giovedì 31 dicembre 2009

Gong



Nei primi anni 70, quando ero alla costante ricerca di musica nuova, seguii il consiglio di un mio compagno di scuola che mi propose “Angel’s Egg “ dei Gong.
Posseggo ancora quell’incredibile vinile, un po’ “massacrato”, ma ancora ascoltabile.
Ed io lo ascolto.
Nel cercare di proporre qualcosa di Daevid Allen e soci ho trovato qualche difficoltà.
La storia è molto intricata e non è possibile raccontare “troppo” in un blog che dovrebbe fornire “una lettura in pillole”.
Ho provato a riassumere qualcosa trovato in rete, tagliando e ricucendo con ago, filo e tasti.
Spero che ne risulti una lettura chiara e, soprattutto, che nasca la voglia di avvicinarsi alla musica dei Gong.
Il progetto dei Gong, rock band capitanata da Daevid Allen, si riassume nella Trilogia di “Radio Gnome Invisibile” .
Musicalmente parlando, la trilogia raccoglie e amalgama tutto ciò che nei primi anni 70 era possibile ascoltare. Un ibrido per eccellenza dove la psichedelia della San Francisco Bay miscelata al Canterbury inglese fanno da matrice; le visioni strampalate di Allen unite alla poesia surrealista della moglie Gilli Smyth sono l'altro marchio di fabbrica; tastiere, fiati e bonghetti le tessere mancanti di un incredibile mosaico di suoni. Anche se per definizione confinati sempre in un ambito underground, nel 1971, con il loro terzo disco "Chambert Electrique" , arriva il loro primo successo commerciale. Un album quest'ultimo che, secondo leggenda, venne registrato esclusivamente durante le notti di luna piena dell'estate di quello stesso anno. Sarà proprio "Chambert Electrique" a preparare il terreno al successivo "Radio Gnome Invisible", registrato nella stessa fattoria-studio e (sembra) con rituali analoghi.
La trilogia di "Radio Gnome Invisibile" rappresenta fondamentalmente un inno al libero pensiero. Quasi ad emulare la Torre di Babele, si materializza come un tentativo di raggiungere qualche divinità attraverso una sorta di "mastodontica congiunzione tra le arti". Anche se la musica dei Gong nasce come influenzata dalla Psichedelia "primordiale" (quindi Syd Barret e Grateful Dead in primis), ciò che alla fine esce dal cilindro, di primordiale o classico ha veramente poco. La risultante è una musica che può essere definita in mille modi ed in altrettanti modi opposti senza mai sbagliarsi. È un rock pesantemente spruzzato di misticismo, medioevale, eroico, fiabesco e hippie; allo stesso tempo intriso in atmosfere bucoliche, fatate, spaziali e surreali. Sicuramente un sound di difficile caratterizzazione e descrizione.
Facciamo un passo indietro, torniamo nella seconda metà degli anni sessanta dove, alla soglia della trentina Daevid Allen, australiano, trapiantato e musicalmente cresciuto in Inghilterra in quel di Canterbury, dopo aver sposato la poetessa inglese Gilli Smyth, decide di rompere con la sua band di allora: i Soft Machine di Robert Wyatt. Di quest'ultimo criticherà a più riprese una eccessiva immobilità artistica ed una scarsa propensione alle innovazioni. Successivamente, nel 1967, Allen insieme alla moglie ed altri musicisti, si insedia vicino Parigi, in aperta campagna, in una fattoria che verrà convertita ad una sorta di centro dedicato alla ricerca musicale. Da questa convivenza, si svilupperà dopo alcuni aggiustamenti la prima line-up dei Gong.
Nel gruppo, ogni componente è chiamato con un proprio nickname, a sua volta diverso dal nome dei personaggi che interpretano nei dischi. Inoltre, per creare ancora più confusione, i nomi degli strumenti sono sempre associazioni fantastiche, quasi mitologiche come: spermguitar, space wisper, dog foot e così via. Questo però non deve far pensare ad una loro approssimativa attitudine musicale, tutti infatti avevano un background classico e tutti, seppur nell'improvvisazione, sapevano dove volevano andare.
Comunque, in ordine decrescente di "sballamento", i Gong di Radio Gnome Invisible, con i loro bravi nick sono:
· Daevid Allen - Bert Camembert (chitarra, voce - local vocals, lewd)
· Gilli Smyth - Shakty Yoni (voce - space wisper, orgone box)
· Steve Hillage - The Submarine Captain o Stevie Hillside (chitarra solista - spermguitar, slow whale, sideral slideguitar, dog foot)
· Tim Blake - High Tea Moonweed o Francis Bacon (organo e tastiere - VCS3 box, Cynthia size A, crystal machine)
· Didier Malherbe - Bloomdido Bad de Grasse (sax, flauto - split sax, soprasax, so floot)
· Mike Howlett - Mista T Being (basso - aqualung bass)
· Pierre Moerlen - Dierre de Strasbourg o Lawrence the Alien (batteria, percussioni - drumbox kicks & knoks)
Radio Gnome Invisible. La storia
A cavallo tra il 1973 ed il '74 vengono pubblicati su etichetta Virgin i tre album facenti parte della trilogia. Nell'ordine: "Flying Teapot", "Angel's Egg" e "You".
Nelle intenzioni della band c'era sicuramente l'obiettivo di realizzare qualcosa di molto simile ad una commedia per orecchie, l'output non andrà molto distante.

A dispetto del precedente "Chambert Electrique" che aveva imposto la band anche tra il grande pubblico, "Radio Gnome Invisible" fu concepito come un prodotto di "pura controcultura fortemente intellettuale"; destinato a nicchie di seguaci votati alle "pure sperimentazioni", un prodotto in tutto e per tutto refrattario alle mode. Centrerà in pieno tutti gli obiettivi; i tre dischi si collocano ben oltre la definizione di concept album, ma allo stesso tempo si presentano come un'opera troppo raffinata e strutturata per essere definita solo provocazione artistica. Tre dischi in grado di consacrare i Gong come band di culto in maniera quasi imprevista, quasi ci fossero molti più "fuori di zucca" di quanto preventivato.
La Parigi del finire dei Sixties, musicalmente non era certo avara di ispirazioni: un ombelico "globale" dove confluiva di tutto: musica classica, free jazz, musica balcanica e araba. Da questa metropoli i Gong assorbiranno tutto, anche il lato oscuro, cominciando dai concetti politico-filosofici di anarchia (un loro chiodo fisso), la loro volontà di evitare ogni forma di snobismo, per finire al rifiuto dell'identità borghese. Anche il teatro parigino, con le sue lezioni di melodramma, mimo e prosa, esercitò un forte ascendente sui nostri.
"Radio Gnome Invisible" introduce la storia e i personaggi nel primo atto "Flying Teapot". Si racconta di una "teiera volante" - flying teapot appunto - proveniente dal pianeta Gong che atterra sulle montagne del Tibet per incontrare tre rappresentanti del pianeta Terra (Mista T Being, Fred The Fish e Banana Ananda). La teiera volante trasporta "Pot Head Pixies": piccole creature verdi con minuscole antenne piantate in testa costantemente connesse alle trasmissioni radio di Radio Gnome Invisible provenienti, neanche a farlo apposta, dal pianeta Gong (per la cronaca situato al settimo cielo in una zona dell'Universo sconosciuta ai nostri astronomi troppo primitivi). La missione dei Pot Head Pixies è quella di preparare il pianeta Terra all'arrivo di una numerosa colonia di Gonghiani prevista per il 2032. La storia prosegue poi con gli altri due dischi e con le avventure del nostro rappresentante terrestre Zero The Hero sul pianeta Gong.
Tutto questo è arricchito, a volte sovraccaricato, da continue allusioni dove la normalità è la non normalità. Banana Ananda per esempio viene presentato come l'orso Yogi che vive nella sua caverna tibetana ed usava la frase "banana nirvana manana" per entrare in trance. Oppure la descrizione del misterioso scudo di forza impenetrabile che circonda gli Octave Doctors che a loro volta apparivano come occhi giganti incaricati di proteggere il pianeta Gong.
Autentici bombardamenti e veri e propri loop di allusioni sono anche le descrizioni del booklet di "Angel's Egg" e le liner notes che confondono ancor di più. Volontariamente le informazioni necessarie a capire la storia sono state frazionate e nascoste in contesti diversi. A nessuna curiosità viene data una risposta comprensibile, piuttosto, la risoluzione di un dubbio ne genera a sua volta altri. Poi, come se non bastasse, sia le liner notes che i testi contengono molto slang e numerose parole sono inventate o scritte secondo fonetica. Giudicando da quest'ottica, sembra che la band si trovasse dentro una specie di "turbolenza psichedelica", febbricitante, delirante e allucinata da tutto questo contorno.
La trilogia, e a questo punto sembra superfluo dirlo, nella sua monumentalità rappresenta una delle più grandi rock opera di sempre. Due ore e mezzo di dissonanze spaziali, vibrazioni viscerali dell'universo, evocazioni ultraterrene, riferimenti "trippati" dove l'immaginazione è stata spinta (da chi e con che cosa lo si può sospettare...) davvero al limite. Due ore e mezzo dove si condensa l'anima di una band al proprio apice creativo.


1 commento:

Gianmaria Rizzardi (aka Maclen) ha detto...

Ciao...un paio di precisazioni:

"Francis Bacon" era Francis Moze (bassista ex-Magma)

"Lawrence The Alien" era il batterista Laurie Allen che precedette Moerlen (e lo sostituì a più riprese quando Pierre lasciò i Gong per suonare con Les Percussions De Strasbourg).