Eric Clapton
The Raimbow, Londra, 13 gennaio 1973
All’inizio degli anni ’70
le sparizioni improvvise delle rock star non erano più una novità. Bob Dylan sfruttò un incidente
motociclistico come pretesto per tre anni di assenza dalle scene tra il 1966 e
il 1969.
I Beatles sfuggirono alle pressioni della celebrità post Sgt. Pepper
per ritirarsi in un eremo alle pendici dell’Himalaya con il Maharishi. Ma la
fuga dalla notorietà che Eric Clapton si era
autoimposto era sfociata nell’incubo di una tossicodipendenza che minacciava di
distruggergli non solo la carriera ma anche l’esistenza. “Entrare nel buio fu una necessità”, avrebbe spiegato tempo dopo.
L’amico chitarrista
dei Who, Pete Townshend, molto colpito dalle recenti morti di Brian Jones e Jimi Hendrix, si rese ben presto conto della piega che stava
prendendo la situazione e lo stesso fece Lord
Harlech, padre di Alice Ormsby Gore,
all’epoca fidanzata di Clapton. Insieme i due elaborarono un piano per far sì
che “Dio” ritornasse al lavoro.
Dopo una settimana di
prove nella casa di Ron Wood a
Hampton Court, Eric Clapton si presentò sul palco del Raimbow di Londra insieme a uno strepitoso cast di accompagnatori
fra cui Jim Capaldi, Steve Winwood, Ric Grech e Rebop, oltre
naturalmente a Townshend e Wood. Anche fra il pubblico spiccavano
volti noti come quelli di Paul e Linda
McCartney, Elton John, Joe Cocker e Jimmy Page, ansiosi come gli altri 2000 spettatori di rivedere all’opera
il guru della chitarra.
Date le precarie
condizioni del protagonista della serata, sempre sul punto di dare forfait,
venne deciso di battezzare l’improvvisato gruppo di musicisti con il nome di Palpitations. E le palpitazioni ci
furono davvero, visto che Clapton si presentò in teatro pochi secondi prima di
andare in scena. Barbuto e appesantito rispetto all’ultima apparizione in
pubblico, il chitarrista esordì sulle note di Layla e a quel punto
tutti cominciarono a rilassarsi.
Fu un concerto storico
ma non strepitoso, come riconobbe anche l’interessato, che lo avrebbe poi
definito “molto sotto la media”. L’abbondanza
di chitarre sul palco appiattì un po' le parti strumentali di Clapton, mentre
minori attenzioni ricevette al voce, divenuta più calda e sommessa.
In quel momento la cosa più importante era averlo recuperato
alla musica!
Da “Io c’ero”, di Mark Paytress
La scaletta (o parte di essa)
Layla - 6:24 - (Clapton, Gordon)
Badge - 3:18 - (Clapton, Harrison)
Blues Power - 5:20 - (Clapton, Russell)
Roll It Over - 4:11 - (Clapton, Whitlock)
Little Wing - 4:36 - (Hendrix)
Bottle Of Red Wine - 3:51 - (Bramlett, Clapton)
After Midnight - 4:25 - (Cale)
Bell Bottom Blues - 5:26 - (Clapton)
Presence Of The Lord - 5:18 - (Clapton)
Tell The Truth - 5:52 - (Clapton, Whitlock)
Pearly Queen - 4:55 - (Capaldi, Winwood)
Key To The Highway - 5:46 - (Broonzy, Segar)
Let It Rain - 7:11 - (Bramlett, Clapton)
Crossroads -
4:18 - (Johnson)
Sul palco…
Eric Clapton
- chitarra, voce
Pete
Townshend - chitarra, voce
Ronnie Wood
- chitarra, voce
Ric Grech -
basso
Steve
Winwood - sintetizzatore, voce
Jim Capaldi
- batteria
Jimmy
Karstein - batteria
Rebop Kwaku Baah - percussioni