martedì 25 novembre 2008

Perigeo



Spesso più vicino al jazz che al rock, il Perigeo...

gruppo italiano degli anni settanta, viene comunque unanimemente inserito negli elenchi dei gruppi del "pop italiano".
Lo stile del Perigeo si può definire un misto tra fusion e progressive italiano tipico di quegli anni. Guidato da Giovanni Tommaso, composto da elementi con formazione jazz , presenta forti richiami alla musica jazz-rock degli album dei Soft Machine.
Nel loro primo disco, Azimut (1972), che raggiunge subito buoni risultati, emergono le forti radici Jazz dei cinque musicisti .
Nel successivo album, Abbiamo tutti un blues da piangere (1973) vengono invece
inseriti brani orientati verso il rock, dando così origine al jazz-rock e al jazz-prog, ossia la prima vera materializzazione delle tecniche moderne apportate da Tommaso.
Il successivo album Genealogia (1974) comprende brani, sempre di alto livello, ma più orecchiabili, con maggiore utilizzo del sintetizzatore e del moog (suonato dallo stesso Tommaso) .



Ne La valle dei Templi (1975), che si avvale della presenza di Tony Esposito alle percussioni, viene data particolare importanza alla ritmica, e il gruppo ottiene un buon riconoscimento commerciale. Con Non è poi così lontano (1976), il Perigeo esalta al massimo le doti tecniche dei musicisti, ma chiude con il jazz rock. L'album continua a mettere in mostra le abilità tecniche dei singoli componenti del gruppo, cedendo, però a canoni più commerciali.
Discreto successo dell'epoca, fu "Fata Morgana", incluso anche nella compilation "Pop Villa Pamphili", una raccolta che rende omaggio al luogo in cui si svolse, negli anni Settanta, una delle più importanti manifestazioni del progressive italiano. Non mancano, infine, sprazzi di classico walzer viennese, tratti da "New Vienna".
Fiacco seguito ai lavori precedenti, il disco segna il crepuscolo della band, che si scioglie nello stesso anno. I componenti del gruppo iniziano così a dedicarsi completamente alla carriera di sessionmen e a numerose collaborazioni esterne, realizzando anche dischi da solisti e svolgendo attività didattica presso i conservatori e altre prestigiose scuole di musica jazz.
Nel 1980, dopo una lunga pausa durante la quale il gruppo è ufficialmente disciolto, avviene una reunion per la produzione del doppio album Alice, nel quale il jazz rock si alterna a brani più pop. Sull'etichetta del disco la denominazione del gruppo è Perigeo Special, ma si tratta ancora dei componenti originali.
Successivamente, Giovanni Tommaso riforma il gruppo con nuovi membri, e dà vita al New Perigeo. Questa formazione partecipa alla realizzazione di Q Concert, un EP con Rino Gaetano e Riccardo Cocciante e dell'LP Effetto amore, dopo i quali si scioglie
Nel 1981, i New Perigeo pubblicano l'album Effetto amore, oggi praticamente introvabile, con almeno un paio di tracce degne di nota ("Mediterraneo", "Bocca di notte").
Nonostante il progetto sia stato di breve durata, il Perigeo fu sicuramente il più riuscito tentativo di fusione tra jazz e rock avvenuto in Italia, grazie a una sapiente conciliazione tra improvvisazione e momenti studiati a tavolino. Tale esperimento, il cui successo fu dovuto all'abilità tecnica e compositiva dei cinque, sarebbe stato intrapreso molto presto da vari gruppi prog italiani.






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