giovedì 31 agosto 2023

“Swaddling Songs”, l'unico album in studio del gruppo folk irlandese Mellow Candle. Commento e ascolto


“Swaddling Songs”, l'unico album in studio del gruppo folk irlandese Mellow Candle.

 Per saperne di più sulla band:

https://athosenrile.blogspot.com/2021/12/la-strana-storia-dei-mellow-candle.html


Titolo: Swaddling Songs

Artista: Mellow Candle

Pubblicazione: aprile 1972

Registrazione: dicembre 1971

Genere: Folk rock, progressive folk, psychedelic folk

Lunghezza: 42:57

Label:Deram Records

Produttore: David Hitchcock

Singolo tratto dall’album: "Silversong"

 

"Swaddling Songs" dei Mellow Candle è un album che si distingue per la sua bellezza eterea e la combinazione armoniosa di folk rock e progressive rock. Pubblicato originariamente nel 1972, questo lavoro è diventato un classico del genere e ha guadagnato un seguito di culto nel corso degli anni.

Una delle caratteristiche più distintive dell'album è la voce meravigliosa e cristallina di Alison Williams, che trasmette una gamma di emozioni attraverso le sue performance. Le sue capacità vocali sono affiancate da una solida strumentazione, con chitarre acustiche e elettriche, flauti, violini e tastiere che si fondono in modo magistrale.

Le canzoni di "Swaddling Songs" sono intime e malinconiche, spesso ispirate alla tradizione folk irlandese. I testi affrontano temi come l'amore, la perdita e la crescita interiore, trasmettendo un senso di nostalgia e mistero. Ogni brano è ben strutturato, con melodie coinvolgenti che si sviluppano in modo organico e progressive.

L'album si apre con "Heaven Heath", un pezzo che cattura immediatamente l'attenzione dell'ascoltatore con il suo incipit acustico, per poi sfociare in un arrangiamento complesso e coinvolgente. "Buy or Beware" è un'altra traccia che si distingue per la sua atmosfera ipnotica e il testo intrigante. "The Poet and the Witch" è una canzone di oltre dieci minuti che mostra l'abilità della band nell'intrecciare diversi stili musicali. Ma tutto il disco va ascoltato con attenzione.

Nonostante "Swaddling Songs" abbia ricevuto poco riconoscimento commerciale all'epoca della sua uscita, l'influenza dell'album può essere riscontrata in molte band progressive rock e folk rock successive. La sua bellezza senza tempo e la maestria musicale dei Mellow Candle ne fanno un lavoro che merita di essere riscoperto e apprezzato.

A mio giudizio un album straordinario, che combina abilmente il folk rock e il progressive rock in un modo unico e affascinante. Con le sue melodie coinvolgenti, le performance vocali eccezionali e i testi suggestivi, l'album offre un'esperienza musicale indimenticabile, da non perdere per gli appassionati della musica folk e progressive rock.


Track listing (cliccare sul titolo per ascoltare)

Heaven Heath (Alison Williams) – 3:00

Sheep Season (Clodagh Simonds, A. Williams, David Williams) – 5:01

Silver song (Simonds) – 4:26

The Poet and the Witch (Simonds) – 2:51

Messenger Birds (A. Williams) – 3:38

Dan the Wing (Simonds) – 2:45

Reverend Sisters (Simonds) – 4:21

Break Your Token (Simonds) – 2:27

Buy or Beware (D. Williams) – 3:04

Vile Excesses (D. Williams, William Murray) – 3:14

Lonely Man (Simonds) – 4:30

Boulders on My Grave (Simonds) – 3:40

 

Bonus tracks

La ristampa in CD include le seguenti tracce bonus:

Feeling High (Simonds) – 2:23

Tea with the Sun (Simonds) – 3:18

Queste tracce erano il singolo originale e il lato B pubblicato dalla giovane band nel 1968.

 


Formazione

Clodagh Simonds - voce, cori, pianoforte, clavicembalo, mellotron

Alison Williams (Alison Bools) - voce, cori

David Williams - chitarra, cori

Frank Boylan - basso, cori

William Murray - batteria, percussioni

 

Registrazione

David Hitchcock – produttore

Derek Varnals – ingegnere del suono

Kevin Fuller – ingegnere del suono

 

Versioni

LP in vinile (Deram, 1972)

LP in vinile (Gramophone Company, 2004)

CD (Gramaphone Company, 2004)






 

mercoledì 30 agosto 2023

Sul canale "The Midnight Special" la musica degli ELO nel 1976


Dagli archivi dello show musicale statunitense The Midnight Special è arrivata un'altra performance classica, questa volta sotto forma di una bellissima esibizione del 1976 di Strange Magic della Electric Light Orchestra.

Il filmato proviene da uno spettacolo trasmesso il 6 marzo, quando la band fu presentata dalla conduttrice Helen Reddy, una formazione che comprendeva Frankie Avalon, The Miracles e Tanya Tucker.

Oltre a Strange Magic – dal quinto album della band, “Face The Music”, che era stato pubblicato quattro mesi prima – ELO suonò anche Evil Woman e Nightrider.

Jeff Lynne & Co. erano clienti abituali dello show al momento della performance e furono anche oggetto di diversi tributi speciali.

Il 1976 fu un grande anno per la band, poiché “Face the Music” divenne il secondo album consecutivo di ELO a… trasformarsi in oro, ed Evil Woman portò la band ad aumentare il loro pubblico. Strange Magic avrebbe seguito l'esempio, raggiungendo il numero 14 nella classifica statunitense mentre la band occupava incessantemente i mercati Top 40, gettando le basi per il loro album “A New World Record”.

"Avevamo una formazione diversa insieme e abbiamo iniziato a fare questi tour americani, che si sono rivelati incredibilmente buoni", disse Lynne a Classic Rock nel 2019. "Sembravamo un gruppo così strano per un pubblico americano, con due violoncelli, un violino, mellotron e un po' di corno francese. Era solo un suono strano".

 



martedì 29 agosto 2023

“A Plague of Lighthouse Keepers": la suite di "Pawn Hearts" - I Van der Graaf Generator tra solitudine e speranza

 


All’interno dell’album “Pawn Hearts” (1971) dei Van der Graaf Generator, uno dei miei preferiti in assoluto, troviamo la suite “A Plague of Lighthouse Keepers”, suddivisa in dieci sezioni.

Venne incisa nel corso di molte sessioni, in alternanza all'attività live della band. Per questo motivo ci vollero circa quattro mesi per registrarne tutte le singole parti, unite poi in fase di mixaggio.

Il pensiero del tecnico, il produttore John Anthony, tende ad enfatizzare la tecnologia del momento: “La traccia presentava una maggiore ricercatezza rispetto agli altri album, e abbiamo spinto al limite le capacità del Trident, utilizzando ogni singolo strumento presente negli studi di registrazione".

Le sperimentazioni di cui parla Anthony includevano varie tecniche, come la manipolazione del nastro e perlustrazioni sonore tramite l'utilizzo di mellotron e sintetizzatore. David Jackson affermò che una parte venne sovraincisa ben 16 volte. Alle registrazioni partecipò anche Robert Fripp dei King Crimson come ospite alla chitarra, il cui contributo può essere ascoltato nei minuti 8:10-10:20 e verso la fine della canzone.

A proposito delle liriche, Peter Hammill dichiarò: "È semplicemente la storia di un guardiano del faro, di base è solo quella. Viene narrato il suo senso di colpa e i suoi complessi nel vedere morire le persone, lasciando che esse periscano senza poterle aiutare. Non c'è una vera una fine, sta all’ascoltatore decidere la conclusione più appropriata.”

Il narratore lotta contro la solitudine, l'isolamento, la disperazione e il tormento, mentre aspetta che qualcuno lo salvi dalla sua terribile situazione. Il suo isolamento interiore e fisico è reale, ed egli lancia una nota profetica sul fatto che il disastro lo annienterà se non agirà al più presto.

Dalla canzone sgorgano molteplici immagini molto chiare che riflettono il tumulto interiore dell’uomo: gli spettri e gli scheletri delle navi che passano davanti alla sua torre, le onde che si infrangono contro le pietre, le maschere bianche di ossa e mascelle di ferro dei fantasmi.

Mentre il guardiano è testimone di molte cose orribili, si rende anche conto di essere bloccato in un ciclo infinito di sofferenza, e alla fine sembra accettare il suo destino e abbraccia la presenza della notte, riprendendosi dalla tristezza, dal lutto e dal dolore che ha vissuto.

Sono questi gli effetti dell'isolamento, della solitudine, che portano alla sensazione di essere intrappolati a causa delle circostanze determinate dalla vita.

A mio giudizio un capolavoro, rappresentativo di un album di cui non si può fare a meno. 

 


Artista: Van der Graaf Generator

Autore/i: Peter Hammill, Hugh Banton, Guy Evans, David Jackson

Album: Pawn Hearts

Data:1971

Etichetta: Charisma

Durata: 23:04




lunedì 28 agosto 2023

Prevista per ottobre l’uscita di “Yessingles”, la raccolta dei singoli degli YES


 

Yessingles, una raccolta dei singoli della leggenda del prog, uscirà in vinile a ottobre


Una nuova compilation degli Yes, Yessingles, con versioni singole di alcuni dei più grandi successi della band, sarà pubblicata su vinile 140g attraverso Rhino Records il 6 ottobre.

Una versione promozionale di And You And I (Part One), precedentemente non disponibile in formato digitale, è stata rilasciata ai servizi di streaming.

Anche se difficilmente definitivo, il nuovo set contiene la maggior parte dei singoli della band, da Your Move del 1971 (che raggiunse il numero 32 nelle classifiche australiane) fino a Leave It del 1983, che raggiunse il numero 24 nelle classifiche statunitensi quell'anno.

Ignora totalmente tutti i singoli pubblicati dai primi due album della band - Sweetness e Looking Around dall'album di debutto della band del 1969 e Sweet Dreams e la title track da “Time And A Word” del 1970.

Forse più inspiegabili sono le omissioni di It Can Happen da “90125” e uno qualsiasi dei singoli dell'album “Big Generator” del 1987, vale a dire Love Will Find A Way e Rhythm Of Love.

“Big Generator” fu l'ultimo album della band per l'etichetta Atco (una sussidiaria del gruppo Atlantic), dopo di che la band pubblicò “Union” su Arista nel 1991 e poi “Talk” nel 1994, quindi tutte le successive pubblicazioni di singoli sarebbero state probabilmente incluse.

Dopo “Talk”, ogni album degli Yes, da “Keys To Ascension” a “Magnification”, è stato pubblicato dall'etichetta Eagle, con “Fly From Here” del 2011 e “Heaven & Earth on the Frontiers” del 2014 e le uscite più recenti “The Quest” (2021) e “Mirror To The Sky” (2023) che sono state pubblicate sull'etichetta InsideOut.

Yessingles sarà disponibile come versione speciale in vinile splatter presso i rivenditori locali e in una versione standard in vinile nero, entrambe su vinile da 140 g.


Yes: Yessingles 

Side One

1. Your Move – Single Version

2. Starship Trooper: Life Seeker – Single Version

3. Roundabout – Single Edit

4. America – Single Edit

5. And You And I (Part One) – Promo Radio Edit

6. Soon – Single Edit

 

Side Two

1. Sound Chaser – Single Edit

2. Wonderous Stories – Single Version

3. Don’t Kill The Whale – Single Version

4. Into The Lens – Single Version

5. Owner Of A Lonely Heart – Single Version

6. Leave It – Single Remix









domenica 27 agosto 2023

Ricordando Stevie Ray Vaughan


La notte del 27 agosto 1990, dopo aver partecipato ad un grande concerto all'Alpine Valley Music Theater di Alpine Valley Resort, con Eric ClaptonRobert CrayBuddy Guy e il fratello JimmieStephen "Stevie" Ray Vaughan sale su un elicottero per tornare al suo albergo di Chicago. Come dichiarato in seguito dallo stesso Clapton, Vaughan, stanco per il concerto, chiede di prendere il posto di Clapton e partire per primo. Poco dopo il decollo però il velivolo si schianta contro una collina a causa della fitta nebbia e della poca esperienza del pilota in simili condizioni atmosferiche. Nell'impatto oltre allo stesso Stevie Ray Vaughan muoiono il pilota Jeff Brown e i membri dello staff di Eric Clapton, Bobby Brooks, Nigel Browne e Colin Smythee. Nessuno si accorge dell'incidente fino alla mattina seguente, quando l'elicottero non giunge a destinazione.

Stevie Ray Vaughan viene sepolto il 31 agosto 1990 al Laurel Land Memorial Park di Dallas, accanto al padre, morto quattro anni prima nello stesso giorno del figlio. Aveva 36 anni.
Era nato a Dallas il 3 ottobre del 1954, ed è stato uno dei più grandi esponenti della chitarra blues americana. Benché durante la sua breve vita abbia pubblicato solo quattro album in studio e uno live, è noto come uno dei musicisti più dotati e influenti del suo genere. Nel 2003, la rivista Rolling Stone lo mette al 7º posto nella Lista dei 100 migliori chitarristi e Classic Rock Magazine lo mette al 3º posto nella lista dei 100 Wildest Guitar Heroes del 2007.

Stevie Ray Vaughan è il miglior chitarrista che abbia mai sentito suonare
(Eric Clapton)
Questo disse Eric prima della sua scomparsa prematura.

Il nome da solo vale una leggenda, in ambito blues, ed è così che l’ho sempre considerato.
Ma conoscere un nome, sapere magari a quale viso sia abbinato, non significa inquadrare il personaggio, e soprattutto non fornisce indicazioni sul suo effettivo "lavoro".
Ciò che riesce ad uscire dalla sua Fender è quello che normalmente abbiniamo a musicisti di colore, perfettamente a loro agio nella semplicità di struttura del blues e nell’infinita complicatezza che deriva dal far emergere gioia e dolore attraverso le sei corde.
Si dice che per fare il blues occorra avere sofferto, aver vissuto la strada, e l’accostamento porta quasi sempre al popolo di colore, anche se i casi opposti abbondano.
E Stevie Ray Vaughan ne è un esempio… purtroppo non più fisicamente presente.

Hanno detto di lui: 

È stato uno dei più grandi esponenti della chitarra blues americana.
Benché durante la sua breve vita abbia pubblicato solo quattro album in studio e uno live, è noto come uno dei musicisti più dotati e influenti del suo genere
.”


Ho trovato nel sito ufficiale Fender una descrizione esaustiva...

La leggenda di Stevie Ray Vaughan ha squassato gli anni '80 con la forza di un tornado: il suo talento purissimo, il suo playing caratteristico, la forte matrice blues hanno portato a dischi d'oro e tour "tutto esaurito", prima del suo tragico decesso all'età di 35 anni. La sua fama giunge comunque inalterata ai giorni nostri attraverso i puristi del blues e i fan del rock, che parlano di lui come uno dei più influenti bluesman elettrici della storia.Vaughan ebbe il merito di fondere il blues puro delle origini, di Albert King, Otis Rush e Muddy Waters, con la vena rock della chitarra di Jimi Hendrix per creare uno stile nuovo, sconvolgente, in grado di lasciare l'ascoltatore letteralmente senza fiato, in un periodo storico, tra l'altro, in cui il blues non era decisamente all'apice della sua popolarità come genere musicale. Nato e cresciuto a Dallas, Vaughan cominciò a suonare da bambino, ispirato dal fratello più grande, Jimmie. All'età di 17 anni abbandonò la scuola per concentrarsi esclusivamente sulla musica e suonare in una notevole moltitudine di gruppi, che servirono da embrione alla formazione, a fine anni '70, dei Double Trouble, chiamati così da un brano di Otis Rush. A quel tempo, Stevie cominciò anche a cantare, e i Double Trouble si ritrovarono a regnare sul fertile territorio musicale di Austin, Texas. Nel 1982, la performance al Montreux Festival catturò l'attenzione della leggenda del rock David Bowie, che arruolò Stevie Ray per le registrazioni del disco di quell'anno, "Let's Dance". I Double Trouble firmarono quindi con la Epic, e l'anno successivo vide la pubblicazione del primo album, "Texas Flood". Quell'album ebbe un successo immenso, riportò il blues nelle classifiche per la prima volta dalla fine degli anni '60; inevitabilmente, fu immediatamente registrato un nuovo album, e Couldn't Stand the Weather raggiunse posizioni ancora più alte in classifica e un più grande successo, in generale, di "Texas Flood". Il terzo album, "Soul to Soul", vide la luce nell'estate del 1985 e, nel 1987, dopo un intensissimo tour americano, fu pubblicato il live doppio "Live Alive". L'abuso di alcol e droghe minarono pesantemente la salute di Stevie, e lo costrinsero a un lungo periodo di disintossicazione. Nel 1989 finalmente, i Double Trouble tornarono più in forma che mai con "In Step", raggiunsero il 33° posto in classifica, e vinsero un Grammy per il miglior disco di blues contemporaneo, ottenendo il disco d'oro a soli sei mesi dall'uscita della nuova fatica discografica. Il 26 agosto 1990 i Double Trouble suonarono a East Troy con Eric Clapton, Buddy Guy, Robert Cray e Jimmie, il fratello di Stevie Ray. Al termine del concerto, Vaughan si imbarcò su un elicottero per Chicago, ma il velivolo si schiantò pochi minuti dopo il decollo, uccidendo il chitarrista e altri quattro passeggeri.Un disco di duetti col fratello Jimmie era stato registrato poco prima della sua morte e, quando fu pubblicato quello stesso ottobre, entro direttamente al numero 7 in classifica. Successivamente, le numerose uscite discografiche postume e le collezioni di inediti giunsero alla stessa popolarità dei dischi pubblicati da Vaughan da vivo. La Fender, nel 2002, riprodusse la famosa Stratocaster Number One di Stevie e ne fece un modello Signature.


Curiosità - Lo stile

Il caratteristico stile di Stevie Ray Vaughan è spesso paragonato a quello di Jimi Hendrix, dal quale Vaughan ha, per sua stessa ammissione, tratto grande ispirazione. Altre influenze molto evidenti derivano da Albert King,Chuck Berry, Buddy Guy, B.B. King, e da Kenny Burrel, per i brani dalle atmosfere jazz. Lo stile è scandito da fraseggi veloci e movimentati spesso ripetuti, con grande precisione ritmica, ma anche di assoli lenti e melodici. Durante il corso degli anni il sound di Vaughan è variato dall'uso di suoni e riff brillanti e taglienti (stile Albert King) dei primi anni 80, a figurazioni più melodiche e corpose (stile Eric Clapton) all'inizio del 1990. Una particolarità del suono di Vaughan derivava dall'uso di corde di dimensioni a volte molto superiori alla norma, di scalatura 0.13 e talvolta 0.14 fino ad arrivare a scalature estreme come la 0.18/0.74. Renè Martinez, suo tecnico, lo convinse ad abbandonare queste corde in favore di altre di dimensioni più convenzionali per evitare danni alle dita (per ovviare a questi inconvenienti ricopriva i polpastrelli di colla "Superglue", usata anche dai soldati americani in Vietnam per chiudere le ferite in attesa di soccorsi).








sabato 26 agosto 2023

The Songs Of Nick Drake - Toronto, November 18th, 2012


Il grande compositore Nick Drake è stato ricordato negli ultimi anni con uno spettacolo tributo itinerante chiamato "The Songs of Nick Drake".

 

Ricordiamo oggi The Songs Of Nick Drake - Toronto, November 18th, 2012, un concerto tributo al compianto cantautore britannico Nick Drake.

Lo spettacolo presentava una formazione di musicisti che eseguivano le canzoni di Drake, con la partecipazione di un quartetto d'archi che proponeva gli arrangiamenti di Robert Kirby, da lui adottati per gli album di Drake.

Il concerto registrò il tutto esaurito e ricevette recensioni positive dalla critica. Il "Toronto Star" lo definì "un bellissimo e commovente tributo a un grande artista", mentre "Exclaim!" affermò che la manifestazione rappresenta "un must per i fan di Nick Drake".

L’evento è stato registrato e pubblicato in DVD e CD nel 2013 ed è un prezioso documento che omaggia un artista molto amato, una registrazione che piacerà ai fan di Nick Drake, vecchi e futuri, sempre più numerosi.

Gli arrangiamenti visti nel video spaziano da sezioni di archi complete a numeri rock diretti a interpretazioni acustiche ridotte.

Il documento si può considerare uno spettacolo vario con molti cantanti, ma il filo conduttore è rappresentato dalle canzoni di Nick Drake.

Consigliatissimo!

 



LA SET LIST

1. Luke Jackson: Introduction (00:00)

2. Kurt Swinghammer: River Man (01:47)

3. Oh Susanna: Place To Be (06:46)

4. Kevin Kane: Free Ride (11:46)

5. Luke Jackson: Parasite (16:04)

6. David Matheson: At The Chime Of A City Clock (21:12)

7. Don Kerr & Ron Sexsmith: Time Has Told Me (25:55)

8. David Celia: Hazey Jane II (31:29)

9. Brent Jackson: Things Behind The Sun (35:29)

9. Sahra Featherstone: Clothes Of Sand (39:12)

10. Mike Evin: Black Eyed Dog (44:49)

11. Kurt Swinghammer: Three Hours (50:14)

12. Oh Susanna: One Of These Things First (56:24)

13. Ron Sexsmith: Day Is Done (1:01:10)

14. Kevin Kane: Northern Sky (1:04:01)

15. David Celia: From The Morning (1:07:29)

16. Oh Susanna: Fly (1:12:21)

17. Andrea Kovats: Sunday (1:16:16)

18. Kurt Swinghammer & Kathryn Rose: Poor Boy (1:19:51)

19. Kevin Kane: Voice From The Mountain (1:25:37)

 


Ecco un elenco dei musicisti che si sono esibiti al concerto:

 

LA BAND

Don Kerr – batteria

Jason Mercer – basso

Kurt Swinghammer – chitarra

David Matheson – piano


L’ORCHESTRA

Alex Cheung – violino

Sahra Featherstone – violino

Matt Coleman – violino

Johann Lotter – viola

Norman Hathaway – viola

Wendy Solomon – violoncello


CON:

Todd Porter – sassofono su “At The Chime Of A City Clock”, “Hazey Jane II” e “Poor Boy”

Brian Walters – tromba su “Hazey Jane II”


venerdì 25 agosto 2023

La ripartenza di Greg Lake dopo la scissione degli ELP


 

Greg Lake ebbe a dire dopo la scissione degli ELP:

 

"Mi sono scrollato di dosso i consigli e mi sono buttato a capofitto nella sperimentazione di diverse idee musicali. Ma non è stata la mia migliore mossa di sempre!"

In seguito, descrisse il suo deludente album di debutto solista come "su chi non sono, piuttosto che su chi sono".


Dopo lo scioglimento di Emerson, Lake e Palmer nel 1978, Greg Lake intraprese una carriera solista che durò solo due album. Nel 2011 (cinque anni prima della sua morte) ha guardato indietro ad una parte frustrante di una carriera altrimenti illustre.

Quando si è trascorsa la parte migliore di un decennio con una delle più grandi band del mondo, proporsi da solo può essere scoraggiante, anche se sei affermato come artista importante. Ma questa era la situazione di Greg Lake quando gli ELP si sciolsero nel 1978.

A quel tempo, le azioni del trio erano crollate e Lake considerò seriamente cosa fare dopo. "C'erano due cose che potevo fare. Proporre il mio album o semplicemente sedermi e non fare nulla. E quest'ultima era un'opzione seria. Ad essere onesti, la mia più grande preoccupazione era come andare avanti musicalmente parlando. In realtà non avevo una direzione in mente, ma guardavo in tutte le direzioni. Ora, mi guardo indietro e penso che la mia migliore mossa della carriera sarebbe stata quella di rimanere fedele a quello che stavo facendo negli ELP, e prima ancora con i King Crimson. In altre parole, rimanere nell'area del rock progressivo. Alcune persone hanno provato a dirmelo, ma io mi sono scrollato di dosso i loro consigli e, al contrario, mi sono buttato a capofitto nella sperimentazione di diverse idee musicali: non è stata la mia mossa migliore di sempre".

Inizialmente, Lake andò a Los Angeles e registrò con i Toto, ma queste sessioni furono per lo più scartate. Alla fine, trovò la persona giusta per galvanizzarlo, l'ex chitarrista dei Thin Lizzy Gary Moore.

"Gary e io andavamo molto d'accordo. Era un chitarrista incredibile e non credo abbia mai avuto il credito che meritava rispetto a quello che poteva fare. Il problema è che la gente vedeva Gary come un blues man o un musicista heavy metal. Dava il suo meglio, però, quando scavava nelle sue radici celtiche. Come me, Gary non ha mai optato per una direzione musicale, ma era un grande musicista con cui era piacevole lasciarsi andare”.

L'album omonimo risultante, pubblicato nel 1981, era una sorta di patchwork di stili e musicalità. Un'intera batteria di musicisti di alto livello lavorò con Lake - tra cui Steve Lukather dei Toto, Jeff Porcaro e David Hungate - ma ciò che ne venne fuori mancava di coesione.

"Non ero affatto concentrato. Con il senno di poi, forse avrei dovuto prendermi molto più tempo, raccogliere i miei pensieri e solo allora andare in studio. Ma mi afffrettai, e qui è in parte perché l'etichetta discografica [Chrysalis] e il mio management mi spinsero a fare qualcosa a tutti i costi. Insomma, volevano che l'album uscisse il più velocemente possibile.

Lo registrai un po’ ovunque. Prima a Los Angeles, poi tornai in Inghilterra e ristrutturai un mulino che avevo comprato, trasformandolo in uno studio, e feci alcune cose lì. Quindi, quello che si capta dall'album è un senso di frustrazione. Lo ascolto ora, e so come avrei potuto evitare di farlo sembrare così irregolare".

Una cosa di cui Lake è orgoglioso è che nell’album appare una canzone co-scritta con Bob Dylan. Beh, appare un credito su “Love You Too Much”, anche se non l'ha scritta direttamente con Dylan. "Chiesi a un mio amico, che era il tour manager di Dylan, se avesse qualche canzone inedita che avrei potuto usare nell'album. Dylan mi mandò “Love You Too Much”. L'aveva completata solo parzialmente, ma mi suggerì di fare il resto come volevo. Per me fu un grande onore. Sono sempre stato un suo grande fan, ed è stata quella una delle rare volte in cui ha permesso a un uomo di avere un credito di co-scrittura al suo fianco. Mi piaceva raccontare alla gente come ci sedevamo e scrivevamo insieme. Ma in realtà sono stronzate. Non ci siamo mai incontrati!".

L'album andò male, arrivando solo al numero 62 nelle classifiche del Regno Unito e degli Stati Uniti, e vendette circa 150.000 copie in tutto. Un crollo drammatico rispetto ai giorni di vendita multimilionaria di ELP. Lake, però, incolpò fermamente l'etichetta discografica. "Mi ingaggiarono pensando che fossi per loro garanzia di “facile denaro”. Pensavano di avere tra le mani un artista che avrebbe venduto oltre un milione di copie, ma chiunque capisca il modo in cui funziona la musica rock saprà che solo perché sei stato in una grande band non significa che sarai grande anche come artista solista. Anzi, è vero il contrario.

Le aspettative erano così alte che fecero pochissimo marketing, e quando videro che l'album non ebbe successo, persero interesse. Non ero affatto insoddisfatto perché per me questo avrebbe dovuto essere l'inizio di un processo di costruzione graduale, ma ciò non è mai accaduto.

Ora lo ascolto non come un album completo, ma come una cronaca del viaggio musicale che stavo facendo in quel momento. C'è molta confusione, e ho fatto un grosso errore nel non attenermi alla musica che mi aveva influenzato nel corso degli anni. Pensavo di poter provare altre cose e mi sbagliavo. Quindi l'album d’esordio di Greg Lake parla in realtà di chi non sono, piuttosto che di chi sono".

Dopo la pubblicazione, Lake mise insieme per il tour una band di valore, con Moore, il tastierista Tommy Eyre, il bassista Tristian Margetts e il batterista Ted McKenna (Lake era il cantante / chitarrista del progetto).

"Una volta messa in piedi la band tutto cominciò ad avere un senso. Riuscivo a concentrarmi e le canzoni cominciarono a ritrovarsi da sole. Spesso penso che avrei dovuto prima mettere insieme questa band, andare in tour e lavorare correttamente sulle canzoni, e poi registrarle. Ma sono stato coinvolto dalla fretta di altri, che hanno visto la luce dei dollari!”.

Con la giusta band di supporto Lake si sentì più a suo agio per il successivo album solista, “Manoeuvres”, del 1983. Non c'erano canzoni rimaste dalle sessioni per il suo primo album solista; quindi, dovette mettere tutto insieme partendo da zero. Ma ciò che Lake fece fu coinvolgere la band nel processo di scrittura, in particolare Moore. "Queste erano persone che avevano guadagnato la mia fiducia nel corso dei viaggi fatti assieme. A quel punto mi sentivo come se fossi tornato in una band, ed ero a mio agio in quella situazione. Gary e io eravamo cresciuti molto vicini, musicalmente, sapeva cosa stavo cercando, e mi sono appoggiato un bel po' a lui per sistemare le canzoni. Nel complesso, penso che abbiamo avuto più ragione che torto in quel disco".

Tuttavia, c'è una canzone che Lake rimpiange di aver incluso, vale a dire “Famous Last Words”. "Ero sotto pressione perché Chrysalis stava cercando un singolo di successo. Continuavano a chiedermi di dare loro qualcosa come “Lucky Man”, che era stato una grande hit per ELP. Pensavano che potessi sedermi e scrivere un'altra canzone del genere senza nemmeno battere ciglio. Idioti! Si può dire che “Famous Last Words” non è qualcosa di cui eravamo felici, e non è stato nemmeno vicino ad essere un successo".

Stranamente, mentre “Manouevres” ha venduto male, e non ha nemmeno eguagliato ciò che era stato raggiunto col disco di debutto, probabilmente ha resistito meglio nel tempo. Il fatto che Lake avesse una vera e propria band gli diede molta più concentrazione. Quando lo si riascolta si può effettivamente sentire l'inizio di qualcosa che avrebbe potuto avere una vera longevità, se solo tutti gli altri avessero creduto in quello che stava succedendo.

"Avevo ancora problemi con la direzione musicale, ma si stava procedendo, seppur lentamente", disse Lake. "Il vero problema arrivò dall'etichetta e dal management che persero interesse dopo due flop consecutivi. Se solo avessi resistito alla pressione e impiegato molto più tempo durante il debutto, allora le cose sarebbero potute andare diversamente. Come si è scoperto, però, quando mi sono sistemato, non avevo davvero una carriera solista di cui parlare".

Come molti artisti di alto profilo, Lake improvvisamente sentì che il lato negativo nell’essere un artista solista superava di gran lunga qualsiasi aspetto positivo. Mentre essere responsabile del proprio destino aveva i suoi ovvi vantaggi, di contro non aveva nessun posto dove “nascondersi”, sopportando da solo la pressione finanziaria.

"Ero abituato a stare in una band, King Crimson ed ELP, dove si condividevano le cose. Ma ora ero il capo di me stesso. All'inizio è stato fantastico non dover chiedere il permesso a nessun altro prima di decidere le cose. E poi ti rendi conto che non è così semplice. Stai pagando per tutto e affronti le conseguenze di decisioni sbagliate senza nessun altro a cui appoggiarti. Sarebbe stato fantastico per il mio ego avere la Greg Lake Band, ma poi avrei dovuto fare il conto con un gruppo di persone assunte che non erano certo lì per dare una mano nei momenti difficili."

Nel 1983, Lake abbandonò le sue ambizioni soliste per non tornare mai più su quei passi. Ammette di aver pensato occasionalmente di fare un altro album da solo, trovando sempre una scusa per non riattivare quei piani. "Ho trascorso gli ultimi 25 anni o giù di lì lavorando in diverse collaborazioni, con Keith, Geoff Downes [il progetto abortito “Ride The Tiger”] e anche ELP. Ho resuscitato la Greg Lake Band per un tour [nel 2005], e si parlava di andare oltre, ma ho ricevuto poco incoraggiamento a farlo".

Questa di Greg Lake è l’immagine di un uomo che ha avuto un enorme successo in gruppo, ma che appare particolarmente insoddisfatto come artista solista. Un uomo che prospera nelle situazioni in cui è un leader, ma non troppo a suo agio se tutto il peso è sulle sue spalle.

 "Ho imparato una cosa: è meglio trattare con musicisti alla pari piuttosto che essere un unico e solitario direttore d’orchestra!".


 


ARTICOLO ORIGINALE


 

giovedì 24 agosto 2023

I King Crimson annunciano la celebrazione del 50° anniversario di “Larks Tongues In Aspic”

 


La nuova ristampa di “Larks Tongues In Aspic” contiene nuovi remix di Steven Wilson del 2023 e uscirà a ottobre

 

I King Crimson hanno annunciato che pubblicheranno una nuova edizione di “Larks Tongues In Aspic” per celebrare il 50° anniversario del loro quinto album in studio, rilasciato in origine nel 1973; la pubblicazione avverrà attraverso Panegyric Records il 13 ottobre.

La nuova ristampa arriva in un set di due Blu-ray e due CD, e in edizione in vinile a due LP. Il set Blu-ray e CD contiene nuovissimi mix 2023 in Dolby Atmos, DTS-HD MA 5.1 Surround Sound e Hi-Res Stereo di Steven Wilson, nuovi Elemental Mixes di David Singleton, le registrazioni complete di ogni sessione registrata per l'album (tutto questo materiale è stato mixato dalle esibizioni originali ed è presentato su disco per la prima volta in Hi-Res 24/96 stereo),  Mix stereo Hi-Res dei master stereo originali e del documentario audio di David Singleton sulla registrazione dell'album “Keep That One, Nick” precedentemente incluso nel cofanetto del 2012. Queste sono le uniche inclusioni ad essere state emesse in precedenza.

I CD includono il mix stereo del 2023 e strumentali dell'album e i mix e le bobine master selezionate. La nuova ristampa si presenta come un'edizione con copertina apribile 2 x contenente i singoli dischi più libretto con note di copertina del biografo dei King Crimson e scrittore Prog Sid Smith, confezionato in un cofanetto rigido.


IMMAGINI DI REPERTORIO

L'edizione vnyl contiene due LP da 200g con i nuovi mix di Steven Wilson e David Singleton.

Larks Tongues In Aspic” presentava una formazione incredibile dei King Crimson che comprendeva Bill Bruford alla batteria, il compianto John Wetton al basso, il percussionista e batterista Jamie Muir e il violinista David Cross insieme al pilastro Fripp, che è stato spinto a dichiarare: "Questa band è più King Crimson di quanto non sia mai stata. Tutti gli ideali e le aspirazioni originali sono lì: amore rispetto e idee compatibili. È una band magica!"

Fu l'unico album dei King Crimson con Jamie Muir, e un anno dopo l'uscita dell'album - dopo altri due album, “Starless And Bible Black” e “Red” (entrambi pubblicati nel 1974) - Fripp sciolse la band.


      IMMAGINI DI REPERTORIO


King Crimson: Larks Tongues In Aspic 50th Anniversary tracklist

Blu-ray I - NTSC, All Zones (ABC), playable on all BD players & drives Dolby Atmos, DTS-HD MA 5.1 & LPCM Stereo 24/96, all previously unreleased: 

Larks' Tongues in Aspic - 2023 mixes. Dolby Atmos, DTS HD-MA 5.1 Surround, LPCM 24.96 Stereo 

Elemental Mixes (24/96 Stereo) 

Instrumental Mixes (24/96 Stereo) 

Blu-ray II - NTSC, All Zones (ABC), playable on all BD players & drives Dolby Atmos, DTS-HD MA 5.1 & LPCM Stereo 24/96, all previously unreleased except * 

Original Masters (24/96 Stereo) * 30th Anniversary Master 

The Session Reels 

1. "Keep That One, Nick" * 

Complete Recording Sessions (24/96 Stereo) January 16th, 1973 

Larks’ I - Takes 1 to 10

Larks’ I - Takes 12 to 18 & 20 to 22

Larks’ II - Take 1

Book Of Saturday - Take 1

Book Of Saturday - Take 1 Overdubs & 2nd Main Vocal Take 

January 17th, 1973 

Larks’ I - Edit 2 Takes 1 to 11

Larks’ I - Edit 2 Take 12 & Overdubs

Larks’ I - 4/4 Section Remake Takes 1 to 4

Larks’ I - 4/4 Section Remake Takes 5 to 9 & 11 to 17 Larks’ I - 2nd Edit Takes 1 to 6

Larks’ I - 2nd Edit Take 1 with Overdubs 

January 18th, 1973 

Larks’ I - Bill Drum Check Larks’ I - Jamie Drum Check Larks’ II - Takes 1 & 2 

January 19th, 1973 

Larks’ I - 7/8 Section Remake Takes 1 to 5 Larks’ I - 4/4 Section Remake Takes 1 to 9 

January 20th, 1973 

Larks’ I - 4/4 Section 2nd Remake Takes 10 to 20 

January 21st, 1973 

Larks’ I - 4/4 Section 2nd Remake Takes 21 to 26 

January 23rd, 1973 

Easy Money - Takes 1 to 9

Easy Money - Takes 10 & 11 Jamie Various Atmosphere Takes Jamie More Atmosphere Takes 

January 24th, 1973 

Easy Money - Remake Takes 1 to 6 Easy Money - Remake Takes 7 to 9 Intermezzo Takes 1 to 6 

Intermezzo Takes 7 to 16 Intermezzo Takes 19 to 25 

January 25th, 1973 

The Talking Drum - Takes 1 to 3

The Talking Drum - Take 3 (Complete) Larks’ I - 2nd Edit Takes 1 to 5

Larks’ I - Final Edit Remake Non Takes 

January 26th, 1973 

Exiles - Takes 1 to 3

Exiles - Takes 5 & 6

Exiles - Master Reel Take 4 Backing

Exiles - Master Reel Take 4 Overdubs 1 Exiles - Master Reel Take 4 Overdubs 2 Exiles - Master Reel Take 4 Vocal Overdubs 

January 30th, 1973 

The Talking Drum - Remake Takes 1 to 6

Larks’ I - Master Bass Drums Percussion 4/4 section Larks’ I - Master Bass Drums Percussion 7/8 section Larks’ I - Master Guitar 4/4 Section Pass 1

Larks’ I - Master Guitar 4/4 Section Pass 2

Larks’ I - Master Guitar 4/4 Section Pass 3

Larks’ I - Master Guitar and Violin 7/8 Section

Larks’ I - Master Intermezzo Part 1

Larks’ I - Master Intermezzo Part 1 Overdubs

Larks’ I - Master Intermezzo Part 2

Larks’ I - Master Introduction David & Jamie

Larks’ I - Master Introduction Overdubs

Larks’ I - Master Last Section Newspaper Readings

Larks’ I - Master Lead Guitar Overdubs

Larks’ I - Master Opening Bass, Drums, Guitar, Percussion Larks’ I - Master Opening Violin and Guitar

Larks’ I - Master Last Section Violin And Guitar 

January 31st, 1973 

Easy Money - Master Ambient Overdubs to the End Easy Money - Master Backing Track to the End Easy Money - Master Intro Backing Track

Easy Money - Master Intro Jamie Overdubs 

Easy Money - Master Intro Vocal Overdubs Easy Money - Master Vocal Overdubs to the End The Talking Drum - Master Reel Backing Track The Talking Drum - Master Reel Overdubs Larks’ II - Master Reel Backing Track

Larks’ II - Master Reel Overdubs

Larks’ II - Master Reel Violin Solos

 

CD 2 

February 1st, 1973 

Book Of Saturday - Takes 1 to 3 & 5 to 10

Book Of Saturday - Master Reel Bass Pass 1, Guitar, Violin

Book Of Saturday - Master Reel Guide Vocals, Guitar, Violin Overdubs Book Of Saturday - Master Reel Bass Pass 2, Vocals with Vocal Overdubs 

CDs: All material newly mixed/released

 

CD 1 

Larks' Tongues in Aspic (2023 Mix and Instrumentals) 

Larks' Tongues in Aspic (Elemental Mixes and Selected Master Reels)