domenica 14 dicembre 2014

Emanuela Papini alla Ubik di Savona - "Generazione Liga"


Generazione Liga” è il libro pubblicato da Emanuela Papini, nell’occasione in veste di scrittrice/ fan e promulgatrice del verbo di Luciano Ligabue.
Ho avuto l’opportunità di introdurre una sua presentazione alla Libreria Ubik di Savona, il 13 Dicembre, e ne approfitto per fornire un mio pensiero, rafforzato dalle immagini di fine post, ovvero uno stralcio di incontro, con la presenza di Luca Lanfranco come testimonial musicale.
Le mie passioni sono varie e conservo una buona curiosità che mi porta alla ricerca continua di dettagli relativi a mondi che non mi appartengono in toto, anche se rimango ancorato alla musica che ha rappresentato la colonna sonora della mia vita, e che ho bazzicato in tempi in cui Luciano Ligabue era probabilmente un bambino. E da qui si desume che non sono più giovanissimo!
Ma sono fermamente convito che l’occhio esterno possa essere utile, così come spesso accade nel quotidiano, in ambito lavorativo.
Cosa c’è da chiedersi?
Beh, come è possibile che esistano persone, pochissime, che riescono a suscitare un enorme spirito aggregativo?
Perché un uomo può essere seguito quasi come atto di fede?
Perché un artista di statura internazionale riesce a mantenere l’umiltà  delle origini?
Perché una canzone del Liga può diventare testo scolastico o brano che allieta le enormi sofferenza che la vita ci “regala” ad ogni angolo?
E come è possibile portare ad un concerto 180000 persone, quando gente che ha fatto la storia della musica mondiale è felice nel trovarne 500?
Non ho avuto tutte le risposte, ovviamente, ma l’entusiasmo dei presenti, e quello di Emanuela, è contagioso e fa trasparire un universo che mi piacerebbe conoscere in modo più approfondito.
L’dea di Emanuela è frutto della passione per un uomo, un’icona vivente che riceve dai fans, come spesso accade in questi casi, e contraccambia, fatto non così scontato.
Tutto nasce tutto per caso, dopo un concerto al Teatro Regio di Torino… una scintilla che scocca, un’idea coraggiosa ed ecco nascere un progetto che Ligabue abbraccia, favorendo la creazione di un contenitore fatto di testimonianze reali, disegnato poi nelle linee guida dalla casa editrice, la Einaudi.
Era il 2011, e a seguito di un bando posto sui canali specifici, 3000 persone decidono di rispondere e di caricare involontariamente Emanuela di una bella responsabilità, quella della scelta dei racconti significativi, con la necessità di bilanciamento, di azzeramento anagrafico e chissà di quale altra cura del dettaglio.
Ne escono fuori 16 episodi che sottolineano tragicità e normalità, trattati attraverso l’ironia e la trasparenza, con giovani anime che si raccontano, liberandosi forse da un peso, e trovando la corretta soddisfazione nell’appagamento che una musica, solo quella musica, riesce a dare.
Il collante, il comune denominatore è il Liga, e quando un uomo raggiunge questo elevato grado di autorevolezza e seguito, fatalmente aumenta la sua responsabilità, situazione che, credo, sia ben chiara a Luciano.
Mi sono chiesto, alla fine della lettura, se esistessero anche storie molto più banali, quelle che raccontano di una fruizione semplice, legata al mero piacere da ascolto, ma al tirar delle somme ho constatato che molte delle cose scritte da altri mi avevano toccato, nel mio percorso di vita, e anche per me esisteva una canzone per ogni momento significativo del mio viaggio.
Il tourbillon di contatti, tra Emanuela e il resto dei fans, ha provocato un "terremoto positivo", una catene di amicizie che hanno trovato conferma e consolidamento. Si ha spesso paura ad utilizzare il termine “amicizia”, “… tacito accordo tra persone sensibili e virtuose…”: Amicizia? Trovata in rete? Basata su che cosa?
Emanuela conferma nella sua esposizione che l’esperienza, nata dall’idea del book, ha dato frutti che hanno oltrepassato lo spunto iniziale, e la fitta rete di “amici” è diventata realmente un filo d’acciaio a cui non si può più rinunciare: e cosa c’è di meglio, soprattutto di questi tempi, che vivere il consolidamento di importanti relazioni interpersonali? Non sono questi i veri valori a cui sempre ci aggrappiamo nei momenti di crisi?
E intanto Emanuela vola Oltreoceano e porta il suo verbo alla comunità italiana di San Francisco, luogo in cui Ligabue si esibisce in un contesto che sa di antico, con spazi che favoriscono il contatto con l’artista, spesso irraggiungibile se si è immersi nella folla.
Tutto questo mentre stanno per avviarsi tour mondiali e locali, senza sosta, perché la gente chiama, ama, scambia (affetti), e ha bisogno della sua dose di ossigeno, di un uomo semplice che… semplicemente ha il dono di far stare bene.
Ho provato a pensare se il libro realizzato da Emanuela Papini sia buono solo per la nicchia che ha contribuito alla realizzazione ma, ritornando al mio “entrare” nella lettura, credo proprio che chiunque si avvicinasse per caso a “Generazione Liga”, a patto di lasciare fuori dalla porta ogni tipo di preconcetto, troverebbe giovamento nel vedere un film fatto di storie comuni  e reali che, se non tutte a lieto fine, propongono almeno una possibile via di fuga verso la limatura degli spigoli della nostra vita.
Nel corso della presentazione ho chiesto ad Emanuela quale fosse per lei il ruolo della Musica (con la M maiuscola!), e ci siamo trovati in pieno accordo nell’affermare che, se attraverso di essa non si può forse cambiare il mondo, è altrettanto certo che lo può migliorare, e se non c’è felicità che ci sia almeno serenità!

Una bella giornata, dove ho avuto modo di apprendere, osservando, ascoltando e captando nell’aria segnali che mi sono piaciuti, e se questi insegnamenti arrivano dai giovani, beh, ben vengano.