venerdì 17 gennaio 2025

The Kinks


The Kinks è stato un gruppo musicale rock degli anni Sessanta, formatosi a Londra. Sono considerati tra i più influenti della british invasion.

La formazione originale del gruppo era composta da Ray Davies (1944), cantante, e suo fratello Dave (1947), chitarrista. A completare la band Mick Avory (batteria e percussioni) e Pete Quaife (basso), quest'ultimo fu sostituito temporaneamente nel 1966 da John Dalton, e poi definitivamente nel 1969 dallo stesso Dalton. Si sono successivamente riuniti nel 2018, con la formazione che prevede Ray Davies, Dave Davies e Mick Avory.

La band ha all'attivo brani entrati nella leggenda, come You Really Got Me (da molti ritenuto il primo pezzo hard-rock della storia, uscito nell'agosto 1964), All Day and All of the Night, A Well Respected Man, Sunny Afternoon, Lola, Death of a Clown e Waterloo Sunset.


Davies si specializzò nel ritrarre con pungente ironia quadretti di vita quotidiana del suo paese, stigmatizzandone vizi e comportamenti e affrontando spesso argomenti tabù per l'epoca (la “Lola” della celeberrima canzone, ad esempio, era un travestito incontrato dal protagonista in un sordido locale di Soho "dove ti danno champagne che sembra coca cola").


Nel 1968 (circa un anno prima del celebre Tommy dei The Who) compose le musiche di una delle primissime opere rock, The Kinks Are the Village Green Preservation Society, e pochi mesi dopo con lo stesso spirito diede alle stampe il suo capolavoro maturo, Arthur (Or the Decline and Fall of the British Empire): tuttavia, l'opera non venne mai rappresentata e per una serie di disguidi il disco uscì in ritardo, compromettendo il suo primato. 
Il nuovo stile, molto diverso dal verace garage degli esordi, è adesso orientato verso il vaudeville, il music hall e il pop da camera, una mescolanza che influenzerà il glam rock del decennio successivo. 
Negli anni Settanta i The Kinks indirizzeranno la propria attività musicale e concertistica in funzione soprattutto del mercato americano.

Ebbero un'incalcolabile influenza su molti gruppi successivi, a partire dai Clash arrivando fino a Blur, Oasis e gli altri gruppi brit pop, genere di cui si possono considerare i principali ispiratori.

Nel 1990 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame e si sono sciolti nel 1996.

Purtroppo, Peter Quaife, sottoposto a dialisi renale da più di dieci anni, è morto il 23 giugno 2010. Ray Davies ha dedicato la sua performance del 27 giugno al festival di Glastonbury in suo onore, spiegando alla folla: «Io non sarei qui oggi se non fosse stato per lui».


Formazione attuale:

Ray Davies - voce, chitarra ritmica (1964-1996; 2018-presente)
Dave Davies - voce, chitarra solista (1964-1996; 2018-presente)
Mick Avory - batteria (1964-1984; 2018-presente)

Ex membri:

Pete Quaife - basso (1964-1969)
John Dalton - basso (1969-1976; 1978)
Andy Pyle - basso (1976-1978)
Jim Rodford - basso (1978-1996)
Bob Henrit - batteria (1984-1996)
John Gosling - tastiere (1970-1978)
Gordon John Edwards - tastiere (1978)
Ian Gibbons - tastiere (1979-1989; 1993-1996)
Mark Haley - tastiere (1989-1993)



Discografia:

1964 - Kinks
1965 - Kinda Kinks
1965 - The Kink Kontroversy
1966 - Face to Face
1967 - Something Else by the Kinks
1968 - The Kinks Are the Village Green Preservation Society
1969 - Arthur (Or the Decline and Fall of the British Empire)
1970 - Lola Versus Powerman and the Moneygoround, Part One
1971 - Percy
1971 - Muswell Hillbillies
1972 - Everybody's in Show-Biz
1973 - Preservation: Act 1
1974 - Preservation: Act 2
1975 - The Kinks Present a Soap Opera
1976 - Schoolboys in Disgrace
1977 - Sleepwalker
1978 - Misfits
1979 - Low Budget
1981 - Give the People What They Want
1983 - State of Confusion
1984 - Word of Mouth
1986 - Think Visual
1989 - UK Jive
1993 - Phobia

PREMIATA FORNERIA MARCONI: il 3 gennaio del 1972 usciva "Storia di un minuto"

 


Il 3 gennaio del 1972 usciva “Storia di un minuto” (Numero Uno), primo album della Premiata Forneria Marconi.

Ecco il commento che Enzo Caffarelli scrisse all’epoca su Ciao 2001

Devo dire subito che questo è il disco che attendevamo con fiducia da parecchi mesi, da quando cioè si era capito che i Quelli, tornati alla ribalta con una nuova originalissima denominazione, e con un quinto elemento, il cantante e polistrumentista Mauro Pagani, avevano le idee molto chiare sua quale tipo di musica suonare, e verso quali modelli stranieri orientarsi, o comunque da essi prendere lo spunto.

Così, mentre la Premiata Forneria Marconi continua a sviluppare una personalità sempre più propria, cercando di evitare ogni palese imitazione, esce questa "Storia di un minuto", il primo episodio di un cammino probabilmente molto lungo.

Franco Mussida, chitarrista e cantante della formazione, e Mauro Pagani, che si alterna al flauto all'ottavino ed al violino, sono gli autori di tutte le musiche e di quasi tutti i testi (c'è lo zampino del solito Mogol). Parte dell'album era già nota per l'edizione su 45 giri de "La carrozza di Hans" e di "Impressioni di settembre".

Parlavo prima di ispirazioni: ebbene la principale viene dai King Crimson, dei quali il gruppo amava interpretare in concerto più di una pièce. La "introduzione" è tipicamente crimsoniana, mentre la successiva "Impressioni di settembre", dolce e stupenda per la musica e per il testo, ricostruisce la struttura caratteristica della "Lucky man" di Greg Lake, con le aperture a largo respiro di organo e di moog. Intimista allo stesso modo, ma più acustica e stilisticamente più personale la prima parte di "Dove... quando".

Due le cose principali da osservare: una prima è la levatura tecnica degli strumentisti, la loro poliedricità, fruttata pienamente nell'impiego di flauto, violino, clavicembalo, mellotron, sintetizzatore, pianoforte, chitarra a dodici corde, percussioni. Sicuramente un album come questo potrebbe avere un certo successo anche all'estero, forse nella stessa Inghilterra.

L'altra considerazione è la ricerca del gruppo all'interno di certe matrici classicheggianti tipicamente italiane: Vivaldi, Rossini, Verdi: l'amore adombrato per la musica operistica, e soprattutto il desiderio, comune un po' a tutti i nuovi gruppi nostri, di riscoprire contenuti da rivestire e da reinterpretare nel patrimonio musicale italiano, colloca la PFM in una posizione del tutto particolare nel panorama di coloro che cercano un aggancio al classico. I sintomi emergono in È festa" e nella seconda parte di "Dove... quando", carosello di suoni, di pause, di dialoghi ricchi di fantasia e di una strumentazione varia e costantemente indovinata.

L'album è molto frammentario: ma frammentario non è un aggettivo negativo, vuole solamente significare la tessitura sfaccettata, intrecciata, elaboratissima, dei colori che compongono il mosaico dei suoni, su cui veleggiando testi semplici ma significativi, anch'essi frammentari, ricchi di silenzi, editi alla descrizione di piccole cose, di immagini tradizionali ma rivissute con ingenuo incanto, simili alla poesia di stampo crepuscolare.

Il flauto ed il violino, rispetto alle esibizioni dal vivo, sono molto impiegati, mentre impiegati sovente il mellotron ed il moog, e la chitarra acustica è l'autentica dominatrice.

Buona la registrazione, anche se la voce è troppo in sottofondo. Ed è bello il disegno di copertina, opera di Caesar Monti, Wanda Spinello e Marco Damiani.

Enzo Caffarelli



Tracce

Lato A

Introduzione – 1:09 (Franco Mussida)

Impressioni di settembre – 5:44 (Franco Mussida, Mogol, Mauro Pagani)

È festa – 4:52 (Franco Mussida, Mauro Pagani)

Dove... quando... (parte I) – 4:10 (Franco Mussida, Mauro Pagani) 

Lato B

Dove... quando... (parte II) – 6:01 (Franco Mussida, Mauro Pagani)

La carrozza di Hans – 6:46 (Franco Mussida, Mauro Pagani)

Grazie davvero – 5:51 (Franco Mussida, Mauro Pagani)

 

Formazione

Mauro Pagani – flauto, ottavino, violino, cori

Flavio Premoli – organo Hammond, pianoforte, piano a puntine, clavicembalo, mellotron, moog, voce (tracce 3 e 7), cori

Franco Mussida – chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra a 12 corde, mandoloncello, voce (tracce 2, 4 e 6), cori

Giorgio Piazza – basso, cori

Franz Di Cioccio – batteria, percussioni, moog, cori





giovedì 16 gennaio 2025

Piccolo ricordo di Sandie Shaw

Non mi ha mai fatto impazzire Sandie Shaw… quando ho iniziato ad ascoltare musica, Stones e Beatles erano il mio pane quotidiano, mentre la proposta della “cantante scalza” strizzava l’occhio al ritornello facile, ad un’immagine precisa e ad una certa facilità sonora che mi sembrava inadeguata al nuovo che avanzava.

Ma ero un bambino, e a distanza di anni, scevro da alcuni pregiudizi - solo alcuni! - , rivaluto quel periodo e chi lo ha alimentato.

Beat Club mi invia una notifica che certifica l’inserimento di un nuovo brano, e dal cilindro esce fuori la bella Sandie.

A proposito di camminate “barefoot”, nell'agosto 2007 la cantante ha rivelato di aver subito un intervento "correttivo" sui suoi piedi, che ha definito "brutto"; l'operazione chirurgica l'ha lasciata incapace di camminare per due mesi: forse un paio di ciabattine… all’epoca…

Un minimo di storia.

Sandie Shaw, pseudonimo di Sandra Ann Goodrich, nata il 26 febbraio 1947 è una cantante inglese tra le più famose degli anni Sessanta, soprannominata la cantante scalza per la sua abitudine di esibirsi sul palco a piedi nudi.

È una delle interpreti britanniche di maggior successo degli anni ‘60 e ha avuto tre singoli al numero uno nel Regno Unito con "(There's) Always Something There to Remind Me" (1964), "Long Live Love" (1965) e "Puppet on a String" (1967).

Con "Puppet on a String" è diventata la prima voce britannica a vincere l'Eurovision Song Contest.

È tornata nella top 40 del Regno Unito dopo quindici anni con la cover del 1984 della canzone degli Smiths "Hand in Glove". La Shaw ha annunciato il suo ritiro dall'industria musicale nel 2013.








I Jethro Tull condividono il primo brano del prossimo album “Curious Ruminant”


 

Jethro Tull pubblicheranno il loro 24° album in studio Curious Ruminant a marzo


I Jethro Tull hanno annunciato che pubblicheranno il loro 24° album in studio, Curious Remnant, tramite InsideOut Music il 7 marzo.

Contemporaneamente la band ha condiviso un nuovo video per la traccia che dà il titolo all'album, un'animazione digitale curata da Costin Chioreanu, che in precedenza aveva creato il video della band per Ginnungagap dei RökFlöte.


"Eccoci di nuovo", dice Ian Anderson. "L'ho già detto? La vita nei cani anziani e un po' di riflessione introspettiva."

Sebbene non si tratti di un concept album come The Zealot Gene del 2002 e RökFlöte del 2023, il nuovo album contiene nove nuove tracce che richiamano molto il classico sound della band degli anni '70, non ultima l'epica Drink From The Same Well di quasi 17 minuti.

Curious Remnant vanta il contributo dell'ex tastierista Andrew Giddings e del batterista James Duncan, insieme agli attuali membri della band David Goodier, John O'Hara, Scott Hammond e, al suo debutto discografico con la band, il chitarrista Jack Clark.

Curious Ruminant sarà disponibile in diversi formati, tra cui un'edizione limitata deluxe ultra-trasparente 180g 2LP + 2CD + Blu-ray artbook e un'edizione limitata deluxe 2CD+Blu-ray artbook. Entrambe contengono l'album principale, mix stereo alternativi e un blu-ray contenente Dolby Atmos e 5.1 Surround Sound (ancora una volta curato da Bruce Soord dei The Pineapple Thief), oltre a materiale di interviste esclusive. L'edizione limitata deluxe in vinile artbook include anche 2 stampe artistiche esclusive. L'album sarà disponibile anche come edizione speciale CD digipak, gatefold 180g LP + LP-booklet e come album digitale (sia in stereo che in Dolby Atmos). 


 




mercoledì 15 gennaio 2025

Alla UniSavona approdano i Jethro Tull (15 gennaio 2025)

E arriva il giorno dei Jethro Tull alla UniSavona, e con loro termina l’analisi – coscientemente superficiale – dei gruppi stranieri.

Con l’aiuto di alcuni discenti si abbonda con album e locandine antiche, materiale da collezionisti, tutto messo in bella mostra per passare un po’ di sana passione a chi si trova al cospetto di un mondo mai frequentato.

Emerge la preponderante figura di Ian Anderson e, per riaffermare uno degli stilemi base del prog - la commistione tra musica classica e rock - si parte con una Bourée di una decina di anni fa, proposta con orchestra:

https://www.youtube.com/watch?v=akDtB6rWHlA

Da qui inizia il viaggio di giornata, quello che disegna una band tuttora in pista, e viene messo in rilievo il ruolo di “padrone” del gruppo che da sempre ricopre Anderson.

Molti i video presentati, partendo dal Festival di Wight e arrivando ai giorni nostri, ovvero alla clip dell’album che uscirà a marzo, “Curious Ruminant”.

Fabrizio, as usual, ha sintetizzato la storia dei Jethro Tull, mentre Renata ha analizzato l’album “Aqualung”, con l’apprezzamento dell’audience.

Graditi anche i vari aneddoti riguardanti la vita di un gruppo che, tra alti e bassi, ci allieta sin dal 1968.

Non era questa la giusta occasione per disquisire sulla conduzione gruppale di Ian Anderson né sulla precarietà della sua voce, era invece importante sottolineare la grandezza e la genialità di un leader musicale e le skills - e la resilienza - di chi lo ha accompagnato in tutti questi anni.

A seguire frammenti video che ricordano la lezione n° 9:

 

E ora si prosegue con un po’ di musica progressiva italiana e la prossima puntata vedrà la presenza di un ospite, Luciano Boero, ex La Locanda delle Fate…


martedì 14 gennaio 2025

Aretha Franklin-Los Angeles, 13-14 gennaio 1972


Aretha Franklin

New Temple Missionary Baptist Church, Los Angeles, 13-14 gennaio 1972

Farò un disco gospel per dire a Gesù che non posso portare questo fardello da sola

Qualcuno lo definì giustamente un matrimonio combinato in cielo. La regina del Soul ritornava alla sua chiesa.
Figlia di una cantante gospel e di un ministro del culto ben noto a Detroit, il reverendo CL Franklin, Aretha affondava profondamente le sue radici artistiche nel canto spiritual.
A 14 anni aveva inciso un album d’esordio intitolato The Gospel Sound Of Aretha Franklin, ma ben presto era stata tentata, complice il produttore John Hammond, dal mondo della canzone secolare.
Il successo commerciale arrivò solo alla fine degli anni ’60 con una serie di stupefacenti album R&B, dopodiché Aretha decise di ritornare alle origini per incidere quello che è stato spesso definito uno dei migliori dischi gospel mai realizzato. Accompagnata dal Southern California Community Choir, diretto dal vecchio amico di famiglia James Cleveland, la cantante registrò due concerti alla New Temple Missionary Baptiste Church di Los Angeles.

Come prevedibile, il grosso del repertorio consistette in reinterpretazioni di motivi tradizionali quali What A Friend We Have In Jesus o gli straordinari dieci minuti di Amazing Grace (che ispirarono il titolo del lavoro). Ma a rendere davvero indimenticabili quelle esibizioni fu la disinvoltura con cui vennero inserite in scaletta alcune celebri canzoni pop, in particolare You’ve Got A Friend di Carol King e Wholy Holy di Marvin Gaye, qui rivestite di una valenza tutta spirituale.

Verrà ricordato come l’apice della carriera di Aretha” dichiarò Hammond, che tuttavia non avrebbe più lavorato con lei.

Da “Io c’ero” di Mark Paytress.




YES-"Awaken"


Una delle canzoni che più mi emozionano in assoluto è “Awaken”, produzione YES, inserita nell’album “Going for The One”, un esempio di disco perfetto.

In questo articolo riproporrò la genesi del brano attraverso le parole di Jon Anderson, la miglior traduzione che ho trovato (Genesis Forum Italia) e, naturalmente, il video relativo al brano.

Awaken è un brano unico, una di quelle canzoni che, dopo averle ascoltate, ti viene da dire:
"Oh, mio Dio, sì, la musica può durare per sempre!"
Jon Anderson


Come nacque il brano all’interno di “Going for the One”?
Ricorro al pensiero di Jon Anderson…

Dovevamo iniziare le registrazioni a Montreux, in Svizzera, con il tastierista dell'epoca che era Patrick Moraz, in quel momento in Brasile per sposarsi. Quando rientrò le cose non sembravano andare per il verso giusto, e gli accadimenti della sua vita si riflettevano sul lavoro, con un chiaro deficit di concentrazione. Così all'improvviso, Brian, il nostro manager, se ne uscì con una frase del tipo: "Beh, penso che Rick Wakeman voglia tornare nella band." E così fu.

Ricordo che ero al lavoro su di un brano con Steve Howe, quello che alla fine chiamammo "Awaken".  Steve, nella sua camera da letto in un Holiday Inn, inventò il riff principale della canzone.  Andai a fare colazione e al ritorno lui era ancora focalizzato su ciò che aveva da poco creato. Io entrai nella stanza e gli chiese se potesse cambiare tonalità, e incominciai a cantarci sopra. Registrammo quella prima sessione e poi quella successiva.
Passò poi agli accordi - otto o nove - e io buttai già un testo al volo… "… Il lavoro dell’uomo che vuole raccontare la storia del mondo riconquistando il fiore del frutto del suo albero".
Iniziai a cantarlo subito, e registrammo anche quello.
Nacque così “Awaken”, nel giro di 15 minuti, in una camera da letto di un Holiday Inn.

Un anno dopo, a Montreux, Rick era lì con noi e iniziammo a lavorarci.
Chris Squire - talento incredibile - realizzò una incredibile linea di basso, e a un certo punto io chiesi a Rick di fare anche lui un “solo”. Ne provò alcuni che registrammo, ma sembravano non funzionare. Mancava qualcosa. Così proposi di cercare un organo da chiesa, e ne trovammo uno a Vevey, non lontano da Montreux.
In quella bellissima chiesa provammo qualche registrazione per ottenere il suono e l’atmosfera dell’assolo che è nel bel mezzo di "Awaken".

Un mio amico, l'ingegnere dello studio di registrazione di Montreux, mi disse che in Svizzera esistono linee telefoniche perfette, e che avremmo potuto mettere un piccolo mixer in chiesa e una spina nel sistema telefonico, e sentire il tutto nello studio, a 10 miglia di distanza da Montreux. Quindi registrammo l'assolo che si sente in "Awaken" simultaneamente, mentre Chris, Alan e Steve, a Montreux, stavano eseguendo le loro parti. Che magia per qui tempi!




Un testo profondo, frutto delle riflessioni e della ricerca spirituale di Anderson…

AWAKEN
(J. Anderson S. Howe)
da Going for The One -1977- YES
(Il Risveglio)

Una forte vibrazione si dirige verso il sole
Oh, lascia che il mio cuore sogni nel passato
Un luogo dove un uomo mortale come me potrebbe vivere

Mi piacerebbe che il sole rimanesse immobile
E arrivasse a toccare la nostra intima ed antica essenza
Di uomini mortali come noi
Noi possiamo essere qui ora
Possiamo esistere qui adesso

Risveglio di soli, alte maree che si avvicendano
Sogni benigni e terribili accadono qui
Le masse si toccano, le stelle, i suoni, le ere si susseguono

Le imprese dell’uomo mostrano come è possibile modificare
La nostra esistenza nella storia
Il fiore dal frutto sta rifiorendo nel suo albero
Ogni cosa sta rifiorendo
Tutto si rigenera in te

Le imprese dell’uomo scaturiscono da un fuoco
che divampa con la sua cieca furia ardente,
per vedere che il calore della sua stessa essenza
è già una promessa della visione nitida
di ciò che vuole raggiungere.

Il Signore delle Immagini e dei Suoni
sta proiettando una luce su di te:
ascoltare nel buio ci collega ad un tunnel
che ci fa uscire da una normale esistenza
per dirigerci ad una sfida
come se i nostri occhi vedessero d’incanto
rimarginarsi una ferita appena inferta

le imprese dell’uomo sono state condotte lontano
dalla via fino ad allora percorsa entro i limiti
così che tutto è stato lasciato apposta per te
tutto è stato lasciato apposta per te
tutto è stato lasciato apposta per te ora, adesso

Il Signore della Luce
Nel puro accadere degli eventi,
dove esiste un incrocio di vie che si intrecciano tra loro,
ha disposto un piano così vicino a te
che si risveglia nel tuo cuore

Il Padrone delle Anime ci spinge a entrare in contatto
La nostra giovinezza impenetrabile chiede da lontano
Che il pensiero possa rappresentare il punto di incontro
Con tutto ciò che è chiaro
Sii onesto con te stesso
Non c’ è alcun dubbio

Il Padrone del Tempo
Ci spinge a navigare sopra tutte le nostre terre
E, non appena vedremo tutto più vicino,
dovremo dire addio a tutto quanto

Una forte vibrazione si dirige verso il sole
Oh, lascia che il mio cuore sogni nel passato
Un luogo dove un uomo mortale come me potrebbe vivere

Mi piacerebbe che il sole rimanesse immobile
E arrivasse a toccare la nostra intima ed antica essenza
Di uomini mortali come noi
Noi possiamo essere qui ora
Possiamo esistere qui adesso

Come il tempo io sono corso via
E ho girato attorno
E tu mi stavi sempre vicino

Come il tempo io sono corso via
E ho girato attorno
E tu mi stavi sempre vicino




Elvis: International Center, Honolulu, Hawaii, 14 gennaio 1973


International Center, Honolulu, Hawaii, 14 gennaio 1973

Dopo una lunga assenza, Elvis Presley aveva fatto la sua riapparizione televisiva nel 1968.
Nel frattempo aveva adattato il suo stile alle clientele sofisticate di alberghi e casinò e ciò gli aveva consentito di trionfare anche sui palchi di Las Vegas.
Era l’artista più celebre al mondo ma ne lui ne il suo manager, il “Colonnello” Tom Parker, avevano intenzione di metter il naso fuori dagli USA.
Ecco allora l’idea totalmente nuova di un concerto trasmesso via satellite: con 2 ore di esibizione Elvis si sarebbe fatto ascoltare in ogni angolo del pianeta.

I risultati gli dettero ragione: gli spettatori furono più di quelli che avevano assistito allo sbarco sulla luna nel 1969 e in Giappone un incredibile 98% dell’audience televisiva si lasciò incantare da quell’americano trentottenne in abito attillato e candido che, dal palco di Honolulu, alternava veloci rock’ n’roll a strazianti ballate sentimentali.
Se un simile evento entrò subito nella storia, pochi si resero conto dell’inferno privato che Elvis pubblico in canzoni come “You Gave Me A Mountain”, “It’s Over” e “ I’m So Lonesome I Could Cry” di Hank Williams.
Qualche mese prima la moglie lo aveva lasciato per un altro uomo portando con sé la figlia.

Anche in compagnia di due miliardi di persone, Elvis Presley restava imprigionato nella “strada solitaria” da lui cantata in “ Heartbreak Hotel.



Il concerto in numeri:
-4 giorni di prove
-23 canzoni
-13 chili persi nella preparazione del concerto
-8000 gli spettatori presenti all’ Honolulu International Center
-85000 dollari raccolti per la ricerca sul cancro
-1 milione di dollari il compenso di Elvis Presley
-2,5 milioni i costi di produzione
-1,1 miliardi gli spettatori in tutto il mondo

(Note estratte da una raccolta di Mark Paytress)





lunedì 13 gennaio 2025

Buffy Sainte-Marie-indiana, attivista e musicista

 

«Nata da genitori Cree nella Riserva del Piapot nel Saskatchewan, è una musicista di statura internazionale, un'attivista per i diritti dei nativi e una pacifista la cui musica ha sensibilizzato le persone a questioni politiche e sociali. Le sue canzoni emozionanti raccontano la storia universale di amore e speranza, tristezza e gioia, lotta e trionfo. Ha anche dedicato gran parte della sua vita al Cradleboard Teaching Project, che collega nativi e altri bambini del continente attraverso la rete informatica. Il suo contributo allo sviluppo e al finanziamento di questo scambio educativo interattivo ha contribuito a facilitare la comunicazione e costruire un senso di identità e autostima nei bambini delle scuole attraverso lo studio della cultura aborigena

Rispetto ai colleghi Neil Young, Leonard Cohen e Joni Michell, Buffy Sainte-Marie giunse per prima al traguardo della pubblicazione discografica e la sua voce, strumento potente e particolarissimo, si dimostrò da subito capace di una maturità fuori dal comune. La sua caratura è stata a lungo sminuita a causa di un sabotaggio voluto negli Usa dall’allora presidente Lyndon Johnson, il quale fece terra bruciata attorno agli artisti militanti nel Red Power, il Movimento per i Diritti Civili degli Indiani d’America. Quella musica ricca di estro e poesia venne epurata dalle stazioni radiofoniche e i dischi di Buffy, guarda caso, non furono disponibili nei negozi per un lungo e vergognoso periodo. Purtroppo per qualsiasi strategia repressiva, si può insabbiare un talento ma non annullarlo: oggi la Sainte-Marie è attiva più che mai nella salvaguardia del patrimonio culturale, storico e tradizionale degli indiani del Nord America e la sua opera ha subìto la rivalutazione che molti appassionati di musica “senza frontiere” auspicavano da tempo.

 


Utilizzo il racconto di Filippo Bordignon per sintetizzare la storia di Buffy Sainte-Marie, che la intervistò un po' di tempo fa:

https://www.sentireascoltare.com/articoli/buffy-sainte-marie-intervista-2007/

Beverly Sainte-Marie nasce il 20 febbraio 1941 nella riserva degli indiani Piapot, nella Qu’Appelle Valley (Saskatchewan, Canada). Bambina, viene adottata da una famiglia del Massachussets e trascorre l’adolescenza nel Maine. Le doti musicali si manifestano precocemente: non ha ancora terminato il college (conseguirà un Diploma in Belle Arti e uno in Filosofie Orientali) e le sue canzoni sono già motivo di un fitto passaparola. Inizia così un’intensa attività live che la porterà a esibirsi armata di sola chitarra nelle riserve, nei teatri e nei festival di tutto il Canada e gli States. Nel ’64, forte della speranza che “i tempi stanno cambiando” l’etichetta Vanguard pubblica l’opera prima It’s My Way. Si tratta di un manifesto impegnato e acustico, forte di pezzi inseriti nella tradizione di folk appalachiano e blues.

Now That The Buffalo’s Gone in apertura prende subito di petto il problema degli indiani nativi: “Quando una guerra tra nazioni è perduta, gli sconfitti, è noto, ne pagano le conseguenze. Ma quando i tedeschi caddero per mano vostra, rispettabili signore e signori, non li privaste della dignità né della loro terra. Cosa avete fatto invece a queste persone?”.

Le linee melodiche sono elementari, l’accompagnamento funzionale e mai ricercato eppure, o proprio per questo, episodi quali Ananais vibrano di un’intensità paragonabile alla migliore Odetta. Co’dine (ripresa, tra i tanti, dai Quicksilver Messenger Service) condanna con baritonale fermezza vizi e abusi capaci di ridurre l’uomo in catene. Nel tradizionale Cripple Creek, Buffy suona il mouthbow, lo strumento a corde più antico del mondo. Da segnalare inoltre Universal Soldier, cavallo di battaglia consegnato a Donovan che, con un’interpretazione buona per grandi e piccini, saprà farne canzone di protesta tra le più celebri di sempre. All’indomani dall’uscita del suo d’esordio la cantautrice, a soli 24 anni, si sarà esibita in Europa, Asia e Australia, venendo presentata come una tra le promesse più originali emerse dal Greenwich Village. Billboard Magazine si pronuncia: “Migliore Rivelazione del ’64”. Many A Mile (Vanguard, ’65) prosegue con inflessioni interpretative gospel amplificando un pathos simile allo Shawn Phillips di I’m A Loner. La strappalacrime Until It’s Time For You To Go si dimostrerà il pezzo più noto dell’intero catalogo, vantando negli anni decine di prestigiose interpretazioni, da Elvis Presley a Janis Joplin e passando per Barbra Streisand, Neil Diamond e Paul Anka.

In Little Wheel Spin And Spin (Vanguard, ’66) la faccenda si complica già dalla titletrack, alimentata dall’ipnotica iterazione di struttura e ritornello ossessivi. Forte di una pregiata line up folk-rock, l’opera si snoda tra ballate tradizionali e vocalizzi che prendono dal soprano di Joan Baez pur gestendo con facilità anche i registri più bassi. Fire & Fleet & Candlelight (Vanguard, ‘67) contiene omaggi trascurabili alla Mitchell, canzonette e bizzarrie (Lyke Wake Dirge su musica di Benjamin Britten s’accosta a Tim Buckley che, nello stesso anno, aprirà mente e cuore ai primi viaggi stellari con Goodbye And Hallo). Le sorprese continuano: I’m Gonna Be A Country Girl Again (Vanguard, ’68) gabba la summer of love immergendosi nel mondo apparentemente reazionario del country.


ANNI RECENTI 

Nota negativa: Buffy Sainte-Marie era tra le centinaia di artisti il cui materiale è stato distrutto nell'incendio della Universal del 2008.

Nel 2015, Sainte-Marie ha pubblicato l'album Power in the Blood, per True North Records, a cui ha fatto seguito un'apparizione televisiva, il 22 maggio 2015, per discutere del disco e della sua carriera musicale e da attivista. Il 21 settembre 2015 l’album è stato nominato vincitore del Polaris Music Prize 2015.

Nel 2016, Sainte-Marie si registra un tour in Nord America con Mark Olexson (basso), Anthony King (chitarra), Michel Bruyere (batteria) e Kibwe Thomas (tastiere).

Nel 2017, ha pubblicato il singolo You Got to Run (Spirit of the Wind), una collaborazione con la collega vincitrice del Polaris Music Prize Tanya Tagaq. La canzone è stata ispirata da George Attla, un campione di slitte trainate da cani dell'Alaska.

Il 29 novembre 2019, un'edizione del 50 ° anniversario dell'album Illumination, del 1969, è stata pubblicata in vinile da Concord Records, la società che ha acquistato Vanguard Records, l'editore originale dell'album.

 

DISCOGRAFIA E INFO VARIE

Album studio

 

1964 - It's My Way!

1965 - Many a Mile

1966 - Little Wheel Spin and Spin

1967 - Fire & Fleet & Candlelight

1968 - I'm Gonna Be a Country Girl Again

1969 - Illuminations

1971 - She Used to Wanna Be a Ballerina

1972 - Moonshot

1973 - Quiet Places

1974 - Buffy

1975 - Changing Woman

1976 - Sweet America

1992 - Coincidences and Likely Stories

2008 - Running for the Drum

2015 - Power in the Blood

 

Album live

 

1982 - Spotlight on Buffy Sainte-Marie

 

Raccolte

 

1970 - The Best of Buffy Sainte-Marie vol.1

1971 - The Best of Buffy Sainte-Marie vol.2

1974 - Native North-American Child: An Odissey pezzi editi riarrangiati e due inediti

1981 - A Golden Hour of the Best of Buffy Sainte-Marie

1996 - Up Where We Belong brani editi riarrangiati

2003 - The Best of the Vanguard Years

 

Onorificenze

 

Ufficiale dell'Ordine del Canada

Compagna dell'Ordine del Canada

Medaglia del giubileo d'oro di Elisabetta II

Medaglia del giubileo di diamante di Elisabetta II


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