giovedì 25 ottobre 2007

PFM-STATI DI IMMAGINAZIONE



Nel post del 16 settembre avevo raccontato del primo concerto a cui ha partecipato il mio figlioletto di dieci anni.
Sto parlando dell'Arena di Verona e sto parlando di "The Who", l'11 giugno.
Per par condicio devo raccontare qualcosa anche del primo concerto di mia figlia, che di anni ne aveva ancora dodici, all'epoca.


Mi riferisco a quello della PFM , che si e' esibita a gennaio a Savona, cioè a casa mia, ed in quell'occasione ha utilizzato il suggestivo Teatro Chiabrera.
Tutta la performance era imperniata su "Stati di Immaginazione", che io non conoscevo.
Si tratta di" otto storie musicali, otto film, per entrare nello stato libero dell'imaginazione".
Nel video a seguire (molto bello, secondo me), un po' di storia di questo lavoro di Di Cioccio e company.


Il giorno dopo la performance, ho chiesto alla mia piccola, anch'essa con la passione dello scrivere, di commentare la sua iniziazione musicale, ed ora pubblico il suo scritto di quei giorni, preceduto da mia introduzione, e inserito anche su "Mentelocale".

"Ieri ho visto ancora una volta la P.F.M..
Sarebbe d’obbligo per me fare il solito resoconto, ma e’ stata un’occasione speciale perche’ per la prima volta ho portato mia figlia, dodicenne , ad un concerto .
Il resto della famiglia non ci ha seguito, ma occorre arrivare per gradi alle grandi conquiste.
Per una serie di eventi concatenati io ero seduto nella fila O mentre lei era in prima fila con una sua compagna di scuola.
A 12 anni ... in prima fila … ad un concerto rock…
a me non sono mai successe queste cose!!!
Per tutta la durata del concerto mi sono diviso tra la musica, la visione delle immagini proiettate ed il cercare di immaginare che cosa potesse passare nella testa di Elisa.
Saprà apprezzare? Mi maledirà? Avrà sonno?
E non essendo lei vicina non avevo il termometro della situazione, ed i miei sforzi di cogliere da lontano qualche movimento della testa, qualche applauso sono risultati vani.
Per tranquillizzarmi e mettermi a posto con la coscienza mi sono detto che se non avesse apprezzato completamente l’evento, l’esperienza sarebbe risultata comunque indimenticabile e la PFM a Savona sarebbe stato il primo (spero non l’ultimo ) concerto con papà.
Il giorno dopo le ho chiesto di descrivermi la sua serata e lei, che ama scrivere come me, mi ha buttato giù le seguenti righe, che per me hanno molto valore…

Ieri, 26 gennaio 2006, ho visto il mio primo concerto.
Ero emozionata all’idea, anche se non lo davo molto a vedere, e così, durante il tragitto casa-teatro Chiabrera, ho dovuto rassicurare mio padre che mi riempiva di domande del tipo: ” Ma sei proprio sicura di voler venire? “ o “ Sei davvero contenta o lo fai solo per me?”
Ma perche’ mio padre avrebbe dovuto farmi domande di questo tipo?
beh, non stavamo andando a sentire un concerto dei Finley ( o Findus, come li chiama lui), cioè uno dei miei gruppi preferiti, o gruppi che riempiono la mia quotidianità.
Al contario, ci stavamo “avvicinando” alla P.F.M., che io francamente conoscevo solo di nome, per averlo sentito in casa.
Nella mia testa però non c’erano tutti questi timori, anche perchè sono sempre stata abituata a sentire qualsiasi tipo di musica, compresa quella classica a cui mi sono avvicinata dall’inizio delle medie.
E poi il primo concerto e’ sempre il primo concerto!
Fuori dal teatro avevo appuntamento con Giulia, la mia compagna di classe , con padre al seguito.
Alle 20.30 … tutti dentro.
Io e papà  avevamo due posti in fondo al teatro e Giulia due in prima fila e così… via allo scambio di posti ed io e Giulia ci troviamo praticamente sul palco.
I due papà quasi fuori dal teatro!
Mi sentivo spaesata e dopo essermi seduta e liberata di giacca e sciarpa ho incominciato a guardarmi attorno, felice di constatare che qualche fila più indietro c’era la prof di ginnastica ... almeno una volta sullo stesso piano.
Ma ecco che le luci si spengono,il sipario si apre e la musica incomincia.
Ciò che ho provato e’ davvero difficile da descrivere.
Mi sono sentita ancora più spaesata… quasi paralizzata per la tensione.
Le gambe vibravano con il pavimento e i miei occhi erano spalancati ed intenti a cercare di captare il movimento, troppo veloce per me, delle dita del chitarrista.
Ed ecco lo spettacolo.
Hanno proposto il loro nuovo lavoro, “Stai di Immaginazione”, accompagnato dalla proiezione di video a tema.
Alcuni mi hanno divertito, altri sorpreso, anche se non tutto mi e’ risultato comprensivo.
Ogni volta che Franz Di Cioccio annunciava una canzone, le persone attorno a me urlavano e battevano i piedi e questo e’ un aspetto che mi ha molto divertito.
Una volta vinta la timidezza, anche io e Giulia abbiamo partecipato ai cori di “ohhhh”, che si innalzavano e quando all’ultimo quel batterista, che inizialmente sembrava un po’ pazzo, quello che mio padre definisce “animale da palcoscenico” , ci ha proposto di liberarci dallo stress settimanale , suggerendoci di urlare, battere i piedi, senza pensare ... beh, ormai ero completamente “integrata”.
Alle 23.30 il concerto e’ finito, e guardandomi attorno un’ ultima volta , mentre il teatro si svuotava, ho realizzato che avevo condiviso per due ore e mezza uno spazio ed un evento con una generazione molto lontana da me, ma che come me riesce ad emozionarsi davanti ad una canzone, seppur diversa dai “miei “Finley.
Papà’ dice sempre che la musica e’ solo di due categorie, quella che ti fa stare bene, che ti da emozioni con poche note, e quella che al contrario non ti lascia niente, anche se tecnicamente perfetta, ed e’ un concetto che capisco perfettamente.
Tornando a casa a piedi papà mi e’ venuto sotto, alla ricerca di qualcosa di inaspettato.
Non so se e’ rimasto soddisfatto delle mie parole… ma io sono stata sincera… come sempre.
Lui ha condotto il discorso dove voleva e, aggirando il discorso musicale, mi ha portato a riflettere sulle doti di comunicatore di Franz (ma quanta confidenza!), un musicista capace di coinvolgere il pubblico sino ad “obbligarlo “ ad un …..”Ceeeeee… leeeeee… brescionnnnnn”.
Come dargli torto.
Anche io, seppur piccola, riesco a capire questi aspetti .
Ma sicuramente anche i “Findus” sono così!
Una volta a letto, ancora frastornata, mi e’ venuto spontaneo pensare:
“Chissà se tra qualche anno qualche ragazzo penserà la stessa cosa della mia musica, considerandomi … di una generazione passata! "

Elisa, la ruota gira inesorabile... ma i ricordi restano per sempre!



1 commento:

Anonimo ha detto...

…..”Ceeeeee….leeeeee….brescionnnnnn”.
….che dire di più dopo un concerto della PFM?
Le impressioni di Elisa dopo il concerto, mi hanno fatto sorridere di tenerezza e come al solito non posso fare a meno di ricordare….la mia di figlia...
Pomeriggio di un I°Maggio 2005 :PFM concerto in piazza vicino a Lucca!
Lei un po’ più grande di Elisa, appena 18enne, decise di seguirci a mò di sfida dato che le avevo propinato da neonata in sù (oltre ai Jethro ecc.) anche la PFM. Voleva vedere” sti’ vecchi” che cosa erano capaci di fare!
Primo impatto: tanta gente e soprattutto tanti giovani!
“Location” la collinetta erbosa di lato al palco ma strategica, la piazza piena di persone…pronte allo scatto!
Finalmente salgono sul palco e subito mi viene voglia di voltarmi ma non lo faccio…aspetto….cominciano a suonare…a quel punto mi volto e la vedo, non ci credo…ma canta…ed il suo sguardo non lascia dubbi, la PFM piace anche a lei perché il “piedino” batte il tempo e son sicura che sarebbe andata volentieri in mezzo alla piazza.
“Raccogliete le note che volano sopra di voi” disse Franz in quel concerto, e credo che le nostre figlie abbiano fatto questo e che soprattutto se lo ricorderanno!
Quando poi è uscito “Stati di Immaginazione” molto bello secondo me, l’ho trovato sotto l’albero di Natale con un biglietto…..”poi me lo passi…!”
Ciao. Raffa (Magò).