venerdì 18 ottobre 2024

Elton John-"Goodbye Yellow Brick Road"


Elton John-"Goodbye Yellow Brick Road"

Ottobre 1973


Goodbye Yellow Brick Road: Un capolavoro controverso

 

Goodbye Yellow Brick Road” è il nono album di Elton John, pubblicato il 5 ottobre 1973.

È considerato da molti il capolavoro assoluto di Elton John. Un doppio album che rappresenta un punto di svolta nella carriera dell'artista britannico, segnando l'apice della sua creatività e popolarità.

Il disco è un vero e proprio viaggio musicale, ricco di sfumature e contraddizioni. Da un lato, troviamo brani allegri e spensierati, come "Bennie and the Jets" e "Saturday Night's Alright for Fighting", che hanno contribuito a rendere Elton John una vera e propria icona pop. Dall'altro, emergono canzoni più introspettive e malinconiche, come "Funeral for a Friend/Love Lies Bleeding" e "Harmony", che rivelano un lato più profondo e complesso dell'artista.

La produzione di "Goodbye Yellow Brick Road" è sontuosa e ambiziosa, con arrangiamenti orchestrali ricchi e complessi che conferiscono all'album un'atmosfera grandiosa e cinematografica. L'uso del pianoforte, marchio di fabbrica di Elton John, è magistrale, mentre le liriche, spesso poetiche e evocative, esplorano temi universali come l'amore, la perdita, la nostalgia e la ricerca di sé stessi.

Nonostante il successo commerciale e di critica, "Goodbye Yellow Brick Road" non è stato esente da controversie. Alcuni critici hanno sottolineato la lunghezza eccessiva del disco e la presenza di brani meno ispirati. Altri hanno evidenziato un certo eccesso di sentimentalismo e di melodramma.

Resta in ogni caso un'opera fondamentale nella storia della musica pop, capace di proporre una varietà di stili e di emozioni che rendono l’ascolto avvincente e mai banale.

Le canzoni di "Goodbye Yellow Brick Road", i cui testi sono da attribuire a Bernie Taupin, rivelano un lato più profondo e complesso di Elton John, che va oltre l'immagine di superstar.

L’album resterà in vetta alle charts americane per otto settimane, viaggiando per un periodo ancor più lungo in zona podio praticamente in tutti i paesi di area anglofona (in Australia, addirittura, è tuttora l’album più venduto di tutti i tempi).

A fare la differenza, forse, la capacità interpretativa di Elton, in un momento che si pone come apice della sua stagione migliore, prima di una lunga e sdolcinata decadenza pop.

Ascoltiamolo…

Elton e Bernie

Tracce

Tutte le canzoni dell'album sono firmate John/Taupin (tranne Jamaica Jerk-Off, firmata scherzosamente Reggae Dwight/Toots Taupin, per la chiara corrente musicale). 

Funeral for a Friend/Love Lies Bleeding – 11:08

Candle in the Wind – 3:50

Bennie & The Jets – 5:23

Goodbye Yellow Brick Road – 3:13

This Song Has No Title – 2:23

Grey Seal – 4:00

Jamaica Jerk-Off – 3:38

I've Seen That Movie Too – 5:58

Sweet Painted Lady – 3:54

The Ballad of Danny Bailey (1909-34) – 4:23

Dirty Little Girl – 5:01

All the Girls Love Alice – 5:09

Your Sister Can't Twist (But She Can Rock n'Roll) – 2:42

Saturday Night's Alright (For Fighting) – 4:53

Roy Rogers – 4:08

Social Disease – 3:43

Harmony – 2:46



giovedì 17 ottobre 2024

Daniele Faraotti - “EP! EP! URRÀ!”


Daniele Faraotti - “EP! EP! URRÀ!”

Creamcheese Records

 

A distanza di un anno e mezzo torno sulle tracce di Daniele Faraotti e questa volta in ballo c’è il suo nuovo album, EP! EP! URRÀ!”, titolo che l’autore giustifica così:

Il titolo era pronto da anni. EP! EP! URRA'! avrebbe dovuto titolare l'omonimo EP, che dopo molti rinvii, finalmente, ad ottobre 2024 verrà pubblicato. Nel frattempo, le tracce sono aumentate e di conseguenza non è più un EP ma bensì un LP”.

Sono andato a rivedere il commento che feci in occasione dell’uscita di “Phara Pop vol. 1” e, a costo di essere ripetitivo, devo sottolineare il profumo zappiano che mi arriva dal lavoro in toto.

Fare accostamenti è sempre rischioso e spesso di cattivo gusto, ma ciò che mi preme sottolineare è l’atmosfera che ho respirato ascoltando il nuovo lavoro di Faraotti: un giusto mix di conoscenze personali acquisite, una predisposizione alla sperimentazione e utilizzo di ironia e sarcasmo applicati ai suoi brani.

Ho cercato una immagine di vita personale, tanto per fare un parallelismo calzante, e non ho fatto fatica nel rivedermi nel museo di Andy Warhol, a Pittsburgh, ammirato e disorientato dalle sue opere.

Non vorrei essere tacciato di blasfemia, ma le “sensazioni da impatto” vanno depurate e decodificate: sto parlando di “smell”. A buon intenditore…

Continua Faraotti: “Le canzoni sono state scritte tra il luglio 2019 e il maggio 2023. La novità rispetto ad English Aphasia e Phara Pop, è che l'album si avvale della produzione di Ivano Giovedì. Anche mixaggio e masterizzazione sono a cura di Ivano.

Interamente scritto, suonato e cantato da me, l'album contiene dieci tracce di cui nove con testo in italiano e una, la tittle track, nel solito grammelot finto inglese già ampiamente sperimentato in English Aphasia.”

Mi piacerebbe dare, ancora una volta, un’idea di insieme, giacché la descrizione brano per brano contenuta nel press kit è davvero esauriente e fruibile al seguente link, assieme alla biografia aggiornata…

https://athosenrile.blogspot.com/2024/10/daniele-faraotti-ep-ep-urra-brani-e.html

 

EP! EP! Urrà! (cliccare sui titolo in blu per guardare i video)

1-Eterni

2-La forma dei coleotteri  (video)

3-Itinerario

4-Ad occhi aperti

5-Le promesse (video)

6-Eddie

7-La maschera degli ardenti

8-Fuori le icone

9-L’oro in noi

10-EP! EP! Urrà!

 


Anche i video di Faraotti sono lo specchio della sua proposta musicale e rilasciano un po’ di sano sarcasmo che fonde alla perfezione aspetti visual e musica. 

Ho trovato una forte componente di sperimentazione sonora e una grande libertà compositiva che porta alla rottura degli schemi tradizionali (intesi in relazione a ciò che oggi passa il convento).

Strutture complesse, creazione di suoni e texture che vanno oltre i timbri tradizionali, con effetti e campionamenti che vengono spesso impiegati per creare atmosfere immersive.

Faraotti attinge a una vasta gamma di influenze musicali, dal noise al jazz, dall'ambient alla musica classica, e questa contaminazione di generi diversi contribuisce a creare un suono originale e in continua evoluzione.

Ma la cosa che mi sento di rimarcare maggiormente è il brand che l’autore ha inventato, il marchio di fabbrica che dovrebbe essere l’ambizione di chi crea, qualunque sia l’arte che propone.

Esiste un forte collante che, probabilmente, unisce le dieci storie, ma il legame più corposo è quello che fa sì che le singole tracce, seppure tessere uniche del puzzle, risultino caratterizzanti dell’idea di musica di Faraotti, ridondanti di quella qualità unica e inconfondibile che il musicista riesce a imprimere nelle proprie composizioni, che rende immediatamente riconoscibili come sue. Una firma, un'impronta digitale musicale che trascende le mere note e si manifesta attraverso una combinazione di elementi, quella che Daniele Faraotti ci regala con il suo lavoro.

Non resta che immergersi nel suo mondo!

 

 

 

 

 

David Bowie: il 14 ottobre del 1977 usciva "Heroes"

 


Il 14 ottobre del 1977 usciva "Heroes", il 12º album in studio di David Bowie e il secondo della cosiddetta "trilogia berlinese" assieme a “Low” e “Lodger”.

Sono gli anni della Guerra Fredda, quando USA e Unione Sovietica giocavano a mostrarsi i muscoli a vicenda, anni in cui un muro era in grado di dividere, fisicamente e ideologicamente, un mondo intero.

Registrato a Berlino Ovest, l'album risente quindi fortemente dell'atmosfera della città e della sua dicotomia territoriale e ideologica.

Il co-produttore Tony Visconti dichiarò a proposito di quella esperienza: “Una delle mie ultime grandi avventure nel fare album. Lo studio di registrazione era a circa 500 metri dal muro. Le guardie rosse ci osservavano con un binocolo potente attraverso la finestra della nostra sala di controllo”.

Ma perché Berlino?

Nel 1976 David Bowie attraversava una situazione personale non proprio semplice, complici le dipendenze da sostanze stupefacenti e alcol. Interessato alla cultura tedesca, Bowie decise di trasferirsi a Berlino Ovest, per darsi una ripulita e lavorare a nuova musica. Qui affittò un appartamento economico, situato sopra un’officina di riparazioni auto. In due anni pubblicherà tre dischi, che passeranno alla storia come la già citata trilogia berlinese.

"Heroes" rappresenta un perfetto equilibrio tra sperimentazione sonora e melodia pop. Bowie, insieme a Brian Eno e Tony Visconti, riesce a creare un sound unico, caratterizzato da un mood ambient, ritmiche elettroniche e melodie accattivanti, con l’ausilio delle chitarre e dei sintetizzatori di Robert Fripp (che arrivò dagli Stati Uniti per registrare le sue parti in un giorno soltanto), che riescono a realizzare un tappeto sonoro ricco e avvolgente, perfetto per la voce intensa di Bowie.

L'album è permeato da una profonda malinconia, che riflette l'atmosfera della Berlino divisa di quei giorni e il senso di isolamento di Bowie, espresso totalmente nella title track, un inno all'amore e alla speranza in un mondo diviso. La canzone racconta la storia di due giovani amanti che si scambiano un bacio appassionato sotto il Muro di Berlino, un gesto di sfida e di ribellione.

In generale i testi di Bowie sono ricchi di immagini evocative e metafore, che invitano l'ascoltatore a una profonda riflessione.

"Heroes" è considerato uno dei migliori album di Bowie e uno dei più importanti dischi degli anni '70, capace di influenzare generazioni di musicisti, dalla new wave al post-punk, fino al rock alternativo, diventando un simbolo della riunificazione tedesca, rappresentando la speranza e la voglia di superare le divisioni.

"Heroes" va oltre la semplice musica, è un'esperienza che coinvolge tutti i sensi, trasportando in un'epoca e in un luogo unici, facendo vivere l'atmosfera della città quando ancora era separata dal Muro.

Sicuramente un album fondamentale per capire l'evoluzione artistica di David Bowie e la storia della musica rock.

Ma forse la cosa migliore è… riascoltarlo cliccando sui titoli a seguire.

 

BRANI

Lato 1

Testi e musiche di David Bowie, eccetto dove diversamente indicato. 

Beauty and the Beast – 3:32

Joe the Lion – 3:05

Heroes – 6:07 (Bowie, Eno)

Sons of the Silent Age – 3:15

Blackout – 3:50

Lato 2

Testi e musiche di David Bowie, eccetto dove diversamente indicato. 

V-2 Schneider – 3:10

Sense of Doubt – 3:57

Moss Garden – 5:03 (Bowie, Eno)

Neuköln – 4:34 (Bowie, Eno)

The Secret Life of Arabia – 3:46 (Bowie, Eno, C. Alomar)

 

Formazione

David Bowie – voce, pianoforte, tastiere, chitarre, sassofoni, koto, cori

Carlos Alomar – chitarra

Dennis Davis – batteria

George Murray – basso elettrico

Brian Eno – sintetizzatori, tastiere, trattamenti di chitarra

Robert Fripp – chitarra solista

Tony Visconti, Antonia Maass – cori



mercoledì 16 ottobre 2024

I Sigur Rós annunciano quattro date orchestrali alla Royal Albert Hall nel 2025

 

I Sigur Rós annunciano quattro date orchestrali alla Royal Albert Hall

I post-rocker islandesi Sigur Rós hanno pubblicato a sorpresa il loro album sperimentale Átta l'anno scorso

 

I post-rocker islandesi Sigur Rós hanno annunciato che suoneranno quattro date dal vivo alla Royal Albert Hall di Londra a settembre e ottobre 2025, con la London Contemporary Orchestra (LCO) e tutti gli spettacoli saranno diretti da Robert Ames.

La band è stata in tour in tutto il mondo a supporto del loro ottavo album, Átta, pubblicato a sorpresa l'anno scorso. La band suonerà nei paesi nordici a novembre e dicembre, prima di raggiungere l'Asia a febbraio e l'Australia a maggio e ha appena annunciato le date dell'UE e del Regno Unito per settembre e ottobre. La band sta lavorando con orchestre locali in tutte le date del loro tour.

Gli spettacoli londinesi si svolgeranno dal 30 settembre al 3 ottobre e vedranno la band suonare nel prestigioso locale per la prima volta nella loro carriera.

I biglietti saranno in vendita venerdì 18 ottobre alle 10 ora locale.




     Sigur Rós EU/UK tour dates 2025

Sep 3: CZE Prague KCP
Sep 4: CZE Prague KCP
Sep 6: AUT Vienna Wiener Konzerthaus
Sep 7: AUT Vienna Wiener Konzerthaus
Sep 9: ITA Milan Teatro Arcimboldi
Sep 10: ITA Milan Teatro Arcimboldi
Sep 12: ITA Rome Sala Santa Cecilia
Sep 13: ITA Rome Sala Santa Cecilia
Sep 16: POL Wroclaw Hala Stulecia
Sep 19: EST Tallinn Alexela Kontserdimaja
Sep 20: EST Tallinn Alexela Kontserdimaja
Sep 23: BEL Brussels Bozar
Sep 24: BEL Brussels Bozar
Sep 26: FRA Paris Salle Pleyel
Sep 27: FRA Paris Salle Pleyel
Sep 30: UK London Royal Albert Hall
Oct 1: UK London Royal Albert Hall
Oct 2: UK London Royal Albert Hall
Oct 3: UK London Royal Albert Hall
Oct 5: NED Amsterdam Carré
Oct 6: NED Amsterdam Carré






15 Documenti del passato: Siouxsie And The Banshees / Nico



Gli show significativi del passato

Nico




Siouxsie And The Banshees






Top Rank, Cardiff, 15 ottobre 1978

Se avessi una pistola vi sparerei” (Nico, costretta ad abbandonare il palco da una folla che non comprendeva il debito di Soiuxsie nei confronti dell’ex chanteuse dei Velvet Underground).

Da un racconto di Mark Paytress, giornalista britannico.

Non tutti i gruppi nati sulla scia dei Sex Pistols volevano suonare come loro, men che meno Siouxsie And The Banshees.
Presenti allo storico Punk Rock Festival del 1976, nell’autunno di due anni dopo avevano ormai surclassato la concorrenza proponendosi come il gruppo più vitale e iconoclasta in circolazione. Per i punk duri e puri i Banshees simboleggiavano al meglio il rifiuto di qualsiasi compromesso o “svendita” commerciale. La loro intelligenza, il loro suono spigoloso e austero li rendeva i portabandiera della nuova avanguardia post punk. Anche il pubblico pop si era accorto di loro grazie al successo del singolo d’esordio, Honk Kong Garden.

Non avevano mezze misure”, dice un fan della prima ora come Phil Oakley degli Human League.


Anche se le Slits li tallonavano da vicino, consideravo i Banshees il miglior gruppo al mondo. Il punk aveva rivitalizzato la cultura giovanile come non accadeva dai tempi d’oro degli hippie (che la mia generazione non aveva conosciuto). In più il punk sembrava avere ascendenze che giustificavano la mia ossessiva passione per i Velvet Underground e in particolar Nico, la cui discontinua carriera solistica aveva prodotti quattro album assolutamente unici. “Quando si venne a sapere che Nico, personaggio dall’aria minacciosa quanto la sua musica, sarebbe stata “ospite d’onore” della prima importante tournèe dei Banshees, trovai la cosa perfettamente sensata. Avevo diciannove anni ed ero certo che, quando il tour sarebbe arrivato a Cardiff (dove all’epoca studiavo), avrei assistito a uno spettacolo indimenticabile. E così, in un certo senso, fu. “Mi era già capitato di sentir fischiare Nico. Era accaduto nel 1974 quando avevo portato una copia di The Marble Index al circolo musicale della mia scuola. Ma l’accoglienza che ricevette a Cardiff fu ben altra cosa. Bastarono pochi secondi di profondi gorgheggi teutonici e cupe cadenze di harmonium perché la folla cominciasse a farle il verso. Dopo tre, quattro canzoni la pioggia di lattine, mozziconi di sigaretta e gomme da masticare (che le si attaccarono ai capelli e dovettero essere tolte con la forbice) resero inevitabile un’uscita di scena anticipata. Nemmeno Siouxsie riuscì a placare la folla. Grande fu la mia disillusione nel rendermi conto che, nonostante la retorica rivoluzionaria del punk, le forze della reazione erano sempre all’erta. Pochi minuti dopo mi ritrovai nei camerini insieme a un piccolo gruppo di fan choccati. Nico quasi non parlò. Un addetto alla sicurezza disse di averla vista iniettarsi eroina prima di andare in scena. Poi, sfoggiando un sorriso da ragazzina e dopo essersi guardata un po’ allo specchio, Nico cominciò a firmare autografi e posò per alcune foto insieme a noi. Un travestito di Swansea giurò che ce le avrebbe fatte avere, ma non seppi mai più nulla di lui/lei.
Naturalmente Siouxsie And The Banshees ottennero un successo strepitoso”.

Mark Paytress, spettatore.








martedì 15 ottobre 2024

Daniele Faraotti-"EP! EP! Urrà!": brani e biografia



DANIELE FARAOTTI-EP! EP! Urrà!

Il pensiero dell’autore, brano per brano (cliccare sul titolo per ascoltare)

  

ETERNI

Qualcosa parla di noi. Un frammento di eternità dice chiaramente ciò che abbiamo sempre saputo.

Le spalle di mio padre, forti ed affidabili. Il mare, le onde, la temperatura dell'acqua.

Non ho paura. Poi qualcosa muta il mio stato d’animo. Risalgo. L'acqua in superficie è meno fredda.

Stiamo facendo il bagno, siamo al mare si, tutti insieme e mi pare d'esser felice. Ho tanto tempo davanti a me, la commedia deve ancora cominciare e tutto questo tornerà per sempre.

 

LA FORMA DEI COLEOTTERI

A proposito di commedia: la commedia ha esasperato K, fino al punto che, la soluzione più appropriata, gli è parsa quella di trasformarsi in un insetto.

 

ITINERARIO

Dalla Cina, le tappe di una nostra possibile evoluzione.

Il distacco progressivo dalle cose terrene per ritrovare, per ritrovarsi.

Con le lacrime, che copiose scendono, come se stessi ascoltando Both Side now (orchestral Version); come rivoli di innocenza e vulnerabilità poco prima della fine della commedia.

 

AD OCCHI APERTI

Sono a Forlì.

Un sogno lucido, le parole si associano magicamente nell'obbedire alla prosodia che la melodia detta esponendo il suo profilo.

Poco alla volta - ancora frammenti di eternità. Una consapevolezza che si palesa nel riportare alla mente luoghi e situazioni.

Frammenti si legano, tra Piazza Saffi e l'arena estiva vicino al Duomo.

C'erano ancora i piccioni. Mia nonna mi tiene per mano.

Al cinema! Poi tutti insieme al Bar Centrale per il gelato.

Mio nonno conosce tutti. Uei Remo, è tuo nipote?

 

LE PROMESSE

Una giornata qualunque nella vita di due donne.

Sorelle, amanti, amiche, non si sa di preciso e non si sa nemmeno come finirà. Lei verrà o non verrà? La marginalità di una situazione ha fornito lo spunto a LE PROMESSE. Il testo, parola per parola, ha delineato quanto sopra descritto quasi a mia insaputa. Delia ha promesso che passerà a casa di Stefania alle 17:30. Per questo motivo Stefania non potrà tener fede alla promessa fatta a Sara.

Portami con te, ce ne andiamo al mare, dai dai; ricordi hai promesso tra due settimane. L'ho detto si ma, oggi viene Delia e sta con me… La musica era già pronta, viene dalle session di Phara Pop vol 1 LE PROMESSE è la track n 5 dell'album nuovo che uscirà ad ottobre.

 

EDDIE

La fase finale della vita di E.A.P. è già una immedesimazione profonda nella morte.

Una percezione assoluta di non ritorno e per questo piena di commozione e dolcezza.

 

LA MASCHERA DEGLI ARDENTI

Che Hop Frog sia tra gli ultimi racconti scritti da E.A.P. è cosa nota.

Meno noto forse, come scrive Cortàzar, che Hop Frog è un’invettiva contro il potere e il ruolo in cui la società ha relegato la figura dell'artista.

Hop Frog e Trippetta si vendicheranno, e sarà un capolavoro.

Nel testo, sposo questo racconto, ne ricalco i contorni, compiacendomi d'aver appiccato il fuoco io stesso.

 

FUORI LE ICONE

Impazzire d'amore.

Struggersi fino all'insonnia per quel bellissimo ragazzo di città.

Cosa può fare una ragazza di campagna per congiungere a sé l'oggetto delle sue brame? Chiederà alle carte, alla magia. Evocherà il demonio, con la speranza che si presenti agli appuntamenti e fornisca Lei qualche mossa vincente. Il Diavolo si aggirerà nei pressi, ma non si farà mai trovare.

Oberato di lavoro non prenderà mai troppo in considerazione la richiesta.

 

L'ORO IN NOI

Mi sobbarcherò tutti i rischi pur di percorrerla fino in fondo.

L'organizzazione sociale e il suo disarmante meccanismo, mal si associa al Daimon, che di recente pubblicazione titola album e nei codici dell'anima è iscritto per sempre, canta l'oro in noi.

Sputacchiando in sua difesa su tutto ciò che gli intralcia il cammino, avvinto alla cornucopia, brandendo spade di consapevolezza.

 

EP! EP! URRA'!

È la title track. Erano anni che volevo pubblicare un album con questo titolo.

Doveva essere per un EP con cinque tracce, poi le tracce son diventate dieci, indie per cui: Ep!Ep! Ahahahahah!

Canzone abbozzata nel 2019, rimasta fuori da phara pop, trova spazio qui. Chiude il sipario, ribadisce la sua estraneità ai fatti e canta melanconicamente un'afasia inglese che inglese non è.

È rimasta così, tale e quale alla sua prima stesura ma impreziosita da alcune scelte di suono e di spazio a cura di Ivano. Ivano Giovedì che tutto l'album ha prodotto, oltre ad averlo mixato e masterizzato


CHI È DANIELE FARAOTTI

Se l'oroscopo del 2022 dava al capricorno grandi soddisfazioni, il 2024 dovrebbe rilanciare lasciandosi alle spalle un 2023 un Po’ gnif.

In effetti, per Daniele Faraotti, capricorno classe 1961, tutto comincia nel 2008 con la pubblicazione di "Ciò che non sei più" (Alka Record 2008). Non che prima non ci fosse stato niente, le attività svolte precedentemente potevano tranquillamente rientrare nell’ambito della formazione.

Formazione lunga quella del Faraotti; tante le canzoni scritte, prima della prima canzone riconoscibile come tale − un percorso piuttosto accidentato.

Si è trattato di recuperare quella scintilla che sembrava persa, tra esami in conservatorio, titoli di studio e domande di ammissione. Tra le cose mediamente grosse di questi anni di formazione, sicuramente va ricordata la collaborazione con Patty Pravo (Roxy Bar, MTV 1994) e la partecipazione come chitarrista ad un paio di canzoni nell’album di Claudio Lolli 'La scoperta dell’America'.

Anche la direzione artistica della rassegna U. S. W. (Und so Writer) a San Lazzaro di Savena (Bo) è tra le cose da ricordare.

Le edizioni del 2008 e del 2009 (le uniche) hanno visto molta musica indipendente esibirsi sul palco dell"ITC.

Nel 2009 esce 'Ciò che non sai più (Alka Record 2009), EP con quattro canzoni e un video. Le canzoni erano state registrate nelle session dell’album precedente, album che con questo gioca molto con il titolo. Come esordio non è male, ottimamente accolto dalla critica e poi tanti i concerti in giro per l’Italia, il più importante a Scisciano (Na) di spalla ai Massimo Volume.

Poi è la volta 'Canzoni in Salita' (Bombanella Records 2012). Le recensioni fioccano copiose e i concerti diminuiscono un po", le mail scritte ai locali cominciano a non avere risposta e il pubblico è già stanco di cimentarsi con proposte non supportate da agenzie, etichette di grido e pubblicità. Circa due anni di lavoro per completare 'In Cage’s shoes', una composizione strumentale di 21 minuti omaggio a John Cage. Viene pubblicata in 'Exit from the Cage' del 2014.

Quattro anni di silenzio portano ad 'English Aphasia'. Pubblicato in digitale nell’aprile del 2019, vede l’edizione in vinile del 2020 rilanciare l’Inglese Afasico che, tra buone recensioni e complimenti, ripagherà il Faraotti di un periodo non proprio roseo sotto molti punti di vista.

Nell’estate del 2019 inizia la stesura delle canzoni che andranno a far parte di 'Phara Pop vol. 1'. Durante il lockdown del 2020 la stesura dei testi, la messa a punto degli arrangiamenti e tante nuove canzoni. Su 'Phara Pop' finiscono 20 canzoni scritte tra il luglio 2019 e giugno 2020. Il singolo 'RadioMagia', viene pubblicato a gennaio 2022 insieme al video eponimo.

In coda al 2023, e per la precisione in dicembre, arriva la pubblicazione di due nuovi singoli. L’album esce ad ottobre, ma prima di allora, due video. Uno esce a giugno e l’altro a settembre.

E i concerti? Si, anche i concerti, da gennaio 2025 si riparte da Reggio Emilia.




Un po' di storia dei MAGNA CARTA, band acustica britannica nata nel 1969

 

Magna Carta è stato un gruppo progressive folk-rock, formatosi originariamente a Londra nell'aprile del 1969. Il loro primo concerto si tenne il 10 maggio 1969, ad opera di Chris Simpson (chitarra, voce), Lyell Tranter (chitarra, voce) e Glen Stuart (Alastair Urquhart, voce). 

Il trio pubblicò album per la Mercury Records e la Vertigo Records, riscuotendo particolare successo con “Seasons”, del 1970.


Un po’ di storia…

Magna Carta” (1969) fu pubblicato come album di debutto dalla Mercury, prima che il loro album del 1970, “Seasons”, raggiungesse la posizione numero 55 della UK Albums Chart, anche se in seguito Tranter tornò in Australia. L'album fu prodotto da Gus Dudgeon, arrangiato dal produttore Tony Visconti, e i musicisti turnisti includevano l'organista Rick Wakeman, il batterista Barry Morgan, il contrabbassista jazz Spike Heatley e altri. Nel 1971, i Magna Carta si esibirono alla Royal Albert Hall con la Royal Philharmonic Orchestra. Davey Johnstone si unì alla formazione, registrando “Songs From Wasties Orchard” (1971) e “In Concert(1972), prima di lasciare per lavorare con Elton John, con il quale suona ancora.

A Simpson e Stuart si unì poi Stan Gordon, che registrò e pubblicò “Lord of the Ages” (1973). Poco dopo, Graham Smith, che aveva suonato nelle sessioni di “Songs From Wasties Orchard”, sostituì Gordon. Questa formazione di breve durata, arricchita da musicisti ospiti, registrò “Martin's Cafe” all'inizio del 1974, ma l'uscita dell'album fu ritardata di un paio d'anni a causa di una disputa tra il management della band e la casa discografica. Al duo principale si unì poi Tommy Hoy (ex-Natural Acoustic Band), prima che Stuart lasciasse per gestire un negozio di animali a Richmond, nel Surrey.

Nigel Smith si unì in tempo per aiutare a registrare “Putting It Back Together” del 1975. Nel 1977, l'ex compagno di band di Hoy nella Natural Acoustic Band, Robin Thyne, si unì alla band, insieme a Lee Abbott. 

Poco dopo, fu aggiunto Pick Withers. Withers rimase solo per un breve periodo, andando poi ad unirsi ai Dire Straits. Tra molte acrimonie, Thyne e Hoy lasciarono nel 1979 per formare NovaKarta. Tom McConville è apparso nell'album “Live In Bergen”, prima che la line-up cambiasse di nuovo per ospitare Al Fenn e George Norris.

Tra il 1980 e il 1982, Doug Morter si aggiunse alla formazione, insieme a una varietà di batteristi, tra cui Paul Burgess. L'edizione del 1981, “Midnight Blue”, conteneva "Highway To Spain". Norris, Burgess e Morter se ne andarono, quest'ultimo passò alla Albion Band. L'album solista di Chris Simpson, “Listen To The Man”, uscì in questo periodo e vide il supporto di Abbott, Linda Taylor e Will Jackson. Tra il 1984 e il 1986, Simpson e Taylor andarono in Medio Oriente per gestire un club musicale, prima di tornare a casa per riformare i Magna Carta. Nel 1986, la line-up includeva, oltre a Simpson, Taylor e Abbott, Gwyn Jones, John Carey, Paul Burgess e Simon Carlton. Nel 1988, “One To One” fu pubblicato dall'etichetta Tembo, Jones lasciò la band lo stesso anno.

Nel 1990, Simpson e Taylor si sposarono e, con il semi-ritiro di Lee Abbott, continuarono a suonare come Magna Carta come duo, così come con una formazione più ampia per lunghi tour.

L'uscita olandese del 1992, “Heartlands”, fu seguita da un tour nei Paesi Bassi. Il duo continuò a mantenere un fitto programma di concerti e nel corso degli anni ha fatto tour in molti paesi diversi. Molti album dal vivo apparvero nel corso del decennio, oltre alla ristampa degli album degli anni '70 della band su CD.

Nel 2001, “Seasons In The Tide” è stato pubblicato dall'etichetta Gold Circle, anche se l'etichetta fallì poco dopo. Nel 2002 fu pubblicato il DVD “Ticket To The Moon”, registrato nell'isola olandese di Texel nel 2001. Nello stesso anno, Magna Carta supportò i Fairport Convention nel loro tour teatrale olandese.

Nel 2006, Chris e Linda Simpson hanno annunciato che il loro matrimonio era finito.

Nel 2007, Magna Carta aveva già deciso che si sarebbe sciolta nel 2009, principalmente in riconoscimento del deterioramento delle relazioni tra i Simpson. Alla fine del 2008 hanno intrapreso un "tour d'addio" nei Paesi Bassi.

All'inizio del 2011, “Midnight Blue” è stato pubblicato in un doppio album con l'album live “Live & Let Live”. A settembre e ottobre 2011, una nuova line up dei Magna Carta è andata in tour in circa 17 locali nei Paesi Bassi.

Dopo un altro tour nei Paesi Bassi, la band è tornata in studio per registrare un nuovo album, “The Fields of Eden” (2015).

Nel dicembre 2019 hanno annunciato il loro ultimo concerto, dopo 50 anni.


DISCOGRAFIA 

Album in studio

Magna Carta (1969)

Also issued as This is Magna Carta and Times of Change

Seasons (1970)

Songs from Wasties Orchard (1971)

Lord of the Ages (1973)

Took A Long Time (1976)

Also issued as Putting it Back Together

Martin's Café (1977)

Prisoners on the Line (1978)

No Truth in the Rumour (1979)

Midnight Blue (1982)

Sweet Deceiver (1983)

One to One (1988)

Reissued with three additional tracks as Rings Around the Moon (2000)

Reissued as Ticket to the Moon (2005)

Seasons (1991)

Lord of the Ages (1991)

Heartlands (1992)

Seasons in the Tide (2001)

In Tomorrow (2CDs and a DVD) (2005)

The Fields of Eden (2015)

 

Album live

In Concert (1972)

Live in Bergen (1978)

Live Two by Four At The Melusina (1980)

State of the Art (1993)

Live at the BBC (1995)

Live at Grassington (1999)

Evergreen (2000)

Forever (2000)

A Touch of Class (2002)

Ticket to the Moon (DVD) (2002)


Compilation

Spotlight on Magna Carta (1977)

Old Master & New Horizons (1991)

Milestones (2CD) (1994)

Las Tierras del Viento (1995)

Limited Edition (1996)

Seasons + Wasties Orchard (1999)

Lord of the Ages + Martin's Cafe (1999)

Where to Now? (2000)

Magna Carta Gold (2003)

Ages and Seasons (2003). Features 4 complete albums: "Seasons", "Songs From Wasties Orchard", "Lord Of The Ages" and "Martin's Cafe".

In Tomorrow (2005)

Backroads (2006)

Airport Song (DVD) (2006)

Deserted Highways of the Heart... (2007)

Tomorrow Never Comes, The Anthology 1969-2006 (2CD) (2007)

Written in the Wind (2CD) (2008)


Altre uscite

Chris Simpson - Listen to the Man (1984)

Paul Stewart - That's the Way it Goes (2006)