle praticamente intatte in un concerto dal vico.
Che emozioni.
Grunch