Tanti auguri, Terry, l’uomo che ha
dato
un’anima melodica al ritmo
C’è chi vede la batteria come lo strumento che tiene il
tempo, il "motore" nascosto in fondo al palco. E poi c’è Terry Bozzio. Festeggiare il suo compleanno
significa celebrare l’uomo che ha trasformato un insieme di tamburi in
un’orchestra sinfonica, un musicista che ha smesso di essere "solo"
un batterista per diventare un compositore totale.
La storia di Terry non sarebbe la stessa senza l'incontro con
Frank Zappa. Immaginate un giovane musicista che si siede davanti a uno
spartito così fitto di note da sembrare quasi completamente nero: era la
famigerata The Black Page. Molti avrebbero rinunciato, ma Bozzio la
studiò finché non divenne parte del suo DNA.
Il periodo con Zappa non è stato solo una scuola di tecnica,
ma una lezione di libertà. Da lì in poi, Terry ha capito che non esistono
generi, ma solo musica: dal progressive rock spaziale degli UK al pop
eccentrico dei Missing Persons, fino alle collaborazioni con geni della
chitarra come Jeff Beck.
Vedere Terry Bozzio oggi, circondato dal suo leggendario
"monstruous kit", è un'esperienza quasi mistica. Non è per
esibizionismo che il suo set conta decine di tamburi accordati su note precise;
è perché Terry ha bisogno di quelle note per "cantare".
Mentre i suoi piedi mantengono ritmi ossessivi e complessi (i
famosi ostinati), le sue mani intrecciano melodie che sembrano venire da
un altro pianeta. Guardarlo suonare è come osservare un tessitore che crea un
arazzo sonoro, dove ogni colpo di piatto ha un colore diverso.
Oggi Bozzio è solo un veterano del rock; ma è anche un maestro che continua a studiare, a dipingere (è anche un talentuoso artista visivo) e a esplorare i limiti del suono. Il suo compleanno non è solo il traguardo di una carriera incredibile, ma un promemoria per tutti i musicisti: non smettere mai di cercare la propria voce, anche se quella voce richiede cento tamburi per essere ascoltata.
