Non avevo mai
ascoltato con attenzione “Sailing”,
di Christopher Cross, brano uscito nel 1979, contenuto nell’album
omonimo di esordio.
Mi aveva colpito all’epoca
l’arpeggio di chitarra, così come quella voce innaturale, apparentemente
inadatta ad un “ragazzone” con la barba, e già in sovrappeso nonostante la
giovane età.
E poi era contro i
miei principi ascoltare brani pop, soprattutto se così melanconici!
Pare che con “Sailing”
si siano innamorate molte coppie, ed cosa certa che l’album abbia venduto
milioni di dischi.
Non è però una canzone
d’amore, nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto un’esaltazione del
potere trasformativo dell’arte.
In “Sailing” risulta
centrale una tela da pittore che aspetta di essere riempita, ma potrebbe essere
un foglio su cui scrivere una canzone, o una poesia… un obiettivo da
raggiungere.
Il sunto del
pensiero di Cross - che provo a sintetizzare - è che nel nostro percorso di vita sia
necessario lasciarsi andare, sognare senza sosta, sfruttando un possibile vento
propizio che ci potrà spingere nella nostra navigazione.
Continuando a sognare
e avendo dalla nostra un pò di fortuna (il vento favorevole), si compirà il
miracolo e la tela da pittore si riempirà prendendo, forse, una forma inaspettata,
basterà solo avere la pazienza di attendere e qualcosa di magico accadrà…
A distanza di lustri,
ormai maturo e scevro da inutili pregiudizi, riconosco al brano “Sailing”
un grande valore di contenuto, inchinandomi idealmente davanti ad un ex ragazzo
che evidenziò un messaggio così potente tra i 27 e 28 anni, età in cui si è
autorizzati alla “non conoscenza”.
Ma cosa conta di più
in un brano musicale, la musica o le parole?
Discorso complicato, concetti
personali che ho fatto evolvere nel tempo e di cui parlerò in altra occasione,
ma è certo che il pensiero del giovine Cross è davvero potente… e io non me ne
ero mai accorto!
Ma ognuno potrà
trovare una diversa chiave di lettura, come spesso accade quando si parla di
musica!
Buon ascolto/visione.