Era il 7 ottobre 1995 quando si spense Victor Sogliani (1943-1995).
A tre decenni esatti di distanza, ricordiamo il bassista che ha dato il groove
a brani simbolo dell'Equipe 84,
incarnando l'anima più elettrica e irriverente degli anni d'oro italiani.
Il 7 ottobre è una data segnata dal ricordo di un uomo che,
senza essere il frontman, ha tenuto unita la rivoluzione musicale di un
decennio. Victor Adolfo Maria Sogliani era il bassista, il fondamento ritmico
dell'Equipe 84, e la sua prematura scomparsa, trent'anni fa, lasciò un vuoto
improvviso nel cuore del rock italiano.
Nato a Modena, portò nel gruppo – accanto a Maurizio
Vandelli, Franco Ceccarelli e Alfio Cantarella – una passione viscerale per il
beat di Liverpool e per le nascenti sonorità psichedeliche.
Mentre la voce di Vandelli dipingeva melodie indimenticabili,
il basso di Sogliani era il vero motore pulsante dell'Equipe 84.
Ascoltate brani iconici come "Io ho in mente te",
"29 Settembre" o l'ipnotica "Tutta mia la città":
la linea di basso non è un mero riempitivo, ma un elemento di propulsione,
sofisticato e incalzante, che trasportava l'ascoltatore dalle radio di Bandiera
Gialla ai club più underground.
Sogliani era il musicista che teneva i piedi piantati nel
rock, anche quando la band sperimentava con arrangiamenti orchestrali e
psichedelici, garantendo sempre quella spinta elettrica essenziale.
Negli ultimi anni della sua vita, Sogliani mostrò una
coerenza ammirevole. L'Equipe 84 subì diverse interruzioni e rinascite, ma
Victor non rinunciò mai alla sua arte. Proprio nel 1995, si era lanciato in un
ultimo, coraggioso progetto: l'Equipe Extra-D, un tentativo di riportare il
beat ai suoi standard più elevati, libero da compromessi.
Victor Sogliani ci ha lasciato l'8 ottobre di trent'anni fa,
ma le sue linee di basso, potenti e riconoscibili, continuano a vibrare in ogni
remaster e cover dell'Equipe 84. Il suo ricordo è legato indissolubilmente a
un'epoca in cui il rock in Italia era sinonimo di libertà, sperimentazione e,
soprattutto, tanto inarrestabile groove.
Grazie Victor, la tua città, la tua musica, è ancora un po' tutta
tua.

