Athos Enrile
MUSICA... MUSICA... MUSICA... MA NON SOLO.
venerdì 17 gennaio 2025
The Kinks
PREMIATA FORNERIA MARCONI: il 3 gennaio del 1972 usciva "Storia di un minuto"
Il 3 gennaio del 1972 usciva “Storia di un minuto” (Numero Uno), primo album della Premiata Forneria Marconi.
Ecco il commento che Enzo Caffarelli scrisse all’epoca su Ciao 2001…
Devo dire subito che questo è il
disco che attendevamo con fiducia da parecchi mesi, da quando cioè si era
capito che i Quelli, tornati alla ribalta con una nuova originalissima
denominazione, e con un quinto elemento, il cantante e polistrumentista Mauro Pagani,
avevano le idee molto chiare sua quale tipo di musica suonare, e verso quali
modelli stranieri orientarsi, o comunque da essi prendere lo spunto.
Così, mentre la Premiata Forneria
Marconi continua a sviluppare una personalità sempre più propria, cercando di
evitare ogni palese imitazione, esce questa "Storia di un minuto", il
primo episodio di un cammino probabilmente molto lungo.
Franco Mussida, chitarrista e
cantante della formazione, e Mauro Pagani, che si alterna al flauto
all'ottavino ed al violino, sono gli autori di tutte le musiche e di quasi
tutti i testi (c'è lo zampino del solito Mogol). Parte dell'album era già nota
per l'edizione su 45 giri de "La carrozza di Hans" e di
"Impressioni di settembre".
Parlavo prima di ispirazioni: ebbene
la principale viene dai King Crimson, dei quali il gruppo amava interpretare in
concerto più di una pièce. La "introduzione" è tipicamente
crimsoniana, mentre la successiva "Impressioni di settembre", dolce e
stupenda per la musica e per il testo, ricostruisce la struttura caratteristica
della "Lucky man" di Greg Lake, con le aperture a largo respiro di
organo e di moog. Intimista allo stesso modo, ma più acustica e stilisticamente
più personale la prima parte di "Dove... quando".
Due le cose principali da osservare:
una prima è la levatura tecnica degli strumentisti, la loro poliedricità,
fruttata pienamente nell'impiego di flauto, violino, clavicembalo, mellotron,
sintetizzatore, pianoforte, chitarra a dodici corde, percussioni. Sicuramente
un album come questo potrebbe avere un certo successo anche all'estero, forse
nella stessa Inghilterra.
L'altra considerazione è la ricerca
del gruppo all'interno di certe matrici classicheggianti tipicamente italiane:
Vivaldi, Rossini, Verdi: l'amore adombrato per la musica operistica, e
soprattutto il desiderio, comune un po' a tutti i nuovi gruppi nostri, di
riscoprire contenuti da rivestire e da reinterpretare nel patrimonio musicale
italiano, colloca la PFM in una posizione del tutto particolare nel panorama di
coloro che cercano un aggancio al classico. I sintomi emergono in È festa"
e nella seconda parte di "Dove... quando", carosello di suoni, di
pause, di dialoghi ricchi di fantasia e di una strumentazione varia e
costantemente indovinata.
L'album è molto frammentario: ma
frammentario non è un aggettivo negativo, vuole solamente significare la
tessitura sfaccettata, intrecciata, elaboratissima, dei colori che compongono
il mosaico dei suoni, su cui veleggiando testi semplici ma significativi,
anch'essi frammentari, ricchi di silenzi, editi alla descrizione di piccole
cose, di immagini tradizionali ma rivissute con ingenuo incanto, simili alla
poesia di stampo crepuscolare.
Il flauto ed il violino, rispetto
alle esibizioni dal vivo, sono molto impiegati, mentre impiegati sovente il
mellotron ed il moog, e la chitarra acustica è l'autentica dominatrice.
Buona la registrazione, anche se la voce è troppo in sottofondo. Ed è bello il disegno di copertina, opera di Caesar Monti, Wanda Spinello e Marco Damiani.
Enzo Caffarelli
Tracce
Lato A
Introduzione – 1:09 (Franco Mussida)
Impressioni di settembre – 5:44
(Franco Mussida, Mogol, Mauro Pagani)
È festa – 4:52 (Franco Mussida, Mauro
Pagani)
Dove... quando... (parte I) – 4:10
(Franco Mussida, Mauro Pagani)
Lato B
Dove... quando... (parte II) – 6:01
(Franco Mussida, Mauro Pagani)
La carrozza di Hans – 6:46 (Franco
Mussida, Mauro Pagani)
Grazie davvero – 5:51 (Franco
Mussida, Mauro Pagani)
Formazione
Mauro Pagani – flauto, ottavino,
violino, cori
Flavio Premoli – organo Hammond,
pianoforte, piano a puntine, clavicembalo, mellotron, moog, voce (tracce 3 e
7), cori
Franco Mussida – chitarra elettrica,
chitarra acustica, chitarra a 12 corde, mandoloncello, voce (tracce 2, 4 e 6),
cori
Giorgio Piazza – basso, cori
Franz Di Cioccio – batteria,
percussioni, moog, cori
giovedì 16 gennaio 2025
Piccolo ricordo di Sandie Shaw
Non mi ha mai
fatto impazzire Sandie Shaw… quando ho iniziato
ad ascoltare musica, Stones e Beatles erano il mio pane quotidiano, mentre la proposta
della “cantante scalza” strizzava l’occhio al ritornello facile, ad un’immagine
precisa e ad una certa facilità sonora che mi sembrava inadeguata al nuovo che
avanzava.
Ma ero un
bambino, e a distanza di anni, scevro da alcuni pregiudizi - solo alcuni! - , rivaluto quel periodo
e chi lo ha alimentato.
Beat Club mi
invia una notifica che certifica l’inserimento di un nuovo brano, e dal
cilindro esce fuori la bella Sandie.
A proposito di camminate “barefoot”, nell'agosto 2007 la cantante ha rivelato di aver subito un intervento "correttivo" sui suoi piedi, che ha definito "brutto"; l'operazione chirurgica l'ha lasciata incapace di camminare per due mesi: forse un paio di ciabattine… all’epoca…
Un minimo di storia.
Sandie Shaw, pseudonimo
di Sandra Ann Goodrich, nata il 26 febbraio 1947 è una cantante inglese tra le
più famose degli anni Sessanta, soprannominata la cantante scalza per la
sua abitudine di esibirsi sul palco a piedi nudi.
È una delle interpreti
britanniche di maggior successo degli anni ‘60 e ha avuto tre singoli al numero
uno nel Regno Unito con "(There's) Always Something There to Remind
Me" (1964), "Long Live Love" (1965) e "Puppet on a
String" (1967).
Con "Puppet on a String" è diventata la prima
voce britannica a vincere l'Eurovision Song Contest.
È tornata
nella top 40 del Regno Unito dopo quindici anni con la cover del 1984 della
canzone degli Smiths "Hand in Glove". La Shaw ha annunciato il suo
ritiro dall'industria musicale nel 2013.
I Jethro Tull condividono il primo brano del prossimo album “Curious Ruminant”
Jethro Tull pubblicheranno il loro
24° album in studio Curious Ruminant a marzo
I Jethro Tull hanno annunciato che pubblicheranno il loro 24° album in studio, Curious Remnant, tramite InsideOut Music il 7 marzo.
Contemporaneamente la band ha condiviso un nuovo video per la
traccia che dà il titolo all'album, un'animazione digitale curata da Costin
Chioreanu, che in precedenza aveva creato il video della band per Ginnungagap
dei RökFlöte.
"Eccoci di nuovo", dice Ian Anderson. "L'ho già detto? La vita nei cani anziani e un po' di riflessione introspettiva."
Sebbene non si tratti di un concept album come The Zealot Gene del 2002 e RökFlöte del 2023, il nuovo album contiene nove nuove tracce che richiamano molto il classico sound della band degli anni '70, non ultima l'epica Drink From The Same Well di quasi 17 minuti.
Curious Remnant vanta il contributo dell'ex tastierista Andrew Giddings e del batterista James Duncan, insieme agli attuali membri della band David Goodier, John O'Hara, Scott Hammond e, al suo debutto discografico con la band, il chitarrista Jack Clark.
Curious Ruminant sarà disponibile in diversi formati, tra cui un'edizione limitata deluxe ultra-trasparente 180g 2LP + 2CD + Blu-ray artbook e un'edizione limitata deluxe 2CD+Blu-ray artbook. Entrambe contengono l'album principale, mix stereo alternativi e un blu-ray contenente Dolby Atmos e 5.1 Surround Sound (ancora una volta curato da Bruce Soord dei The Pineapple Thief), oltre a materiale di interviste esclusive. L'edizione limitata deluxe in vinile artbook include anche 2 stampe artistiche esclusive. L'album sarà disponibile anche come edizione speciale CD digipak, gatefold 180g LP + LP-booklet e come album digitale (sia in stereo che in Dolby Atmos).
mercoledì 15 gennaio 2025
Alla UniSavona approdano i Jethro Tull (15 gennaio 2025)
E arriva il giorno dei Jethro Tull alla UniSavona,
e con loro termina l’analisi – coscientemente superficiale – dei gruppi
stranieri.
Con l’aiuto di alcuni discenti si abbonda con album e
locandine antiche, materiale da collezionisti, tutto messo in bella mostra per passare un
po’ di sana passione a chi si trova al cospetto di un mondo mai frequentato.
Emerge la preponderante figura di Ian Anderson e, per riaffermare uno degli stilemi base del prog - la commistione tra musica classica e rock - si parte con una Bourée di una decina di anni fa, proposta con orchestra:
https://www.youtube.com/watch?v=akDtB6rWHlA
Da qui inizia il viaggio di giornata, quello che disegna una band tuttora in pista, e viene messo in rilievo il ruolo di “padrone” del gruppo che da sempre ricopre Anderson.
Molti i video presentati, partendo dal Festival di Wight e
arrivando ai giorni nostri, ovvero alla clip dell’album che uscirà a marzo, “Curious
Ruminant”.
Fabrizio, as usual, ha sintetizzato la storia dei Jethro Tull, mentre Renata
ha analizzato l’album “Aqualung”, con l’apprezzamento dell’audience.
Graditi anche i vari aneddoti riguardanti la vita di un gruppo
che, tra alti e bassi, ci allieta sin dal 1968.
Non era questa la giusta occasione per disquisire sulla
conduzione gruppale di Ian Anderson né sulla precarietà della sua voce, era invece
importante sottolineare la grandezza e la genialità di un leader musicale e le
skills - e la resilienza - di chi lo ha accompagnato in tutti questi anni.
A seguire frammenti video che ricordano la lezione n° 9:
E ora si prosegue con un po’ di musica progressiva italiana e
la prossima puntata vedrà la presenza di un ospite, Luciano Boero, ex La
Locanda delle Fate…
martedì 14 gennaio 2025
Aretha Franklin-Los Angeles, 13-14 gennaio 1972
YES-"Awaken"
Elvis: International Center, Honolulu, Hawaii, 14 gennaio 1973
lunedì 13 gennaio 2025
Buffy Sainte-Marie-indiana, attivista e musicista
«Nata da genitori Cree nella Riserva del Piapot nel Saskatchewan, è una musicista di statura internazionale, un'attivista per i diritti dei nativi e una pacifista la cui musica ha sensibilizzato le persone a questioni politiche e sociali. Le sue canzoni emozionanti raccontano la storia universale di amore e speranza, tristezza e gioia, lotta e trionfo. Ha anche dedicato gran parte della sua vita al Cradleboard Teaching Project, che collega nativi e altri bambini del continente attraverso la rete informatica. Il suo contributo allo sviluppo e al finanziamento di questo scambio educativo interattivo ha contribuito a facilitare la comunicazione e costruire un senso di identità e autostima nei bambini delle scuole attraverso lo studio della cultura aborigena.»
Rispetto ai colleghi Neil Young,
Leonard Cohen e Joni Michell, Buffy Sainte-Marie giunse per prima al traguardo della pubblicazione
discografica e la sua voce, strumento potente e particolarissimo, si dimostrò
da subito capace di una maturità fuori dal comune. La sua caratura è stata a lungo
sminuita a causa di un sabotaggio voluto negli Usa dall’allora presidente
Lyndon Johnson, il quale fece terra bruciata attorno agli artisti militanti nel
Red Power, il Movimento per i Diritti Civili degli Indiani d’America. Quella
musica ricca di estro e poesia venne epurata dalle stazioni radiofoniche e i
dischi di Buffy, guarda caso, non furono disponibili nei negozi per un lungo e
vergognoso periodo. Purtroppo per qualsiasi strategia repressiva, si può
insabbiare un talento ma non annullarlo: oggi la Sainte-Marie è attiva più che
mai nella salvaguardia del patrimonio culturale, storico e tradizionale degli
indiani del Nord America e la sua opera ha subìto la rivalutazione che molti
appassionati di musica “senza frontiere” auspicavano da tempo.
Utilizzo il racconto di Filippo Bordignon per sintetizzare la storia di Buffy Sainte-Marie, che la intervistò un po' di tempo fa:
https://www.sentireascoltare.com/articoli/buffy-sainte-marie-intervista-2007/
Beverly Sainte-Marie nasce il 20
febbraio 1941 nella riserva degli indiani Piapot, nella Qu’Appelle Valley
(Saskatchewan, Canada). Bambina, viene adottata da una famiglia del
Massachussets e trascorre l’adolescenza nel Maine. Le doti musicali si manifestano
precocemente: non ha ancora terminato il college (conseguirà un Diploma in
Belle Arti e uno in Filosofie Orientali) e le sue canzoni sono già motivo di un
fitto passaparola. Inizia così un’intensa attività live che la porterà a
esibirsi armata di sola chitarra nelle riserve, nei teatri e nei festival di
tutto il Canada e gli States. Nel ’64, forte della speranza che “i tempi stanno
cambiando” l’etichetta Vanguard pubblica l’opera prima It’s My Way. Si
tratta di un manifesto impegnato e acustico, forte di pezzi inseriti nella
tradizione di folk appalachiano e blues.
Now That The Buffalo’s Gone in apertura prende subito di petto
il problema degli indiani nativi: “Quando una guerra tra nazioni è perduta,
gli sconfitti, è noto, ne pagano le conseguenze. Ma quando i tedeschi caddero
per mano vostra, rispettabili signore e signori, non li privaste della dignità
né della loro terra. Cosa avete fatto invece a queste persone?”.
Le linee melodiche sono elementari, l’accompagnamento funzionale e mai ricercato eppure, o proprio per questo, episodi quali Ananais vibrano di un’intensità paragonabile alla migliore Odetta. Co’dine (ripresa, tra i tanti, dai Quicksilver Messenger Service) condanna con baritonale fermezza vizi e abusi capaci di ridurre l’uomo in catene. Nel tradizionale Cripple Creek, Buffy suona il mouthbow, lo strumento a corde più antico del mondo. Da segnalare inoltre Universal Soldier, cavallo di battaglia consegnato a Donovan che, con un’interpretazione buona per grandi e piccini, saprà farne canzone di protesta tra le più celebri di sempre. All’indomani dall’uscita del suo d’esordio la cantautrice, a soli 24 anni, si sarà esibita in Europa, Asia e Australia, venendo presentata come una tra le promesse più originali emerse dal Greenwich Village. Billboard Magazine si pronuncia: “Migliore Rivelazione del ’64”. Many A Mile (Vanguard, ’65) prosegue con inflessioni interpretative gospel amplificando un pathos simile allo Shawn Phillips di I’m A Loner. La strappalacrime Until It’s Time For You To Go si dimostrerà il pezzo più noto dell’intero catalogo, vantando negli anni decine di prestigiose interpretazioni, da Elvis Presley a Janis Joplin e passando per Barbra Streisand, Neil Diamond e Paul Anka.
In Little Wheel Spin And Spin
(Vanguard, ’66) la faccenda si complica già dalla titletrack, alimentata
dall’ipnotica iterazione di struttura e ritornello ossessivi. Forte di una
pregiata line up folk-rock, l’opera si snoda tra ballate tradizionali e
vocalizzi che prendono dal soprano di Joan Baez pur gestendo con facilità anche
i registri più bassi. Fire & Fleet & Candlelight (Vanguard, ‘67)
contiene omaggi trascurabili alla Mitchell, canzonette e bizzarrie (Lyke
Wake Dirge su musica di Benjamin Britten s’accosta a Tim Buckley che, nello
stesso anno, aprirà mente e cuore ai primi viaggi stellari con Goodbye And
Hallo). Le sorprese continuano: I’m Gonna Be A Country Girl Again (Vanguard,
’68) gabba la summer of love immergendosi nel mondo apparentemente reazionario
del country.
ANNI RECENTI
Nota negativa: Buffy Sainte-Marie era tra le centinaia di artisti il cui materiale è stato distrutto nell'incendio della Universal del 2008.
Nel 2015, Sainte-Marie ha pubblicato l'album Power in the Blood, per True North Records, a cui ha fatto seguito un'apparizione televisiva, il 22 maggio 2015, per discutere del disco e della sua carriera musicale e da attivista. Il 21 settembre 2015 l’album è stato nominato vincitore del Polaris Music Prize 2015.
Nel 2016, Sainte-Marie si registra un
tour in Nord America con Mark Olexson (basso), Anthony King (chitarra), Michel
Bruyere (batteria) e Kibwe Thomas (tastiere).
Nel 2017, ha pubblicato il singolo You
Got to Run (Spirit of the Wind), una collaborazione con la collega
vincitrice del Polaris Music Prize Tanya Tagaq. La canzone è stata ispirata da
George Attla, un campione di slitte trainate da cani dell'Alaska.
Il 29 novembre 2019, un'edizione del
50 ° anniversario dell'album Illumination, del 1969, è stata pubblicata
in vinile da Concord Records, la società che ha acquistato Vanguard Records,
l'editore originale dell'album.
Album
studio
1964
- It's My Way!
1965
- Many a Mile
1966
- Little Wheel Spin and Spin
1967
- Fire & Fleet & Candlelight
1968
- I'm Gonna Be a Country Girl Again
1969
- Illuminations
1971
- She Used to Wanna Be a Ballerina
1972
- Moonshot
1973
- Quiet Places
1974
- Buffy
1975
- Changing Woman
1976
- Sweet America
1992
- Coincidences and Likely Stories
2008
- Running for the Drum
2015
- Power in the Blood
Album
live
1982
- Spotlight on Buffy Sainte-Marie
Raccolte
1970
- The Best of Buffy Sainte-Marie vol.1
1971
- The Best of Buffy Sainte-Marie vol.2
1974
- Native North-American Child: An Odissey pezzi editi riarrangiati e due
inediti
1981
- A Golden Hour of the Best of Buffy Sainte-Marie
1996
- Up Where We Belong brani editi riarrangiati
2003
- The Best of the Vanguard Years
Onorificenze
Ufficiale dell'Ordine del Canada
Compagna dell'Ordine del Canada
Medaglia del giubileo d'oro di
Elisabetta II
Medaglia del giubileo di diamante di Elisabetta II
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