domenica 10 luglio 2016

GOAD- THE SILENT MOONCHILD


GOAD- THE SILENT MOONCHILD
CD/LP-BLACK WIDOW RECORDS
2015

Quando qualche mese fa mi è stato chiesto di stilare una classifica degli album che più avevo gradito nel 2015 non avevo ancora ascoltato “The Silent Moonchild”, degli storici italiani GOAD: oggi non avrei difficoltà nel trovare loro comodo spazio tra le mie preferenze nell'anno passato.
Il disco, uscito nel mese di novembre, arriva a distanza di quattro anni da “Masquerade”, altro lavoro che all’epoca mi entusiasmò.
Non vorrei ripercorrere la storia della band toscana, peraltro molto conosciuta in ambito prog, ma è bene sottolineare come le radici risalgano agli anni ’70 (anche se il primo album vide la luce solo nel 1983) per opera dei fratelli Rossi, Maurilio e Gianni, tuttora colonne portanti del progetto.
C’è sempre dietro la mano di Black Widow Records, che crede e cura l’evoluzione del lavoro dei GOAD, e nel caso specifico suggerisce alcune collaborazioni, quelle partecipazioni che, nel caso della label genovese, hanno come primo obiettivo l’arricchimento artistico della proposta e non la mera raccolta di nomi  importanti.
Ma chi sono questi ospiti? Silvana Aliotta alla voce (ex Circus 2000), Martin Grice al sax (Delirium), Freddy “Delirio” Pedichini alle tastiere - oltre che sound engineer and artistic producer -, Guido Wasserman alla chitarra (ALPHATAURUS) e Alessandro Bruno al violino, chitarra slide e flauto.
Il concept album, come già accaduto in passato, è ispirato dal lavoro di E.A. Poe e, come ci racconta a seguire Maurilio Rossi, la storia è stata tradotta in quattro lingue, e descrive la “…fascinazione tenebrosa che vede come protagonista un vecchio cavaliere che, cercando  la mitica terra “al di là dei monti”, viene ammaliato dal fantasma di una fanciulla”.
Le atmosfere realizzate dai GOAD sono il loro marchio di fabbrica: visioni oniriche, trame fiabesche, colori dark e dinamiche antiche che prendono forma e vita per merito della musica. Il lavoro vocale di Maurilio è qualcosa di più dell’interpretazione del ruolo, e credo che senza quella particolare timbrica, quella partecipazione fisica, quell’espressione forte di ogni tipo di sentimento, la musica della band sarebbe qualcosa di completamente diverso, poichè difficilmente si trova un elemento così caratterizzante.
The Silent Moonchild racchiude una grande eredità, quella dei gruppi con cui si sono formati quelli della mia generazione, dai Genesis ai VdGG, dai King Crimson agli Yes, e ognuno degli undici passaggi rappresenta un episodio a sé stante, a cui si può sciogliere il nodo per sfilarlo dalla concettualità, con la certezza che potrà essere vissuto come momento singolo, tale è la forza della costruzione e degli arrangiamenti.
La traccia musicale che propongo a fine articolo mi è sembrata obbligata, semplicemente perché… mi sono commosso! E quando questo accade si è in presenza della vera magia della musica, capace di arrivare nell’intimo di ognuno di noi.
The Book Of The Time - è questo il titolo - non è il pezzo più rappresentativo del disco, nel senso che è forse il più trasversale e potenzialmente spendibile nei circuiti di maggior visibilità, ma credo sia una piccola perla, impreziosita dalla voce di Silvana Aliotta, che duetta in maniera memorabile con Maurilio Rossi, e il gioco delle parti arriva a fondere i ruoli, con la forte impressione che esista una certa coincidenza nella vocalità e nel timbro. E la parte finale di chitarra solista di Gianni Rossi conclude un disegno perfetto.
Un album grandioso, di quelli che in altri periodi avrebbero portato al consumo di diverse “puntine”.
Imperdibile!

Maurilio Rossi ha chiacchierato con me…



L’INTERVISTA

Sono passati un bel po’ di anni dall’uscita di “Masquerade” - era il 2011: a cosa è dovuto il vuoto discografico che separa quell’album dal nuovissimo “The Silent Moonchild”? Che cosa hanno fatto i Goad nel frattempo?

Il tempo trascorso da “Masquerade” è dovuto soltanto, si fa per dire, ai programmi della nostra Casa discografica, la Black Widow, che ovviamente osserva le regole della attuale situazione del “mercato”. In realtà abbiamo lavorato a molti progetti e composto tantissimo materiale. Goad èun cantiere in fermento e purtroppo è frenato da sempre nella sua esuberanza.

Di cosa parla il nuovo disco? Ci sono novità dal punto di vista musicale e del messaggio?

Il disco, “The silent moonchild”, è basato su di un racconto “gotico”  breve in forma semi poetica, ispirato dalla poesia di E.A. Poe “Eldorado”, e narra di un vecchio cavaliere che, cercando appunto la mitica terra “al di là dei monti”, viene ammaliato dal fantasma di una fanciulla: le varie canzoni sono i singoli momenti di questa “fascinazione” tenebrosa… l’intero racconto è stato tradotto in quattro lingue. Le novità? Non sta a me dirlo, essendone l’autore, ma credo che sia diversissimo dagli altri per il modo di arrangiare l’opera e per la sinergia magica creata in studio da Federico Pedichini, con risultati sorprendenti.

Esistono legami con il precedente lavoro?

I legami con “Masquerade” sono relativi ai temi dei testi, e ai riferimenti a Poe

Mi parli degli importanti ospiti che fanno parte del progetto? Come è nata l’idea di avere con voi Silvana Aliotta, Martin Grice e gli altri?

Gli ospiti sono stati una scelta della produzione, secondo me azzeccata, ma potevano essercene molti altri, già legati al mondo Goad da anni, ma impegnati con orchestre classiche anche importanti.

Colpisce molto l’artwork, sullo stesso stile dell’album precedente: me ne parli?

l’Artwork è di Alice Rossi, artista che lavora sia nel campo della illustrazione per case editrici affermate che nella animazione degli attuali “cartoni animati” più noti… ti rimando ai siti presso cui la possiamo trovare e cito a memoria “Press-Archeos”, ”Mediaframe” e ”Muskat”.

Avete in programma qualche live di presentazione? Sono previste eventualmente partecipazioni dei guests dell’album?

I live sono la nota dolentissima che ancora fa male: abbiamo oltre 5000 concerti sulle spalle e adesso ciò che offre la “piazza” è ben poca cosa; ognuno dei Goad lavora professionalmente nella musica, sia nel classico che nell’insegnamento, e anche in ambiti più commerciali, a parte… ME! Io posso permettermi di comporre e fare musica senza dovermi sobbarcare concerti quasi per niente retribuiti o peggio: ritengo che il professionista debba essere pagato e che sia meglio non esibirsi piuttosto che farlo come fossimo dilettanti allo sbaraglio!
Ho guadagnato molto con la musica live in passato, e per me, attualmente, è molto più gratificante crearla in studio… per gli “ospiti” del disco vale lo stesso discorso.

Come giudichi lo stato della musica progressiva italiana in questo particolare momento?

Ti confesserò che dello stato della musica progressive penso la stessa cosa che di quella in generale: tutti dipendono da ciò che già è stato fatto, a parte le debite eccezioni ovviamente, e quasi tutti cercano visibilità prima di tutto! E la maggior parte, vecchi o giovani, pronti ad autocelebrarsi in perfetto stile “amarcord”. Io faccio musica per il sano, vecchissimo, antico gusto di CREARE qualcosa, a prescindere che piaccia o meno a qualcuno o a tanti! Ho un sacco di persone che mi scrivono entusiaste dall’estero, da anni, molte meno dall’Italia… non mi sono mai curato di apparire diverso da quel che sono nella realtà e quando non avrò più il sacro fuoco del comporre musica farò altro… che già faccio... tipo la scultura o il disegno, o anche il giardinaggio! Fare musica, qualsiasi forma d’arte, sul “serio”, ti fa scendere e salire dentro il tuo “IO” più profondo, e ne puoi ricavare luce e tenebra, alla fine però, se sei sinceramente aperto con tutti i sensi e tutta la mente, trovi una Tua Espressività che riconosci, e che magari potrà piacere, se comunicata, o anche no! A volte il processo dura una vita intera, a volte un solo momento magico.

Guardiamo avanti: quali sono i vostri propositi - e le vostre certezze - per l’immediato futuro?

I nostri propositi? Tanti dischi quasi pronti, almeno quattro album doppi, e uno in allestimento su Walter Savage Landor e i suoi epigrammi… già registrato in studio da Freddy Delirio. Stiamo anche rieditando il mitico concerto di presentazione del “Tribute to Edgar Allan Poe” del 1995. 


TRACK LIST:

1)        EXCEPT HATE                                                5:23
2)        FOR YOU                                                       6:40
3)        HERE WITH ME                                            7:40
                                   4)         CLAY MASKS                                                6:28
5)        THE SILENT MOONCHILD (The Song)         4:28
6)        THE SILENT MOONCHILD (Instr)                 2:44
7)        FADING UNDER A LARGE HAT                    3:31
8)        THE BOOK OF TIME                                     4:10
9)        BALLAD IN THE MOONLIGHT                      3:28
10)      THE SILENT MOONCHILD (The End)           7:57
11)      MOONCHILD SUNRISE                                 3:44


MAURILIO ROSSI:  vocals, bass keyboards, electric nylon guitars
FILIPPO TRENTASTASI: drums, percussions
FRANCESCO DIDDI: guitars, violin, flute
GIANNI  ROSSI: electric guitar
and :
ALESSANDRO BRUNO: slide guitar, violin, flute
SILVANA ALIOTTA:  backing vocals (CIRCUS 2000)
GUIDO WASSERMAN: guitar  (ALPHATAURUS)
MARTIN GRICE: sax (DELIRIUM)
FREDDY “DELIRIO” PEDICHINI: keyboards

The staff :
LUIGI MAGNANIMO:  artistic assistant and “For you” lyrics
MARTIN RUSH: Goad' “Open Dead Eye” member
GIAMPAOLO ZECCHI:  pre-mix and sound assembling
LUCA LEONELLO RIMBOTTI: writer and Goad memory
FEDERICO PEDICHINI:  sound engineer and artistic producer
ALICE ROSSI: Cover Art
CRISTIANA PEYLA: Goad Live Act  Photography