giovedì 22 aprile 2021

The Samurai Of Prog - “The Lady And The Lyon” (And Other Grimm Tales-I)


The Samurai Of Prog

 “The Lady And The Lyon” (And Other Grimm Tales-I)

 

Non mi sovvengono band o musicisti come i The Samurai Of Prog, capaci di sfornare musica a getto continuo, una prolificità inusuale, simbolo di passione sconfinata e capacità organizzativa.

Attenzione, non parlo di “costruzioni” semplici e lineari ma di un’architettura elaborata, che richiede tempo, cura dei dettagli e un utilizzo spinto della tecnologia, non perdendo mai di vista l’idea del team work e la fusione tra gli antichi stilemi del prog e la modernità richiesta oggigiorno, all’interno di un contesto dove il tempo sembra scorrere a velocità incontrollabile.

In questo spazio ho scritto a ripetizione dei TSOP, commentando ogni loro lavoro ma vale la pena ricordare che la band ruota attorno ad un nucleo fisso formato da Marco Bernard (italiano trapiantato in Finlandia, bassista), Kimmo Pörsti (finlandese, batterista) e l’americano Steve Unruh (violino, flauto e voce).

Per questo nuovo capitolo musicale appare come sempre nutrito il numero di collaboratori sparsi per il mondo: Ton Scherpenzeel, Bart Schwertmann (Kayak), Octavio Stampalía (Jinetes Negros), Cam Blokland (Southern Empire), Valerie Gracious (Phideaux), Alessandro Di Benedetti (Mad Crayon), Rafael Pacha (Last Knight), Jaime Rosas (Entrance), Kari Riihimäki, Carmine Capasso, Marc Papeghin, Marcelo Ezcurra, e David Myers.

Nel loro continuo gioco, in bilico tra passato e attualità, tra sonorità classiche e melodie tradizionali, i TSOP propongono questa volta una rilettura di una fiaba dei fratelli Grimm, “The Lady And The Lyon”, una prima parte a cui seguirà a breve un seguito, tanto per non smentire il concetto di prolificità!

Non ho ancora avuto la possibilità di toccare con mano involucro e contenuto ma so che gli aspetti che riguardano artwork e packaging sono solitamente il top, valore aggiunto al prodotto musicale che riesce a mitigare la nostalgia da vinile.

Però, mi sono fatto un’idea scorrendo il booklet digitale e penso che sia questo il modo corretto per poter usufruire al meglio “The Lady And The Lyon”: un ascolto combinato alla lettura, con tutte le didascalie, i riassunti e i credits del singolo brano.

I fratelli Grimm - e il titolo di una delle loro fiabe più famose - vengono utilizzati per molteplici storie, una sorta di “libro musicale” che unisce differenti arti, come vedremo a seguire.

Una quarantina di minuti di musica suddivisa su sei episodi, una produzione quantitativamente ridotta rispetto allo standard TSOP, che solitamente supera l’ora di ascolto, ma se consideriamo questo come “primo atto” tutto si spiega.

Apre l’album “Into the Woods” (3:06) che vede i Samurai affiancati da Alessandro Di Benedetti alle tastiere (autore) e Raphael Pacha alle chitarre.

Traccia strumentale che prepara la strada agli avvenimenti da raccontare e termina col recitato “Once upon a time”, preludio all’apertura del “book sonoro”.

Atmosfere magiche create dal mix tra strumentazione classica ed una “elettrica” lancinante.

Pianoforte e violino disegnano una natura protettiva e l’oscurità caratteristica di “certe storie”. L’inizio di molteplici fiabe… dentro al bosco!

The Three Snake-Leaves” (9:43) è musicata da Jaime Rosas con il contributo lirico di Unruh.

Una strana storia fatta di amore, dolore e giustizia, dove il concetto di rinascita passa attraverso la simbologia fornita dal serpente, fatto a pezzi ma poi tornato alla vita dopo … la cura delle foglie, le stesse che salveranno il principe naufrago, dopo il tradimento della sua principessa, che pagherà per la sua azione.

I TSOP sono coadiuvati nell’occasione dal già citato Rosas alle tastiere e da Cam Blokland alla chitarra elettrica.

La sezione ritmica appare decisiva per lo sviluppo del brano così come la conduzione vocale di Unruh, un colore timbrico unico, anche nel recitato.

Prog allo stato puro con cambio continuo di ritmo e mood, con riferimenti al passato che diventano spontanei; sottolineo una rara dote della band - che metto in relazione alla traccia - che è quella di far rivivere il racconto attraverso la proposta sonora ovvero, la lirica e la musica potrebbero raccontare la stessa storia senza mai incontrarsi.

A seguire lo strumentale “Iron John” (5:57) del tastierista Ton Scherpenzeel, ospite assieme al chitarrista Carmine Capasso.

La lettura del booklet ci aiuta a comprendere il pensiero creativo, basato su una storia di amicizia e fiducia, e sul concetto che gli errori commessi hanno un prezzo e che esiste la possibilità di rimediare per poi perseguire la rotta migliore.

Marcette e trame ariose fanno da sottofondo ad una melodia particolarmente coinvolgente, tanto da proporsi come colonna sonora da film. Una tensione positiva pervade l’ascoltatore mentre si sviluppa in via naturale il connubio tra rock sinfonico e racconto fiabesco.

Con “A Queen's Wish” (11:36) si rivive la favola di “Biancaneve e i sette nani”.

Musica di Alessandro Di Benedetti (che partecipa come tastierista) e liriche di Unruh; a coadiuvare il gruppo Rafael Pacha (chitarra acustica e altri strumenti “popolari” discendenti dalla cetra), Kari Riihimäki all’elettrica e Valerie Gracious alla voce.

Ed è proprio il duetto tra Valerie e Steve la variante, il dialogo continuo tra il recitato e il cantato, necessario per racchiudere in una mini suite una delle fiabe più conosciute nel mondo.

Traccia molto articolata, con modulazione continua di stati d’animo, come richiede la variazione tematica.

Musicalmente parlando perfetta per l’ascoltatore prog esigente, una sintesi di ortodossia e tradizione.

Una menzione particolare a Valerie Gracious, la cui voce mi ha riportato alla “nostrana” Silvana Aliotta ai tempi dei Circus 2000.

The Lady and the Lion” (3:58) propone all’interno del booklet il sunto della storia, ma essendo uno strumentale il suggerimento è quello di lasciarsi andare e reinventare il contenuto. È quello che immagino abbia fatto David Myers, l’autore del pezzo, che si propone in piena autonomia con il suo pianoforte a coda e disegna un “solo” che si assimila in un lampo e alimenta la voglia di viaggiare nel tempo e sognare

Magnifico!

A concludere la prima parte di questo progetto troviamo “The Blue Light” (6:48), musica di Octavio Stampalia (tastiere) e testo di Marcelo Ezcurra (backing vocals); gioco vocale fondamentale, in bilico tra Unruh, Gracious e il lead vocals Bart Schwertmann.

Team completato con Kari Riihimäki (chitarra elettrica), Rafael Pacha (chitarra acustica) e Marc Papeghin (corno francese e tromba).

Un’altra storia a lieto fine, in cui si mischiano situazioni e sentimenti e dove metafora e didascalia condiscono messaggi a cui ci si abitua già in tenera età, ma che solo la maturità aiuta a comprendere appieno.

Un altro frammento di prog complesso (nella costruzione, non nella fruizione), dove la voce dei differenti personaggi diventa protagonista, mentre il puzzle si completa con ritmi di puro rock alternati a godibilissimi attimi onirici.

I The Samurai Of Prog intraprendono una strada che mi piace immaginare didattica, ovvero una proposta che nei contenuti lirici è solitamente dedicata, anche, ai bambini, ma che unita ad una musica immaginifica fortifica la storia e modella i differenti stati d’animo.

Marco Bernard, Kimmo Pörsti e Steve Unruh appaiono mostruosi, carichi di idee (molto chiare…) e con enormi capacità realizzative.

Anche questo progetto mi pare vincente e adatto ad un pubblico sempre più vasto.

Non resta che ascoltare e aspettare il prossimo step che, sicuramente, ci aspetta dietro l’angolo!