Ali di luce
Di Renata Rusca Zargar
Liberamente ispirato al testo e all'animazione della canzone AND YOU AND I degli Yes
Tommaso e Octavia si
addormentavano ogni sera affiancati nel letto tenendosi per mano.
Quella notte, per la
prima volta, Tommaso aveva fatto un sogno e la mattina lo ricordava ancora
bene. Loro due apparivano come esseri trasparenti, forse dei robot con capo,
braccia, gambe. All’interno, però, erano
pieni di luci brillanti che respingevano il buio nero nero che si stendeva
ovunque, dentro e fuori di loro.
Ormai Octavia era
molto debole e non riusciva quasi più a stare in piedi. Forse, avevano litigato
e lei si era inginocchiata e chiusa su se stessa. Oppure si stava staccando da
lui. Mentre andava via, Tommaso si era girato a guardarla. No, non l’avrebbe lasciata,
lui l’amava, non aveva mai desiderato nessun’altra, lei sarebbe rimasta la sola
compagna delle sue emozioni per sempre.
-Come stai? - le
aveva chiesto appena sveglio.
-Mi sento stanca,
tanto stanca. -
L’amore infinito che
li aveva sostenuti per tutta la vita doveva servire ora a dar loro la forza di
affrontare l’ultimo tratto del cammino, la destinazione finale.
Non erano stati
sempre facili gli anni: uniti alle gioie, ai traguardi raggiunti, alla
comprensione, alla solidarietà e alla condivisione c'erano stati anche i
dispiaceri, le malattie, i dolori, i litigi, i dissapori. Ma tutto, dolce e
salato, era stato vissuto e superato insieme, stringendosi l’uno all’altra per
trovare pace e conforto. Null’altro aveva più importanza di loro due, and you
and I.
La notte scura era
alla finestra. Tutto taceva nella via mentre, lontano, una luna rotonda
attirava verso di sé la marea e i grilli nella campagna emettevano il loro
amoroso cri cri.
Il mondo non entrava
più in quella camera, restava distante e l’unico suono percepibile era il
respiro affaticato di Octavia. Lei non si rialzava, le luci che le rilucevano
dentro si stavano attenuando e presto si sarebbero spente, almeno per lui.
Tommaso l'aveva
abbracciata e lei si era appoggiata sulla sua spalla.
Dunque, era giunto il
momento, il viaggio di Octavia sulla Terra stava per concludersi.
Staccandosi
dolcemente, lui si era allontanato per un attimo e, quando era tornato, aveva
due ali di luce tra le mani.
-Non avere paura,
amore, presto potrai volare libera nell’Universo, libera dal male e dal dolore.
-
Octavia l’aveva
guardato negli occhi, gli stessi occhi dolci che un giorno l’avevano incantata
con quel colore morbido di bosco: -E tu?
-Io verrò presto, ti
raggiungerò e saremo ancora and you and I per sempre, nell’Eternità del tutto.
Le ali di luce sono pronte anche per me. Ora indossa le tue, vedrai che ti
accompagneranno nel blu di tutto ciò che è Perfetto. Vai! -
L’amore gli riempiva
il cuore e, se avesse potuto, avrebbe preso il suo posto perché lui avrebbe
fatto qualsiasi cosa per lei.
Intanto, Octavia
aveva aperto le sue nuove ali e, come una stupenda farfalla scintillante di
mille colori, si era diretta lassù, nella beatitudine perenne.
Sapeva che sarebbe
tornata presto in quella stessa stanza a prendere Tommaso e che sarebbero stati
due farfalle sfavillanti. Le loro ali di luce si sarebbero sfiorate e le loro
antenne non avrebbero mai smesso di sorridere fino alla fine dei Tempi.