lunedì 13 maggio 2019

L’ANGOLO DEL LIBRO: “Era una giornata di sole”, di Mariano Brustio


L’ANGOLO DEL LIBRO

“Era una giornata di sole”, di Mariano Brustio

Alla fine dell’esposizione delle mie “emozioni da lettura” utilizzerò note ufficiali, un pò di sunto oggettivo tratto dal comunicato, tanto per evitare ogni tipo di “spoiler”, termine tanto usato di questi tempi, che indica l’inserimento di indicazioni che potrebbero danneggiare la fruizione, in questo caso, del libro che si ha tra le mani.
Parlo di un romanzo, “Era una giornata di sole”, realizzato da Mariano Brustio.
Sarebbe davvero un peccato ridurre, anche minimamente, il piacere totale che accompagna la lettura. Questa lettura.

Sullo sfondo alcuni degli amori dell’autore: Genova, il mare, il concetto di viaggio - reale e virtuale -, il tutto proposto in un ristretto arco temporale, quattro lustri compresi tra gli anni ’60 e ’80, quelli della giovinezza di Brustio, e anche della mia.
Che c’entro io?
Vivere lo stesso periodo storico a pochi passi dal luogo dove il romanzo ha inizio mi ha portato ad immedesimarmi in modo totale, permettendomi un’immersione nei luoghi, nelle situazioni, nelle idee progettuali.
E’ nota anche la passione musicale dell’autore - altro punto in comune - che scaturisce tra le righe quando si fa riferimento alla canzone “Nancy”, di Fabrizio De Andrè. E giù altra “genovesità”!

Sono rimasto affascinato dai luoghi, dalle storie in progressione, dalle esperienze di vita, dai personaggi che nascono e crescono, quasi tutti buoni esempi, spesso vittime ma sempre alla ricerca del riscatto perseguito attraverso l’impegno e la generosità, uno stato di vita talmente positivo da diventare contagioso, alimentando al contorno solo il benessere dell’anima.

Il libro si presta al racconto del contenuto attraverso alcune metafore e citazioni, come quella sui marinai (“…al cattivo marinaio capitano sempre venti contrari”) o sull’abitudine di giudicare indiscriminatamente (“… preservami dal giudicare un uomo prima di aver percorso un miglio nei suoi mocassini)”.

Ne aggiungo una molto sfruttata ma indubbiamente calzante, quella che evidenzia la bellezza del viaggio che diventa il vero obiettivo, più importante della meta prefissata.
E il cammino dei protagonisti vede un manipolo di amici che si muove nella vecchia Genova, tra darsena e caruggi, tra lavoro duro e voglia di amore, tra differenze sociali e amicizia.

Dalla Liguria alla Svizzera, sino al Canada, un continuo percorso triangolare, con opportune diramazioni, che permette di raccontare la vita di Eugenio e Susanne, legata da profondo amore, ostacolato da muri che verranno abbattuti, e la costruzione dolorosa e laboriosa del nucleo famigliare permetterà l’allargamento degli affetti, quelli iniziali che rimarranno poi per tutta la vita, uniti a quelli afferrati durante il percorso.
E la forza dei due protagonisti è talmente contagiosa che si trasforma in calamita, capace di attrarre solo elementi plasmabili verso il positivo, sino a cambiare le sorti dei meno fortunati.
Si parla di amore forte e impossibile da distruggere, nonostante la lontananza; si esalta il concetto di amicizia, di condivisione, di accettazione e integrazione, quello che porta a donare a gli ultimi favorendo la loro rinascita.

Si evidenzia la necessità dell’esempio positivo e della cura verso le diramazioni, anime che, una volta messe al mondo, necessitano di una guida sicura, che possa limitare errori e sbandamenti, che prima o poi arriveranno.
Tutti questi concetti si sviluppano nel racconto, spesso drammatico, a volte felice, e mi sono ritrovato spesso col sorriso sulla bocca, calato sulla scena come fossi una delle pedine dello scacchiere: anche io ho viaggiato con Brustio e le sue creature.

Le descrizioni dell’autore sono efficaci e rendono bene l’idea dei luoghi e degli sfondi, e su tanta bellezza itinerante lo sviluppo porta a riflessioni che, quando riguardano le nostre esistenze, sono necessariamente di grande valenza.
Rubo un’altra metafora dall’amico Luciano Boero, che in una sua canzone descrive la vita come un percorso in autostrada, con tanti tunnel (i momenti neri) da cui si esce sempre, un continuo altalenare di bene e male, di buio e luce; e poi arriva la galleria finale, quella che attende tutti noi, senza distinzione alcuna.
Ma le salite e le discese sono messe in conto, insegnano, rafforzano e ci cambiano.

La storia che Brustio racconta pare davvero attuale, quasi un testo didattico, un insegnamento dei valori che realmente contano: l’importanza della famiglia e una vita basata sull’inclusione e sul rispetto, senza mai arrivare alla perdita della dignità.
Mi guardo attorno e viene facile la comparazione: dove abbiamo sbagliato? Quali strade hanno preso i nostri giovani? Quali valori siamo  in grado di trasmettere?

La lettura di “Era una giornata di sole” ci regala un modello da seguire, a mio giudizio non illusorio, e poco importa la lontana ambientazione temporale, perché se è vero che in cinquant’anni il mondo si è stravolto, è altrettanto vero che esistono concetti cardine che regolano la vita di uomini e donne, linee guida ancora più valide e necessarie ai giorni nostri.

Mi sono commosso, ho ripensato ai miei errori e alle mie convinzioni, ai paletti che la vita mi ha messo davanti e a quelli che ancora mi metterà, ed è stato gratificante realizzare che il modello di Brustio è anche un pò il mio.
Libro imperdibile!


Sinossi

Il romanzo è incentrato sulle vicende dello sventurato marinaio Eugenio e della sua compagna Susanne, orfana dei genitori svizzeri, cresciuta in un sanatorio immaginario della riviera ligure ed allevata poi presso una facoltosa famiglia genovese. Racconto particolarmente focalizzato sulla statura psicologica dei personaggi e sull'alone poetico che li avvolge. Racchiude in sé più vicende di vita, amore e amicizia. L'ambiente marinaresco, i paesaggi del Québec, le avventure di Jacques e Mireille fanno da contorno al racconto che spazia degli anni ‘60, sino ai primi anni ’80, spaziando per luoghi tutti reali, dai laghi del novarese alla Svizzera, da Genova al Canada, ed approdando in un paese immaginario lungo la costa canadese. Questi luoghi fanno da sfondo all’umanità dei personaggi, intorno ai quali s’intrecciano altre storie di protagonisti all’apparenza marginali, ma che sul piano del racconto sostengono le vicende di Eugenio e Susanne e del loro figliolo Jacques, divenendo efficaci testimoni dei protagonisti e dell’intera storia narrata. Un romanzo delicato, piacevole da leggere e appassionante sino alle ultime righe. Il finale potrebbe lasciare leggermente l'amaro in bocca, ma nello stesso tempo consegna un messaggio d'ottimismo e speranza, con quell'ultimo accento sulla 'giornata di sole' che è anche icona dell’opera.
Note d’autore


Biogafia dell’autore

Mariano Brustio, classe 1959, ha collaborato alla stesura dei volumi su Fabrizio De André “E poi il futuro” - Mondadori 2001, “Belin, sei sicuro?” - Giunti 2003, come coautore al libro “Volammo Davvero” - Fondazione De André - Bur 2007 e per diversi mesi ha lavorato fianco a fianco a Fernanda Pivanodurante la preparazione del volume "The Beat Goes On" - Mondadori. Storico socio fondatore della omonima Fondazione, ha curato decine di mostre itineranti su Fabrizio De André e la sua opera, dal 2000 ad oggi, spesso con il regista Pepi Morgia. Ha pubblicato suoi scritti e collaborato alla realizzazione del CD “Ed avevamo gli occhi troppo belli” ed al DVD “Ma la divisa di un altro colore” per la “editrice A”, con la quale tuttora collabora pubblicando articoli sulla rivista mensile “A”. Ha collaborato alla pubblicazione di un dossier relativo al cantautore francese Georges Brassens (A rivista n. 371) e ad un dossier relativo alle condizioni del Mar Mediterraneo (A rivista n.373). Ha collaborato alla realizzazione del DVD “Fabrizio De André in Concerto” - edito dalla Fondazione Fabrizio De André - BMG-Ricordi 2004 curandone la dettagliata discografia ufficiale. Nel 2016 ha pubblicato un suo racconto sul volume Fondazione "Nelle ferite del Tempo" (Photocity 2016), pro terremotati. Ha recensito racconti e romanzi di vari autori, non solo in ambito musicale e ne ha curato la presentazione pubblica in Italia. Vive e lavora accanto al lago Maggiore.

Dove si può trovare il libro:


Mariano Brustio contatti: