giovedì 20 marzo 2025

Genesis-Commento all'album "Nursery Cryme" (ascolto incluso)


Nursery Cryme è un album fondamentale per comprendere l'evoluzione dei Genesis e il loro posizionamento nel mondo del progressive rock più complesso e articolato.

L'album ricevette una risposta mista dalla critica e non fu inizialmente un successo commerciale; non entrò nella classifica del Regno Unito fino al 1974, quando raggiunse il suo picco al n. 39. Tuttavia, ebbe piena luce nell'Europa continentale, in particolare in Italia.

È il loro terzo lavoro in studio, evoluzione del precedente Trespass (1970), che rappresentò un enorme passo avanti per la band rispetto al debutto, più “leggero”, From Genesis to Revelation.

La svolta in questo caso è legata al cambio di formazione, un nuovo volto che resterà quello a cui si fa riferimento quando si parla del momento d’oro dei Genesis.

L’evoluzione della lineup riguardò l’abbandono del chitarrista fondatore Anthony Phillips, che fu vinto da una paura di esibirsi che divenne per lui insopportabile. Fu sostituito da un altro uomo timido, Steve Hackett, chitarrista elegante e innovativo.

Furono altri i motivi che portarono invece all’avvicendamento del drummer, in quanto John Mayhew dovette andarsene perché il resto della band non era soddisfatto delle sue performance. Il sostituto, Phil Collins, fu una vera scoperta, e qualche anno dopo sarebbe diventato uno dei migliori batteristi Rock della sua generazione. Sospendiamo l’argomento “voce”, sicuramente di grande appeal, ma direttamente collegato alla fase di declino qualitativo dei Genesis e in generale del prog.

Pubblicato nel 1971, Nursery Cryme rappresenta una svolta decisiva per la band. Con l'arrivo di Collins e di Hackett i Genesis abbandonano definitivamente le sonorità più pop degli inizi e si immergono in un universo sonoro ricco di sfumature, atmosfere oniriche e strutture musicali complesse.

L’album è costituito da brani che diventeranno epici nella loro discografia.

"The Musical Box" è un esempio lampante. Con i suoi oltre dieci minuti di durata, è una vera e propria suite che introduce l'ascoltatore in un mondo fantastico e oscuro, basato su cambi di tempo, armonie intricate e testi surreali.

L'album è permeato da un'atmosfera cupa e misteriosa, che si riflette sia nei testi che nelle musiche. Brani come "The Fountain of Salmacis" e "Harlequin" sono pregni di sonorità evocative e testi carichi di simbolismo.

I Genesis dimostrano di non aver timore nello sperimentare, utilizzando gli strumenti tipici del genere che producono effetti sonori particolari, creando così un sound unico e riconoscibile. Non a caso l’album è considerato uno dei pilastri del progressive Rock degli anni '70, insieme agli altri loro capolavori Selling England by the Pound e Foxtrot.

Nursery Cryme rappresenta un'esperienza musicale completa, che richiede un ascolto attento e concentrato, ma che ripaga con emozioni intense e un'immersione in un mondo sonoro affascinante.

Per chi si avvicinasse per la prima volta ai Genesis, risulta un ottimo punto di partenza per scoprire la complessità e la bellezza della loro musica.

Ma quale fu l’impatto di Nursery Cryme sulla scena musicale dell’epoca?

Come già sottolineato l'album è entrato di diritto nel pantheon dei capolavori del progressive Rock, influenzando generazioni di musicisti e band.

I Genesis, con Nursery Cryme e gli album successivi, hanno dimostrato che il rock poteva andare oltre i soliti schemi, esplorando territori musicali più ampi e articolati.

L'influenza del disco si avverte ancora oggi in molte band progressive contemporanee, che si ispirano al sound e all'approccio compositivo dei Genesis.

 

Pubblicazione: 12 novembre 1971

Durata: 39:29

Etichetta: Charisma (Regno Unito), Atlantic (Stati Uniti) 

 

Tracce

Tutte le canzoni sono scritte da Tony Banks, Phil Collins, Peter Gabriel, Steve Hackett e Mike Rutherford 

Lato A 

1.The Musical Box-10:32

2.For Absent Friends-1:48

3.The Returnof the Giant Hogweed-8:13 

Lato B

1.Seven Stones-5:12

2.Harold the Barrel-3:01

3.Harlequin-2:57

4.The Fountain of Salmacis-7:56


Formazione

Tony Banks - organo Hammond, Mellotron, pianoforte, pianoforte elettrico, chitarra a 12 corde, cori

Mike Rutherford - basso, pedali per basso, chitarra a 12 corde, cori

Peter Gabriel - voce solista, flauto, oboe, grancassa, tamburello

Steve Hackett - chitarra elettrica, chitarra a 12 corde

Phil Collins - batteria, percussioni, cori, voce solista in "For Absent Friends"





È morto Peter Farrelly, cantante, flautista e bassista dei Fruupp: aveva 76 anni

 

 


Peter Farrelly ha guidato la band prog nordirlandese dei Fruupp durante la lunghezza della loro vita, sei anni, nei primi seventies


Peter Farrelly, cantante, flautista e bassista dei Fruupp, gruppo nordirlandese di rock progressivo, è scomparso questo fine settimana all'età di 76 anni. I Fruupp sono stati attivi per sei anni, negli anni '70.

La notizia è stata annunciata dal suo ex compagno di band, il chitarrista dei Fruupp Vincent McCusker, sul gruppo Facebook della band. McCusker si è recentemente impegnato per la ripubblicazione della musica dei Fruupp.

Farrelly ha anche realizzato le copertine dei primi due album della band: Future Legend del 1973 e Seven Secrets dell'anno successivo.

Robert Cochrane, biografo dei Fruupp e autore di "Masquerades - The Story of Fruupp", ha reso omaggio a Farrelly:

"Peter Farrelly è stato una figura elegante nei giorni entusiasmanti del prog. La sua voce caratterizzante e le sofisticate linee di basso meritano un riconoscimento supplementare per la loro tecnica superba. Poteva passare da un sussurro a un urlo con facilità e senza sforzo e sapeva anche scatenarsi quando necessario.

I quattro album dei Fruupp hanno ottenuto un maggiore riconoscimento negli ultimi anni rispetto a quando sono stati pubblicati. Le distintive opere d'arte di Peter che adornavano le loro prime due copertine, "Future Legend" e "Seven Secrets", e i primi poster e volantini promozionali, sono state fondamentali per la loro immagine. Fu solo il rigoroso programma di tournée a porre fine al suo ruolo di "visual merchandiser" della band. Semplicemente, non aveva il tempo di realizzare altre copertine.

Come molti talenti naturali era umile. Un elemento visivo distintivo e forte, fondamentale per la brillantezza eclettica che lo circondava: le fioriture classiche di Stephen Houston, le successive sovrapposizioni elettroniche del compianto John Mason, le linee di chitarra infuocate di Vincent McCusker in tandem con le fioriture di batteria eclettiche e guidate di Martin Foye. Ciò che rendeva Farrelly unico era la sua capacità di cantare in modo squisito mentre eseguiva progressioni di basso pulsanti e appropriate. Il suo strumento preferito era la chitarra acustica, ma nelle sue mani il basso regnava sovrano.

Dopo i Fruupp, formò i The Crowd, un ibrido new wave ispirato ai Doors e agli Stranglers, che con un po' più di fortuna avrebbe potuto sfondare. Sebbene Peter Farrelly avesse abbandonato la musica, la musica non ha mai abbandonato lui. Ha continuato a scrivere canzoni, sviluppando un interesse per la musica classica dopo aver iniziato a suonare il pianoforte. Il suo talento continuerà a portare gioia e meraviglia a coloro che già lo conoscono e a coloro che devono ancora scoprire il suo lavoro registrato. Dopo mezzo secolo, affascina ancora, rimanendo un esempio di buon gusto, eleganza e grazia".






mercoledì 19 marzo 2025

Delaney e Bonnie


Eric Clapton, Bonnie Bramlett, Delaney Bramlett e George Harrison

Leggendo l'autobiografia di Eric Clapton emerge l'enorme importanza che Delaney e Bonnie hanno avuto nella vita del chitarrista, tanto che Eric attribuisce a loro "la colpa" del fallimento del supergruppo dei Blind Faith.

Ecco alcuni passaggi del libro, che fanno emergere il senso di frustrazione di Clapton, che confronta la qualità della musica di Delaney e Bonnie con la "perfetta freddezza" del suo gruppo, fatto da singoli non amalgamati:

"Per me, andare sul palco dopo Delaney a Bonnie era molto duro, perchè pensavo che fossero parecchio più bravi di noi."; "... il loro approccio musicale era contagioso. Tiravano fuori le chitarre sul bus e suonavano per tutto il viaggio, mentre noi tendevamo a isolarci di più... cominciai a viaggiare e suonare con loro, e io ne ero irresistibilmente attratto, anche se sapevo che questo avrebbe distrutto la band nella quale avevamo riposto tanta ‘fiducia cieca’.... se Delanie e Bonnie non avessero mai suonato ai nostri concerti forse i Blind Faith sarebbero sopravvissuti, ma la tentazione rappresentata da Delanye era irresitibile...".


Le note trovate su wikipedia, inserite da chissà quale "critico" musicale, fornisco un'immagine diversa:

Delaney e Bonnie, marito e moglie, godono di una fama ben superiore al loro reale valore. Le loro canzoni, classificabili all'interno del genere "Southern Rock" anni '70, risultano in realtà una combinazione di gospel, country, funk e soul. Sono più che altro celebri per le prestigiose collaborazioni che rendono i loro dischi piccoli gioielli di un R'n'B ben costruito: fra le tante, vanno senz'altro ricordate quelle di Eric Clapton, Leon Russell, Dave Mason, George Harrison e Duane Allman. La voce di Bonnie ricorda molto quella di Janis Joplin e lo stesso Delaney può vantare precedenti collaborazioni di rilievo, fra cui si segnala quella col celebre bluesman dell'Oklahoma J.J. Cale. Ingaggiati come gruppo spalla dei Blind Faith di Eric Clapton e Steve Winwood per l'infruttuosa tournée americana del 1969, si trasferiscono in Inghilterra per la realizzazione di "On Tour", il loro album più famoso.

Qualunque sia la verità le parole di Clapton, scritte a distanza di anni regalano un'immagine precisa, che lascia poco spazio all'immaginazione.





Nel ricordo di Paul Kossoff



Ricorre oggi, 19 marzo, l’anniversario della morte di Paul Kossoff, professione chitarrista, fondatore dei Free. Nato in Inghilterra, ad Hmpstead, il 14 settembre del 1950, aveva solo 26 anni quando il 19 marzo del 1976 morì a seguito di un’overdose di eroina, durante un volo aereo. Kossoff era da tempo eroinomane.
Lo stile di Paul Kossoff è di chiara matrice blues, pieno di feeling ed espressività, con largo uso di “bending” e del vibrato. Suonava principalmente Chitarre Gibson Les Paul, e dal vivo con due o più amplificatori Marshall. Nessun effetto a pedale, wha fuzz con controllo del “guadagno” con i due potenziometri del volume sulla Les Paul.


Ma chi furono i Free?

I Free nascono a Londra nel 1968 quando Paul Kossoff e Simon Kirke, rispettivamente chitarrista e batterista dei Black Cat Bones, contattano il cantante Paul Rodgers dopo averlo visto in azione con la sua blues band, i Brown Sugar. Come bassista viene reclutato il sedicenne Andy Fraser. Con la protezione di Alexis Korner (responsabile anche della scelta del nome), i quattro fanno serate in piccoli club creandosi un certo seguito, e firmano così per la Island Records, pubblicando al loro esordio l’album Tons of Sobs. La voce graffiante di Rodgers e i grintosi assoli di Kossoff personalizzano un sound che negli anni a venire non sarà più così energico. Nel secondo album, Free, i toni si fanno infatti più morbidi e pacati concedendo largo spazio alle armonie vocali. Il grande successo arriva comunque con Fire and Water, contenente il brano All Right Now, caratterizzato da un riff di chitarra e un ritornello che li porterà in cima alle classifiche di USA e Regno Unito. I Free si separano al culmine della carriera, nel1971, per dedicarsi a progetti diversi con scarso successo per tutti e quattro. Si rimettono quindi insieme nel 1972, e, dopo ripetuti cambi di formazione e i problemi di droga di Kossoff, pubblicano Free at Last (1972) e Heartbreaker (1973). Fraser lascia il gruppo formando la Andy Fraser Band, lasciando il posto al bassista giapponese Tetsu Yamauchi; entra anche il tastierista texano John “Rabbit” Bundrick già con Johnny Cash, tuttavia il gruppo britannico non riesce a trovare la stabilità a causa dell’abbandono di Kossoff prima della conclusione di Heartbreaker (in alcune date è Rodgers a improvvisarsi chitarrista). In seguito Rodgers e Kirke ritrovano la gloria con i Bad Company, Tetsu si unisce ai Faces e Bundrick intraprende la carriera solista diventando dal 1979 tastierista live degli Who.
Kossoff, dopo due anni di cure intensive, quando sembrava essere tornato al meglio (pubblica un album da solista e due con i Back Street Crawler), muore nel 1976 sull'aereo che lo stava portando a New York. Dal 1974 al 2002 vengono pubblicate antologie dei Free rimasterizzate e arricchite di inediti, e versioni alternative dei loro successi.
Conclusa l'esperienza Bad Company, Paul Rodgers intraprende l'attività come solista e nel 2005; dall'incontro con Brian May e Roger Taylor dei Queen, nasce il progetto Queen +Paul Rodgers, che porta la formazione ad esibirsi in tutto il mondo con un repertorio celebrativo comprendente i successi di entrambi, anche se con un taglio principalmente 'Queen'.
Il tour 2005-2006, sull'ondata emotiva post-Freddy Mercury, riscuote enorme successo e da origine ad un doppio CD live dal nome Return of the Champions.


Ultima formazione
  • Paul Rodgers - voce, chitarra, piano (1968-1971, 1972-1973)
  • Paul Kossoff - chitarra (1968-1971, 1972-1973)
  • John "Rabbit" Bundrick - tastiere (1972-1973)
  • Tetsu Yamauchi - basso (1972-1973)
  • Simon Kirke - batteria (1968-1971, 1972-1973)
Ex componenti
  • Andy Fraser - basso, piano (1968-1971, 1972)
  • Wendell Richardson - chitarra (1973)
  • Leigh Webster -tastiere (1972)




martedì 18 marzo 2025

The Lemon Pipers

 

The Lemon Pipers è stato un gruppo musicale psichedelico statunitense di Oxford, Ohio, noto principalmente per il brano "Green Tambourine", che raggiunse la posizione numero 1 negli Stati Uniti nel 1968. La canzone è stata accreditata come la prima bubblegum pop chart-topper.

The Lemon Pipers comprendevano il batterista William (Bill) E. Albaugh (1946-1999), il chitarrista Bill Bartlett (nato nel 1946), il cantante Dale "Ivan" Browne (nato nel 1947), il tastierista Robert G. Nave (1944-2020) e il bassista Steve Walmsley (nato nel 1948, Wellington, Nuova Zelanda) che sostituì il bassista originale Bob "Dude" Dudek.

La band fu formata nel 1966 da studenti di Oxford, che avevano suonato nei bar del college con i loro gruppi precedenti.

Il loro repertorio era fatto di blues, hard rock e folk rock, con alcune cover dei Byrds e degli Who.

Dopo un po’ di gavetta nei bar del luogo pubblicarono un singolo per l'etichetta Carol Records, "Quiet Please".

Il gruppo originale - un quartetto - guadagnò notorietà raggiungendo le finali nella Ohio Battle of the Bands al Cleveland Public Auditorium nel 1967, perdendo contro la James Gang.

La band reclutò quindi uno studente della Miami University come frontman - Dale "Ivan" Browne - e ingaggiò anche l'impresario musicale Mark Barger, che guidò i The Lemon Pipers alla Buddah Records, allora gestita da Neil Bogart.

Affidandosi ai consigli di Barger, accettarono così di stipulare un contratto discografico e distributivo con Buddah.

Il gruppo iniziò a suonare in grandi sale auditorium e da concerto negli Stati Uniti, inclusa un'apparizione al Fillmore West di Bill Graham a San Francisco sullo stesso palco con i Traffic, Moby Grape e Spirit, il 21 marzo 1968.

I piani di Buddah per il gruppo si concentrarono sul bubblegum pop piuttosto che sulla musica rock, e i The Lemon Pipers si unirono a un settore aziendale che conteneva già Ohio Express e la Fruitgum Company. Paul Leka fu assegnato come loro produttore discografico.

Buddah non sapeva inizialmente come gestire la band e li fece debuttare con una composizione di Bartlett, "Turn Around and Take a Look".

Visto lo scarso successo della canzone l'etichetta chiese a Leka e al suo compagno di scrittura, Shelley Pinz, che stavano lavorando in un ufficio di Brill Building a Broadway, di creare una canzone adatta. La coppia produsse "Green Tambourine", che la band registrò senza entusiasmo.

La canzone entrò nella Billboard Hot 100 alla fine del 1967 e raggiunse la posizione numero 1 nel febbraio 1968 nelle classifiche Billboard e Cashbox.

Arrivò alla posizione numero 7 nella UK Singles Chart e diventò un successo in tutto il mondo. Vendette oltre due milioni di copie e fu premiata con un disco d'oro dalla Recording Industry Association of America (R.I.A.A.) nel febbraio 1968.

Il successo di "Green Tambourine" fece sì che l'etichetta mettesse sotto pressione il gruppo per rimanere nel genere bubblegum, e nel marzo 1968 la band pubblicò un'altra canzone di Leka/Pinz, "Rice Is Nice", che raggiunse la posizione numero 46 nelle classifiche di Billboard, la numero 42 nelle classifiche Cashbox statunitensi e la numero 41 nel Regno Unito a maggio. La band nutriva poco entusiasmo per entrambe le canzoni, tuttavia, superarono il disagio considerandola "musica divertente", soprattutto sapendo che sarebbero stati abbandonati da Buddah se avessero rifiutato.

“Ordinary Point of View", scritto da Eric Ehrmann e con un assolo country di Bartlett, fu registrato, ma rifiutato da Buddah. Disincantato da Buddah e dall'industria musicale, Ehrmann smise di scrivere canzoni e si diede al giornalismo musicale.

Come è comune nel caso della musica degli anni '60, alcuni problemi di copyright e royalties collegati al precedente proprietario della Buddah Records, ereditati dagli attuali proprietari del catalogo editoriale musicale Kama Sutra e delle canzoni dei The Lemon Pipers rimasero irrisolti.

L'evoluzione dei The Lemon Pipers dalla musica rock degli anni '60 verso una bubblegum  band da disco d'oro creò una dualità all’interno del gruppo: "Eravamo una band rock 'n' roll stand-up e all'improvviso ci ritrovammo in uno studio con qualcuno che ci diceva come e cosa suonare".

Il divario tra le aspirazioni dell'etichetta e i gusti musicali della band divenne evidente nell'album di debutto “Green Tambourine”. Prodotto da Leka, il disco conteneva cinque canzoni di Leka/Pinz, così come due extended tracks scritte dalla band, "Fifty Year Void" e "Through With You" (quest'ultima, scritta da Bartlett, con influenze dei Byrds e, secondo l'etichetta originale LP, lunga 8:31). Fu inclusa anche "Ask Me If I Care" scritta da Ehrmann.

Registrarono un secondo album per Buddah, “Jungle Marmalade”, che mostrò ancora il duplice volto della band.

La band lasciò l'etichetta nel 1969 e successivamente si sciolse. Bartlett, Walmsley e Nave formarono gli Starstruck, la cui registrazione di una canzone dei Lead Belly, "Black Betty", fu rielaborata dai produttori della Super K Productions Jerry Kasenetz e Jeffry Katz, e pubblicata nel 1977 dai Ram Jam.

Browne si trasferì in California per continuare a suonare, Walmsley si fermò a Oxford a suonare il basso e Bartlett perse motivazione e diventò solitario dopo la morte della moglie Dee Dee. Nave divenne un disc jockey jazz su WVXU a Cincinnati, suonando occasionalmente l'organo con i Blues Merchants nei locali sud-occidentali dell'Ohio.

Il batterista Bill Albaugh morì il 20 gennaio 1999 all'età di 53 anni. Il tastierista Bob Nave è morto il 28 gennaio 2020, all'età di 75 anni.

Si registra una reunion nel 2017 denominata  “Summer of Love 50th Anniversary Reunion Madison Theater”.







The Pretenders

 


Riassumo oggi la storia dei The Pretenders, prendendo spunto da informazioni trovate su siti esteri.

L’articolo è oggettivamente un po' schematico, ma vorrei dare un’idea di cosa abbiano rappresentato, proponendo un po' della loro musica, fruibile con un semplice clic sul titolo azzurro.

Da scoprire o riscoprire, un bel rock che soddisfa…


I The Pretenders sono un gruppo rock anglo-americano formatosi nel marzo del 1978. La band originale era composta dalla fondatrice e compositrice principale Chrissie Hynde (voce, chitarra ritmica), James Honeyman-Scott (chitarra solista, cori, tastiere), Pete Farndon (basso, cori) e Martin Chambers (batteria, cori, percussioni). Dopo la morte di Honeyman-Scott nel 1982 e di Farndon nel 1983, la band subì numerosi cambiamenti di organico; Hynde è stato l'unico membro costante della band.

I Pretenders si formarono dopo che Dave Hill della Anchor Records ascoltò alcuni demo della musica di Hynde, musicalmente attiva sin dal 1973.

Venne organizzata a Londra una sessione di prove con tre elementi - Hynde, Mal Hart al basso e Phil Taylor dei Motörhead alla batteria - e fu suonata una selezione di canzoni originali di Hynde. Hill rimase impressionato e organizzò una giornata allo Studio 51 per registrare un'altra demo. Anche se era un azzardo, sentiva di aver visto e sentito abbastanza "potenziale stellare" da poter suggerire a Hynde di formare una band più permanente per registrare per la sua nuova etichetta, la Real Records.

Hynde mise assieme un gruppo composto da Pete Farndon al basso, James Honeyman-Scott alla chitarra e Gerry Mcilduff alla batteria. Pur senza un nome, registrarono cinque tracce al Regents Park Studio nel luglio 1978, inclusa una cover della canzone dei Kinks "Stop Your Sobbing". Poco dopo, Gerry Mcilduff fu sostituito alla batteria da Martin Chambers. Hynde chiamò la band "Pretenders" dopo la canzone dei Platters "The Great Pretender", che era la canzone preferita di uno dei suoi ex fidanzati.


La band originale (1978-1982)

Il primo singolo della band, una cover della canzone dei Kinks "Stop Your Sobbing" (prodotta da Nick Lowe e registrata alle sessioni di luglio al Regents Park) fu pubblicato nel gennaio 1979 e ottenne l'attenzione della critica.  Fu seguito da "Kid" nel giugno 1979. Nel gennaio 1980 la band raggiunse il numero 1 nel Regno Unito con "Brass in Pocket", che ebbe successo anche negli Stati Uniti, raggiungendo il numero 14 nella Billboard Hot 100.

Il loro album di debutto omonimo fu pubblicato nel gennaio 1980 e fu un successo sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti, sia commercialmente che per la critica.

Prodotto da Chris Thomas, è considerato uno dei migliori album di debutto di tutti i tempi.

Il secondo album, “Pretenders II, fu pubblicato nell'agosto 1981. Includeva le canzoni dell'EP statunitense Extended Play, il successo video di MTV "Day After Day" e popolari brani radiofonici "The Adultress", "Birds of Paradise", "Bad Boys Get Spanked" e "The English Roses".

Il 18 settembre 1981, i Pretenders furono gli ospiti musicali dello show comico statunitense Fridays. La band eseguì "The Adultress", "Message of Love" e "Louie, Louie". Andy Kaufman fu l'ospite del programma.

A causa dell'aumento dell'abuso di droghe, Farndon fu licenziato dalla band il 14 giugno 1982. Due giorni dopo Honeyman-Scott morì di insufficienza cardiaca a causa dell'intolleranza alla cocaina. Farndon stava formando una nuova band quando fu trovato morto il 14 aprile 1983 da sua moglie: dopo aver assunto eroina ed essere svenuto, Farndon era annegato nella sua vasca da bagno, lasciando i Pretenders con solo due membri viventi.


                                   Ri-raggruppamento (1983-1989)

Hynde e Chambers, dopo la morte di Honeyman-Scott, continuarono l’attività. Nel luglio 1982 fu assemblato un nucleo formato da Hynde, Chambers, il chitarrista dei Rockpile Billy Bremner e il bassista dei Big Country Tony Butler per registrare il singolo "Back on the Chain Gang". La canzone fu pubblicata in ottobre e divenne il loro più grande successo negli Stati Uniti, rimanendo al numero 5 per tre settimane consecutive. Il lato B del singolo, "My City Was Gone" fu (tranne che per un breve periodo nel 1990) il tema musicale usato per il Rush Limbaugh Show sin dal suo inizio.

Hynde creò quindi una formazione più solida per la band, mantenendo Chambers e aggiungendo Robbie McIntosh alla chitarra e Malcolm Foster al basso.

"Middle of the Road" fu il primo singolo di questa formazione, pubblicato negli Stati Uniti nel novembre 1983, e raggiunse la top 20. Il lato B statunitense, "2000 Miles", fu pubblicato come singolo nel Regno Unito. Il terzo album dei Pretenders, “Learning to Crawl”, fu prodotto dal "quinto pretendente" Chris Thomas e pubblicato nel gennaio 1984.

Nel luglio 1985, la band (incluso Rupert Black alle tastiere) suonò al Live Aid.

Poco dopo l'inizio delle sessioni di registrazione per l'album successivo, con una traccia già completata, Hynde dichiarò che Chambers non stava più suonando bene e lo licenziò. Scoraggiato per la perdita del suo compagno di band, Foster lasciò, e Hynde e McIntosh registrarono il resto dell'album in varie sessioni a New York e Stoccolma, con session men assortiti. Verso la fine del lavoro Hynde assunse due dei musicisti ospiti, il bassista T.M. Stevens e l'ex batterista degli Haircut One Hundred Blair Cunningham, come nuova sezione ritmica dei Pretenders. L'album Get Close, pubblicato nel 1986, includeva i primi 10 singoli, "Don't Get Me Wrong" dal film Gung Ho (aiutato da un popolare video omaggio alla serie televisiva The Avengers) e "Hymn to Her", un successo che arrivò al numero 8 nel Regno Unito. Negli Stati Uniti, sia "Don't Get Me Wrong" che "My Baby" raggiunsero il numero 1 nella classifica Billboard Mainstream Rock.

Per il Get Close tour, Bernie Worrell fu aggiunto alla formazione dal vivo alle tastiere. Durante il tour, Hynde sentì che il suono della band si era allontanato dalle sue radici rock new wave e credeva di essere ora la frontwoman di una nuova band che "non erano i Pretenders". A metà del tour prese provvedimenti drastici: Stevens e Worrell furono entrambi licenziati, Malcolm Foster fu reintegrato al basso e Rupert Black tornò alle tastiere.



Anni Novanta

Nel 1990, Hynde assunse dei turnisti (tra cui Bremner e Cunningham e il bassista John Mckenzie) e registrò un nuovo album dei Pretenders, Packed! Hynde era l'unica persona raffigurata in qualsiasi parte dell'album, ed era l'unico membro ufficiale della band.

Nel 1993, Hynde si unì all'ex chitarrista dei Katydids Adam Seymour per formare una nuova versione dei Pretenders. Il team di Hynde e Seymour assunse quindi un certo numero di musicisti turnisti per registrare Last of the Independents, tra cui l'ex bassista degli Smiths Andy Rourke, l'ex bassista dei Primitives Andy Hobson e l'ex “pretendente” e batterista/scrittore/produttore James Hood, precedentemente con gli Impossible Dreamers e i Moodswings. Ma alla fine delle registrazioni dell'album (e per il tour successivo) la formazione ufficiale della band era composta da Hynde, Seymour, Hobson e il batterista Martin Chambers.

Quando Last of the Independents fu rilasciato nel 1994, arrivò ad ottenere il disco d'oro negli Stati Uniti. Il singolo "Night In My Veins" fu un successo minore negli Stati Uniti, raggiunse la metà classifica nel Regno Unito e un successo da top 10 in Canada. Il secondo singolo fu la ballata centrale dell'album "I'll Stand by You", che ricevette un notevole airplay e fu un successo top 10 nel Regno Unito, e top 20 negli Stati Uniti (n. 16 nella Billboard Hot 100| Billboard Hot 100) e in Canada.

Il 10 aprile 1999, Hynde organizzò il concerto commemorativo "Here, There and Everywhere - A Concert for Linda" per la sua defunta amica Linda McCartney alla Royal Albert Hall di Londra, organizzato da Hynde e Carla Lane. I Pretenders erano la band di supporto per tutti gli artisti. 

Viva el Amor è stato pubblicato nel 1999, così come la loro collaborazione con Tom Jones nell'album Reload.



Anni 2000

I Pretenders si unirono a Emmylou Harris in Return of the Grievous Angel: A Tribute to Gram Parsons, eseguendo la canzone "She". Una compilation Greatest Hits seguì nel 2000. Durante il 2002 fu rilasciato dalla Artemis Records Loose Screw, il primo disco dei Pretenders ad essere pubblicato da una etichetta diversa dalla WEA.

Nel marzo 2005 i Pretenders sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame. Nel corso della cerimonia eseguirono "Precious" e "Message of Love". Durante il suo discorso di accettazione, Hynde nominò e ringraziò tutti i membri sostitutivi del gruppo, poi disse: So che i Pretenders sono sembrati una tribute band negli ultimi 20 anni, e stiamo rendendo omaggio a James Honeyman-Scott e Pete Farndon, senza i quali non saremmo qui. E d'altra parte, senza di noi, non avrebbero potuto essere qui, ma è così che funziona nel rock 'n' roll".

L'album dei Pretenders “Break Up the Concrete” fu pubblicato dalla Shangri-La Music il 7 ottobre 2008. È stato il primo album Top 40 della band negli Stati Uniti in ventidue anni e il suo ultimo fino ad oggi. I brani includono "Boots of Chinese Plastic", "Don't Cut Your Hair", "Love's a Mystery", "The Last Ride" e "Almost Perfect".

 


Anni 2010

Nel settembre 2012 i Pretenders si riuniscono (Hynde, Chambers, Heywood, Walbourne, Wilkinson) come parte della line-up di intrattenimento per il Gran Premio di Singapore 2012. Vengono raggiunti dal tastierista/chitarrista acustico Carwyn Ellis nell'autunno 2012. Il 6 settembre 2016 Stevie Nicks annuncia che i Pretenders sarebbero stati il suo supporto in un tour di 27 città negli ultimi tre mesi del 2016. La band dal vivo era composta da Hynde, Chambers, Heywood, Walbourne, Wilkinson, come prima.

Il 21 ottobre del 2016 pubblicano il loro decimo album in studio, Alone. Tuttavia, come in Packed!, Hynde era l'unico “pretendente” dell'album, altrimenti suonato interamente da musicisti occasionali. Nel maggio 2017, Ellis ha ripreso il tour con i Pretenders che hanno girato l'Australia e la Nuova Zelanda con Nicks.

 


Anni 2020 

Il programma della band prevedeva originariamente la pubblicazione del loro 11° album in studio, “Hate for Sale”, per il 1° maggio 2020; il singolo principale, "The Buzz", uscì il 17 marzo 2020. Tuttavia, il 24 marzo l'uscita  fu posticipata al 17 luglio. Lo stesso giorno (il 24 marzo), fu rilasciato il secondo singolo, la title track "Hate for Sale".

Il 17 aprile 2020 è uscito il terzo singolo "You Can't Hurt a Fool", il 12 maggio 2020 il quarto singolo "Turf Accountant Daddy". "Don't Want to be This Lonely", pubblicato il 28 maggio 2020, è stato il quinto e ultimo singolo estratto dall'album.

Un tour nordamericano di cinque mesi con i Journey era originariamente previsto per il 15 maggio 2020, ma a causa della pandemia di COVID-19 è stato cancellato.

Il 3 settembre 2022 i Pretenders si sono esibiti al Taylor Hawkins Tribute Concert allo stadio di Wembley con Dave Grohl al basso. Hanno eseguito "Precious", "Tattooed Love Boys" e "Brass In Pocket".

 


Formazione attuale

Chrissie Hynde – voce, chitarra (1978-presente)

Martin Chambers – batteria (1978-1986, 1994-presente)

Nick Wilkinson – basso (2005-presente)

James Walbourne – chitarra (2008-presente)

Eric Heywood – pedal steel (2008-presente)

Carwyn Ellis – tastiere (2012, 2017-presente)

Ex componenti

James Honeyman-Scott – chitarra (1978-1982)

Pete Farndon – basso (1978-1982)

Robbie McIntosh – chitarra (1983-1987)

Chris Thomas (turnista: 1983)

Malcolm Foster – basso (1983-1986, 1987)

Rupert Black – tastiere (1984-1986, 1987)

Blair Cunningham – batteria (1986-1987)

T. M. Stevens – basso (1986-1987)

Bernie Worrell – tastiere (1986-1987)

Johnny Marr – chitarra (1987)

Adam Seymour – chitarra, tastiere (1993-2008)

Andy Hobson – basso (1994-2005)

Zeben Jameson – basso (turnista: 1994-2006)

 


Album in studio

1979 – Pretenders (Sire Records)

1981 – Pretenders II (Sire Records)

1984 – Learning to Crawl (Sire Records)

1986 – Get Close (Sire Records)

1990 – Packed! (Sire Records)

1994 – Last of the Independents (Sire Records)

1999 – ¡Viva el Amor! (Warner Music Group)

2002 – Loose Screw (Warner Music Group)

2008 – Break Up the Concrete (Warner Music Group)

2016 – Alone (Eagle Rock Entertainment)

2020 - Hate for Sale

Album dal vivo

1995 – The Isle of View

2010 – Live in London 

Raccolte

1987 – The Singles

2000 – Greatest Hits

2006 – Pirate Radio

EP

1981 – Extended Play







sabato 15 marzo 2025

I Big Big Train condividono una nuova clip live di "The Last English King"

 


I Big Big Train ripubblicheranno il loro album del 2002, “Bard”, in vinile e CD a marzo


I Big Big Train hanno condiviso una nuova clip live di "The Last English King". La canzone è presente sia in versione live che in studio nella prossima ristampa del loro album del 2002, "Bard", che verrà ripubblicato tramite English Electric Recordings il 21 marzo. Contemporaneamente, la band pubblicherà un nuovo EP, "Scop", come accompagnamento a "Bard". L'EP conterrà cinque demo dalle sessioni di registrazione di "Bard" più "The Sundial".

"Nel tour dell'autunno scorso e nei nostri prossimi spettacoli di aprile e maggio, ci siamo concentrati sul suonare canzoni dal nostro album in studio più recente, 'The Likes Of Us'", spiega il cantante solista Alberto Bravin. "Ma vogliamo anche celebrare il grande catalogo dei Big Big Train e quindi abbiamo deciso di rispolverare 'The Last English King', una canzone che la band non aveva mai suonato dal vivo fino allo scorso settembre. È stato fantastico immergersi nella storia antica con 'The Last English King'", aggiunge il batterista Nick D'Virgilio. "Mi è piaciuta molto la canzone la prima volta che l'ho ascoltata e sapevo che questa formazione avrebbe potuto fare qualcosa di molto speciale con l'arrangiamento. Adoro il modo in cui inizia acusticamente e poi ha una sezione molto psichedelica prima dell'enorme e potente finale".

"'The Last English King' è molto divertente da eseguire", commenta il tastierista Oskar Holldorff. "Gli assoli di tastiera estesi mi hanno dato la possibilità di sgranchirmi le gambe e suonare qualcosa di leggermente diverso ogni sera. Spero che suoneremo la canzone molte altre volte in futuro".

I Big Big Train daranno il via al loro prossimo tour di aprile negli Stati Uniti in Florida il 2 aprile e saranno co-headliner al Cruise To The Edge di quest'anno. La band farà anche la sua prima apparizione dal vivo in Canada e si esibirà per la prima volta in Portogallo all'inizio di maggio al Gouveia Art Rock Festival.

"Scop" verrà pubblicato esclusivamente come download digitale tramite la pagina Bandcamp di Big Big Train.





venerdì 14 marzo 2025

"Intervento riuscito per Ronnie Platt, cantante dei Kansas: l'artista è di ottimo umore"


 

Il cantante del Kansas Ronnie Platt ringrazia i fan per il supporto mentre rivela che si sta riprendendo da un intervento chirurgico riuscito per il cancro alla tiroide

 

Il cantante del Kansas Ronnie Platt si sta riprendendo dopo un intervento chirurgico riuscito per curare un cancro alla tiroide.

Platt, 63 anni, rivela la sua situazione in una dichiarazione pubblicata su Facebook: i suoi medici riferiscono che l'operazione è andata molto bene e lui afferma di essersi riposato e di non vedere l'ora di tornare al lavoro.

Afferma Platt: "Sono a casa! Il dottore ha detto che la mia operazione non avrebbe potuto andare meglio. Ho sentito il potere delle preghiere di tutti e la loro energia positiva. Mi avete aiutato tutti. Come posso, o posso, ringraziarvi tutti per questo?

Non vedo l'ora di tornare a fare ciò che so fare meglio, cantare, ma il mio vero lavoro è intrattenervi tutti e aiutarvi almeno per un paio d'ore a dimenticare i vostri problemi e a ricaricare le batterie.

Di questo sono molto orgoglioso. Grazie ancora a tutti, continuate così!"

Di recente, i Kansas hanno cancellato una serie di spettacoli dal vivo in seguito alla diagnosi di Platt. Hanno ancora in programma molti concerto nel corso del 2025, e la prossima esibizione è prevista per i primi di aprile.

L'anno scorso, il batterista Phil Ehart si era ritirato dalle esibizioni dal vivo con i Kansas mentre si riprendeva da un grave infarto. Il suo posto è stato temporaneamente occupato dal tecnico della batteria Eric Holmquist.