giovedì 3 agosto 2023

Henry Cow-"Leg End" compie 50 anni!


Henry Cow-Leg End

Virgin Records

agosto 1973

Musica visionaria e poco ortodossa… in quale pianeta siamo?

 

Per chiunque conosca la scena di Canterbury i britannici Henry Cow rimangono una delle anomalie più preziose e non richiedono alcuna presentazione specifica. Oppure saranno familiari a chi in qualche modo è al corrente dell’esistenza del "Rock In Oposition", che ha prosperato per tutti gli anni Settanta. E ancora, potrebbero essere conosciuti a chi si è occupato di "Avant-Prog", ovvero musica sperimentale che fonde generi diversi, come jazz, folk e musica classica, uniti ad una buona dose di improvvisazione realizzata da musicisti colti, perseguendo la sperimentazione e un modus propositivo anticonvenzionale. 

Gli Henry Cow hanno rappresentato un modello unico e impossibile da etichettare e inserire nell’ortodossia dei generi.

Leg End” (talvolta chiamato anche “Legend”) è il primo loro album e fu pubblicato nell'agosto 1973.

Le origini della band risalgono al 1968, quando fu fondata da due universitari di Cambridge, i polistrumentisti Fred Frith e Tim Hodgkinson.

Il periodo di maggior splendore del prog e la vicinanza geografica al fulcro di quel genere non li attrae particolarmente, mentre sono forti le influenze della musica sperimentale, contemporanea e del jazz. L’esordio discografico ne è un chiaro segnale.

Nessun limite, nessuna barriera, ma dando uno sguardo alla produzione futura “Leg End” appare, forse, come il loro album più facile, o almeno il più catalogabile.

Però risulta, anche a distanza di tempo, un viaggio musicale impegnativo, composto da ritmi variabili, poco ortodossi, e presenza contemporanea di strumenti multipli che culminano in un mix sonoro attraente ma complesso.

Al debutto della band, sia Fred Frith che Geoff Leigh non si trattengono in nulla, creando movimenti jazz eclettici e d'avanguardia senza alcuna direzione pianificata, o almeno così può sembrare all’ascoltatore, spiazzato al cospetto di tanta diversità.

Non l’ho ancora detto ma questo è un album strumentale, con l'eccezione di "Nine Funerals of the Citizen King", che l'intero gruppo canta, e qualche voce di sottofondo in "Nirvana for Mice", "Teenbeat" e "The Tenth Chaffinch”.

Profumo di jazz e invenzione di un suono unico e caratterizzante, questa la mia sintesi.

Attraverso brani come "Amygdala", "Teenbeat" e "The Tenth Chaffinch", emerge tutta la creatività, e anche se le musiche sono particolarmente difficili da seguire ed eseguire, la miscela che emerge tra pianoforte, chitarra, flauto e percussioni produce un’unica risultante che fa perdere i connotati al singolo strumento, ma nel suo insieme suona piacevole.

Quindi, come si potrebbe definire l’esordio degli Henry Cow? Rock? Jazz? Improvvisazione libera? Ambient? Avanguardia?

Questi paladini del RIO scivolano e sguazzano senza paura dentro e intorno ai concetti musicali moderni, producendo sin dalle origini un ascolto molto impegnativo, ma raramente ostico, con aperture verso una fruizione più leggera, seppur inframezzata da sentieri intricati.

Riflettendo sul concetto di musica proposto dagli Henry Cow, si potrebbe dire che pochissimi album possono raggiungere l'equilibrio di “Leg End”, un faro di creatività, pieno di energia, per molti ineguagliato da una qualsiasi delle band coeve.

La copertina fu realizzata dall'artista Ray Smith, la prima di tre delle sue "calze di vernice" ad entrare negli album di Henry Cow. Smith era apparso con la band in molti dei loro primi concerti degli anni ‘70, eseguendo una varietà di attività, tra cui stirare, leggere testi e mimare con marionette a guanti. Suggerì un calzino intrecciato sulla copertina di “Leg End”, e insistette sul fatto che il nome della band non dovesse apparire. Chris Cutler affermò in un'intervista del 2011 che Smith ha continuato il tema nei successivi due album di Henry Cow, con il cambio di calzino "per adattarsi al temperamento della musica".

“Leg End” appare a distanza di 50 anni un’aggiunta necessaria alla collezione di qualsiasi appassionato di prog. Non importa quale siano le preferenze di stile e genere, un riascolto od un nuovo ascolto potrebbero risultare sorprendenti.

 

Tracce (cliccare sul titolo per ascoltare)

Lato A

Nirvana for Mice 

Amygdala 

Teenbeat Introduction 

Teenbeat 

 

Lato B

Extract From 'With The Yellow Half-Moon And Blue Star' 

          Teenbeat Reprise 

     The Tenth Chaffinch 

            Nine Funerals Of The Citizen King


Formazione

Geoff Leigh - sassofoni, flauto, clarinetto, flauto dolce, voce

Tim Hodgkinson - organo, pianoforte, sassofono alto, clarinetto, voce

Fred Frith - chitarre, violino, viola, pianoforte, voce

John Greaves - basso, pianoforte, fischietto, voce

Chris Cutler - batteria, giocattoli, pianoforte, fischietto, voce

 

Musicisti aggiunti

Jeremy Baines - pixiphone in With the Yellow Half-Moon and Blue Star

Cathy Williams, Maggie Thomas, Sarah Greaves - cori, arrangiamento cori in Teenbeat

 

Note aggiuntive

Henry Cow - produttori

Registrazioni effettuate al The Manor di Shipton-on-Cherwell, Oxfordshire, Inghilterra nel maggio - giugno del 1973

Tom Greasy Patches Newman e Henry Cow - ingegneri delle registrazioni

Mike Oldfield - ingegnere del suono in Nirvana for Mice

Ray Smith – copertina


Gli Henry Cow nel 1973