lunedì 5 novembre 2018

Incontro con Guglielmo Mariotti


Da un pò di tempo avevo in testa di scrivere di Guglielmo Mariotti, e alla fine… abbiamo trovato il tempo per chiacchierare.
Musicista conosciutissimo in ambito prog - bassista, vocalist, liutaio, collaboratore in innumerevoli progetti -, nell’occasione ci racconta un po’ della sua vita, con uno sguardo deciso verso il futuro.
A seguire il nostro scambio di battute, una sua biografia e un video che lo vede impegnato in un brano storico dei King Crimson…

I tuoi inizi musicali risalgono ai primi anni ’90, periodo lontano dai fasti del prog, eppure è quella la musica che ti ha colpito: da dove nasce questo tuo amore, sano ma inusuale, se riferito alla tua età?

Prima di scoprire il prog i miei gruppi preferiti erano i Beatles, Pink Floyd, Led Zeppelin e Queen. Ho scoperto l'esistenza del prog attraverso vari stimoli che mi sono arrivati per caso in un breve spazio temporale, nell'estate del 1991; quello che mi colpì all'epoca fu la commistione del rock di matrice americana con gli stilemi della musica "europea", quel suo uscire dalle coordinate direttamente derivanti dal blues, che poi sono le caratteristiche che fondamentalmente amo ancora oggi.

Com’era l’ambiente romano in quei giorni… stimolante o legato agli stereotipi imposti dal momento?

Io lo ricordo come molto stimolante, per trovare musicisti con cui suonare era sufficiente affiggere degli annunci nelle bacheche dei negozi di dischi, esisteva già il "progressivamente festival" di Guido Bellachioma, ricordo di aver visto decine di volte gruppi come "Le Orme" o i "Metamorfosi" o "Il Balletto di Bronzo" dal vivo. C'era anche un bel fermento di gruppi giovani, ricordo tra gli altri i Divae, i Deus Ex Machina, gli Shoggoth. Si suonava tanto e si
assisteva a tantissimi concerti.

La prima volta che ti ho visto suonare coincide con un momento storico per molte amanti del genere, l’incontro genovese con Steve Hackett al Teatro Govi, seguito da un concerto dei Real Dream, tribute band dei Genesis di cui facesti parte in quell’occasione: cosa sono stati per te i Genesis?

I Genesis sono arrivati qualche anno dopo, quando sono entrato a far parte di un gruppo romano chiamato "Der Blaue Reiter", che inizialmente era dedito alla riproposizione dei classici del genere ma che proprio in quel momento stava sterzando verso la specializzazione in cover band dei Genesis. Potrei affermare che sono stati proprio i Genesis a insegnarmi a suonare, sono stati la mia scuola di musica, ho dovuto allargare il mio spettro strumentale integrando la chitarra a 12 corde e i bass pedals. Strumenti che poi ho affiancato al basso anche nei miei progetti prog originali, partendo dall'esperienza coi Taproban.

Ti ho poi rivisto con i The Watch, altra storia, credo, piena di soddisfazioni: mi racconti di quell’esperienza?

Con i The Watch ho scoperto il mondo, ho suonato ovunque tra Canada ed Estonia, sono uscito dalla dimensione "romana" per entrare in contatto con un pubblico globale, la cosa ha coinciso con la mia entrata nel mondo dei social, è stata un'esperienza di espansione ed è stata una scuola incredibile per quanto riguarda i live shows.

Oltre ai tuoi progetti legati alla riproposizione di prog band mi pare sia da sottolineare la tua presenza, in alcune occasioni, nei concerti delle Orme: come sei arrivato alla band di Dei Rossi e che ricordi hai di quell’esperienza?

Nel 2011 ho aperto un concerto delle Orme col mio tributo ad Emerson, Lake & Palmer, in quell'occasione ho fatto amicizia con Fabio Trentini che era il loro bassista, quando poi lui ha avuto il bisogno di un sostituto mi ha chiamato e io... non potevo crederci. Esperienza esaltante, primo concerto con loro (ne avrei fatti in totale tre), assieme al Banco del Mutuo Soccorso, senza prove e senza soundcheck! Peggio di un esame di maturità!

Genesis, ELP, King Crimson, Marillion… tanto per citare gruppi con cui ti sei cimentato: qual è la band che ha maggiormente influenzato la tua vita?

Riferendomi a queste che hai citato sicuramente i Genesis, più in generale i Beatles, che sono il motivo per cui mi sono interessato alla musica.

E il bassista che hai sempre considerato il tuo riferimento?

Paul McCartney, Chris Squire, Mike Rutherford, Geddy Lee.


Come giudichi l’attuale situazione della musica italiana?

Se parliamo di musica italiana "mainstream” non me ne sono mai interessato, e cerco si subirla il meno possibile. Se parliamo di "prog italiano" attuale, devo esser sincero, trovo sempre meno emozionanti le continue reunion di gruppi storici e assolutamente noioso il 90% delle nuove proposte, è diventato troppo semplice e alla portata di tutti il poter incidere e pubblicare un album, non c'è più selezione, esce troppo materiale mal scritto, mal prodotto e sopratutto mal cantato.

Affianco alla tua attività di musicista ce n’è una altrettanto importante e molto specifica che è quella di liutaio elettrico: mi racconti come è nata e come si sta sviluppando?

La mia attività di liutaio è nata come hobby nella seconda metà degli anni '90, e si è trasformata in un'attività durante la mia permanenza nei The Watch, dove ho cominciato ad utilizzare strumenti autocostruiti (praticamente sono stato l'endorser di me stesso) ed ho potuto rilevare un crescente interesse da parte dei fan del gruppo, infatti la mia attività è partita proprio dalla costruzione di strumenti a doppio manico di scuola Genesisiana; oggi sono abbastanza diversificato e produco anche bassi, chitarre e strumenti folk elettrici (mandolini, mandole, bouzouki, ecc...).

Parliamo del tuo futuro prossimo e delle idee che di indirizzano del tuo percorso: cosa accadrà prossimamente?

Nel mio futuro prossimo c'è un prog originale, sono coinvolto nella "costruzione" di tre album, praticamente in contemporanea con La Bocca della Verità, i Fufluns e i Mr Punch.

E noi aspettiamo ansiosi le novità in arrivo…




Note salienti…

Guglielmo Mariotti (1974) è polistrumentista autodidatta, vocalist e compositore; suona basso, chitarra, chitarra a 12 corde, bass pedal.
Inizia la sua carriera da musicista nei primi anni ’90 a Roma e dintorni, spinto dall’amore per i Beatles e per la musica prog. Proprio in questo ambito muove i primi passi con la band Der Blaue Reiter, specializzata nella riproposizione dei brani dei Genesis.
Milita in seguito nel trio prog romano Taproban, con il quale registra tre Lp composti da musiche scritte a sei mani con i due compagni di avventura, riuscendo a portare il nome del sodalizio fin oltre i confini italiani.
Raggiunge nel 2007 i componenti de La Bocca Della Verità per la registrazione del loro primo Lp Avenoth, uscito su etichetta AltRock/Fading a novembre 2016.
Grazie alla sua poliedricità e al nome che si è costruito negli anni di gavetta a Roma, nel 2008 entra a far parte della band milanese The Watch, interpretando la parte di Mike Rutherford in varie tournée europee e americane, proponendo sia brani originali, che uno spettacolo basato sui tour dei Genesis.
Nel 2009 si trasferisce in Lombardia, dove diventa anche il frontman della tribute band Classic ELP Tribute, con Fabio Mancini e Filippo Valnegri.
Nel settembre 2012 ha l’occasione di sostituire Fabio Trentini in tre concerti al fianco de Le Orme.
Nel 2013 lascia The Watch per creare due nuovi progetti dedicati ad altre due band che hanno segnato il suo cammino musicale: i Marillion con la band Mr. Punch e i King Crimson con il sodalizio Red Rex.
Nel 2016 esce anche Spaventapasseri, l'album d'esordio del progetto Fufluns insieme ad Alfio Costa, Simone Cecchini, Marco Freddi e Stefano Piazzi su etichetta Ma.Ra.Cash.
Dal 2010 trasforma in mestiere la sua attività di liutaio elettrico - iniziata per hobby nel 1996 -, dedicandosi alla costruzione di chitarre e bassi elettrici, con una certa specializzazione negli strumenti a doppio manico e una linea dedicata a strumenti folk (mandolini, mandole, bouzouki), sempre in versione elettrica.

Attualmente sta lavorando alla realizzazione di tre album con La Bocca della Verità, Fufluns e Mr. Punch.