Goodbye Yellow Brick Road: Un
capolavoro controverso
“Goodbye Yellow Brick Road”
è il nono album di Elton John, pubblicato il 5 ottobre 1973.
È considerato da molti il capolavoro assoluto di Elton John. Un
doppio album che rappresenta un punto di svolta nella carriera dell'artista
britannico, segnando l'apice della sua creatività e popolarità.
Il disco è un vero e proprio viaggio musicale, ricco di
sfumature e contraddizioni. Da un lato, troviamo brani allegri e spensierati,
come "Bennie and the Jets" e "Saturday Night's Alright
for Fighting", che hanno contribuito a rendere Elton John una vera e
propria icona pop. Dall'altro, emergono canzoni più introspettive e
malinconiche, come "Funeral for a Friend/Love Lies Bleeding" e
"Harmony", che rivelano un lato più profondo e complesso
dell'artista.
La produzione di "Goodbye Yellow Brick Road" è
sontuosa e ambiziosa, con arrangiamenti orchestrali ricchi e complessi che
conferiscono all'album un'atmosfera grandiosa e cinematografica. L'uso del
pianoforte, marchio di fabbrica di Elton John, è magistrale, mentre le liriche,
spesso poetiche e evocative, esplorano temi universali come l'amore, la
perdita, la nostalgia e la ricerca di sé stessi.
Nonostante il successo commerciale e di critica,
"Goodbye Yellow Brick Road" non è stato esente da controversie.
Alcuni critici hanno sottolineato la lunghezza eccessiva del disco e la
presenza di brani meno ispirati. Altri hanno evidenziato un certo eccesso di
sentimentalismo e di melodramma.
Resta in ogni caso un'opera fondamentale nella storia della
musica pop, capace di proporre una varietà di stili e di emozioni che rendono l’ascolto
avvincente e mai banale.
Le canzoni di "Goodbye Yellow Brick Road", i cui
testi sono da attribuire a Bernie Taupin, rivelano un lato più profondo e
complesso di Elton John, che va oltre l'immagine di superstar.
L’album resterà in vetta alle charts americane per otto
settimane, viaggiando per un periodo ancor più lungo in zona podio praticamente
in tutti i paesi di area anglofona (in Australia, addirittura, è tuttora
l’album più venduto di tutti i tempi).
A fare la differenza, forse, la capacità interpretativa di
Elton, in un momento che si pone come apice della sua stagione migliore, prima
di una lunga e sdolcinata decadenza pop.
Ascoltiamolo…
Elton e Bernie
Tracce
Tutte le canzoni dell'album sono
firmate John/Taupin (tranne Jamaica Jerk-Off, firmata scherzosamente Reggae
Dwight/Toots Taupin, per la chiara corrente musicale).
A distanza di un anno e mezzo torno
sulle tracce di Daniele Faraottie questa volta in ballo c’è il suo
nuovo album, “EP! EP! URRÀ!”,titolo che l’autore giustifica così:
“Il titolo era pronto da anni. EP!
EP! URRA'! avrebbe dovuto titolare l'omonimo EP, che dopo molti rinvii,
finalmente, ad ottobre 2024 verrà pubblicato. Nel frattempo, le tracce sono
aumentate e di conseguenza non è più un EP ma bensì un LP”.
Sono andato a rivedere il commento
che feci in occasione dell’uscita di “Phara Pop vol. 1” e, a costo di essere
ripetitivo, devo sottolineare il profumo zappiano che mi arriva dal lavoro in
toto.
Fare accostamenti è sempre rischioso
e spesso di cattivo gusto, ma ciò che mi preme sottolineare è l’atmosfera che
ho respirato ascoltando il nuovo lavoro di Faraotti: un giusto mix di
conoscenze personali acquisite, una predisposizione alla sperimentazione e
utilizzo di ironia e sarcasmo applicati ai suoi brani.
Ho cercato una
immagine di vita personale, tanto per fare un parallelismo calzante, e non ho
fatto fatica nel rivedermi nel museo di Andy Warhol, a Pittsburgh, ammirato e
disorientato dalle sue opere.
Non vorrei essere tacciato di
blasfemia, ma le “sensazioni da impatto” vanno depurate e decodificate: sto
parlando di “smell”. A buon intenditore…
Continua Faraotti: “Le canzoni
sono state scritte tra il luglio 2019 e il maggio 2023. La novità rispetto ad
English Aphasia e Phara Pop, è che l'album si avvale della produzione di Ivano
Giovedì. Anche mixaggio e masterizzazione sono a cura di Ivano.
Interamente scritto, suonato e
cantato da me, l'album contiene dieci tracce di cui nove con testo in italiano
e una, la tittle track, nel solito grammelot finto inglese già ampiamente
sperimentato in English Aphasia.”
Mi piacerebbe dare, ancora una volta, un’idea
di insieme, giacché la descrizione brano per brano contenuta nel press kit è
davvero esauriente e fruibile al seguente link, assieme alla biografia
aggiornata…
Anche i video di Faraotti sono lo
specchio della sua proposta musicale e rilasciano un po’ di sano sarcasmo che fonde
alla perfezione aspetti visual e musica.
Ho trovato una forte componente di
sperimentazione sonora e una grande libertà compositiva che porta alla rottura
degli schemi tradizionali (intesi in relazione a ciò che oggi passa il convento).
Strutture complesse, creazione
di suoni e texture che vanno oltre i timbri tradizionali, con effetti e
campionamenti che vengono spesso impiegati per creare atmosfere immersive.
Faraotti attinge a una vasta gamma di
influenze musicali, dal noise al jazz, dall'ambient alla musica classica, e questa
contaminazione di generi diversi contribuisce a creare un suono originale e in
continua evoluzione.
Ma la cosa che mi sento di rimarcare
maggiormente è il brand che l’autore ha inventato, il marchio di fabbrica che
dovrebbe essere l’ambizione di chi crea, qualunque sia l’arte che propone.
Esiste un forte collante che,
probabilmente, unisce le dieci storie, ma il legame più corposo è quello che fa
sì che le singole tracce, seppure tessere uniche del puzzle, risultino
caratterizzanti dell’idea di musica di Faraotti, ridondanti di quella qualità unica e
inconfondibile che il musicista riesce a imprimere nelle proprie composizioni,
che rende immediatamente riconoscibili come sue. Una firma, un'impronta digitale
musicale che trascende le mere note e si manifesta attraverso una combinazione
di elementi, quella che Daniele Faraotti ci regala con il suo lavoro.
Il 14 ottobre del 1977 usciva "Heroes", il 12º album in studio di David Bowiee il
secondo della cosiddetta "trilogia berlinese" assieme a “Low” e “Lodger”.
Sono gli anni della Guerra Fredda, quando USA e Unione
Sovietica giocavano a mostrarsi i muscoli a vicenda, anni in cui un muro era in
grado di dividere, fisicamente e ideologicamente, un mondo intero.
Registrato a Berlino Ovest, l'album risente quindi fortemente
dell'atmosfera della città e della sua dicotomia territoriale e ideologica.
Il co-produttore Tony Visconti dichiarò a proposito di quella
esperienza: “Una delle mie ultime grandi avventure nel fare album. Lo studio
di registrazione era a circa 500 metri dal muro. Le guardie rosse ci
osservavano con un binocolo potente attraverso la finestra della nostra sala di
controllo”.
Ma perché Berlino?
Nel 1976 David Bowie attraversava una situazione personale
non proprio semplice, complici le dipendenze da sostanze stupefacenti e alcol.
Interessato alla cultura tedesca, Bowie decise di trasferirsi a Berlino Ovest,
per darsi una ripulita e lavorare a nuova musica. Qui affittò un appartamento
economico, situato sopra un’officina di riparazioni auto. In due anni
pubblicherà tre dischi, che passeranno alla storia come la già citata trilogia
berlinese.
"Heroes" rappresenta un perfetto equilibrio tra
sperimentazione sonora e melodia pop. Bowie, insieme a Brian Eno e Tony
Visconti, riesce a creare un sound unico, caratterizzato da un mood ambient,
ritmiche elettroniche e melodie accattivanti, con l’ausilio delle chitarre e
dei sintetizzatori di Robert Fripp (che arrivò dagli Stati Uniti per registrare
le sue parti in un giorno soltanto), che riescono a realizzare un tappeto
sonoro ricco e avvolgente, perfetto per la voce intensa di Bowie.
L'album è permeato da una profonda malinconia, che riflette
l'atmosfera della Berlino divisa di quei giorni e il senso di isolamento di
Bowie, espresso totalmente nella title track, un inno all'amore e alla speranza
in un mondo diviso. La canzone racconta la storia di due giovani amanti che si
scambiano un bacio appassionato sotto il Muro di Berlino, un gesto di sfida e
di ribellione.
In generale i testi di Bowie sono ricchi di immagini
evocative e metafore, che invitano l'ascoltatore a una profonda riflessione.
"Heroes" è considerato uno dei migliori album di
Bowie e uno dei più importanti dischi degli anni '70, capace di influenzare generazioni di musicisti, dalla new wave al post-punk, fino al rock alternativo,
diventando un simbolo della riunificazione tedesca, rappresentando la
speranza e la voglia di superare le divisioni.
"Heroes" va oltre la semplice musica, è
un'esperienza che coinvolge tutti i sensi, trasportando in un'epoca e in un
luogo unici, facendo vivere l'atmosfera della città quando ancora era separata dal
Muro.
Sicuramente un album fondamentale per capire l'evoluzione
artistica di David Bowie e la storia della musica rock.
Ma forse la cosa migliore è… riascoltarlo cliccando sui
titoli a seguire.
BRANI
Lato 1
Testi e musiche di David Bowie,
eccetto dove diversamente indicato.
I Sigur Rós annunciano quattro date
orchestrali alla Royal Albert Hall
I post-rocker islandesi Sigur Rós
hanno pubblicato a sorpresa il loro album sperimentale Átta l'anno scorso
I post-rocker islandesi Sigur Rós hanno annunciato che
suoneranno quattro date dal vivo alla Royal Albert Hall di Londra a settembre e
ottobre 2025, con la London Contemporary Orchestra (LCO) e tutti gli spettacoli
saranno diretti da Robert Ames.
La band è stata in tour in tutto il mondo a supporto del loro
ottavo album, Átta, pubblicato a sorpresa l'anno scorso. La band
suonerà nei paesi nordici a novembre e dicembre, prima di raggiungere l'Asia a
febbraio e l'Australia a maggio e ha appena annunciato le date dell'UE e del
Regno Unito per settembre e ottobre. La band sta lavorando con orchestre locali
in tutte le date del loro tour.
Gli spettacoli londinesi si svolgeranno dal 30 settembre al 3
ottobre e vedranno la band suonare nel prestigioso locale per la prima volta
nella loro carriera.
I biglietti saranno in vendita venerdì 18 ottobre alle 10 ora
locale.
“Se avessi una pistola vi sparerei”
(Nico,
costretta ad abbandonare il palco da una folla che non comprendeva il debito di
Soiuxsie nei confronti dell’ex chanteuse dei Velvet Underground).
Da un racconto di Mark Paytress, giornalista britannico.
Non tutti i gruppi
nati sulla scia dei Sex Pistols volevano suonare come loro, men che meno Siouxsie And The
Banshees.
Presenti allo storico
Punk Rock Festival del 1976, nell’autunno di due anni dopo avevano ormai
surclassato la concorrenza proponendosi come il gruppo più vitale e iconoclasta
in circolazione. Per i punk duri e puri i Banshees simboleggiavano al meglio il
rifiuto di qualsiasi compromesso o “svendita” commerciale. La loro
intelligenza, il loro suono spigoloso e austero li rendeva i portabandiera
della nuova avanguardia post punk. Anche il pubblico pop si era accorto di loro
grazie al successo del singolo d’esordio, Honk Kong Garden.
“Non avevano mezze misure”,
dice un fan della prima ora come Phil
Oakley degli Human League.
“Anche se le Slits li tallonavano da vicino, consideravo i Banshees il
miglior gruppo al mondo. Il punk aveva rivitalizzato la cultura giovanile come
non accadeva dai tempi d’oro degli hippie (che la mia generazione non aveva
conosciuto). In più il punk sembrava avere ascendenze che giustificavano la mia
ossessiva passione per i Velvet Underground e in particolar Nico, la cui
discontinua carriera solistica aveva prodotti quattro album assolutamente
unici. “Quando si venne a sapere che Nico, personaggio dall’aria minacciosa
quanto la sua musica, sarebbe stata “ospite d’onore” della prima importante
tournèe dei Banshees, trovai la cosa perfettamente sensata. Avevo diciannove
anni ed ero certo che, quando il tour sarebbe arrivato a Cardiff (dove
all’epoca studiavo), avrei assistito a uno spettacolo indimenticabile. E così,
in un certo senso, fu. “Mi era già capitato di sentir fischiare Nico. Era
accaduto nel 1974 quando avevo portato una copia di The Marble Index al circolo
musicale della mia scuola. Ma l’accoglienza che ricevette a Cardiff fu ben
altra cosa. Bastarono pochi secondi di profondi gorgheggi teutonici e cupe
cadenze di harmonium perché la folla cominciasse a farle il verso. Dopo tre,
quattro canzoni la pioggia di lattine, mozziconi di sigaretta e gomme da
masticare (che le si attaccarono ai capelli e dovettero essere tolte con la
forbice) resero inevitabile un’uscita di scena anticipata. Nemmeno Siouxsie
riuscì a placare la folla. Grande fu la mia disillusione nel rendermi conto
che, nonostante la retorica rivoluzionaria del punk, le forze della reazione
erano sempre all’erta. Pochi minuti dopo mi ritrovai nei camerini insieme a un
piccolo gruppo di fan choccati. Nico quasi non parlò. Un addetto alla sicurezza
disse di averla vista iniettarsi eroina prima di andare in scena. Poi,
sfoggiando un sorriso da ragazzina e dopo essersi guardata un po’ allo
specchio, Nico cominciò a firmare autografi e posò per alcune foto insieme a
noi. Un travestito di Swansea giurò che ce le avrebbe fatte avere, ma non seppi
mai più nulla di lui/lei.
Naturalmente Siouxsie And The Banshees ottennero un successo
strepitoso”.
Qualcosa parla di noi. Un frammento di eternità dice
chiaramente ciò che abbiamo sempre saputo.
Le spalle di mio padre, forti ed affidabili. Il mare, le
onde, la temperatura dell'acqua.
Non ho paura. Poi qualcosa muta il mio stato d’animo.
Risalgo. L'acqua in superficie è meno fredda.
Stiamo facendo il bagno, siamo al mare si, tutti insieme e mi
pare d'esser felice. Ho tanto tempo davanti a me, la commedia deve ancora
cominciare e tutto questo tornerà per sempre.
A proposito di commedia: la commedia ha esasperato K, fino al
punto che, la soluzione più appropriata, gli è parsa quella di trasformarsi in
un insetto.
Dalla Cina, le tappe di una nostra possibile evoluzione.
Il distacco progressivo dalle cose terrene per ritrovare, per
ritrovarsi.
Con le lacrime, che copiose scendono, come se stessi
ascoltando Both Side now (orchestral Version); come rivoli di innocenza e
vulnerabilità poco prima della fine della commedia.
Sorelle, amanti, amiche, non si sa di preciso e non si sa
nemmeno come finirà. Lei verrà o non verrà? La marginalità di una situazione ha
fornito lo spunto a LE PROMESSE. Il testo, parola per parola, ha delineato
quanto sopra descritto quasi a mia insaputa. Delia ha promesso che passerà a
casa di Stefania alle 17:30. Per questo motivo Stefania non potrà tener fede
alla promessa fatta a Sara.
Portami con te, ce ne andiamo al mare, dai dai; ricordi hai
promesso tra due settimane. L'ho detto si ma, oggi viene Delia e sta con me… La
musica era già pronta, viene dalle session di Phara Pop vol 1 LE PROMESSE è la
track n 5 dell'album nuovo che uscirà ad ottobre.
Struggersi fino all'insonnia per quel bellissimo ragazzo di
città.
Cosa può fare una ragazza di campagna per congiungere a sé
l'oggetto delle sue brame? Chiederà alle carte, alla magia. Evocherà il
demonio, con la speranza che si presenti agli appuntamenti e fornisca Lei
qualche mossa vincente. Il Diavolo si aggirerà nei pressi, ma non si farà mai
trovare.
Oberato di lavoro non prenderà mai troppo in considerazione
la richiesta.
Mi sobbarcherò tutti i rischi pur di percorrerla fino in
fondo.
L'organizzazione sociale e il suo disarmante meccanismo, mal
si associa al Daimon, che di recente pubblicazione titola album e nei codici
dell'anima è iscritto per sempre, canta l'oro in noi.
Sputacchiando in sua difesa su tutto ciò che gli intralcia il
cammino, avvinto alla cornucopia, brandendo spade di consapevolezza.
È la title track. Erano anni che volevo pubblicare un album
con questo titolo.
Doveva essere per un EP con cinque tracce, poi le tracce son
diventate dieci, indie per cui: Ep!Ep! Ahahahahah!
Canzone abbozzata nel 2019, rimasta fuori da phara pop, trova
spazio qui. Chiude il sipario, ribadisce la sua estraneità ai fatti e canta
melanconicamente un'afasia inglese che inglese non è.
È rimasta così, tale e quale alla sua prima stesura ma
impreziosita da alcune scelte di suono e di spazio a cura di Ivano. Ivano
Giovedì che tutto l'album ha prodotto, oltre ad averlo mixato e masterizzato
CHI È DANIELE FARAOTTI
Se l'oroscopo del 2022 dava al capricorno grandi
soddisfazioni, il 2024 dovrebbe rilanciare lasciandosi alle spalle un 2023 un Po’
gnif.
In effetti, per Daniele Faraotti, capricorno classe 1961,
tutto comincia nel 2008 con la pubblicazione di "Ciò che non sei più"
(Alka Record 2008). Non che prima non ci fosse stato niente, le attività svolte
precedentemente potevano tranquillamente rientrare nell’ambito della
formazione.
Formazione lunga quella del Faraotti; tante le canzoni
scritte, prima della prima canzone riconoscibile come tale − un percorso
piuttosto accidentato.
Si è trattato di recuperare quella scintilla che sembrava
persa, tra esami in conservatorio, titoli di studio e domande di ammissione.
Tra le cose mediamente grosse di questi anni di formazione, sicuramente va
ricordata la collaborazione con Patty Pravo (Roxy Bar, MTV 1994) e la
partecipazione come chitarrista ad un paio di canzoni nell’album di Claudio
Lolli 'La scoperta dell’America'.
Anche la direzione artistica della rassegna U. S. W. (Und so
Writer) a San Lazzaro di Savena (Bo) è tra le cose da ricordare.
Le edizioni del 2008 e del 2009 (le uniche) hanno visto molta
musica indipendente esibirsi sul palco dell"ITC.
Nel 2009 esce 'Ciò che non sai più (Alka Record 2009), EP con
quattro canzoni e un video. Le canzoni erano state registrate nelle session
dell’album precedente, album che con questo gioca molto con il titolo. Come
esordio non è male, ottimamente accolto dalla critica e poi tanti i concerti in
giro per l’Italia, il più importante a Scisciano (Na) di spalla ai Massimo
Volume.
Poi è la volta 'Canzoni in Salita' (Bombanella Records 2012).
Le recensioni fioccano copiose e i concerti diminuiscono un po", le mail
scritte ai locali cominciano a non avere risposta e il pubblico è già stanco di
cimentarsi con proposte non supportate da agenzie, etichette di grido e
pubblicità. Circa due anni di lavoro per completare 'In Cage’s shoes', una
composizione strumentale di 21 minuti omaggio a John Cage. Viene pubblicata in
'Exit from the Cage' del 2014.
Quattro anni di silenzio portano ad 'English Aphasia'.
Pubblicato in digitale nell’aprile del 2019, vede l’edizione in vinile del 2020
rilanciare l’Inglese Afasico che, tra buone recensioni e complimenti, ripagherà
il Faraotti di un periodo non proprio roseo sotto molti punti di vista.
Nell’estate del 2019 inizia la stesura delle canzoni che
andranno a far parte di 'Phara Pop vol. 1'. Durante il lockdown del 2020 la
stesura dei testi, la messa a punto degli arrangiamenti e tante nuove canzoni.
Su 'Phara Pop' finiscono 20 canzoni scritte tra il luglio 2019 e giugno 2020.
Il singolo 'RadioMagia', viene pubblicato a gennaio 2022 insieme al video
eponimo.
In coda al 2023, e per la precisione in dicembre, arriva la
pubblicazione di due nuovi singoli. L’album esce ad ottobre, ma prima di
allora, due video. Uno esce a giugno e l’altro a settembre.
E i concerti? Si, anche i concerti, da gennaio 2025 si riparte
da Reggio Emilia.
Magna Cartaè stato un gruppo progressive folk-rock, formatosi
originariamente a Londra nell'aprile del 1969. Il loro primo concerto si tenne
il 10 maggio 1969, ad opera di Chris Simpson (chitarra, voce), Lyell
Tranter (chitarra, voce) e Glen Stuart (Alastair Urquhart, voce).
Il trio pubblicò album per la Mercury Records e la Vertigo
Records, riscuotendo particolare successo con “Seasons”, del 1970.
Un po’ di storia…
“Magna Carta” (1969) fu pubblicato come album di
debutto dalla Mercury, prima che il loro album del 1970, “Seasons”,
raggiungesse la posizione numero 55 della UK Albums Chart, anche se in seguito
Tranter tornò in Australia. L'album fu prodotto da Gus Dudgeon, arrangiato dal
produttore Tony Visconti, e i musicisti turnisti includevano l'organista Rick
Wakeman, il batterista Barry Morgan, il contrabbassista jazz Spike Heatley e
altri. Nel 1971, i Magna Carta si esibirono alla Royal Albert Hall con la Royal
Philharmonic Orchestra. Davey Johnstone si unì alla formazione, registrando “Songs From Wasties Orchard” (1971) e “In Concert” (1972), prima di
lasciare per lavorare con Elton John, con il quale suona ancora.
A Simpson e Stuart si unì poi Stan Gordon, che registrò e
pubblicò “Lord of the Ages” (1973). Poco dopo, Graham Smith, che aveva
suonato nelle sessioni di “Songs From Wasties Orchard”, sostituì Gordon. Questa
formazione di breve durata, arricchita da musicisti ospiti, registrò “Martin's
Cafe” all'inizio del 1974, ma l'uscita dell'album fu ritardata di un paio
d'anni a causa di una disputa tra il management della band e la casa
discografica. Al duo principale si unì poi Tommy Hoy (ex-Natural Acoustic
Band), prima che Stuart lasciasse per gestire un negozio di animali a Richmond,
nel Surrey.
Nigel Smith si unì in tempo per aiutare a registrare “Putting It Back Together” del 1975. Nel 1977, l'ex compagno di band di Hoy nella
Natural Acoustic Band, Robin Thyne, si unì alla band, insieme a Lee Abbott.
Poco dopo, fu aggiunto Pick Withers. Withers rimase solo per un breve periodo, andando
poi ad unirsi ai Dire Straits. Tra molte acrimonie, Thyne e Hoy lasciarono nel
1979 per formare NovaKarta. Tom McConville è apparso nell'album “Live In Bergen”, prima che la line-up cambiasse di nuovo per ospitare Al Fenn e
George Norris.
Tra il 1980 e il 1982, Doug Morter si aggiunse alla
formazione, insieme a una varietà di batteristi, tra cui Paul Burgess.
L'edizione del 1981, “Midnight Blue”, conteneva "Highway To Spain". Norris, Burgess e Morter se ne andarono, quest'ultimo passò alla
Albion Band. L'album solista di Chris Simpson, “Listen To The Man”, uscì
in questo periodo e vide il supporto di Abbott, Linda Taylor e Will Jackson.
Tra il 1984 e il 1986, Simpson e Taylor andarono in Medio Oriente per gestire
un club musicale, prima di tornare a casa per riformare i Magna Carta. Nel
1986, la line-up includeva, oltre a Simpson, Taylor e Abbott, Gwyn Jones, John
Carey, Paul Burgess e Simon Carlton. Nel 1988, “One To One” fu
pubblicato dall'etichetta Tembo, Jones lasciò la band lo stesso anno.
Nel 1990, Simpson e Taylor si sposarono e, con il semi-ritiro
di Lee Abbott, continuarono a suonare come Magna Carta come duo, così come con
una formazione più ampia per lunghi tour.
L'uscita olandese del 1992, “Heartlands”, fu seguita
da un tour nei Paesi Bassi. Il duo continuò a mantenere un fitto programma di
concerti e nel corso degli anni ha fatto tour in molti paesi diversi. Molti
album dal vivo apparvero nel corso del decennio, oltre alla ristampa degli
album degli anni '70 della band su CD.
Nel 2001, “Seasons In The Tide” è stato pubblicato
dall'etichetta Gold Circle, anche se l'etichetta fallì poco dopo. Nel 2002 fu
pubblicato il DVD “Ticket To The Moon”, registrato nell'isola olandese
di Texel nel 2001. Nello stesso anno, Magna Carta supportò i Fairport
Convention nel loro tour teatrale olandese.
Nel 2006, Chris e Linda Simpson hanno annunciato che il loro
matrimonio era finito.
Nel 2007, Magna Carta aveva già deciso che si sarebbe sciolta
nel 2009, principalmente in riconoscimento del deterioramento delle relazioni
tra i Simpson. Alla fine del 2008 hanno intrapreso un "tour d'addio"
nei Paesi Bassi.
All'inizio del 2011, “Midnight Blue” è stato
pubblicato in un doppio album con l'album live “Live & Let Live”. A
settembre e ottobre 2011, una nuova line up dei Magna Carta è andata in tour in
circa 17 locali nei Paesi Bassi.
Dopo un altro tour nei Paesi Bassi, la band è tornata in
studio per registrare un nuovo album, “The Fields of Eden” (2015).
Nel dicembre 2019 hanno annunciato il loro ultimo concerto,
dopo 50 anni.
DISCOGRAFIA
Album in studio
Magna Carta (1969)
Also issued as This is Magna Carta
and Times of Change
Seasons (1970)
Songs from Wasties Orchard (1971)
Lord of the Ages (1973)
Took A Long Time (1976)
Also issued as Putting it Back
Together
Martin's Café (1977)
Prisoners on the Line (1978)
No Truth in the Rumour (1979)
Midnight Blue (1982)
Sweet Deceiver (1983)
One to One (1988)
Reissued with three additional tracks
as Rings Around the Moon (2000)
Reissued as Ticket to the Moon (2005)
Seasons (1991)
Lord of the Ages (1991)
Heartlands (1992)
Seasons in the Tide (2001)
In Tomorrow (2CDs and a DVD) (2005)
The Fields of Eden (2015)
Album live
In Concert (1972)
Live in Bergen (1978)
Live Two by Four At The Melusina
(1980)
State of the Art (1993)
Live at the BBC (1995)
Live at Grassington (1999)
Evergreen (2000)
Forever (2000)
A Touch of Class (2002)
Ticket to the Moon (DVD) (2002)
Compilation
Spotlight on Magna Carta (1977)
Old Master & New Horizons (1991)
Milestones (2CD) (1994)
Las Tierras del Viento (1995)
Limited Edition (1996)
Seasons + Wasties Orchard (1999)
Lord of the Ages + Martin's Cafe
(1999)
Where to Now? (2000)
Magna Carta Gold (2003)
Ages and Seasons (2003). Features 4
complete albums: "Seasons", "Songs From Wasties Orchard",
"Lord Of The Ages" and "Martin's Cafe".
In Tomorrow (2005)
Backroads (2006)
Airport Song (DVD) (2006)
Deserted Highways of the Heart...
(2007)
Tomorrow Never Comes, The Anthology
1969-2006 (2CD) (2007)