Andrea Pavoni-“Canzoni in Verticale”
(Filibusta Records)
Facendo uso di ermetismo estremo,
ovvero dando un giudizio di un album musicale utilizzando una sola parola, voglio
oggi ricorrere alla lingua inglese che viene in mio soccorso con l’esclamazione
positiva “amazing”, un termine che riporta allo stupore al cospetto di una
bellezza assoluta, estetica e di contenuti.
L’album in questione si intitola “Canzoni in Verticale”,
disco di esordio di Andrea Pavoni.
Un paio di considerazioni
conseguenti.
La prima riporta al termine
“esordio”, che potrebbe far pensare ad un musicista in erba, magari talentuoso,
ma dal curriculum working in progress.
Tanto per fugare ogni dubbio, consiglio di cliccare sul link a seguire per avere un’idea del percorso di Pavone, con cui entrai in contatto circa otto anni fa, quando era parte dei Greenwall, che all’epoca erano al quattordicesimo anno di vita e proponevano un mix creativo a base di rock progressive.
La seconda riflessione che nasce
spontanea mi porterebbe ad allargare il perimetro di pensiero sino alla
divagazione personale estrema, ma provo a gettare pillole e frammenti che si
trasformano nel paradigma della mia attuale idea del periodo musicale che
stiamo vivendo.
Non vedo musica di qualità che mi
gira intorno in modo naturale, e se la vado a cercare negli anfratti del
panorama attuale, nei luoghi più reconditi, il risultato non cambia. Nondimeno
riconosco che la mia musica di riferimento, quella con cui sono cresciuto negli
anni ’70 e che ancora mi emoziona, non sia di possibile comprensione immediata
per i giovani d’oggi, e la fruizione non può quindi essere rivolta che ad una
nicchia di appassionati.
Per mettere tutti d’accordo servirebbe una musica universale, trasversale, capace di toccare l’anima di chi l’ascolta, a patto che non esistano pregiudizi e la presenza di onestà intellettuale accompagnata da sensibilità e virtuosismo personale.
Ecco, “Canzoni in Verticale” rappresenta in questo senso la perfezione, contenitore entro il quale troviamo profondità di liriche, musiche prive di un riferimento certo capace di etichettarle, arrangiamenti vincenti, melodie caratterizzanti, miscela di differenti sonorità che fuggono dalla definizione di genere, una sorta di cantautorato di pregio che sposa ogni tipo di musica colta e popolare, ma mai snob.
Andrea Pavoni è autore in toto di musica e testi, tranne in un caso (“Sabato Sera”, coautore del testo Sergio Migliorati) mentre appare determinante la collaborazione - e coproduzione - con Phil Mer, batterista e compagno di viaggio da molto tempo.
Sono diciassette le tracce proposte, suddivise
idealmente in un “Volume I” e “Volume II”, ed è bello immaginare
la ripartizione sulle due facciate di un vinile.
Per ogni traccia cantata esiste una differente proposizione vocale (eccezion fatta per il brano “Stella Stellina” cantato dall’autore), con l’obiettivo di abbinare le particolarità timbriche al tema della canzone proposta.
“Canzoni in Verticale” appare
anche la chiusura di un cerchio e il probabile inizio di un nuovo corso.
Dice l’autore: “Il disco nasce da
un percorso molto lungo, dalla rielaborazione di alcuni brani e temi composti
negli anni, ai quali ho dato vita portandoli dal passato al presente,
rielaborandoli, aggiornandoli, in parte ricreandoli.
In questo percorso ho avuto l'onore e la fortuna di essere insieme a grandissimi personaggi del panorama musicale italiano, primo fra tutti Phil Mer, che mi ha accompagnato in questo percorso sia come musicista, ma anche e soprattutto nella Produzione Artistica, e poi tantissimi altri musicisti eccezionali, che mi hanno aiutato a vestire al meglio le mie idee”.
Le origini del titolo? Pavoni ci viene ancora in aiuto: “Rappresenta al meglio l’estetica di un lavoro curato nei minimi dettagli, l’uno sull’altro”.
Andrea Pavoni si ritaglia quindi un nuovo ruolo, quello di pianista/autore/ cantautore, superando - ma non rinnegando nei fatti - l’esperienza in ambito prog, mettendo al centro l’importanza del messaggio e realizzando un blog dinamico, cartoline che immortalano le esperienze quotidiane, fatte di vita vissuta, tra dolori, serenità e prodotti di relazioni umane.
Proverò ora a commentare il disco
brano per brano, anticipando che la track list a fine articolo permette,
attraverso un click, di ascoltare la traccia e leggere il testo.
Apre il disco “La discussione”
e il primo vocalist è Big Tia.
Un rapporto di coppia, un pensiero che sa di incomprensione, di solitudine, di insoddisfazione, un manifesto dell’incomunicabilità nonostante l’assidua presenza, un amore che può essere Paradiso, ma a volte prigione.
Un pianoforte e la giusta melodia
possono alleviare lo spiacevole stato di spleen.
Tu ora dormi, forse sognerai,
forse al tuo risveglio mi vorresti
cancellare,
ed io suono pensandoci, chissà tra
queste ore
se ti sarà passata la tua voglia di
capire.
Quadretto sonoro magnifico, con una vocalità che si sposa perfettamente al testo, un’atmosfera vagamente settantiana che prende il volo nei due minuti strumentali finali che riportano al proto prog dei Procol Harum.
Segue “Parole dal mare”,
con l’intervento vocale di Oliviero Malaspina.
Nel caso tu ti accorgessi di me,
sapresti che io non ero lì a difendere, non ero lì a disgregare gli attimi
della tua vita, non ero lì, non cercarmi, troveresti un guscio vuoto.
Un senso di drammaticità pervade la canzone, le parole - cantate e parlate - seguono l’andamento delle onde, mentre il movimento delle acque riporta in superficie ricordi e disagio.
Un esempio di come musica, arrangiamenti e interpretazione potrebbero evocare gli stessi sentimenti anche se non accompagnati da una lirica.
Con “Il campo di battaglia”
entra in gioco Massimo Leoni.
Com’è triste stare
in questo campo di battaglia
desolato,
dove ci sono milioni di persone
che aspettano la guerra e non ce
l’hanno,
e gli occhi di piccoli bambini
aspettano sgranati
di incontrare un giorno o l’altro quello dei padri.
Il tema della guerra è sempre presente, purtroppo, nelle nostre vite, ma il periodo contingente avrà sicuramente condizionato e toccato l’autore.
Angolo di estrema qualità, una sorta di duetto tra racconto e pianoforte, con l’evoluzione finale di ampio respiro, un’orchestrazione che regala sapore aulico e tocca la sensibilità personale.
“Interludio #1” è la traccia più corta (meno di due minuti) e rappresenta il primo strumentale dell’album.
Un po’ di virtuosismo e di avanguardia,
senza sfociare nel narcisismo ma mettendo il tutto al servizio della
concettualità dell’album che, seppur non dichiarata, appare evidente, almeno
nella forma compositiva.
Quadretto godibile senza molti commenti.
La prima voce femminile è quella di Loredana Maiuri, al servizio del pezzo “Se Non Dovessi Tornare”.
Se questa notte non dovessi tornare
coglierò da solo fiori sulla strada,
e pregherò che m’inghiotta il vento…
Ci sono molto modi per raccontare una separazione, magari inaspettata, ma la forza evocativa che fuoriesce da questa creazione mette in ombra il tradizionale modo di proporre l’argomento, perché il racconto diventa poesia, la realtà si mischia all’onirico, e quando alla fine si lascia spazio alla sola musica resta un’amarezza che, a ben vedere, tutti hanno provato.
“Buongiorno! (La Notte E La
Collina)” è uno strumentale di quasi cinque minuti.
Ampio respiro e band in evidenza (a seguire elenco tutti i protagonisti) per la descrizione paesaggistica in un particolare momento del giorno con la delineazione dell’ambiente circostante: musica globale, contaminata, carica di elementi “popular” che pescano nella tradizione e nella cultura specifica in cui l’autore ha da sempre navigato.
Con “La Casa Al Sole”
ritornano due vocalist già ascoltati, Leoni e Maiuri, che assumo
due ruoli distinti e dialogano…
Mi piaceva parlare con te in
pomeriggi calmi,
e sognare caldi anni fatti per
diventare più grandi.
E ho dipinto le mura in vernice
arancione...
Ma perché sono grigie?
Ambiente descritto in un modus bucolico, ma la tristezza di contenuto non ci abbandona, perché è questa la vita, raccontata attraverso una sorta di cantilena di stampo quasi orientale, mentre il percorso scorre rapidamente e ricordare i momenti salienti non provoca quasi mai un sorriso.
Joe Balluzzo canta in “Un tuo ritratto”.
Troppi film e poi troppi progetti
per poterli realizzare,
ma quante volte vorresti vivere?
Utilizzo le parole di Pavone per una descrizione efficace: “Rappresenta un tentativo di applicare alla musica i procedimenti tipici della pittura, descrivendo una persona attraverso una canzone, con musica e parole…”.
Impossibile rimanere indifferenti nel corso dell’ascolto e le parole di Pavone ci aiutano ad entrare in piena sintonia con la sua creazione, facendo nascere l’idea del pennello sonoro che si muove in modo autonomo e dipinge su di una tela immaginaria sentimenti impalpabili ed elementi materiali. Magnifico!
“Stella Stellina” è
l’unica traccia in cui ascoltiamo la voce di Pavone.
Stella stellina, prima mia sola
amica,
dimmi se poi
ci sarà un'altra vita…
scenderà mai la notte?
Splenderai sempre tu
tra persone sconfitte?
Un sentimento mai sbocciato completamente? Una storia d’amicizia e d’amore mai completata?
Struggente nel cantato, nell’arrangiamento, nel finale solo musicale, qualche lacrimuccia può cadere, e non c’è da vergognarsi!
A terminare il “Volume I” troviamo un altro strumentale, “L’Ascensione di Cristo”.
Altro pezzo di bravura che mette in
risalto le doti compositive e strumentistiche dell’autore; da ascoltare ad
occhi chiusi, immaginando l'ultimo episodio della presenza materiale di Gesù.
Una sorta di necessità di trascendenza a completamento di racconti ed episodi molto… terreni e comuni.
Il “Volume II” si apre con “Il Castello Di Sabbia”, suddiviso in due parti, con la compartecipazione
di un altro duetto vocale, quello tra Big Tia e Loredana Maiuri.
L’acqua scorre sulle mani ed il mio
castello ancora
si erge solo sulla prora della
spiaggia abbandonata,
non so più se tu ci sei, io non vedo,
credo,
mentre io non posso immaginare
che il castello regga sempre…
Un fluire corposo di immagini, il mare in sottofondo, utile a raccontare storie del passato, evidenziando sentimenti basici e fondamentali.
Le percussioni disegnano situazioni folk dal profumo mediterraneo, mentre la proposta vocale esce dalla metrica tradizionale e inventa cambi di rotta che si evolvono a spirale - in verticale! - in un crescendo quasi distopico e molto scenico.
“Con “Sonia non esiste”
riprende il timone della voce Massimo Leoni.
Sonia non esiste, è frutto della mia
fantasia
quando vola nel cielo, varca le
nuvole,
si posa sul mare…
Una ballata triste, una voce, un pianoforte e una fisarmonica ci portano indietro nel tempo, magari in un bar fumoso del passato, mentre qualcuno balla e nascono amori e storie da lasciare per i posteri.
È bello sognare ad occhi aperti, tutto ci è concesso e anche la perfezione diventa un elemento a portata di mano, modellato tirando le leve della fantasia, salvo poi realizzare che non c’è nulla di reale, avendo la certezza che un nuovo sogno è sempre lì, a portata di mano…
Ancora Joe Balluzzo si
rende driver vocale di “La Tua e La Mia Vita” …
Ieri per la prima volta ti ho vista,
dopo settimane di silenzi
e all’inizio non riuscivo a guardarti
negli occhi,
e forse vuoi troppo dalla vita,
e nei tuoi silenzi, e nelle parole
calme
covi la voglia di una vita diversa…
Due vite apparentemente vicine ma distanti mille miglia, perché l’incomprensione e l’incomunicabilità realizzano enormi distanze, anche se è solo un pianerottolo il simbolo della divisione.
Brano acustico e intimistico,
caratterizzato dall’arpeggio di chitarra, un altro elemento di riflessione che
potrebbe trovare facile rotazione radiofonica… in un mondo normale!
La voce di Big Tia introduce “Sabato Sera” …
Sabato a casa, a non pensare…
Sento una voglia di respirare,
Sabato a casa… devo scappare.
Brano più “leggero”, quasi
divertente, nonostante un topic davvero serioso.
Samba e jazz per raccontare il giorno
più bello della settimana in modo ironico.
“Mai Viene La Notte” coincide con il ritorno di Loredana
Maiuri.
Mai viene la notte,
inutile illusione,
velo non si tesse mai sul mondo,
e sulla pace, e sulla guerra,
ed
aspettare è inutile…
Non esiste una fine per i dolori e le disavventure che la vita ci prospetta, è un’illusione pensare che, prima o poi, arriverà una notte che farà calare il sipario su ciò che mai avremmo pensato di dover vivere.
Una pillola dominata dall’interpretazione della vocalist, un rincorrersi tra voce, piano e archi… un sogno!
E si termina con due tessere strumentali.
La prima è “Music For Piano & Cello #1”.
Bellezza infinita per questo abbinamento strumentale che va vissuto senza fiatare, lasciandosi andare alimentando voli pindarici sconfinati. Un bene per l’anima!
Si chiude con quella che è definita “bonus track”, ovvero la title track “Canzoni in Verticale”.
Riemerge l’amore per il prog, che permette alla traccia di diventare il paradigma, l’estrema sintesi di un disco meraviglioso. Sonorità floydiane, tempi composti, melodia mediterranea.
Non posso aggiungere altro se non consigliare l’ascolto che, come già evidenziato, può avvenire anche qui, cliccando sul singolo brano.
Complimenti ad Andrea Pavoni e a tutti i musicisti che hanno contribuito alla riuscita di un album unico, che sicuramente potrà mettere d’accordo i palati più fini.
TRACKLIST
1. La Discussione (6'56")
2. Parole Dal Mare (6'08")
3. Il Campo Di Battaglia (4'27")
4a. Interludio#1 (1'42")
4b. Se Non Dovessi Tornare
(5'48")
5. Buongiorno! (La Notte E LaCollina) (4'54")
6. La Casa Al Sole (4'45")
7. Un Tuo Ritratto (5'00")
8. Stella
Stellina (4'33")
9. L'ascensione Di Cristo
(4'45")
10. Il Castello Di Sabbia
(6'51")
11. Sonia Non Esiste (3'55")
12. La Tua e
La Mia Vita (4'16")
13. Sabato Sera (4'30")
14. Mai Viene
La Notte (2'12")
15. Music For
Piano & Cello #1 (3'59")
16. Canzoni In Verticale (Bonus Track)(4'09")
Testi e Musiche di Andrea Pavoni
ad eccezione di "Sabato
Sera", musica di Andrea Pavoni, testo di Andrea Pavoni e Sergio Migliorati
MUSICISTI E AMICI
ANDREA PAVONI
Tastiere, Pianoforti, Percussioni,
Programming, Arrangiamenti,
Voce su “Stella Stellina”, pianoforte
aggiunto su “L’Ascensione di Cristo”, Effetti, Rumori vari
PHIL MER
Batteria, Percussioni, Produzione
Artistica
ANDREA LOMBARDINI
Bassi
ALBERTO MILANI
Chitarre
OLIVIERO MALASPINA, MASSIMO LEONI, JOE BALLUZZO, LOREDANA
MAIURI, BIG TIA
Voci principali e Cori
ALESSANDRO TOMEI - sassofoni, solo su “Sabato Sera”
MARC PAPEGHIN – corni, trombe, solo su
“Buongiorno!”
PIETRO GIURA LONGO, CORRADO VECCHI,
MINO CURIANO’ –
trombe
ANDREA CAVALLO - pianoforte su “L’Ascensione di
Cristo” e “Music for Piano & Cello #1”
ALFREDO DE DONNO – pianoforte aggiunto su
“L’Ascensione di Cristo”
REBECCA RAIMONDI – violini
MARIO GENTILI, GIUSEPPE TORTORA
(LAYER BOWS) -
violini, viole, violoncelli
MICAELA GALAMINI - oboe
GIULIO COSTANTINO – corno inglese
WILLIAM PERSICHILLI - flauto
GIULIA STENTI, LORENA COSSU – cori
TOBIA LELI è il bambino recitante su “Stella
Stellina”
Registrato a Roma, “La Miniera”
recording studio e Music Village Institute, da Andrea Pavoni e Gianluca
Siscaro, e a Milano “Studio Q” da Antonio Nappo.
Mixed and Mastered a Roma, Music
Village, da Gianluca Siscaro.
Artwork – Serena Riglietti
LINK UTILI
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