Vorrei soffermarmi
sulla bellezza assoluta di un brano, all’interno di un album perfetto, “Going
For the One”, YES, 1977.
Chi ama il “mondo YES”
e ne conosce la produzione sa che è difficile estrapolare la perla tra le perle,
una prateria di musiche e liriche da brividi, e fare una classifica diventa
arduo, anche facendo riferimento al solo “Going…”. Leggiamo i titoli:
1) Going For the One
2) Turn of the Century
3) Parallels
4) Wonderous Stories
5) Awaken
Ma più che una
graduatoria di merito, oggettivamente impossibile, voglio sottolineare la
valenza di “Turn of the Century”, il brano che provo a commentare.
La scelta è legata
soprattutto al fatto che ho sempre dato maggior peso alla musica piuttosto che
alla lirica, anche se ultimamente ho elaborato un concetto - che spiegherò in
altra occasione - che mi ha portato verso la piena soddisfazione nel caso di
equilibrio tra i due fattori.
“Turn of the Century”
è, dal mio punto di vista, esempio di perfezione, di bilanciamento tra
atmosfere sonore e racconto, un iter che forse sarebbe di meno impatto se non
esistesse la voce di Jon Anderson.
Proviamo…
“Turn of the Century” (Il
Mutare del Tempo) è stato scritto dal mistico Jon Anderson, ma è l'unico brano
dell'album che vede comparire Alan White nei crediti. Non significa che il suo
drumming inciderà sulla traccia, che è una di quelle che si avvicina molto alla
forma canzone, ma i suoi “tocchi” delicati contribuiranno ad aumentare la tensione
positiva che impermea il pezzo.
Determinante la
chitarra di Steve Howe, così come le atmosfere create dalle tastiere di Rick Wakeman.
La voce di Anderson è lo strumento in più, ma non ha bisogno di essere descritta.
Ma vorrei soffermami
sul contenuto, spesso non conosciuto, e alla luce della spiegazione, ne sono certo,
il brano che propongo a seguire sarà assimilato con un’ottica differente.
Provo a sintetizzare
il significato, dopo aver selezionato le migliori traduzioni trovate in rete,
alcune fatte in modo letterale, senza tener conto della reale volontà dell’autore.
Spesso risulta
difficile decodificare un testo italiano, volutamente criptico, e se l’esercizio
di abilità viene proposto in altra lingua le cose si complicano.
Jon Anderson vuole sottolineare
l'inossidabile potere dell'amore, narrandoci la triste storia di Roan, che si è
visto portare via la moglie da una incurabile malattia, in una profonda notte
di un freddissimo inverno. Spirata come la luce immobile del tramonto, la donna
se n'è andata mostrando un'anima indifesa, davanti allo sguardo impotente del
marito. Ma durante questi tragici momenti i due scoprono un segreto: l'inverno
fa morire ogni cosa, tutto tranne la pietra.
Una volta finite le lacrime, il povero Roan si mette a modellare una pietra, dandole le sembianze della amata moglie, che l'inverno si è portato via per tutte le stagioni future. Lui la immagina che pian piano prende vita ed inizia a danzare e cantare, invitandola a stare ferma ed immobile per far sì che possa terminare il lavoro. Se solo lei potesse vederlo mentre cerca di riportarla in vita modellando una fredda pietra!
Roan passa intere giornate a scolpire la pietra, rivivendo i magici momenti passati insieme alla moglie. Una volta ultimata la scultura, Roan attende paziente il mutare del tempo ed il prossimo inverno, sperando che stavolta si porti via lui e lo faccia ricongiungere alla propria amata, in modo da rivivere gli splendidi momenti passati assieme nella vita terrena.
(https://www.rockandmetalinmyblood.com/recensioni/yes-going-for-the-one/1977-atlantic-records/2394/)
Una volta finite le lacrime, il povero Roan si mette a modellare una pietra, dandole le sembianze della amata moglie, che l'inverno si è portato via per tutte le stagioni future. Lui la immagina che pian piano prende vita ed inizia a danzare e cantare, invitandola a stare ferma ed immobile per far sì che possa terminare il lavoro. Se solo lei potesse vederlo mentre cerca di riportarla in vita modellando una fredda pietra!
Roan passa intere giornate a scolpire la pietra, rivivendo i magici momenti passati insieme alla moglie. Una volta ultimata la scultura, Roan attende paziente il mutare del tempo ed il prossimo inverno, sperando che stavolta si porti via lui e lo faccia ricongiungere alla propria amata, in modo da rivivere gli splendidi momenti passati assieme nella vita terrena.
(https://www.rockandmetalinmyblood.com/recensioni/yes-going-for-the-one/1977-atlantic-records/2394/)
Il mio sunto: le magnifiche
atmosfere disegnate dagli YES vengono accentuate dalle profonde liriche
partorite da Jon Anderson, confezionando uno dei brani più struggenti e di
atmosfera dell'intera discografia Yes.
Formazione:
Jon
Anderson: voce, percussioni
Chris
Squire: basso, seconde voci
Steve Howe:
chitarre elettriche e acustiche, vachalia, seconde voci
Rick
Wakeman: piano, organo, moog, sintetizzatori
Alan White:
batteria, percussioni