martedì 10 novembre 2020

Greg Lake, l'Italia e... un ukulele!


Fotografia di Alberto Terrile

Il mio incontro speciale con Greg Lake 

Tra il 28 ed il 30 novembre 2012 ho incontrato Greg Lake, l’ho ascoltato, gli ho parlato e l’ho sentito suonare per due volte, prima su di un palco e, successivamente, in un piccolo luogo da sogno, in una sala di un castello affacciato direttamente sul mare. Mi soffermo su quest’ultimo episodio.

Siamo a Zoagli, nello splendido Castello Canevaro, in una zona che Greg era solito frequentare in un lontano passato. Location ridotta per un set teoricamente breve, che dovrebbe essere il contorno alla presentazione del suo libro: due giorni prima ho assistito al suo concerto a Piacenza, ed ora Greg impegna il suo momento “libero” per tornare nei luoghi che ha conosciuto e amato in gioventù.

In teoria un evento per pochi intimi, ma la voce della sua presenza si sparge, e anche in questa occasione il pubblico risulterà notevole, e alla fine la sala dedicata al set risulterà stracolma.

Con Greg a Piacenza

Molti sono i brani che propone, a diretto contatto col pubblico, ma questa volta Lake dà segni di nervosismo, attimi che, come racconta chi è a lui molto vicino, sono solo episodi minimali, se comparati al passato. Qualcosa non funziona a dovere con i suoi fonici e risulta palese il suo disappunto.

Ancora un fitto dialogo col pubblico e tanta musica… un’ora e mezza di spettacolo - gratuito - che sarà difficile dimenticare.

Alla fine del set sarà molta la delusione tra i presenti, in attesa in coda per un autografo, perché Greg viene inghiottito dalle sale del palazzo… svanisce, probabilmente cerca la solitudine per sbollire il nervosismo.

Ma è il mio giorno fortunato e riesco ad essere ricevuto - solo io -, per errore, e raggiungo Greg in una sala gigantesca dove lo trovo seduto ad un enorme tavolo rotondo. Qualcosa di magico, almeno per me, sta per accadere… un lungo, intenso minuto in cui rivivo una vita e che terminerà con un suo dono significativo.

Non ho portato con me album da autografare, ma un piccolo strumento.

Mi trovo così davanti ad uno dei miei miti, un po’ alterato nell’umore, ma trovo il modo di porgergli il mio ukulele - di forma anomala -, che diventa così l’oggetto della discussione per alcuni secondi.

E arriva la sua firma, il marchio che appone all’ukulele con il mio pennarello indelebile. Greg sigla lo strumento e… si “piega” davanti a me, cercando di accelerare l’asciugatura dell’inchiostro con il suo soffio: mai avrei pensato di poter vedere un terzo di ELP chinato su di un mio strumento!

Avrei voluto raccontargli di quando, sedicenne, vidi ELP a Genova, nel giugno del ’72, oppure di quando passai due giorni a Milano - nel 1973 - senza riuscire a vederli per un problema alla voce di Greg, ma… troppa emozione, così tanta da dimenticare in quella stanza la custodia del mio ukulele!