mercoledì 14 marzo 2018

Le origini di "Quadrophenia"



Nell’inverno del 1960, Jack Lyons, il più noto fan degli Who e colui che è considerato il primo mod londinese, entrato definitivamente nel mito per aver ispirato in larga parte il personaggio di Jimmy in Quadrophenia, e familiare ai più col nome di Irish Jack, abbandona Cork e si trasferisce a Londra. E’ un giovane alto, snello e timidissimo, ma si trova subito bene come cittadino della capitale britannica, dove frequenta una scuola nel quartiere di Shepherd’s Bush. Nonostante la pronuncia di Jack somigli più a quella inglese, ormai senza alcuna inflessione irlandese, e il suo look sia naturalmente “cool”, i suoi coetanei “rocker” (quelli vestiti col giubbotto di pelle alla Elvis Presley) non lo sopportano e gliene combinano di tutti i colori. Dopo una zuffa, Jack sanguina. Ciò nonostante, o forse per questo motivo, quella sera si ripulisce e decide, con rabbia, di varcare la soglia di un locale denominato Goldhawk Club. E’ il 1964.

Tutto quello che volevo”, racconta Irish Jack ripensando al suo primo incontro con gli Who, “era sentirmi ripulito ed entrare in quel locale per vincere la timidezza e sentirmi bene. Lo feci e mi accorsi che tutti osservavano la mia giacca. In effetti era scura e aveva un taglio impeccabile. Non ricordo dove l’avevo comprata, so solo che mi piacque appena la vidi esposta in una vetrina di un piccolo negozio sconosciuto. Sul palcoscenico quella sera si esibiva una band chiamata The Detours (primo nome degli Who). Avevano sì e no la mia età e il cantante si muoveva alla maniera si Cliff Richard. Colui che mi colpì maggiormente fu il chitarrista, Pete Townshend: aveva un’energia incredibile su un corpo affilato e un viso molto triste e sofferto, e allo stesso tempo arrabbiato. Divenni amico dei Detours e fui il loro primo fan. Ricordo con affetto le bevuto con John Entwistle e gli scherzi di Keith Moon.”

In sintesi, gli ingredienti per trasformare un Irish Jack Lyons o un giovane “qualsiasi” in un “mod”consistevano nella disponibilità di guadagnare una somma, anche minima, da poter investire in abiti e in oggetti di grido: da un punto di vista materiale, era riconosciuta l’assoluta importanza di possedere una Lambretta. Il primo modello di Vespa diventa infatti il distintivo più alto di appartenenza al “genere”, così come indossare un parka di colore verde e ambiti impeccabili, almeno di sabato sera o quando ci si trovava a ballare nei locali-culto, ovviamente coi capelli tagliati in modo geometricamente ineccepibile.
A distanza di tempo verrà concepita l’opera rock Quadrophenia, proprio come omaggio al popolo mod e ai tanti Irish Jack dell’epoca.

Gli Who, trasformati in bandiere del “modernism” per “cavalcare l’onda”, non furono dei mod e non perseguirono con convinzione il reale stile di vita modernista, ma Pete Townshend al proposito ha dichiarato: “ Non sono mai stato un mod e non ho mai finto di esserlo, però i mod mi hanno dato quella carica che ha reso possibile suonare, all’inizio, in quel modo. Come ogni esperienza, specialmente se si tratta di una prima esperienza, quegli anni sono entrati a far parte di me e degli Who. Imprescindibilmente. Credo di essermene reso conto nel preciso momento in cui scrissi le prime note di Quadrophenia: molto prima di sapere cosa avrei realizzato, se una rock opera, un album o anche solo un paio di canzoni e nient’altro, sentivo nascere in me il desideri odi scrivere quella musica per il popolo mod. E così è stato”.
Tratto da: “La Storia del Rock”, volume 3