Venerdì 11 Luglio i Flower Flesh erano di scena al Circolo Artisi di Savona, luogo scelto
negli ultimi anni da artisti di alto
livello per il test che precede la performance: Osanna, David Jackson, Gianni Leone e Trip.
In questo caso il
palco è stato montato all’interno dell’ampio cortile, con il service affidato a
Fulvio Marella e a Maddalena, figure ben note nella scena
locale, come tecnici e musicisti.
In questo mese
anomalo, la serata si è presentata meteorologicamente gradevole, e il popolo
del prog presente ha potuto usufruire della musica in pieno relax, seduto e
concentrato, come richiesto da certe situazioni.
I Flower Flesh sono in
un momento di transizione, al lavoro su di un album che dovrebbe vedere la luce
nel 2015, successivo al disco di esordio “Duck in the Box”.
Quello proposto è stato
quindi un mix tra il conosciuto, già fissato su supporto fisico, e frammenti di
futuro, testimoniati a seguire dal video relativo al brano “ Throw
the Dice”, legato ad un tema sociale scottante, quello dell’azzardopatia, ovvero la patologia legata
al gioco d’azzardo. Introduzione affidata ad un esperto del settore, Mauro Selis, musicofilo conosciuto, ma
professionalmente calato all’interno del problema, come lui stesso spiega nei
dettagli.
Davanti ad un pubblico non numerosissimo ma di qualità, i Flower Flesh hanno regalato la loro energia, il loro “new prog”, fatto
di trame complesse intersecate ad una certa psichedelia anni ’70, caratteristica
di altri mondi sonori, e a giudicare dalle nuove tracce messe a punto esiste
una continuità di intenti e risultati, quella che permette di caratterizzare il
loro sound, incollandolo ad un nome e ai componenti del team.
Significativa anche la sezione "cover", dove c'è stato spazio per i Floyd, ma, soprattutto, per la piacevole trasformazione in vesti progressive di un pilastro della musica leggera italiana, "Una ragione di più", di Reitano e Vanoni: incredibile ma vero!
Significativa anche la sezione "cover", dove c'è stato spazio per i Floyd, ma, soprattutto, per la piacevole trasformazione in vesti progressive di un pilastro della musica leggera italiana, "Una ragione di più", di Reitano e Vanoni: incredibile ma vero!
Ma come è noto il
momento del concerto è il meno adatto per giudicare i dettagli del lavoro
realizzato in studio, ma ideale per comprendere il feeling che un artista
riesce a creare quando è al cospetto di un pubblico, che potrebbe perdersi,
oppure essere coinvolto.
I Flower Flesh hanno
dato dimostrazione, anche, di capacità di approccio corretto nei confronti dell’audience,
e questo alla fine paga sempre.
Meglio delle mie idee,
come sempre, la Musica…