martedì 20 giugno 2023

Claudio Sottocornola-“Fiorire nel deserto-Per una filosofia della speranza”


Da un po’ di tempo Claudio Sottocornola mi propone saggi che mi mettono in difficoltà, allontanandomi dalla mia comfort zone legata al mondo della musica, spingendomi verso sentieri fatti di ricerca interiore, di indagine approfondita, di perlustrazione degli anfratti. Non occorre avere la mente - e la cultura - predisposta alla “modalità filosofo”, perché se è vero che spesso le domande volutamente non poste a sé stessi sono quelle di cui si ha il sentore di una possibile risposta non gradita, è altrettanto certo che ogni testa pensante, arrivata ad un certo punto della vita, inizia ad interrogarsi, magari in estremo silenzio, forse nel contesto giusto, ma… si pone delle questioni esistenziali, e quelle notti in cui si fatica a prendere sonno diventano labirinti di cui si trova un’uscita solo con l’arrivo del primo frammento di luce.

Nell’enciclopedia universale a disposizione sul web è difficile trovare soddisfazione, soprattutto se si fa riferimento ad argomenti poco tangibili, e pescare nel pozzo delle opinioni altrui può essere, a volte, fuorviante. Molto meglio l’oggettività e la conseguente conclusione personale.

Ma i “maestri” esistono, tra studiosi del passato e contemporanei, coloro che riescono ad allargare gli orizzonti altrui, tanto da fare dire tra sé e sé: “Ecco, lo avevo in testa e non mi usciva, e sono bastate poche righe per chiarirmi ciò che avevo dentro e non voleva uscire!”.

Questa premessa sostituisce i ringraziamenti a Claudio Sottocornola, legati alla spinta che mi fornisce verso un più alto livello di riflessione.

In questo caso il ruolo del “commentatore” dovrebbe portare al racconto dei sentimenti scaturiti dalla lettura, giacché per tutto il resto è sufficiente un comunicato stampa ben fatto.

Il titolo del nuovo lavoro di Claudio Sottocornola è “Fiorire nel deserto-Per una filosofia della speranza”, edito da Velar, un’antologia in cui l’autore propone alcuni dei suoi scritti filosofici del passato tra i più significativi, che pescano nell’attualità attraverso il pensiero critico, gli aspetti metafisici, la materia e tutto quanto gira intorno. La vita, insomma, perché in tempi difficili come quelli che viviamo si ha bisogno soprattutto di speranza per ridare fiato a esistenze sempre più sfiduciate, disorientate, fragili.

Sarebbe facile immaginare che il lungo periodo di disagio legato alla pandemia abbia avuto un ruolo determinante nell’evoluzione di pensiero dell’autore, periodo per tutti condizionante, in parte formativo … e forse è così, ma occorre tenere conto che almeno la metà dei capitoli - e quindi degli argomenti - arriva da un periodo lontano, oltre dieci anni, un tempo lunghissimo per chi cerca nel contemporaneo risposte di carattere esistenziale, e sarebbe quindi interessante sapere come l’autore si pone oggi rispetto a pensieri di un tempo, a fronte di un mondo che cambia a ritmi inimmaginabili.

Ho più volte scritto di Sottocornola e quindi mi limito a dire che è conosciuto come “Il Filosofo del Pop”, unione di due suoi amori - filosofia e musica -, per lungo tempo insegnante ed ora, terminata l’attività lavorativa, dedito pienamente alla scrittura e all’osservazione del mondo circostante.

Fiorire nel deserto…”, a mio giudizio, può essere letto con differenti gradi di approfondimento.

Si può restare in superficie individuando una sorta di cronaca di un percorso di vita, partendo dalla fanciullezza e approdando alla maturità. In mezzo c’è un mondo, uno spazio che assume dimensioni estremamente variabili in funzione del momento in cui lo si analizza.

Esiste poi la possibilità di un'analisi profonda, ciò che si cela dietro la dinamicità della nostra esistenza, al di là dei nostri insistenti pensieri e delle nostre radicate credenze.

Mi riferisco alla ricerca dei significati universali incentrata sull’essere e sul suo cambiamento, unita alla contraddizione legata al possesso di una generica conoscenza a cui si contrappone la mancanza di consapevolezza di tale cognizione.

E quando il cielo si schiarisce e la mente si illumina, è possibile che nasca il profondo timore di essere inadeguati, e se non si ha né la forza di reazione né una vaga soluzione disponibile, la paura potrebbe essere il giusto sentimento da provare.

Usiamo immagini e metafore, disegniamo idealmente un deserto che, visto dall’alto, interrompe la sua aridità grazie a tecniche evolute che permettono la nascita di vita e colori: la fioritura tra la sabbia.

Anche la vita delle persone vede una parte cospicua di aridità - e tristezza -, ma può essere irrigata da un’acqua spirituale, dal pensiero approfondito, dalla voglia di capire, di dedicarsi al prossimo.

L’autore utilizza il giardino della madre, ormai non più tra noi, come simbolo della bellezza che si può generare nel mondo con disciplina e impegno, nella consapevolezza del tempo che fugge, e che quindi non va sprecato: “Tempus fugit… Carpe diem…”, che è poi il titolo di un capitolo del book.

Sono 23 le sezioni di cui si compone il nuovo progetto di Sottocornola, e in ogni capitolo esistono i presupposti per una lunga, lunghissima sosta riflessiva.

Esiste però un passaggio rappresentativo dei concetti a cui accennavo prima, quelli che restano imprigionati dentro di noi e poi sgorgano con impeto a seguito di un evento, una frase, un pensiero apparentemente banale…

L’accelerazione del tempo, correlata alla sua omologazione intrinseca, ci ha fatto smarrire il senso dell’unicità dell’attimo, lo stupore del presente, la speranza dell’attesa, la memoria del nostro passato, in ultimo, la nostra dimensione identitaria. Ecco perché forse temiamo il diverso, l’immigrato, il marginale…”.

Serena lettura!


Claudio Sottocornola (Bergamo, 1959) si è laureato all'Università Cattolica di Milano con una tesi in Storia della teologia. Già ordinario di Filosofia e Storia nei licei, è stato docente di IRC, Materie letterarie, Scienze dell'educazione e Storia della canzone e dello spettacolo alla Terza Università di Bergamo. Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 1991, ha collaborato con diverse testate, radio e tv. Come filosofo si caratterizza per una forte attenzione alla categoria di interpretazione, alla cui luce indaga il mondo contemporaneo, spesso utilizzando musica, poesia e immagini per parlare a un pubblico trasversale, nelle scuole, nei teatri e nei più svariati luoghi del quotidiano. È autore di numerose pubblicazioni, che coinvolgono tre aree tematiche prevalenti: l'autobiografia intellettuale, la cultura popular contemporanea, l'attuale crisi del sacro in Occidente e la sua possibile ricontestualizzazione.


DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Questa silloge raccoglie alcuni scritti realizzati dall’autore dal 2010 a oggi. Si tratta di riflessioni filosofiche, con una particolare attenzione alla dimensione teologica, che si configurano a partire da domande esistenziali per tutti noi ineludibili – quelle sul senso della vita – soprattutto in tempi di crisi. Tali riflessioni sono sfaccettate e diverse, come diversa era la destinazione dei libri da cui sono tratte: il minimo comun denominatore è tuttavia il tentativo di valorizzare la "pars construens" della ricerca, piuttosto che la "pars destruens". Fra i temi affrontati: l’amore, il dono, la relazione, la bellezza, la cura, il tempo, la nostalgia, l’equilibrio, la gioia, la virtù, la preghiera.