venerdì 22 ottobre 2021

GENESIS PIANO PROJECT: il tributo ai Genesis di Adam Kromelow e Angelo Di Loreto.


È da poco uscito GENESIS PIANO PROJECT, tributo ai Genesis dei pianisti Adam Kromelow e Angelo Di Loreto.

Proprio in questi giorni Adam Kromelow si è proposto dal vivo nel corso di tre date italiane: Di Loreto, purtroppo è scomparso prematuramente lo scorso anno.

Una storia come tante la loro, una passione che nasce tra i banchi di scuola, alla Manhattan School of Music di Chicago. Un amore musicale che sboccia naturale, con la differenza che Adam e Angelo hanno la possibilità di diventare parte attiva, di contribuire a diffondere il verbo rimodellando e dando nuova veste a ciò che da cinquant’anni tocca fan di ogni età.

E la loro rivisitazione per due pianoforti ha rivoluzionato ciò che appariva consolidato.

I fan dei Genesis hanno apprezzato e i concerti americani sono stati ovunque un successo.

Scoperti dal produttore Giovanni Amighetti, arrivano in Europa per un primo tour a cui ne seguiranno molti altri, Italia compresa, fatto certificato dall’album del 2015 “Live in Italy”.

«Tutto è cominciato per il puro piacere di suonare le canzoni dei Genesis», afferma Adam, che è poi quello che è accaduto a milioni di seguaci, mezzo secolo fa.

 

Vediamo la set list proposta: 

1.       The Fountain Of Salmacis 

2.       One For The Vine 

3.       Seven Stones 

4.       Stagnation 

5.       Entangled 

6.       Firth Of Fifth/Supper’s Ready 

7.       For Absent Friends/Horizons 

8.       The Cinema Show

 


Ho ascoltato più volte i brani e provo a commentarli (cliccare sul titolo per l’ascolto)

L’album si apre con “The Fountain Of Salmacis”, tratto da “Nursery Cryme”, il terzo album in studio dei Genesis pubblicato nel 1971.

Non si avvertono difficoltà nel catturare trame sonore che da lustri si è abituati ad ascoltare nella forma "elettrificata” e lo spogliarsi dalla strumentazione tradizionale permette di far risaltare la melodia, una conduzione emozionante di un duo geniale.

A seguire “One For The Vine”, un discreto salto temporale nella discografia dei Genesis, visto che l’album di appartenenza, “Wind & Wuthering”, è l’ottavo in studio e fu rilasciato nel 1976, quando la vocalità della band era ormai nelle mani di Phil Collins.

Trasposizione emozionante, coinvolgente, capace di toccare l’intimo, sollecitando la memoria, con una proposta che permette la coesistenza di antico e novità, e l’amore per la musica dei Genesis trova nuove possibilità e percorsi alternativi.

Il terzo episodio è “Seven Stones”, anch’esso contenuto in “Nursery Cryme”, canzone che, tranne in una occasione, i Genesis non hanno mai proposto dal vivo in Italia.

Andamento pacato, come d’altronde accadeva in origine, ma la voce di Gabriel pare uscire dai tasti del pianoforte mentre la seconda tastiera realizza il contorno, diventando all’occasione mellotron. Da brividi!

Con “Stagnation” il salto a ritroso è ancora maggiore, visto che l’album di riferimento è “Trespass”, il secondo in studio, pubblicato nel 1970, prima dell’entrata di Collins ed Hackett.

Un pezzo di bravura dei due pianisti, forse la traccia che mi ha dato maggiormente l’idea di “nuovo brano”, un incedere maestoso che disegna paesaggi e presenta situazioni immaginifiche, una musica che “parla” e arriva a destinazione.



Entangled” ci guida verso un altro disco, “A Trick of the Tail”, il settimo in studio, il primo registrato dopo l'uscita di Peter Gabriel.

Per gli amanti della comparazione evidenzio che è questa la trama che meno patisce la diversità essendo già in origine pezzo acustico, almeno per buona parte.

Occhi chiusi e mente libera, le porte si spalancheranno e nuovi mondi ci verranno incontro.

Firth Of Fifth/Supper’s Ready” è una miscela esplosiva di oltre quindici minuti e fa riferimento al capolavoro contenuto in “Selling England by the Pound” (quinto album in studio del 1973) abbinato alla suite (in origine di 22 minuti) che conclude “Foxtrot”, il quarto album in studio pubblicato nel 1972.

Buona parte di “Firth Of Fifth” è riproposta tale e quale, essendo il pianoforte protagonista anche nell’archetipo. Impressionante la resa che arriva con il solo finale, quello che Steve Hackett impiegò sei mesi per mettere a punto sulla sua chitarra.

A metà ecco lo shift verso “Supper’s Rady” e qui diventa complicata la riproduzione di una canzone che da sola potrebbe rappresentare un minidisco, per lunghezza e varietà.

Da portare nelle scuole, anche quelle di natura tecnica… la sensibilità di cui abbiamo bisogno si sviluppa, anche, con queste creature!

Altro mix con “For Absent Friends/Horizons”, da “Nursery Cryme” e “Foxtrot”. 

Ci si avvicina all’epilogo e si rispolverano due tracce acustiche e le mani dei due protagonisti disegnano la voce di Gabriel e le dite agili di Hackett.

Un siparietto breve e di qualità che anticipa l’esplosione finale.

Si termina con “The Cinema Show”, ancora da “Selling England by the Pound”, oltre dieci minuti di emozione pura.

Complicato a mio giudizio riproporre la seconda parte dell’originale, quella caratterizzata da una forte dinamica, capace di fare esplodere il pubblico in ogni live. Eppure, la forza prorompente rimane intatta e i fraseggi delle quattro mani mischiano ritmica a melodia, inventando un paradigma che si avvicina alla perfezione.


Qualche considerazione.

La musica dei Genesis non può prescindere dall’importanza delle liriche e tanto meno dai vocalist che le hanno proposte, eppure questo tributo pianistico ai Genesis non perde l’anima di una musica che imperversa da lustri.

Il “prog” ha raggiunto lo status dell’immortalità, proprio come la “classica”, e questo nuovo volto conferma il mio pensiero.

I Genesis hanno creato una musica che prima non esisteva, difficile da immaginare/creare/proporre, ma resta come eredità, con la possibilità che il “primo esempio” possa trovare diramazioni di piena soddisfazione.

Adam Kromelow e Angelo Di Loreto hanno centrato il bersaglio e non perché ottimi musicisti, ma perché “ottimi musicisti amanti dei Genesis”, ovvero la passione che  tocca e trasforma in positivo.

Il risultato è fornito in questo caso da otto brani totalmente nuovi, sia per chi è avvezzo alla musica di Banks, Rutherford, Gabriel… ma potrebbe soddisfare a pieno anche chi casualmente si avvicinasse ora a certe sonorità, a patto che sia fornito di sensibilità e privo da preconcetti inopportuni.

 


“GENESIS PIANO PROJECT” è un contenitore musicale magnifico, proposto da due grandi pianisti e adatto ad un pubblico variegato.

Emozioni a gogo, stimolazioni di immagini e memoria, musica che entra nell’intimo più profondo e che, in ogni caso, non lascia indifferenti, tra classica e rock progressivo.

Il rammarico maggiore riguarda il futuro, soprattutto live, anche se i concerti italiani di questi giorni danno il senso della continuazione, con Adam Kromelow che continuerà a tener vivo il progetto come solista, in memoria dell’amico Angelo.

 


Estrapolo qualche frase significativa dai pensieri espressi da Adam:

<<Nell’estate del 2018, circa sette anni dopo il primo incontro, abbiamo registrato questo nostro primo e unico album. Al posto di prenotare uno studio, il nostro produttore Giovanni Amighetti ebbe l’idea di registrare in un posto speciale: il luogo nel quale nacquero i Genesis. Ricordo con piacere il viaggio da Londra a Haslemere e l’emozione che mi travolse quando passammo da “The Farm”, lo studio dei Genesis. Non avevo realizzato che eravamo così vicini alla nostra destinazione! Ma stavamo andando da un’altra parte… e invece l’auto si fermò davanti ad un bellissimo edificio in stile gotico, situato in mezzo ad un immenso campo nella campagna inglese. Charterhouse – il collegio dove studiarono insieme Peter Gabriel, Tony Banks, Mike Rutherford e Anthony Phillips.

È stato davvero fantastico essere lì. La scuola era chiusa per l’estate e nel cielo splendeva il sole, in un’atmosfera di quiete e pace, perfetta per fare musica. Registrammo nell’auditorium e ricordo ancora le parole di Angelo quando vi entrammo per la prima volta: “Chissà se Peter Gabriel ha cantato in un coro qua dentro”. Stando in quel posto ci sentivamo ancora più vicini alla band e devo dire che mi ha davvero colpito quanto fossero giovani quando realizzarono i loro primi album. È parte del genio innegabile che contraddistingue i Genesis. Avevano solo vent’anni quando pubblicarono “Trespass”!>>

 

LINK UTILI

https://www.facebook.com/GenesisPianoProject/ 

https://www.youtube.com/user/GenesisPianoProject 

https://www.adamkromelow.com/genesis-piano-project 

www.arvmusic.org

https://orcd.co/gppalbum