Siamo al 30 dicembre, l'anno è ormai al capolinea, ma
il calendario ci regala un'ultima grande occasione per festeggiare il
compleanno del leggendario Jeff Lynne.
Se vi capita di canticchiare un ritornello che ricorda il sogno dei Beatles, ma
con una produzione così cristallina e potente da sembrare registrata nel
futuro, con ogni probabilità c'è il suo zampino. Nato in questo giorno nel
1947, Lynne è il genio schivo che ha insegnato al rock a indossare l'abito da
sera senza perdere un briciolo di grinta
Immaginiamo la scena negli anni '70: mentre tutti cercavano
di essere il più "terreni" possibile, Jeff Lynne decideva di lanciare
un’astronave. La sua Electric Light Orchestra (ELO) era un laboratorio
sonoro. Oggi, riascoltando brani come Mr. Blue Sky o Don't Bring Me
Down, ci si rende conto di quanto Lynne fosse avanti rispetto ai suoi
tempi. Ha preso violini, violoncelli e sintetizzatori e li ha shakerati insieme
fino a creare quel "muro di suono" che oggi è il suo marchio di
fabbrica: una perfezione millimetrica che però ti fa venire voglia di ballare
in cucina mentre prepari il cenone.
La sua avventura inizia nei ruggenti anni '60 con i Move,
una delle band più creative e sottovalutate della scena britannica. È qui che
Lynne, unendosi a Roy Wood, inizia a sperimentare quella fusione tra melodia
pop e arrangiamenti ambiziosi. I Move furono il bozzolo da cui, poco dopo,
sarebbe nata la farfalla della Electric Light Orchestra (ELO).
Quell'idea embrionale di inserire archi e fiati nel rock divenne una vera e
propria missione spaziale, portando la ELO a scalare le classifiche mondiali
con successi immortali come la già citata Mr. Blue Sky e Evil Woman.
Ma la vera magia di Jeff Lynne è la sua incredibile umiltà
artistica. È stato capace di sedersi in cabina di regia e far brillare stelle
che splendevano già fortissimo. Pensiamo alla fine degli anni '80: Lynne si
ritrova in una cucina con George Harrison, Bob Dylan, Tom Petty e Roy
Orbison.
Qualunque altro produttore sarebbe svenuto per l'emozione;
lui, invece, ha preso le chitarre acustiche, ha curato le armonie vocali e ha
tirato fuori i Traveling Wilburys. Ha reso delle divinità del rock
umane, amichevoli e calde, come se stessero suonando nel salotto di casa nostra
proprio ora, in questo giorno di fine dicembre.
In questo 30 dicembre, mentre l’anno volge ormai al termine, il modo più bello per omaggiare questo grande artista è alzare il volume della sua musica. Poco importa il freddo dell'inverno o l'incertezza dei preparativi per l'imminente Capodanno: con le note di Jeff Lynne, ogni malinconia svanisce e, come recita la sua canzone più celebre, il cielo torna sempre a splendere di un blu radioso.
