mercoledì 31 dicembre 2025

John Denver: un’eredità acustica nata a fine anno



Oggi John Denver avrebbe compiuto gli anni. La sua figura viene spesso associata a un’immagine quasi ingenua, ma a guardare bene la sua carriera si scopre una coerenza rara. Non ha mai cercato di assecondare le mode del rock o le complicazioni del pop d'avanguardia; ha preferito restare fedele a una chitarra acustica e a testi che parlavano di cose elementari, come la natura o il senso di appartenenza.

Il suo legame con il Colorado è stato totale, tanto da spingerlo a cambiare il proprio cognome per riflettere quel paesaggio che sentiva suo. Questa onestà si rifletteva in canzoni scritte con pochi accordi, come Annie’s Song o Leaving on a Jet Plane, brani che funzionano proprio perché ridotti all'osso. Anche il suo impegno per l'ambiente era privo di retorica: Denver ne parlava con la naturalezza di chi vive davvero tra i boschi, riuscendo a portare temi allora difficili davanti al grande pubblico televisivo.

Questa stessa ricerca di libertà e solitudine lo ha accompagnato fino alla fine. Denver è morto nel 1997, a 53 anni, mentre pilotava un aeroplano sperimentale sopra la baia di Monterey. Era un pilota esperto, ma quella volta qualcosa andò storto e l'aereo precipitò in mare. C'è un'amara ironia nel fatto che un uomo che aveva cantato così tanto il volo e l'infinito sia scomparso proprio così, da solo, sospeso tra il cielo e l'oceano.

A distanza di tempo, la sua musica resta interessante perché non ha sovrastrutture. È una narrazione onesta che, nel caos della vigilia di Capodanno, offre un momento di quiete e di estrema semplicità.