domenica 27 gennaio 2019

Neil Young – Roxy: "Tonight’s the Night Live"


Neil Young – Roxy: Tonight’s the Night Live
Articolo già apparso sul portale faremusic.it


Roxy: Tonight's the Night Live” rappresenta il sunto di una serie di concerti realizzati da Neil Young assieme ai suoi collaboratori del momento (Ben Keith alla pedal steel, Nils Lofgren al piano, Billy Talbot al basso e Ralph Molina alla batteria), ovvero i Santa Monica Flyers, band con cui Young aprì le serate del Roxy Theatre di Los Angeles in un lontano settembre, con molteplici set in cui veniva proposto tutto l’album, da poco registrato. Era il 1973, ma ci sarebbero voluti altri due anni prima che “Tonight's the Night” esplodesse, perché percepito all’epoca come eccessivamente “buio” (anche dalla stessa Reprise Records, l’etichetta discografica), nei suoni e nelle atmosfere - partendo dai colori di copertina per approdare alle sonorità “tetre”-, ed è considerato il momento topico di quella che è considerata la “Trilogia del dolore”.

Racconta a questo proposito lo stesso Young nelle note di copertina:


Avevamo perso da poco Danny Whitten e il nostro roadie Bruce Berry per overdose di eroina, ci mancavano e li sentivamo nella musica ogni sera che suonavamo. Le tracce sono state registrate dal vivo, senza ripulirle. Per quasi un mese abbiamo registrato iniziando alle undici e suonando fino alle prime ore del mattino. Qualche volta avevamo un piccolo pubblico. Una volta venne Mel Brooks con alcuni amici. Abbiamo bevuto un sacco di tequila e ho scritto le canzoni di “Tonight's the night”. Avevamo nove canzoni e le abbiamo suonate un paio di volte tutte le sere per molto tempo fino a che non abbiamo pensato di averle imparate. Abbiamo finito di registrare e abbiamo deciso di festeggiare con un concerto in un nuovo locale aperto sul Sunset Strip, il Roxy. Siamo andati lì e abbiamo registrato per alcune sere, aprendo il Roxy. Conoscevamo davvero le canzoni di “Tonight's the night” dopo averle suonate per un mese. Quindi le abbiamo suonate di nuovo, dall'inizio alla fine, due set a notte per alcuni giorni. E’ stato grande."


Sul palco, dal vivo, gli stessi brani si ammorbidivano e, nel processo evolutivo, assumevano un tocco più leggero e abbordabile.
L’ascolto dell’album in studio provocava la sensazione che, a volte, Young e il suo team rodassero le canzoni mentre le registravano, una sorta di working in progress creativo, ma in questa testimonianza live i timbri cambiano ed emerge l’umore giusto, un buon compromesso tra arte e aspetti ludici, necessario quando si propone la propria musica.
Per chiunque abbia ascoltato l’album originale è sorprendente catturare in questo live Young e il suo gruppo che scherzano sul palco, evitando ogni riferimento al lutto di cui sopra.

E alla fine la registrazione diventa la testimonianza di come la musica di Neil Young abbia subito una costante evoluzione, caratterizzata da tragedie personali, da cadute e riprese che hanno determinato per il pubblico la creazione di un brand fascinoso, un’etichetta che è rimasta appiccicato al cantautore canadese.

Il disco è prodotto da Young e dall’indimenticato collaboratore di una vita, David Briggs, ed è uscito come esclusiva del Record Store Day il 21 aprile, per poi arrivare nei negozi in un’edizione standard in vinile, CD e digitale, a partire dalla settimana successiva.
Ma quali sono le considerazioni ufficiali relative al “Tonight's The Night” originale?
Può bastare per incuriosire il fato che nel 2003 la rivista Rolling Stone abbia inserito al 331º posto della sua lista dei 500 migliori album di sempre?

Io lo consiglio vivamente in questo “abito sconosciuto” ai più!

venerdì 18 gennaio 2019

Claudio Sottocornola- "SAGGI POP Indagini sull'effimero essenziale alla vita e non solo"




Claudio Sottocornola
SAGGI POP
Indagini sull'effimero essenziale alla vita e non solo
(Marna, 2018)

Claudio Sottocornola propone un nuovo progetto letterario a distanza di due anni dall’uscita di “Varietà”. Ho tra le mani “Saggi Pop-Indagini sull'effimero essenziale alla vita e non solo”, quasi 600 pagine che, alla soglia dei 60 anni - limite anagrafico che, solitamente, richiede sforzo di accettazione e necessità di bilanci - rappresenta, almeno per l’osservatore esterno, un perfetto sunto della vita e dell’opera del “Filosofo del Pop”. Sì, è questo l’appellativo ormai incollato al nome di Sottocornola, una sottolineatura che unisce caratteristiche e skills professionali ad aspetti apparentemente ludici - trattar di musica, spesso, appare come attività minore -, il tutto affrontato con approccio olistico, sino al calarsi nella parte, a mettersi in gioco in prima persona trasformandosi in narratore, artista, performer ed educatore specifico.
Il racconto storico musicale che impegna seriamente e quotidianamente l’autore - forse inizialmente corollario dell’attività principale - è diventato didattica e, mi spingo oltre, missione… non importa l’elemento anagrafico degli eventuali discenti, qualunque sia l’età resta forte l’esigenza di dare nobiltà e significato a una musica che per molti pseudo esperti è relegata al concetto di leggerezza estrema, di quell’effimero essenziale di cui Sottocornola ci racconta. E se queste “canzonette” - quelle “facili” da canticchiare, tanto amate dal popolo - vengono inserite nel contesto storico, sviscerate e accompagnate da un’analisi approfondita, si realizza che brani molto criticati per la loro semplicità - anche se di grande successo di vendita - si impregnano di nobiltà, magari indotta, che giustifica la grande considerazione dovuta a posteriori.
La razionalità che è tipica dell’età adulta è condizionata, se parliamo di musica, dal nostro vissuto, quello adolescenziale e precedente, quell’inzupparsi dell'atmosfera del momento, assorbendo ogni tipo di evento e profumo, un accostamento di immagini ed elementi sonori che ci seguiranno per sempre, stimolando memorie piacevoli e non, sviluppando odori e sentimenti, costruendo la nostra colonna sonora della vita.
Claudio Sottocornola ha vissuto la sua giovinezza in un periodo storico di grande rivoluzione musicale, influenzato da ciò che arrivava dal resto del mondo, vivendolo dall’interno per effetto della sua condizione  - occasionale - di studente decentrato (negli USA): il rock & roll, il blues, il beat, il prog, generi musicali molto diversi e apparentemente distanti dalla tradizionale canzone italiana, quella su cui maggiormente si concentra l’autore, quella raccontata in questo libro, quella che propone nelle sue famose “Lezioni-Concerto”.
In realtà i “Saggi Pop” di cui scrivo sono molto più completi e complessi, e gli argomenti affrontati diventano accerchianti, avvolgenti, elementi di riflessione che, uniti tutti i punti periferici, portano al focus, a una conclusione, e nonostante il book appaia a tratti una sorta di riepilogo di idee ed esperienze, rimane alla fine una specie di “trama da romanzo”, con un porto di arrivo ben definito. Che cosa troviamo all’attracco della nostra nave? Rubo tracce del commento finale di Marco Bracci: “Un libro che parla di noi, di noi che conosciamo il mondo attraverso l’arte, nelle sue accezioni e diramazioni più impreviste, e attraverso di essa impariamo che l’effimero è essenziale alla vita.”
Mi piace anche citare l’idea di “riconciliazione di opposti”, quella che nel libro è attribuita a titolo esemplificativo alla simbolica Marylin Monroe, donna meravigliosa in cui convivevano innocenza e seduttività. Dovendo fare opera di esemplificazione questa ricerca di armonia tra elementi contrapposti - tra vissuto e musica, tra cultura ed esperienza - trova soluzione nelle pagine di “Saggi Pop”.
Ermeneutica: è questo uno dei termini più utilizzato nel testo e nei commenti di presentazione, termine di origine filosofica che porta a interpretare l’esistenza umana attraverso l’analisi dei testi. Sottocornola ci conduce per mano in questo percorso, a tratti non semplice, e lungo la strada sviscera l’elemento canzone, soffermandosi sul ruolo della donna, sugli aspetti religiosi, sul divismo e sull’immagine, sul cinema, sul festival italiano per antonomasia, sull’evoluzione delle mode. Ad incrementare l’icasticità del suo pensiero l’autore propone interviste di cui è stato protagonista, la trasposizione delle sue famose “lezioni musicali”, e mette in mostra aspetti meno conosciuti del suo proporsi, le "Pop Ideas", disegni da lui realizzati di cui la copertina del libro è primo esempio.
La dedica con cui l’autore apre il suo lavoro è la seguente: “Agli educatori che hanno contribuito a formarmi come pensiero, volontà e cuore”. Il discepolo Sottocornola ha, da tempo, raccolto il testimone, e il suo status di studioso, intellettuale e pensatore, incrementa di valore per effetto della sua propensione alla condivisione, all’insegnamento, alla capacità di rendere evidente l’importanza di quel sottobosco culturale che si nasconde, ad esempio, dietro a pochi minuti di una canzonetta divenuta ormai insopportabile.
Insopportabile… sì, anche questo è lecito, perché se mettiamo da parte l’elemento razionale e ci lasciamo andare nel mondo fantastico dell’effimero, esaltazione e distruzione sono facce della stessa medaglia, quella riconciliazione degli opposti a cui accennavo che porta allo stato di entropia a cui il mondo tende in modo naturale.
Conoscendo personalmente Claudio Sottocornola ho apprezzato incondizionatamente “Saggi Pop…”, un libro che consiglio vivamente, anche se la musica non fa parte dl vostro quotidiano.


Ordinario di Filosofia e Storia a Bergamo, poeta, giornalista e scrittore, Claudio Sottocornola ha pubblicato saggi, opere poetiche, multimediali e musicali. Studioso del popular, tiene corsi presso la Terza Università di Bergamo, collabora con varie riviste e realizza ricerche di carattere interdisciplinare fra musica, filosofia e immagine, che propone a un pubblico trasversale attraverso le sue famose lezioni-concerto, nelle scuole, nei teatri e nei più svariati luoghi del quotidiano, che lo vedono in azione come eclettico performer. Si caratterizza per una forte attenzione alla categoria di “interpretazione”, alla cui luce indaga il mondo del contemporaneo, e per un approccio olistico e interdisciplinare al sapere.


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