Jethro Tull, Jimi Hendrix, Yes and Pink Floyd.
domenica 31 marzo 2024
Ricordando Wegg Andersen
Jethro Tull, Jimi Hendrix, Yes and Pink Floyd.
sabato 30 marzo 2024
In memoria di RAY SHULMAN, mancato un anno fa
Era il più giovane dei tre fratelli dei Gentle Giant
ed era considerato il collante che teneva insieme l'incredibile musica della
band. L'influenza del bassista e violinista Ray Shulman può essere
ascoltata in tutti i lavori più noti del gruppo, che includono The Power And
The Glory, Free Hand e Octopus.
La sua morte, avvenuta all'età di 73 anni, ha lasciato
un'eredità impressionante per gli aspiranti artisti che preferiscono che la
loro musica abbia una vena più soddisfacente.
In un modo o nell'altro, Ray Shulman era destinato ad avere
una vita nella musica. Nato l'8 dicembre 1949, è conosciuto soprattutto come
membro dei Gentle Giant, ma avrebbe potuto facilmente diventare una star del
violino nel mondo classico.
Ray era un talento musicale prodigioso, abile sia con il violino che con la chitarra. I suoi genitori non vedevano l'ora che entrasse a far parte dell'Orchestra Nazionale Giovanile della Gran Bretagna, ma il fratello Derek aveva altre idee. Elettrizzato dall'arrivo dei Beatles, iniziò a forgiare la propria eredità musicale, formando la sua prima band con gli amici del liceo. Un giorno, mentre provavano nella sala d'ingresso degli Shulman, Ray iniziò a strimpellare il suo violino. Notando che suo fratello era chiaramente il musicista più talentuoso nella stanza, Derek gli chiese di unirsi a lui.
"Questo è stato l'inizio del viaggio dei fratelli
Shulman nel sordido ma incredibile mondo della musica popolare", dice
Derek Shulman. "Ho pensato: 'Se i Beatles ce la fanno, beh, posso
farcela anch'io!' Con grande sgomento dei nostri genitori, Ray preferiva
suonare musica R&B e soul piuttosto che suonare Bach e Bartók. Dovrei
essere dispiaciuto, ma onestamente non lo sono, perché se non fosse stato per
Ray niente di quello che è successo sarebbe potuto accadere".
Compie gli anni Eric Clapton, lo ricordo attraverso un suo brano simbolo, "Layla"
Patricia Ann Boyd raccontò tutto senza censura, nella biografia "Wonderful Today".
Non lo vidi più per tre anni, fece quello che aveva detto, divenne schiavo dell'eroina. Ma lui e noi tutti prendevamo già un sacco di roba: cocaina, marijuana, stimolanti, tranquillanti".
Ci ha lasciato Gerry Conway
La pagina
ufficiali del festival di Cropredy conferma una terribile notizia:
R.I.P. Gerry Conway
Riposa in pace Gerry Conway
Ci è appena giunta la notizia che il nostro caro amico Gerry Conway è morto.
Gerry era un musicista incredibile e il suo impressionante curriculum è iniziato molto prima che si unisse ai Fairport Convention.
Batterista e percussionista in tante registrazioni di Cat
Stevens e Fotheringay, il suo nome si è diffuso in lungo e in largo e non c'è
un solo musicista vivente che non invidia il suo percorso.
Ha portato ai Fairport Convention un'impeccabile comprensione
del 'feeling' e del cameratismo, in più, quando abbiamo iniziato a fare i tour
acustici più tranquilli, un senso unico di sottigliezza e comprensione di ciò
che era richiesto.
I nostri pensieri e le nostre condoglianze vanno alla sua
compagna Jacqui e alla sua famiglia.
Riposa in pace Gerry".
venerdì 29 marzo 2024
I Lindisfarne annunciano il cofanetto di tre dischi "Mercury Years" e nuove date dal vivo (non in Italia!)
L'attuale line-up dei Lindisfarne
annuncia anche un massiccio tour di 60 date nel Regno Unito
I folk proggers Lindisfarne hanno annunciato un enorme tour di 60 date nel Regno Unito che va da aprile fino al tradizionale spettacolo stagionale di fine tour della band all'O2 City Hall di Newcastle il 21 dicembre, e include apparizioni al Tredegar House Folk Festival di Newport, al Weyfest di Guildford e al Lindisfarne Festival.
"La gente continua ad amare i Lindisfarne e mentre questo movimento prosegue noi andiamo avanti", ride Rod Clements, membro fondatore e unico membro originale. "Ogni anno sembra di organizzare più spettacoli di quello precedente e siamo entusiasti di aggiungere l’02 City Hall nostro itinerario nel 2024".
Allo stesso tempo, un nuovo cofanetto di tre dischi, Brand New Year: The Mercury Years 1978-1979, sarà pubblicato dalla Cherry Red Records il 24 maggio. Il cofanetto include tutte le registrazioni della band per Mercury, con 15 tracce inedite su CD.
La formazione 'classica' dei Lindisfarne si riunì nel 1978 dopo che la band si era presa una pausa di due anni e firmò per l'etichetta Mercury, per la quale registrarono il doppio album dal vivo “Magic In The Air”, registrato all'originale spettacolo di reunion al Newcastle City Hall, e due album in studio, “Back And Fourth” del 1978, che generò la hit Run For Home. e il meno riuscito “The New”s del 1979.
Una raccolta di quattro dischi di Alan Hull,
l'antologia di 90 tracce Singing A Song in the Morning Light, che
contiene 77 brani inediti, con diverse dozzine di titoli precedentemente non
documentati, è ora disponibile per Cherry Red Records.
Lindisfane Live Dates
Apr 4: Leicester O2 Academy
Apr 5: Newbury Arlington Arts Centre
Apr 6: Emsworth St James' Church
Apr 7: Bournemouth 02 Academy
Apr 13: Clitheroe The Grand
Apr 14: Wetherby Folk Club (The
Engine Shed)
May 10: Bradford-On-Avon Wiltshire
Music Centre
May 11: Pontardawe Pontardawe Arts
Centre
May 12: Newport Tredegar House Folk
Festival
May 17: Whitby Whitby Pavilion
May 18: Morpeth West Benridge Farm
May 24: London Cadogan Hall
May 25: Canterbury Colyer-Fergusson
Hall
May 26: Banbury The Mill Arts Centre
July 14: Newcastle Upon Tyne Palace
of Arts at Wylam Brewery
Aug 10: Edinburgh The Queen's Hall
Aug 16: Farnham Weyfest
Aug 23: Chepstow Castell Roc 2024
Aug 25: CottinghamFolk Festival
Aug 30: Beal (Northumberland)
Lindisfarne Festival
Sep 1: London O2 Shepherd's Bush
Empire (Fully seated)
Sep 12: Sunderland The Fire Station
Sep 13: Bowness-On-Windermere The Old
Laundry Theatre
Sep 14: Bowness-On-Windermere The Old
Laundry Theatre
Oct 3: Stockton-On-Tees ARC -
Stockton Arts Centre
Oct 4: Lowdham Village Hall
Oct 5: Grantham Guildhall Arts Centre
Oct 6: Bury St Edmunds The Apex
Oct 19: Stroud Subscription Rooms
Oct 20: Frome Cheese and Grain
Oct 29: Milton Keynes The Stables
Oct 30: Halifax Victoria Theatre
Halifax
Oct 31: Settle Victoria Hall
Nov 1: Settle Victoria Hall
Nov 2: Lytham St Annes Lowther
Pavilion
Nov 17: Worcester Huntingdon Hall
Nov 27: Carlisle Old Fire Station
Nov 28: Carlisle Old Fire Station
Nov 29: Morecambe The Platform
Nov 30: Forfar Angus - The Reid Hall
Dec 1: Aberdeen Lemon Tree
Dec 6: Kinross Backstage at the Green
Hotel
Dec 7: Kinross Backstage at the Green
Hotel
Dec 13: Manchester The Stoller Hall
Dec 14: Liverpool Liverpool
Philharmonic - Music Room studio
Dec 15: Liverpool Liverpool
Philharmonic - Music Room studio
Dec 21: Newcastle Upon TyneO2 City
Hall
giovedì 28 marzo 2024
Ohio Express, la band dell'indimenticabile “Yummy Yummy Yummy”
mercoledì 27 marzo 2024
Valerio Billeri-Fabio Mancini: “Verso Bisanzio”
Valerio Billeri-Fabio Mancini
“Verso Bisanzio”
Moonlight Record
Per l’ottava volta in undici anni mi
appresto a commentare un album di Valerio Billeri, e ciò mi serve per
sottolineare che ho avuto modo nel tempo di assistere ai cambiamenti che caratterizzano
la vita di un musicista che, grazie alla sua arte, riesce a fissare per sempre
e per tutti le tappe di una normale evoluzione personale.
Il filo conduttore che lega l'insieme dei suoi progetti, e che va oltre i contenuti, è la ricerca del minimalismo espressivo, tipico
del blues - genere che mi ha permesso di avvicinarmi a Valerio molti anni fa -, idea che spesso cozza con l’esuberanza giovanile, quella che spinge verso la
ricerca della complessità a tutti i costi, tanto per “rimirarsi allo
specchio”. Il concetto di composizione/proposizione che muove i progetti di
Billeri non prevede fiocchi di abbellimento formali, perché la grande bellezza
risiede nel contenuto, ed è questo un modus propositivo che sfida le leggi
della comunicazione.
Bluesman, folkman, chitarrista, poeta, sempre in equilibrio tra passato e attualità, Valerio Billeri ci propone ora “Verso Bisanzio”, album realizzato assieme a Fabio Mancini. Per conoscere un po’ della loro storia e info sull’album cliccare sul link a seguire….
https://athosenrile.blogspot.com/2024/03/valerio-billeri-e-fabio-mancini-verso.html
Sono sette i brani che compongono l’album, con la presenza di una cover, la finale “Summer in a solitary beach” di Battiato. Mancini è autore dell’unico brano strumentale “Finis Terrae”.
Siamo di fronte ad una città divina
ed a un sogno lungo un’eternità e i personaggi che si muovono nel disco chi
attraverso o la morte o il sogno o la brama di un ritorno a casa o di una nuova
terra la scorgono per un attimo… meravigliosa, accecante un miraggio. (Billeri)
Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul…
un viaggio in quella terra… in quelle terre… provoca azione catartica
inaspettata, e in questo caso faccio riferimento ad esperienza personale.
Il viaggio di Billeri, recente o
lontano, reale o immaginato, porta a tracciare un percorso interiore composto
da riflessioni e figure che prendono forma nel corso dell’ascolto, mantenendo
sempre il modus minimalista che si sintetizza nella triade voce/chitarra/violino.
Ed è proprio quest’ultimo strumento che crea atmosfere orientaleggianti che
evocano la cultura mediterranea e il profumo magico della storia rivisitata e
sognata secondo un disegno personalizzato e ragionato.
Il fil rouge di questo concept album riporta a considerazioni legate allo sgomento procurato dal buio, inteso come metafora del “non conosciuto”, un limite, superato il quale ci si troverà di fronte l’impossibilità di gestire il futuro, ammesso che questo esista. Ogni cambiamento reca in sé insicurezza e disagio, ma appare complicata l’accettazione di una totale fine materiale a favore di un nuovo inizio intangibile, verso orizzonti che appaiono dai diversi contorni in funzione del grado di fede che ci accompagna.
Sintetizzo…
Si parte verso un percorso onirico
alla ricerca della medicina che possa lenire il dolore e Bisanzio appare come
il luogo perfetto; i protagonisti sono anime comuni, magari figure perfette
rispetto ad occhi terzi ma cariche di segreti da custodire con tenacia.
Rifugiarsi nei sogni potrebbe essere una soluzione soddisfacente, ma a tempo
determinato, mentre cercare appagamento nell’arte e nell’impegno conseguente
unisce il giusto pragmatismo di cui si ha bisogno anche navigando mari
sconosciuti.
La fede e il credere in un qualsiasi
Dio aiuteranno e permetteranno di sopportare ogni tipo di intemperia.
Forse arriverà il momento del ritorno ai passi iniziali, come un circolo che deve chiudersi a tutti i costi, e dopo l’approdo arriverà una nuova partenza, perché “il viaggio” alla ricerca di nuovi mondi - e di sé stessi - è caratteristica imprescindibile dell’essere umano.
Billeri e Mancini propongono sette
tessere di un mosaico dalla bellezza estetica e contenutistica uniche.
Brani asciugati e scarni, privi di orpelli, ma carichi di sonorità coinvolgenti che diventano il carburante per il passaggio di pensieri profondi, di alta valenza culturale, argomenti che accompagnano la nostra vita ma la cui importanza si acuisce nel periodo della maturità.
È questo il cantautorato che preferisco e che consiglio!
I BRANI
1 VERSO BISANZIO
2 IL SIGNORE D'ORO
3 ELECTRA
4 FINIS TERRAE
5 STABAT MATER
6 NOSTOS
7 SUMMER IN A SOLITARY BEACH
Valerio Billeri e Fabio Mancini -"Verso Bisanzio"-Bio degli autori e presentazione
Verso Bisanzio
Questo nuovo album di Valerio Billeri è vecchio. Nel senso di
antico, non di stanco. Anzi, c'è un'energia possente, vigorosa, in queste
poche, scarne, canzoni, l'energia quella vera, quella trattenuta.
È antico questo album perché è “originale”, risale su o se
vogliamo indietro, verso la fonte, l'origine. Sto parlando delle origini del
cammino musicale di Billeri che ha sempre amato ripercorrere i grandi miti
poetici e letterari, pensiamo all'album Pequod, ma anche le origini del mondo,
o almeno dell'Occidente, che si trovano proprio lì, a Bisanzio, cioè in Asia,
in Medio Oriente, a metà strada tra Roma e Atene da una parte e Gerusalemme
dall'altra. E qui c'è Bisanzio sin dalla prima canzone, la title track, e c'è
Gerusalemme. Verso Bisanzio, che prende lo spunto da Yeats, cioè verso Ilio,
Troia. Che è il luogo da cui si parte per tornare a casa, come raccontavano gli
antichi poeti e come canta oggi Billeri in Nostos (appunto: ritorno).
Le due canzoni si richiamano in modo circolare, aprendo e
chiudendo simbolicamente l'album; se in Verso Bisanzio lo sfondo, il colore, è
quello del tramonto (“scendi dal cielo/ tramonto d'oro”) in Nostos la luce è
quella dell'alba (“guarda dove s'alza il sole”) e se in Verso Bisanzio le vele
sono in amme, in Nostos “spinge il vento le tue vele”, tutto a indicare una nuova
ripartenza, e allora forse il navigante non è tanto Ulisse ma Enea che fa vela
verso la nuova/antica patria, Roma, così amata dal cantautore.
Ma non solo la Grecia e Roma, qui c'è anche Gerusalemme,
ovvero la spiritualità, il sacro: già nella prima canzone dell'album Billeri
deve ammettere che è necessario togliersi “le
scarpe da lavoro”. Ed entriamo con lui nella cruna della
storia, nel crocevia del tempo, dove umano e divino si incontrano e
misteriosamente si abbracciano.
Tutto questo è lo Stabat Mater di Billeri, secondo brano
dell'album che ci dona versi come questi: “Stava la madre / davanti a suo glio
/ contorto come un rovo / sul freddo legno / e malgrado gli angeli / cantassero
il Gloria / stava la madre / con la sua memoria”. Canzone vertiginosa anche a
livello teologico, con il mix tra il Venerdì Santo e il Natale (con il Gloria cantato
dagli angeli), tra la morte e la nascita, ma canzone che anche detta la
sonorità di tutta la raccolta. Una sonorità che può essere riassunta in quel
“contorto come un rovo”.
C'è un suono torvo, livido, in queste canzoni che sembrano
fatte di “sabbia e sale” come Billeri canta nella title track. E qui troviamo
anche le altre origini, quelle del cammino musicale di Billeri che in questa
nuova opera prosegue nel lavoro michelangiolesco di “ablatio”, di scavare e
togliere.
Il cantautore si inoltra nel bosco di cui canta in Electra,
in un “cuore scuro”, dove la conoscenza si ferma e deve lasciare spazio ad
altro.
Un album antiilluminista si potrebbe dire, perché fatto di
materia, carne e sangue e di un lavoro di lima che riduce tutto all'essenziale,
per far splendere il “marmo” di queste canzoni ruvide, aspre e levigate. Viene
in mente l'album Nebraska di Springsteen, o The Boatman's call di Nick Cave. O
forse qualcosa ancora più folk, scritto oggi ma che risale a millenni fa,
contemporaneo di qualche aedo greco o profeta veterotestamentario, e tutto sta
insieme, passato e presente, concentrato in pochi semplici accordi e
nell'abbraccio fatto di parole/pensieri/ricordi di Maria, la Mater che tiene e
trattiene “attimi e anni”.
Andrea Monda
Valerio Billeri, cantautore romano con 11 dischi all'attivo. Una carriera
musicale che inizia nei primi anni ’90 e va dal blues e al folk americano delle
origini al rock, fino alla musica elettronica.
Durante il suo percorso, Billeri ha ricevuto diversi
riconoscimenti, uno fra tutti, la targa per il secondo posto al Premio De
André.
Emblematico della sua visione artistica è l’album
"Giona” (2016): un lavoro dai suoni essenziali che esplora con forti
immagini evocative un mondo fatto di migrazioni, lavoro e caccia alla balena
bianca.
Valerio, appassionato di storia, ha inoltre musicato nel 2019
le poesie di Gioachino Belli in chiave folk/blues nel disco“Er tempo bbono”
edizioni Folkificio.
Nel 2020 esce il nuovo lavoro in studio "La
trasfigurazione di delta blind billy" con la collaborazione dello
scrittore e giornalista Rao Vittorio Giacopini, l'album nella prima settimana
raggiunge la top 50 classifica album ITunes.
Nel 2022 vede la luce il secondo album incentrato sui sonetti
di Giuseppe Gioachino Belli:il titolo è "Er Tempo Cattivo".
Nel 2023 Billeri lavora al progetto "Electra" e partecipa, insieme a grandi nomi dello spettacolo italiano come Antonella Ruggiero, Ascanio Celestini e Flavio Insinna, al triplo album "Sharida. Tracce di libertà" a sostegno del Centro Astalli per i rifugiati.
Fabio Mancini inizia da giovanissimo a suonare in gruppi di musica
originale e non come violinista, per poi perfezionarsi anche come cantante,
chitarrista acustico e flautista. Nell'arco di più di un decennio è stato (come
membro fisso e come ospite) in numerosi progetti che vanno dal folk irlandese e
dalla world music al rock, al country, al blues, al cantautorato italiano.
Scrive e arrangia pezzi da circa dieci anni. Ha pubblicato due album in inglese
come The Lefthander e due album e un EP in italiano col proprio nome
all'anagrafe; ha prestato violino, chitarra, voce e/o arrangiamenti all'album
d'esordio dei Sottotraccia, al primo singolo di Simone Ruggiero (vincitore del
premio Aquara Music Fest) e in diverse occasioni a Valerio, con cui si è
trovato anche diverse volte sul palco.
Al momento vive a Vienna e suona con la dublinese Susan Shea,
interprete della tradizione folk, e il talentuoso songwriter londinese Dan
Raza, oltre a unirsi spesso a formazioni jazz/blues locali e a portare avanti
la sua dimensione solista chitarra e voce.