lunedì 16 febbraio 2009

Com'era nero il vinile



Oggi voglio raccontare qualcosa a proposito di un libro, “Com’era nero il vinile”.
L’autore è Glauco Cartocci, un amico che ha già postato qualcosa per me nel blog.
Glauco è architetto, grafico, musicista e scrittore.



Nel progredire della nostra conoscenza ho appreso di questa sua ulteriore attività, la scrittura e, incuriosito, ho scoperto che, tra le altre cose, aveva realizzato libri a sfondo musicale, cioè le mie letture preferite da un po’ di tempo a questa parte.
Oltre al libro di cui parlo oggi, ricordo “L'uomo dei rockodrilli” e “ Il caso del doppio Beatle. Il più completo dossier sulla «morte» di Paul McCartney”.
Sulla fiducia li ho acquistati tutti e tre e, tralasciando la data di uscita, ho chiesto a Glauco con quale dei tre era meglio iniziare.
Primo quello dei “… rockodrilli” , di cui parlerò al più presto, secondo “… il vinile” e il terzo, quello del Beatle, che ho appena iniziato.
Se il primo è ironico e surreale... se il terzo risulterà di tipo documentaristico informativo, “Com’era nero il vinile “ è il libro per me perfetto. Sto parlando di gradimento personale, perché le valutazioni in termini assoluti le lascio agli esperti, quale io non sono.
Perché per me perfetto?
Tratta di musica, la mia musica, non una qualsiasi. Oltre a questo è un giallo, un triller, cioè il tipo di situazione che prediligo.
Ricordo che , dopo aver letto un libro magnifico di John Grisham, “Il Partner”, divorato in due giorni, pensai che mi sarebbe piaciuto da morire rivedere ciò che avevo letto, trasformato ad hoc per il grande schermo.
Intrighi, colpi di scena, mistero, sono ingredienti che ritrovo nel libro di Glauco, con l’aggiunta importante della musica rock.
Ecco, mi piacerebbe vedere al cinema la trasposizione di questo “giallo”.
Non si può raccontare troppo di un lavoro che deve essere scoperto pagina dopo pagina , ma utilizzo una nota estremamente sintetica trovata in rete.

Floyd Hendrix, titolare dell'Agenzia Investigativa "Private ear" che opera nel mondo del rock, indagando su un traffico di dischi falsi di vinile, scopre che dietro la truffa si cela una catena di suicidi che coinvolge numerose personalità del Regno Unito. Pagina dopo pagina il mistero si infittisce sempre più coinvolgendo il nostro detective discografico che può contare solo su un'arma: il suo intuito musicale eccezionale.

Io, che di intuito non ne ho, ho “risolto il caso” solo all’ultimo capitolo, ma il concatenarsi degli eventi, i cambi di scena , l’inserimento di elementi da indagine psicologica in un contesto narrativo, rendono davvero complicata la vita di chi solitamente cerca il colpevole negli sguardi e nelle parole dei primi cinque minuti di visione, o di lettura.
E poi Floid Hendrix (grande miscela di nomi) è un personaggio in cui è facile riconoscersi, apparentemente dimesso, ma estremamente positivo.
Non mi addentrerò oltre, per non seminare indizi che possono ridurre il piacere della lettura, ma Cartocci è riuscito a dare una risposta alle domande retoriche che da molto tempo mi faccio e rivolgo ad altri, quelle relative alle morti premature di tanti miei eroi, da Brian Jones a Morrison, da Hendrix alla Joplin.
Eh si, ora l’artefice è noto.. o nota.






Citazione d'autore:
"Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso." (Pietro Abelardo)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Interessante il tuo blog... ci tornerò, Giulia