venerdì 20 marzo 2009

Osanna-Prog Family




Prog Family è il nuovo lavoro di Osanna e David Jackson



Vediamo qualche elemento fornito da Lino Vairetti, unico elemento rimasto, rispetto al gruppo di partenza, e leader del progetto.
Nuovo lavoro discografico degli Osanna con la nuova line up composta da Lino Vairetti (leader storico della band) alla voce, armonica e chitarra acustica, Gennaro Barba alla batteria, Fabrizio Fedele alla chitarra elettrica, Nello D’Anna al basso, Sasà Priore alle tastiere e Irvin Luca Vairetti keyboard e voce. Special guest e parte integrante della formazione il mitico sassofonista dei Van Der Graaf Generator David Jackson. Nuovi arrangiamenti e una straordinaria produzione artistica dei brani editi e selezionati dai vari LP storici degli Osanna, che vedono in vari brani altri ospiti eccellenti quali: David Cross (mitico violinista dei King Crimson) al violino elettrico, Tim Stevens al basso, Gianni Leone (Balletto di Bronzo) all’Organo Hammond e al piano acustico, Lello Brandi (già Osanna) al basso, Solis Strig Quartet agli archi, il batterista Mariano Barba, Sophya Baccini alla voce ed alcuni altrie collaborazioni quali Gabriele Borrelli alle percussioni, Gianluca Falasca al violino, Roberto Petrella alla chitarra classica e Oderigi Lusi al synth.
Questa è la nuova e stabile formazione degli Osanna che coglie in pieno lo spirito che ha sempre caratterizzato la band storica ma con uno spirito innovativo, dinamico e passionale – spiega Lino Vairetti - Lo stesso David Jackson si è integrato in modo mirabile ed entusiastico, sentendosi non una special guest ma un elemento del gruppo. Il lavoro discografico, vissuto con la stessa passione ed entusiasmo di un tempo, è per me e per il gruppo un vero e felice (ma ultimo) omaggio alla formazione storica; un ponte per passare definitivamente a nuovi percorsi musicali. Non a caso i nuovi arrangiamenti sono stati elaborati immaginando che i brani fossero nuove composizioni ,vista l’attualità sia dei testi che delle melodie, recuperando tuttavia quelle sonorità vintage nell’uso delle chitarre elettriche e 12 corde, nell’utilizzo dei sinth ma principalmente nelle sonorità del flauto e dei sax di David Jackson, che un tempo erano di Elio d’Anna. La nuova band, oltre me e David quali esponenti storici del “prog” anni ’70, si compone di ottimi musicisti poco più che trentenni che hanno ridato quel vigore e quella grinta che ha sempre caratterizzato il sound degli Osanna. Una band che si esprime fortemente nei live e dove gli stessi giovani hanno il loro meritato spazio interpretativo e di improvvisazione.”
L’album, anticipato in aprile 2008 da un 45 giri con due soli brani : “‘A Zingara” e “L’Uomo”, è uscito sia in CD che in vinile con doppio LP, e vede rielaborati e realizzati con David Jackson e gli altri ospiti su citati, oltre a “L’Uomo” e “’A Zingara”, altri brani dai vari LP storici come “Tema”, “Animale senza Respiro”, “Mirror Train”, “L’Uomo”, ’A Zingara”, “Ce vulesse” , “Fuje ‘a chistu Paese”, “Il Castello dell’Es”, “Oro caldo”, ”My Mind Flies”, “L’ Amore Vincerà di Nuovo”, “Everybody’s gonna see you Die”, “In un Vecchio Cieco”, “Vado Verso una Meta”, “Solo Uniti”, “Theme one” di George Martin, mitico brano dei Van Der Graaf Generator e “There Will be Time

Mi ero riproposto di presentare una specie di recensione, ma credo che quanto appena scritto, aggiunto al pensiero di Vairetti, molto chiaro, nell'intervista a seguire, siano elementi sufficienti per far nascere la voglia di ascoltare questo "Prog Family". E' un disco molto... molto bello, gradevole per chi già conosce "il vecchio" repertorio, una piacevole sorpresa, credo, per chi solo ora si avvvicinasse al gruppo. In questo caso ripercorrere i momenti salienti di una vita musicale non sa di attaccamanto morboso alle radici o di mantenimento di una strada nota, ma ogni singolo brano è riconfezionato come se fosse appena nato. Gli ospiti presenti impreziosiscono l'intero lavoro, ma ciò che mi ha colpito è l'amalgama del prodotto, elemento non certo scontato per la sola presenza di musicisti tecnicamente eccezionali. Mi piacerebbe vederli dal vivo, occasione in cui la musica viene contaminata da altre forme d'arte, e dove nasce quella particolare alchimia che riesce a congiungere la migliore tradizione della musica progressiva alla cultura locale, quella napoletana, già di per se ricca di contenuti.




L'intervista


Avevo perso tracce della storia degli Osanna, anche se "L'Uomo" è disco che ascolto con una certa frequenza e che trovo davvero "fresco". Attraverso i tuoi interventi genovesi ho ricostruito un po' di storia che passa attraverso tentativi di reunion, non tutti felici. Quali sono le differenze sostanziali , non solo tecniche, nel proporre "L'Uomo" adesso, rispetto a quasi 40 anni fa?
Gli Osanna hanno avuto quattro formazioni, di cui due negli anni 70, che hanno prodotto tutto quel materiale “storico” che ancora oggi è ascoltato e ben considerato dai fruitori del Prog italiano e internazionale.
In quegli anni vi furono due formazioni di cui una (la prima, considerata la “vera formazione”) molto aggressiva e dinamica, che ha realizzato i primi 4 LP ( “L’Uomo”, “Milano calibro 9”, “Palepoli” e “Landscape of Life”), formata da me, Danilo Rustici, Elio D’Anna, Massimo Guarino e Lello Brandi, dal sound più crudo e molto incentrato su chitarra elettrica e sax, dove gl inserimenti di tastiere(mellotron e synth) erano solo di ausilio.
La seconda formazione (quella dell’ LP “Suddance” del 78) aveva contaminazioni di jazz-rock con l’inserimento di un vero tastierista - pianista (Fabrizio D’Angelo), che sostituiva i fiati di D’Anna.
Anche Brandi venne sostituito da Enzo Petrone e l’insieme del gruppo era decisamente più tecnico del primo.
Questa seconda formazione (non giudicata positivamente in quegli anni) è stata poi rivalutata(insieme all’LP prodotto) successivamente.
Sia “L’Uomo” che “Suddance” si accreditarono il premio della critica discografica 1971 e 1978.
Il gruppo fu costretto a sciogliersi per problemi economici perché il prog non aveva più il seguito e il concenso dei primi anni 70.
Dopo circa 20 anni, con il ritorno di Danilo da Boston, (dove si era stabilito dagli inizi anni 80, riformammo il gruppo con una nuova line up, producendo nel 2001 il CD “Taka Boom”, una sorta di antologia del repertorio storico, risuonato con una nuova produzione artistica e sonorità più attuali.
Io stesso pubblicai con la mia etichetta AFRAKA’, sia il CD che il libro “Osanna-Naples in the World”, ma la formazione, pur avendo ottimi musicisti, non riuscì a decollare e ad esprimere quel giusto e efficace sound che potesse ridare una nuova vita agli Osanna nel rispetto del nome storico. Molti contrasti e differenze di stile tra i musicisti della band crearono un sound ibrido che non ebbe il consenso del pubblico.
Io stesso rinnego quel CD non riconoscendone alcun valore, se non in alcune tracce, come nel brano”Colpi di Tosse”, Con ospite Enzo Avvitabile.
La formazione successivamente si disgregò e, elemento per elemento, ho ricostruito nel 2008 un nuovo gruppo, dove tutti i musicisti hanno saputo interpretare la giusta dimensione tra passato e presente, producendo la vera antologia “Osanna” con il CD “Prog Family”, con una serie di special guest che io stesso ho voluto, con immenso piacere.
Oggi questa nuova formazione è per me l’unica che può competere con la prima, con pari dignità.
E’ una formazione felice, dinamica, aggressiva e dolce.
Tutti gli strumenti che hanno caratterizzato le varie formazioni sono presenti e ben equilibrati tra loro.
Alla ritmica del batterista Gennaro Barba e del bassista Nello D’Anna( nessuna parentela con Elio), si amalgamano le tastiere di Sasà Priore e Irvin Vairetti, con la forte impronta caratterizzante del chitarrista Fabrizio Fedele e del sax di David Jackson (valore aggiunto della nuova formazione).
La mia voce è l’elemento di continuità di tutte le formazioni, come gli stessi brani, di cui sono autore insieme a Danilo Rustici, che purtroppo , per motivi di salute, non può più suonare.

Tantissimi gruppi gloriosi, stranieri e italiani, sono nuovamente assieme e hanno grande successo.Cosa spinge gli uomini che hanno una forte passione, in ogni campo, a ritornare sulla strada di un tempo? Nostalgia, la velocità del tempo che passa, il dimostrare qualcosa se stessi e agli altri, la consapevolezza che si ha ancora molto da dare?
Nel mio caso la nostalgia è proprio bandita. Io sono un curioso e appassionato di tutte le evoluzioni tecnologiche, artistiche , culturali e sociali. Sia io che Danilo avevamo fatto altri progetti musicali e la ripresa degli Osanna era stata sempre nell’aria. Così alla fine degli anni 90, dopo tante riflessioni decidemmo (io, Danilo e Enzo Petrone) di rimetterci in moto, spinti dal desiderio e dalla passione che fa parte del DNA di un artista o di un musicista. Rimettersi in gioco e in discussione è una cosa affascinante, anche rischiando di fare errori e essere criticati. E’ la cosa che ti fa crescere di più e ti rende orgoglioso di essere uomo. La ricerca e la creatività ti aiutano a dare nuova linfa alla tua vita utilizzando i mezzi, le tecniche e l’esperienza che hai maturato. E’ il piacere di comunicare emozione e di riceverla allo stesso tempo. Chiaramente bisogna fare i conti con l’aspetto economico che spesso e volentieri mette a dura prova chi fa questo mestiere.

Chiedo sempre agli artisti che intervisto, se hanno a cuore la semina, intesa come insegnamento e esempio per le nuove generazioni. Tu suoni con tuo figlio e altri ragazzi e hai quindi la tua linea guida.Ti chiedo, nel tuo ruolo di "apostolo" della musica, come vedi questi nostri ragazzi , dal punto di vista della recettività... conoscono lo spirito di sacrificio?
Ho insegnato per circa trentenni in un liceo artistico e mi sono confrontato sempre con giovani a cui ho “regalato” tutto il mio sapere e le mie esperienze. I giovani sono aperti a qualsiasi insegnamento e sanno ben riconoscere le cose giuste da quelle sbagliate, le cose belle da quelle brutte. E’ solo una questione di educazione e di esempi da dare. Non servono le parole, ma i fatti; loro recepiscono gli input offerti dalla nostra società, e nel bene e nel male assorbono anche le cose negative quando sono le uniche che vengono loro proposte. Affermo con convinzione che esistono molti giovani pronti al sacrificio e ricchi di entusiasmo e di curiosità. Per contro la nostra società è poco sensibile a questi argomenti e attraverso i mass media, o attraverso squallidi esempi politici e culturali, non danno certo una mano alla crescita dei giovani che spesso hanno il solo interesse di possedere cose inutili e vivere di sola immagine, senza contenuti.
Questo vale anche per i musicisti, molti dei quali vogliono il successo a ogni costo, senza sacrifici.
Per fortuna il mio ambito è diverso e l’universo musicale intorno alla mia etichetta, al mio gruppo e ai festival che organizzo, sono di tutt’altra natura. Anche qui posso affermare che esistono giovani musicisti che sanno sacrificarsi per ottenere risultati che vanno oltre l’effimera gratificazione economica o derivante dall’immagine.

Trovi ci siano differenze di qualità e quantità tra i talenti della tua giovinezza e quelli attuali?
Oggi c’è molta più tecnica di un tempo e i giovani musicisti hanno tutti grande padronanza dei loro strumenti, però spesso a discapito della creatività e dell’originalità, che negli anni 70 era una prerogativa ancora oggi riconosciuta. Il rock degli anni della mia generazione era fatto musicisti che non avevano grandissima tecnica, ma un gusto e un carattere molto forte. Il problema di sempre è saper comunicare attraverso la creatività un messaggio, un’emozione, un sentimento; la tecnica fine a se stessa non da molti risultati. L’essere bravi e volerlo affermare non è sicuramente un messaggio e oggi spesso si rischia di cadere in questa trappola del tecnicismo fine a se stesso.

Com'è Lino Vairetti insegnante di Arte?
Io ho insegnato discipline plastiche, ovvero scultura(ho studiato all’Accademia delle Belle Arti, nel corso di scultura, e parallelamente alla musica mi occupo anche di arte d’avanguardia, che amo quanto la musica). Con i miei allievi ho sempre coniugato arte e musica, offrendo loro la mia esperienza e cercando di aprire la loro mente e il loro cuore, di motivarli attraverso le passioni e la curiosità. Abbiamo prodotto assieme spettacoli con scenografie realizzate da loro e, per fare un esempio, nel DVD “Uomini e Miti”, degli Osanna, del 2003, la scenografia con il grande quadro “Guernica”, di Picasso, posto al centro della scena e della scultura chiamata “Uomini Albero”, erano realizzate dai miei allievi.

Mi interessa molto l'opera che eserciti in ambito musicale, e le cose che promuovi. Ti ho sentito sottolineare di come questo tuo sforzo trovi poi sviluppo nella periferia napoletana, quasi a cercare di portare la tua musica, dove difficilmente ne arriva. La musica per te è anche impegno sociale?
Sono nato e vissuto al centro di Napoli e mi sono trovato, solo per caso, a operare nei comuni periferici a nord di Napoli perché lì c’era il liceo artistico dove ho insegnato dal 1989 sino al 2006. Ho trovato un territorio privo di ogni stimolo culturale, e su richiesta dei miei stessi alunni e dei miei colleghi che conoscevano il mio passato in ambito musicale e organizzativo, ho iniziato a creare eventi in quei territori, tra mille difficoltà. La mia tenacia e la mia voglia di dare un efficace contributo alla crescita culturale in quelle zone, dove nel frattempo avevo anche preso il mio nuovo domicilio, mi ha fatto ideare nel 1995 un festival che oggi , alla sua XV edizione, è diventato un punto di riferimento sul territorio nazionale.
Il festival si chiama “AFRAKA’ ROCK FESTIVAL”, dove AFRAKA’ è’ l’acronimo di AFRAgola, FRAttamaggiore, e KA come rafforzativo di altri comuni con le iniziali in “CA”, come Cardito, Caivano, Casoria, Calandrino ecc. , tutti comuni limitrofi e legati tra loro. Impegno sociale? Sì, ma anche culturale e artistico. Il festival è uno spazio dove oltre alla musica si organizzano mostre d’arte e seminari.

Sono rimasto colpito dalle parole di Sophya Baccini relative al prog, parole che condivido in pieno. Però ultimamente, ascoltando molto prog nuovo, mi sono convinto che questo particolare tipo di musica, non poteva restare a lungo la più importante del panorama musicale, perché è musica opposta all'easylistening di cui pare tutti abbiano bisogno. E poi per fare un buon lavoro prog occorrono mesi, a volte anni, mentre un brano da hit può nascere in una settimana. Insomma, mi pare che tutto giochi a sfavore della musica progressiva. Sono fuori strada?
Sono d’accordo anche io, ma non è solo una prerogativa del prog. E’ un concetto allargato a tutta la musica di qualità, che va oltre l’effimero e la mera commercializzazione. Anche il folk, la musica etnica e popolare, il jazz o altre forme espressive musicali, possono portare agli stessi risultati qualitativi, e quindi trasformandosi in espressioni che presentano i caratteri della longevità.

Ti ho sentito prendere le distanze da chi criticava i personaggi "sanremesi", quelli che tu dici "..hanno un loro seguito e fanno onestamente il loro lavoro..".Ma davvero non ti verrebbe da tirare qualche "pomodoro ideale", mentre li ascolti ?
Ho molto rispetto per chi lavora. Difficilmente critico chi si adopera per fare musica onestamente. Posso non condividere e non apprezzarne i contenuti, ma quando mi accorgo che c’è un pubblico che ama e segue un artista, anche se lontano dal mio mondo, non posso fare altro che “ viverlo” con il dovuto rispetto, che è parte della democrazia da tutti tanto decantata. Esistono tanti spettacoli musicali che andrebbero vissuti con pari dignità; critico profondamente chi è nella stanza dei bottoni e promuove solo una parte delle variegate espressioni musicali, facendo prendere il sopravvento a quella più remunerativa.
Il vero problema è questo. I mass media, la TV e la radio determinano e pilotano (assecondando chi decide in base a parametri esclusivamente economici) , i gusti della gente……i pomodori li utilizzerei per queste “menti” che abbassano il livello culture mondiale; un discorso molto articolato che avrebbe bisogno di approfondimento diverso.

Una curiosità che mi è nata sabato, mentre parlavi di questi argomenti.Perché Vairetti, partito dagli Osanna, arriva... agli Osanna con David Jackson, mentre Alan Sorrenti , partito da "Aria" e David Jackson scivola sui figli delle stelle e poi... non so dove? Sono scelte meramente economiche?
Dovresti chiederlo a Alan, io ho fatto solo la mia parte cercando di essere coerente nel tempo, tra tanti sacrifici e anche … tanti errori.
Da dove nasce "Prog Family"? “Prog Family “ nasce da una mia attenta e meditata riflessione dopo il fallimento di “Taka Boom”.
Il gruppo si era ormai sfaldato e la malattia di Danilo, con cui condividevo la produzione artistica degli Osanna, aveva lasciato un segno negativo che mi faceva soffrire molto.
In bilico tra l’abbandono definitivo e il desiderio di trovare una giusta dimensione, ho trovato l’entusiasmo, cercando e trovando, uno per uno, i musicisti giusti per continuare da solo il nuovo “progetto Osanna”.
Ho ascoltato i live di tanti e tanti gruppi, andando in giro per l’ Italia, e ospitandoli nel mio stesso festival. Mi sono confrontato con loro e pian piano ho trovato quella alchimia che mi ha permesso di mettere in piedi”Prog Family”. L’intuizione è stata quella di chiamare David Jackson, che si è integrato nella formazione in modo eccezionale. Da lì è nato il piacere di avere altri ospiti legati al periodo d’oro del prog, come David Cross, Gianni Leone ... e così è salito l’entusiasmo che ha fatto partorire un lavoro discografico (sempre di tipo antologico) di grande qualità.
Di questo sono convinto senza falsa modestia o presunzione. E’ la mia esperienza e un entusiasmo equilibrato che mi fanno credere positivamente nel nuovo percorso.

Un tempo, pensare a David Jackson era rivolgere lo sguardo a un mito, mi immagino anche per musicisti come te. Ho altri esempi che vivo in diretta, come Clive Bunker dei Jethro Tull, che suona spesso assieme a ad artisti italiani. Eppure, ogni volta che me lo trovo davanti non posso fare a meno di pensare che ha suonato a Wight. Cosa significa convivere con artisti simili, che dall'esterno appaiono anche campioni di umiltà?
David è una persona non solo umile, ma anche squisita e umana.
Lavora da anni con bambini disabili facendo musicoterapica, e questa esperienza lo rende una persona eccezionale. Per me è sempre stato un mito,sin da quando lo ascoltavo nei Van Der Graaf Generator.
Quando lui accettò di collaborare a “Prog Family”, e successivamente fa parte della formazione, io camminavo a venti centimetri da terra per la gioia e l’emozione. Oggi oltre il CD, condividere il placo con lui è per me una gioia immensa, oltre che un riconoscimento del lavoro profuso, con dignità e professionalità.
I sogni spesso si avverano.

E' stata sua la scelta di inserire "Theme One?"
E’ stata una mia scelta. Volevo fargli un omaggio per ripagarlo della sua sensibilità. Lui ne è stato felice e insieme abbiamo arrangiato il brano con alcune modifiche rispetto all’originale. Ci siamo divertiti molto. Dal vivo eseguiamo anche altri brani suoi , e nel prossimo CD di inediti, ci saranno sicuramente anche brani di sua composizione.



Jackson si limita a svolgere l'esecutore o ha anche ruolo propositivo e autorale?
Ho risposto nella domanda precedente. Devo dire che lui non è per niente invadente, e con la sua umiltà accetta il ruolo che gli viene richiesto, ma mi sembra giusto e doveroso affidargli lo spazio che merita.
Ha molta stima della mia conduzione e del livello tecnico del gruppo, per cui si affida completamente alle direttive del gruppo.

Ascoltando "Prog Family" risulta evidente la contaminazione derivante dalla tua cultura di base. Nei tuoi spettacoli poi, ti mascheri, ti travesti e rispolveri la tradizione napoletana. Quanto influisce il luogo in cui si nasce sulla propria musica? La differenza di prodotto finale, tra ORME, PFM, BANCO, OSANNA, per fare esempi conosciuti, è da imputarsi anche al differente posizionamento geografico?
Sicuramente. La cultura napoletana(che nel periodo giovanile era stata da me e da noi rinnegata), è stata invece nel tempo recuperata come valore culturale su cui costruire una più forte identità. Il rock contaminato dalla napoletanità è una prerogativa che ci contraddistingue dagli altri gruppi.

Mi pare che ne"Il Castello dell'Es" ci sia Lello Brandi al basso, inattivo da tempo.Quanto conta l'amicizia e la solidarietà nel tuo ambiente?
Con Lello, che per molti anni non ho più frequentato, ho recuperato una amicizia fortissima e ho voluto con tutto il cuore la sua partecipazione al nuovo progetto. Lui ha ripreso a suonare dopo circa 20 anni di allontanamento dal mondo musicale. Sta lavorando a un suo progetto più legato al blues, al quale sto anche collaborando. E’ un’amicizia storica e sincera che è rinata con grande piacere reciproco.

Sempre su questo tema, vedo ultimamente un continuo scambio e un assiduo aiuto tra musicisti , gli stessi uomini che magari era difficile tenere uniti nel passato. La data anagrafica è l'unica via che conduce alla saggezza?
Penso che l’amicizia e la stima non siano mai state messe in discussione. Sono le occasioni che ci mettono in disparte in alcuni momenti, o ci fanno ritrovare in altri. I famosi corsi e ricorsi storici. Oggi noi della nostra generazione stiamo rivivendo un momento magico e quindiritornano alla luce anche i nostri rapporti veri e sinceri, come quello tra me e Gianni Leone, che si è consolidato nel tempo.

Qualche domanda standard. Mi bastano 30 secondi di ascolto per sapere se non risentirò mai più un brano o se lo farò suonare all'infinito.Ti capita di essere colpito al primo ascolto?
Mi capita di essere colpito al primo ascolto, e mi rimane dentro qualcosa che poi mi fa venire la voglia di riascoltare mille volte… ma non accade solo con ciò che mi impressiona da subito.

Perché ci siamo innamorati da bambini di canzoni di cui non capivamo una parola?
C’è un’emozione che ti prende, di cui spesso non sai neppure definire la motivazione. E’ come quando ti innamori, avverti un sentimento che ti scuote, anche se la persona che ti piace non è bella in assoluto. E’ il frutto di una magica complicità.

Un tempo dividevo la musica in categorie, poi sono passato a musica buona e cattiva e ora sono approdato a musica che mi piace e musica che non mi va. Se proprio dovessi dividere la musica in categorie, che criterio adotteresti?
Sono d’accordo con te, esiste musica buona e musica cattiva (chiaramente in funzione di gusti propri e di singole dimensioni culturali). Quello che è buono per te non può essere buono per altri e viceversa. Di fondo porto rispetto per chi lavora onestamente.

Che musica ami oltre a quella progressive?
Amo il rock e il prog in ascolto, ma ascolto di tutto. Ho lavorato per sonorizzazioni varie, utilizzando musica classica e jazz o new age. Ci sono molte proposte etniche bellissime, come anche un certo “rap” di qualità che trovo molto espressivo. L’hip hop, nelle sue forme espressive (musica, danza e grafica), lo trovo interessantissimo e molto legato alla società attuale. Un’arte di strada davvero straordinaria.

Quali sono i tuoi programmi futuri, come Osanna e come Vairetti?
Come Osanna, tra mille difficoltà, vorrei fare tanti concerti, in Italia e all’estero, e la produzione di un nuovo lavoro discografico con solo inediti, con uscita primavera 2010. Come Lino Vairetti vorrei trovare il tempo per continuare a produrre anche lavori di arte d’avanguardia, un aspetto che amo moltissimo.
Un mio lavoro discografico da solista non mi interessa, non ne sento l’esigenza; trovo già molto spazio negli Osanna e questo mi basta. Piuttosto vorrei dedicarmi alle produzioni di gruppi emergenti!

Fatti una domanda che avresti voluto che ti facessi.
Non ho domande precise, esprimo un desiderio.
Mi piacerebbe trovare le giuste sinergie per alimentare e promuovere questo mondo musicale prog che ha tanto ancora da dire e da comunicare.
Sono ottimista, ma sono consapevole che servono tante energie e tanti sacrifici che, anche attraverso il tuo lavoro di comunicatore,(e di tanti come te) possano portare a trovare molto più spazio di quello che attualmente ci è concesso
.

Passione e impegno, miscela imbattibile!!!


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