mercoledì 5 settembre 2007

La mia rinascita musicale (concerto YES a Vado L. 12 luglio 2003)













Nel luglio 2003 ho avuto l'occasione di rivedere un concerto rock, dopo23 anni.
L'evento mi ha "toccato" profondamente e mi ha riportato ad una dimensione che avevo perso.

A seguire il commento del giorno dopo.


A quarantesette anni e sette mesi si può avere una visone pessimistica della vita. I bilanci sono frequenti e, per bene che sia andata, si e’ molto più vicini alla fine che non all’inizio. Sono tutte storie quelle che bisogna accettare con dignità la propria eta’ e goderne i frutti, invecchiare e’ spaventoso e tutto quello che ci circonda e’ un “rappelle”continuo: ricordati che i tuoi anni (non le tue forze) ti impediscono di fare le cose di un tempo…. Sono conscio che questo stato mentale non mi abbandonerà mai più ,anche se continuerò a giocare a calcio e a sentirmi come un giovanotto. Tutto ciò mi manda in crisi....ultimamente. Che cosa ho guadagnato? Che cosa c’è di positivo nel mio bilancio personale? Beh, l’esperienza non e’ cosa da poco, la sicurezza che si acquista, l’impressione che non esistano più segreti da svelare, la certezza che le uniche sorprese difficili da combattere siano le malattie, il mettere la parola giusta al momento giusto... solo con la persona giusta, il potersi permettere di litigare con chiunque… sono situazioni non proponibili a vent'anni. Mi guardo indietro e scopro che ci sono anni bui, senza significato,senza neanche un briciolo di ricordo. Parlo di grandi periodi di tempo, in cui non ho vissuto. Se non si hanno ricordi non si è vissuto! Lo penso davvero. Negli ultimi 15 anni emergono comunque episodi significativi, magari una morte di una persona cara, ma l’associazione anno/evento è salva. Parto dal 2003, appena concluso, e magari mi fermerò lì perché gli agganci col passato sono infiniti. Un evento, un unico evento che è poi quello che mi spinge a scrivere, una banalità, che assume proporzioni faraoniche per gli sconvolgimenti interni che mi ha provocato, per quelli che mi sta provocando e per quelli che mi provocherà. Non so se sarò così bravo da fornire una spiegazione razionale ma mi piacerebbe condividere con qualcuno il mio pensiero, mi piacerebbe sapere se esistono per tutti, momenti che hanno la forza e la capacità di condurti all’adolescenza e di farti restare lì a lungo, la sensazione che una mano ti afferri per il bavero e ti trascini a terra e poi ti faccia risalire velocemente in alto, senza avere la possibilità di intervenire, senza neanche provare a contrastare un volere sconosciuto, sicuramente piacevole.

Ma cosa mi è successo di cosi’ sconvolgente! 
Quest’estate ho assistito ad un concerto. Nella mia adolescenza era routine,era normale sedersi a terra in attesa dei miei idoli, con la folta chioma svolazzante, vicina a tutti quei ragazzi trasgressivi , molto più trasgressivi di me che esprimevo la mia voglia di diversità col solo aspetto e con la musica. Ora non ci ci siede più a terra ma i biglietti numerati garantiscono una certa comoditaà. Strano che gli “YES” vengano a Vado L., forse non li segue più nessuno e non pretendono più di riempire gli stadi! Due soli concerti italiani e uno e’ a Vado! Roba da matti. Comunque non perdo l’occasione e acquisto il biglietto in prevendita. Ho fresca memoria di “Fragile e Close to the edge” , roba che ascoltavo in vinile. Ho ricordo di “Yessongs” , film visto più volte e di quel film ho l’immagine indelebile della figura di
Stewe Howe, chitarrista irraggiungibile.

Cavolo se costano questi biglietti!
Ma sono sempre gli stessi che ricordo io o qualche componente è cambiato? Mi informo,e’ il 35° anniversario della loro storia e la formazione è quella super collaudata che useranno per questo tour mondiale. La curiosità, unita all’opportunità di un concerto sotto casa, mi spinge a partecipare. Non sarei arrivato sino Genova pero’ , troppo pigro,troppo demotivato a farlo.
Arriva il giorno, il 12 luglio. E’ un sabato e vado alla spiaggia. Mi incomincia a salire una certa incomprensibile agitazione mista ad euforia. A posteriori direi che era la consapevolezza di partecipare a qualcosa di storico. Appuntamento con mio fratello sotto casa, un ora prima. Lui a quei tempi era un cucciolo .
Avevo 16 o 17 anni, ero da solo in casa dei nonni in una giornata fredda. Loro erano al lavoro e io avevo la scusa di studiare in un ambiente silenzioso. In realtà la radio era accesa e la trasmissione si chiamava “Per voi giovani”. Il D.J. (a quei tempi non si chiamavano certo così) descriveva le canzoni degli album appena usciti e quel giorno si dedicò a “Powner Hearts” dei Van der Graaf e a “Fragile”, degli Yes appunto. Spiegò dettagliatamente la canzone di apertura, “Roundabout”, raccontandola nota per nota, o almeno cosi’ mi parve. Le parole mi influenzavano molto , alcune persone mi influenzavano molto, anche nei gusti musicali. In quel caso c’era comunque un insieme melodico che mi colpiva. Mi e’ sempre successo così, poche note sono sufficienti per farmi “prendere “totalmente. La differenza rispetto ad allora e’ che adesso non mi vergognerei di comprare una canzone di Orietta Berti, qual’ora ce ne fosse una che mi fa stare bene. Ricordo quel pomeriggio come fosse ora . Mio fratello era appunto un cucciolo… 8 o 9 anni.
Saliamo in macchina pensando al parcheggio vicino allo stadio Chittolina. Ma sì qualcosa troveremo! La superstrada passa alle spalle del palco, è ancora chiaro e lo stage non fornisce ancora le sue luci migliori ma lascia presagire la possibilità di una grande performance. Per me una grande performance non e’ una perfetta esecuzione, ma e’ la capacità di trasmettere la musica con conseguente stimolo a muoversi sulla sedia, a voler cantare e ballare, a voler applaudire. Ma so già che dovrò essere contenuto, dovrò ricordarmi che non sono più giovane! Il posteggio si trova subito… strano! Un pò di coda davanti ai cancelli c’è… forse la massa arriverà più tardi… Una ragazza in coda parla, parla, parla….”giovedì ho visto i Jethro a Torino”… discorsi a cui ero abituato ma .lei avrà si e no la mia eta’! Possibile che abbia ancora voglia di mettersi in mostra e far sapere a tutti ciò che ha visto? Altro flash.

Teatro Alcione a Genova, forse e’ una domenica pomeriggio, forse siamo nelle feste di Natale… il nostro complesso, formato da 3 mesi, si esibirà il giorno dopo nel mitico palco dell’oratorio. Ci carichiamo al concerto dei… non ricordo bene… PFM.? Io e Paolo siamo vicini, qualche fila più avanti Luciano e Camillo… chi avrebbe mai pensato che sarebbe diventato il parroco della mia chiesa e che darà la comunione ai miei figli!
Il concerto non e’ ancora iniziato, abbiamo tempo per… farci sentire. Io mi alzo e chiamo Camillo:”A che ora suoniamo domani?”… e lui:”Mi pare alle 4”. Tutti ci guardano curiosi e noi ci sentiamo come se stessimo per salire sul palco che e’ a pochi passi da noi. Magari è solo la nostra immaginazione, la nostra volontà, ma quello che avremmo voluto è che tutti sapessero che anche noi eravamo musicisti. Anche questo e’ nitido nella mia mente. Può essere insignificante una cosa che si ricorda con tale chiarezza a distanza di 30 anni?
Nessuno spinge in questa coda, non ci sono capelloni da vedere, i vestiti non dicono niente,assolutamente niente. Che importa, sono adulto e devo saper apprezzare la musica e solo quella. Scendo sul prato e mi avvicino ai posti numerati. Noto che non sono molti ma nella mia visione lo stadio si riempirà di gente che troverà posto a terra, sul green, e riempirà le gradinate. Tra un po’ tutto inizierà e io non vedo fiumi di persone! Cerco le facce di un tempo ma non ne trovo. E i miei compagni di scuola? Alcuni di loro erano come me, come possono lasciarsi scappare gli YES? Mi avvicino al palco, guardo gli strumenti e i tecnici che li usano. Sono maledettamente curioso di vederli anche se non penso minimamente che possano essere invecchiati. Saranno sempre loro, i miti non cambiano.Avranno più o meno 25 anni… pieni di capelli dal colore originale…magrissimi… insomma, la musica e la celebrità come elisir di lunga vita e giovinezza eterna!
Sono le 21, l’ora promessa. I posti a sedere sono tutti occupati.Mi giro indietro e c’è poco e niente. Pazzesco, come si fa a perdere una simile occasione. Provo ad immedesimarmi in loro.Come possono trovare stimoli davanti a 2000 o 3000 persone, dopo aver fatto la storia della musica rock! Forse essere professionisti significa anche questo. Comunque io ci sono e un pezzo di storia tocca anche a me. La combinazione ha voluto che io sia decentrato, vicino al palco, dal lato destinato all’arrivo degli artisti. Eccoli! Cavoli come sono cambiati! Howe non l’avrei certo riconosciuto.. sarà mica ammalato? White non lo ricordavo bene quindi posso solo notare che è un uomo di mezza età, sicuramente incontrandolo per strada non immaginerei che è uno dei migliori batteristi di tutti i tempi, che ha suonato con Lennon, con Cocker... Gli altri? Beh, un po’ ingrassati, un poò invecchiati… anche le leggende invecchiano allora? Sono un pò più tranquillo!
Iniziano a suonare ed è questa una parte che non riesco a descrivere, sebbene sia il fulcro della mia riflessione. Le canzoni nuove( per me)sono un paio.Tutte le altre sono conosciute e mi evocano miriadi di ricordi. La bravura della band e’ unica e quando a turno si esibiscono in” a solo” non sto più nella pelle. Capita a me ciò che vedo negli altri” vecchietti” che mi circondano e penso che sia un bene che i miei due piccoli figli siano rimasti a casa (ora, a distanza di mesi, la penso diversamente). Ho voglia di alzarmi, di battere le mani, di applaudire, di cantare. Qualcuno lo fa ma è gente che non ha il controllo della situazione, che non esercita autodisciplina, che non si rende conto che non ha i numeri giusti per poterlo fare.
Si prosegue per due ore e ci ritroviamo ad urlare all’unisono:” fuori..fuori..”, per un bis che sarà super emozionante, con “I’ve seen all good people” e “Roundabout” che mi faranno accapponare la pelle, cosa che accade anche ora che scrivo. E’ finita.
Scendono dal palco ed io sono lì ad attendere. Li voglio vedere da vicino, non posso perdermi i lunghi capelli biondi di Wakeman. Sono ad un passo da me. Ho trovato il coraggio di accorciare le distanze... non troverò quello di chiedere un autografo.. .non troverò quello di appoggiare una mano sul braccio per bagnarmi di sudore altrui.
Anche questo mi era capitato al palazzetto di Albenga, quando toccavo la spalla di Dave Jackson e non lavavo la mano per un giorno, per protrarre il contatto.
Ora non posso più permettermelo! Loro entrano in due utilitarie e spariscono, mentre rifletto sul ridimensionamento dei mezzi locomotori a disposizione (non penso che su quelle piccole auto faranno solo 100 metri, sino al loro luogo di riposo).
Sapro’ in seguito della loro cena in un ristorante vicino e spesso ho immaginato di trovarmi li’ per caso e di trovare il coraggio per parlare con loro,per fargli sapere che i miei due bambini ora cantano alcune loro canzoni. Tutto e finito.Hanno salutato insieme , all’unisono , e credo di capire che fossero soddisfatti, perche’ hanno dato felicita’ ad alcune persone, non molte come io avrei voluto ma… in Italia li avevano dimenticati… forse.

Ora avrei davvero voglia di comprare i loro gadget..ma e’ tardi e purtroppo non avro’ il tempo per la loro fantastica t-short.
Il giorno dopo , rifacendo la superstrada, i due Tir carichi del palco, preso in affitto da Vasco Rossi, saranno l’inizio del mio martirio interiore, del mio riavvicinamento agli Yes, persi da una vita,saranno il ricordo costante dei miei giorni andati, del tempo buttato via, di momenti bui, alcuni felici e altri da obliare. Sono la consapevolezza che in 5 minuti è passata una vita e trovare lati positivi alla situazione attuale e’ solo illusione, solo paura della verità.
La vita è breve, troppo breve e non e’ neanche troppo bella perchè quando hai il mondo intero da afferrare, a pochi metri da te, pensi che non sia importante averlo, che ci sia sempre tempo per farlo in futuro, pensi che la vita sia sempre li ad attendere. Quando diventi tanto saggio da capire la verità….non hai più la forza, non hai più il tempo,magari la voglia per arrivare all’obiettivo, spirituale o materiale, magari entrambi, sicuramente diverso per ogni essere umano.
Sono a casa e racconto tutto ma non riesco a trasferire il mio entusiasmo, probabilmente devo ancora metabolizzare l’avvenimento.
Nei giorni successivi mi chiama un mio vecchio compagno di scuola e scopro che anche lui era sul luogo del delitto…e’ euforico,entusiasta e non sta più nella pelle dall’eccitazione... ma allora non sono il solo!
Inizia una corrispondenza continua con scambi e acquisti selvaggi di video, dvd, cd e tutto quanto abbia il marchio Yes…devo assolutamente riappropriarmi della mia giovinezza interiore!
In casa mi credono maniaco. Partiamo per le ferie e porto con me molta musica ma..di un solo gruppo… E io che credevo che non avessero piuù scritto niente!
E invece scopro centinaia di canzoni, decine di album. Non tutti i pezzi mi prendono, ma sono dettagli, una goccia nel mare.
Il mio amico continua ad essere il fornitore ufficiale e ora ci sentiamo con una certa frequenza e viene spesso a trovarmi al lavoro. Eppure prima lo vedevo
solo una volta all’anno! Altro miracolo. Non e’ una banalità parlare dei compagni di scuola. In un mondo nel quale è difficile ricordarsi di chi abita sul tuo pianerottolo da una vita, io e i miei compagni di scuola ci ritroviamo ogni anno, con tanto di prof.
Ci vogliamo bene,ci teniamo in contatto via mail e… sfido a trovare esempi simili dopo tanti anni dalla fine delle scuole!
Abbiamo pure un sito su internet, e da li nasce la nostra finestra sul mondo.
Proprio internet mi ha fatto spaziare sul mondo Yes e mi continua a dare spunti che alimentano la mia ansia di appropriarmi di quell’universo fantastico.
A fine anno e’ uscito il dvd dedicato al loro tour mondiale e la parte piu importante mette in evidenza i componenti la band con singole interviste. Lo guardo e lo riguardo e mia moglie che mi chiede:”Ma non sei ancora stanco di vederlo?”
Ma come puo’ capire lei quello che mi sta passando dentro! Anche lei ci arriverà... forse, attraverso altre vie...
In qualche modo influenzo i miei figli e loro apprezzano la musica, più di quanto facessi io alla loro età. La piccola strimpella già la chitarra che le ho regalato quest’estate e magari la suonerà meglio di me , tra qualche tempo. E così ho deciso di scrivere a Squire, nell’illusione che mi risponda con una certa solerzia. Gli ho mandato l’immagine di quello che credo siano i suoi due fans più piccoli, una bimba di 9 anni ed un bimbo di 6.
Ogni mattina li porto a scuola.Il tragitto è breve,il tempo di una canzone.Loro spesso mi chiedono:”Papa’, metti Magnification”...
Li accontento ovviamente ed al primo coro si alzano in piedi e partecipano attivamente ,mentre li osservo dallo specchietto retrovisore. Poi proseguono col ritornello ,proprio mentre arriviamo davanti al cancello della scuola:” magnifiche-magnifichescion…” e io vado a lavorare con questo ricordo.
Sono ancora in trance, sono ancora in crisi.
Voglio rimanere in trance,vorrei uscire da questa crisi.
Non c’è niente di cosi’ grave, non penso sia una situazione da depressione, ma la consapevolezza del tempo che fugge via , la certezza che non abbiamo nessuna arma dalla nostra per rallentare la discesa,la mia personale sicurezza che il tempo davanti a me non può che essere il peggiore in una valutazione globale della vita… beh,mi rende triste.
La mia fede non e’ abbastanza forte da farmi pensare alla vita futura migliore di quella terrena,e quindi vedo un po’ nero.

Quest’anno e’ toccato agli YES farmi sprofondare in riflessioni pesanti, magari la prossima estate mi soffermerò in qualche festa di paese e magari mi capiterà di ascoltare la mitica Orietta Berti e... magari arriverò al suicidio... naaaaa... Orietta naaaaa.

Grazie Jon, grazie Chris, grazie Stewe, grazie Rick, grazie, Alan.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dubito che Orietta Berti possa suscitarti grandi emozioni, ma di certo puo' Finardi, visto che hai messo il suo sito tra i tuoi collegamenti.
Perche' nel tuo blog non metti qualcosa di suo?

Dream.

Unknown ha detto...

Ho trovato per caso il tuo blog e ho letto il tuo resoconto come fosse un romanzo, tu dovresti fare lo scrittore, dico davvero!
Mi sono riconosciuto al 100% nelle sensazioni che descrivi, mi è accaduta la stessa cosa al concerto dei Genesis al Circo Massimo; lì però c'erano 500.000 persone, e quando hanno attaccato con "Behind the lines", con dei bassi a un volume tale che ti facevano tremare i pantaloni, non riuscivo a respirare dall'emozione...
Sai una cosa? Prendiamo da questa nostra età ciò che c'è di positivo, e pensiamo che i giovani di oggi, col cavolo che possono vivere delle emozioni così intense con la musica idiota che ascoltano....
P.S. Anch'io ho tirato su i miei figli a suon di Pink Floyd, Genesis, Yes, Supertramp, Emerson Lake & Palmer, perfino Van Halen, e ora che hanno dai 9 ai 14 anni, gli piace eccome, e odiano la musica techno, il rap etc. Grandioso!