A tutti nella vita capita di trovarsi tra le mani ciò che si sta cercando.
Tutti prima o poi hanno detto, “… lo avevo davanti agli occhi e non lo sapevo…”
Oggi parlerò di “Codice Zena”, un libro di Riccardo Storti, noto ricercatore-propositore del prog genovese e non solo.
Ho conosciuto Riccardo qualche anno fa e ho episodicamente collaborato con lui nella compilazione di “contrAPPUNTI”, rivista settoriale genovese.
Ma non è per uno scambio di favori che oggi parlo di questo libro, e in ogni caso il motivo per cui mi piacerebbe che fosse letto è che tante sono le persone che potrebbero apprezzarlo, ritrovando parte delle loro radici.
In fondo, è un modo indiretto per raccontarmi.
L’ANTEFATTO.
L’ascolto delle canzoni, in generale, mi evoca immagini passate, piacevoli e non.
Una delle cose positive nell’essere “ un maturo amante della musica” è quella di aver avuto la possibilità di vedere cose ormai storiche, che saranno per sempre negate alle generazioni attuali.
Nel mio viaggio combinato, musica-eventi passati, ho ripescato nella memoria un vecchio festival pop svoltosi ad Altare, periferia di Savona, la mia città.
Immagini sfuocate, situazioni annebbiate, ma sensazioni molto precise che meritano di essere rimesse in sesto.
Butto giù di getto i miei pensieri e poi li mando a Storti. Lo spirito è più quello della condivisione, visto che il mio scritto è obbligatoriamente poco tecnico.
Invece lui risponde in maniera positiva, e mi invita a fare ulteriori ricerche, peraltro ancora in corso.
Parte l’effetto domino, e mi viene voglia di ricordare le date dei mie concerti importanti, la maggior parte dei quali svoltisi proprio a Genova.
Incontro Riccardo alla presentazione del disco dei Delirium e gli chiedo:”… ma tu non conosci qualcuno che ha partecipato ai vecchi concerti di Genova, all’Alcione, al Palasport…”.
Lui, col sorriso sulle labbra, fa una rotazione di 90 gradi, si piega e mi indica il suo libro, “Codice Zena”.
“.. qui troverai tutto quello che cerchi!! “.
Dimenticavo, siamo da Ricordi, dove si vendono libri, dischi e strumenti musicali.
Avrei comprato ugualmente il libro, ma sapere che dentro avrei forse potuto trovare delle risposte a domande impossibili era troppo allettante!
Una delle cose positive nell’essere “ un maturo amante della musica” è quella di aver avuto la possibilità di vedere cose ormai storiche, che saranno per sempre negate alle generazioni attuali.
Nel mio viaggio combinato, musica-eventi passati, ho ripescato nella memoria un vecchio festival pop svoltosi ad Altare, periferia di Savona, la mia città.
Immagini sfuocate, situazioni annebbiate, ma sensazioni molto precise che meritano di essere rimesse in sesto.
Butto giù di getto i miei pensieri e poi li mando a Storti. Lo spirito è più quello della condivisione, visto che il mio scritto è obbligatoriamente poco tecnico.
Invece lui risponde in maniera positiva, e mi invita a fare ulteriori ricerche, peraltro ancora in corso.
Parte l’effetto domino, e mi viene voglia di ricordare le date dei mie concerti importanti, la maggior parte dei quali svoltisi proprio a Genova.
Incontro Riccardo alla presentazione del disco dei Delirium e gli chiedo:”… ma tu non conosci qualcuno che ha partecipato ai vecchi concerti di Genova, all’Alcione, al Palasport…”.
Lui, col sorriso sulle labbra, fa una rotazione di 90 gradi, si piega e mi indica il suo libro, “Codice Zena”.
“.. qui troverai tutto quello che cerchi!! “.
Dimenticavo, siamo da Ricordi, dove si vendono libri, dischi e strumenti musicali.
Avrei comprato ugualmente il libro, ma sapere che dentro avrei forse potuto trovare delle risposte a domande impossibili era troppo allettante!
IL LIBRO
Non è un libro per tutti.
Non è ne un romanzo ne un giallo.
Non è un saggio e nemmeno un manuale.
Parlo invece di qualcosa di pregevole dal punto di vista dell’indagine, della raccolta dati/documenti e della precisione cronologica.
Ma è ovviamente molto di più di un mero elenco di fatti, numeri, e opinioni.
“Codice Zena” ci racconta del sacro fuoco musicale tipico di Genova, a partire da metà anni 60.
Ripercorre la storia di personaggi mitici, molti dei quali ancora in attività, che hanno avuto spazi nazionali e internazionali.
Si respira la nascita della “nostra musica”, che parte dalle cantine del porto per fare tappa a Sanremo e proseguire oltre.
Si ritrovano personaggi conosciuti, in vesti antiche, con intrecci che non sempre sono facili da capire.
Ci sono fatti storici, aneddoti, recensioni, dischi fondamentali del fenomeno prog, fotografie , articoli originali…davvero completo.
Leggendolo ho quindi trovato cose che… non stavo cercando, ed è stata una piacevole sorpresa.
Ma ho trovato anche il resto.
Difficile far capire cosa intendo. Ci provo con un esempio.
A un certo punto della descrizione degli eventi di inizio anni 70, Riccardo racconta di un 30 maggio 1972, giorno da lui considerato storico (o quasi) per il “passaggio “ del prog internazionale a Genova: Van Der Graaf Generator al Teatro Alcione.
Bene, io quel giorno c’ero ed era il mio primo concerto, e con grande soddisfazione ho riletto alcune note di quel pomeriggio(sì, esisteva anche il pomeridiano..)
E così mi è accadduto con ELP, Gentle Giant, Soft Machine e altri.
Tutto questo sa un po’ di operazione nostalgia, ma ritrovare frammenti della mia storia personale è stato piacevole e… terapeutico.
E’ brutto parlare di libro terapeutico?
Quando io scrivo le mie piccole cose lo faccio innanzitutto per me stesso e immagino che sia così anche per gli scrittori veri, quelli come Riccardo che magari, azzardo, hanno trovato un metodo per vivere attraverso la carta momenti negati dall’essere “nati dopo” (fatto non disprezzabile… ). Sono sicuro che l’autore, tra le mille motivazioni, ne ha avuta una predominante, il conoscere fatti e misfatti musicali del territorio più caro, che oggettivamente tanto ha dato in termini di talenti e avvenimenti. Ben venga poi la condivisione e il successo di vendite (che io purtroppo non riuscirò ad incrementare).
La sezione “ricordi da rinfrescare “ non è stata l’unica che ho apprezzato.
Ho scoperto invece gruppi che non conoscevo, se non superficialmente, anche se, gira e rigira, i nomi (parlo dei componenti le band), sono sempre gli stessi.
E poi sono riuscito a percepire l’aria di quei giorni, l’atmosfera contaminante, l’ambizione e il talento di tanti giovani, a volte in pesante disaccordo, ma collegati indissolubilmente tra loro da una forte passione musicale. E in tutto questo mi sono pienamente ritrovato.
Ci sarebbero altre cose da rimarcare, ma un po’ di mistero occorre lasciarlo.
Ora che l’ho terminato, si è trasformato in manuale da consultare in caso di necessità … davvero non può mancare nella biblioteca dell’amante della musica … sì, una certa musica… quella buona.
Citazione d'autore:
"Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso." (Pietro Abelardo)
Nessun commento:
Posta un commento