Ci ha lasciato Eric Garth Hudson, nato a Windsor, in Canada, il 2 agosto 1937, musicista e polistrumentista di straordinario talento, noto soprattutto per essere stato un membro fondatore della leggendaria band rock The Band. La sua abilità nel suonare una vasta gamma di strumenti, tra cui organo, tastiere, pianoforte e fisarmonica, gli ha permesso di creare un suono unico e distintivo che ha caratterizzato la musica di The Band.
La carriera musicale di Hudson è iniziata fin dalla giovane età. La sua passione per la musica lo ha portato a esplorare diversi generi e a padroneggiare una moltitudine di strumenti. La sua versatilità lo ha reso un musicista ricercato e apprezzato da molti artisti.
Hudson è entrato a far parte di The Band nei primi anni '60, contribuendo in modo fondamentale alla creazione del sound caratteristico della band che forniva supporto a Bob Dylan.
Oltre al suo lavoro con The Band, Hudson ha collaborato con numerosi artisti e ha intrapreso una prolifica carriera solista. La sua musica è stata influenzata da una vasta gamma di generi, dal rock al jazz, dal folk al blues.
Hudson è stato uno dei più grandi musicisti del suo tempo. La sua capacità di creare emozioni profonde attraverso la musica lo rende un'icona indimenticabile nella storia del rock.
Fabrizio Poggi lo ha conosciuto da vicino e così commenta:
“Oggi è un giorno molto triste per me. Il mio eroe e amico
Garth Hudson di The Band ci ha lasciati. Non dimenticherò mai quel giorno in
cui ci incontrammo fuori Woodstock per poi andare in studio a registrare
insieme. Fu una giornata incredibile. E come faccio a dimenticare la domanda
che fece ad Angelina tra una sessione di registrazione e un’altra: “Is Fabrizio
happy?”. Un monumento della musica mondiale chiedeva se io fossi felice per ciò
che aveva suonato sul mio disco. Non ero felice. Di più! Come sono triste adesso che lui è
volato in cielo. Tramite un amico eravamo rimasti in contatto e ciò mi rendeva
profondamente felice. La sua musica, la sua vita, resteranno per sempre
scolpite nella storia del mondo, ma soprattutto nella mia”.