lunedì 6 ottobre 2025

CARMINE CAPASSO & FRIENDS - THE BEST IS YET TO COME

 


CARMINE CAPASSO & FRIENDS

THE BEST IS YET TO COME

"16 cover Version hits you need to hear"


Un disco che doveva essere solo un comunicato stampa, ma che mi stimolato dopo aver visto la tracklist… impossibile restare distaccati!

Seguo da molto il lavoro di Capasso e, per come lo conosco questo album di cover è molto più di un esercizio di stile, ma piuttosto un viaggio personale, condiviso, emotivo.

Quando ho ricevuto il press kit di The Best Is Yet To Come, pensavo di pubblicare semplicemente il comunicato, come si fa in questi casi, ma dopo un minimo di approfondimento ho capito che non potevo limitarmi a un testo neutro. Questo disco parla anche a me, e forse anche di me, perché molte delle canzoni scelte sono parte della mia formazione musicale, della mia memoria emotiva.

Carmine ha selezionato 16 brani che attraversano decenni di rock, progressive, hard rock e cantautorato. Da Starless dei King Crimson a Land of Confusion dei Genesis, passando per Il Chitarrista di Ivan Graziani, ogni traccia è un tassello di un mosaico che racconta le sue radici. Ma non è solo un album di cover: è un disco di relazioni. Le collaborazioni sono tante, e tutte significative. Musicisti come Many Sturmer, Alessandro Corvaglia, Dino Fiore, Daniel Angelini… nomi che non sono lì per caso, ma perché condividono con Carmine un linguaggio, un’intenzione, una storia.

A questo punto la cosa migliore da fare era… chiacchierare con lui!


Intervista: Carmine Capasso si racconta


"The Best Is Yet To Come" è una raccolta di 16 cover realizzate negli anni. Come hai selezionato questi brani, che spaziano dal rock progressivo (King Crimson, Genesis, Marillion) all'hard rock (AC/DC, Deep Purple) fino a Ivan Graziani? C'è un filo conduttore emotivo o tecnico che lega queste diverse scelte?

In realtà non c'è nessun filo conduttore di tipo tecnico, ma come hai ben intuito, è soprattutto un filo conduttore emotivo. Sono cover di brani che hanno influenzato la mia crescita come artista e come ascoltatore... brani che in realtà fanno parte di ognuno di noi. Il progetto è nato con la collaborazione del mio amico batterista Ovidio Catanzano ed infatti è con lui che realizzo gran parte di queste cover.

Nel comunicato stampa si menziona che l'album di cover anticipa il prossimo album di inediti. In che modo lavorare su queste reinterpretazioni ha influenzato o preparato il terreno per la composizione e lo stile del materiale originale futuro?

La mia musica è un misto di contaminazioni e queste cover lo dimostrano a pieno, sono brani che tutt'ora hanno da insegnare. Mentre li registriamo, ci rediamo conto che hanno bisogno di uno studio più accurato e spesso troviamo delle particolarità che spesso ci erano sfuggite. Viene fatto quindi un lavoro viscerale che ci fa dapprima smontare il brano e poi ricostruirlo nella nostra versione e intenzione.

L'album vanta una notevole lista di collaborazioni, inclusi musicisti come Many Sturmer, Alessandro Corvaglia, Dino Fiore e Daniel Angelini. Puoi raccontarci come sono nate alcune di queste collaborazioni e in che modo l'apporto dei "friends" ha arricchito la tua visione per ogni cover?

Io e Ovidio cerchiamo di tirare in ballo amici musicisti che hanno affinità con un determinato brano, magari nel modo di suonare, di cantare o semplicemente perché si ha voglia di uscire un pò dagli standard abituali. Solitamente mi occupo io stesso di chiamare tanti ospiti e fino ad ora sono state scelte anche "azzeccate"!

La scaletta include brani iconici come "White Room" (Cream), "Starless" (King Crimson), "Holy Diver" (Dio) e "Land Of Confusion" (Genesis). Qual è stata la sfida più grande nell'approcciarsi a brani così celebri e con una forte identità originale, e come hai cercato di infondere un tocco personale in queste cover?

Io e tutti i musicisti di questo album, abbiamo un "carattere" musicale ben definito che, pur sforzandoci, non riusciremmo a mettere da parte. Ma il "mestiere" ci permette comunque di poter affrontare diversi generi musicali. Ad esempio, uno dei brani più complessi su cui abbiamo lavorato è stato proprio "Land of Confusion" dei Genesis. I puristi del progressive storceranno il naso ma quando abbiamo lavorato a quel brano, abbiamo dovuto fare i conti con un sound ben preciso e difficilmente replicabile... un lavoro che ci ha fatto capire come i Genesis di quel periodo avevano una idea ben precisa e un amalgama esemplare. L'idea è quella di replicare i brani nel modo più identico possibile e quindi per noi è sempre una sfida riuscirci.

È interessante la scelta di inserire "Il Chitarrista" di Ivan Graziani. Cosa ti lega a questo brano e a Ivan Graziani in particolare, e come è stata la tua esperienza nel reinterpretare un pezzo d'autore italiano in un contesto prevalentemente rock internazionale?

Come sono solito dire, i miei modelli sono Led Zeppelin, Black Sabbath, Timoria ed Ivan Graziani. Sono un cantautore rock e mi ritrovo molto nel modo di fare e di pormi, proprio come Ivan Graziani. Omaggio spesso la sua musica, soprattutto nei miei concerti. Un tempo avevo anche "Il chitarrista" in scaletta e quindi ci tenevo a registrarla anche in questo contesto. Per questo brano ho chiesto anche la partecipazione di Daniel Angelini, storico chitarrista di Ivan Graziani, alla chitarra acustica. La curiosità è che Daniel già non faceva più parte della band di Ivan quando uscì l'album che la conteneva.

Oltre a essere chitarrista e voce, hai curato personalmente il mixaggio di alcuni brani (come la tua versione di "Don’t Look Back In Anger" degli Oasis). Quanto è stato importante per te avere questo controllo totale su diversi aspetti della produzione di alcuni pezzi, e come bilanci il suo ruolo di musicista con quello di tecnico del suono?

Il vero tecnico del suono di questo lavoro è stato il mio amico Antonio Colaruotolo, un musicista e fonico eccezionale (un vero virtuoso). Antonio è un perfezionista del suono ed è sempre al passo con i tempi. Ha svolto un lavoro eccezionale.
Io mi sono occupato soprattutto di qualche mix perché volevo che i brani suonassero in quel modo specifico.

Mi occupo spesso di fare i mix di alcuni miei lavori, ma in questo contesto, solo Antonio poteva svolgere un lavoro di questo tipo.

 

IL COMUNICATO…

Come dice il titolo "Il bello deve ancora venire... 16 cover di brani che devi assolutamente ascoltare", è un album di cover che anticipa il prossimo album di inediti di Carmine Capasso.

"The best is yet to come" è una raccolta di cover realizzate negli ultimi anni, un progetto nato già durante la pandemia, insieme al batterista e amico Ovidio Catanzano. Carmine registra con diversi amici e collaboratori, diversi brani che lo hanno influenzato durante il proprio percorso.... Brani che hanno ispirato il suo modo di suonare e la sua musica.

Il disco si apre con "Lady" tratto dal disco di Beck, Bogert & Appice, capolavoro che vede la collaborazione di Jeff Beck con la sezione ritmica dei Vanilla Fudge.

Passiamo ad Eric Clapton, Thin Lizzy, Deep Purple, Transatlatic, Marillion e Genesis ma anche Ivan Graziani.

Gli amici sono tanti... oltre al già citato Catanzano, ci sono, tra i tanti, anche Dino Fiore (Il castello di Atlante), Ivan Santovito (IS Project), Daniel Angelini (chitarrista di Ivan Graziani), Many Sturmer (Avalon), Alessandro Corvaglia (Delirium, La Maschera di Cera) e tanti altri!

Il mix e il mastering è stato curato da Antonio Colaruotolo, eccellente polistrumentista e fonico.

Ritorno al commento, verso la chiusura…

Questo disco non è solo da ascoltare: è da riconoscere. Riconoscere le influenze, le emozioni, le amicizie, le scelte. Per me, è stato impossibile restare neutrale. The Best Is Yet To Come è un titolo che promette futuro, ma lo fa partendo da un passato che ci appartiene. E Carmine, con questo lavoro, ci invita a riascoltarlo insieme.


 IL PROMO


MUSICISTI

Carmine Capasso: vocals, guitars, mandolin, all instruments (9,10)

Ovidio Catanzano: drums (1,2,3,4,5,6,11,12,13,14,15)

Antonio Liccardi: drums (7,8)

Antonio Colaruotolo: bass (1,13,16)

Roberto De Rosa: bass (2,8,12)

Tony Alemanno: bass (3,6,15)

Dino Fiore: bass (4,7)

Ralf Reiche: bass (11)

Piero Chiefa: bass (5,14)

Costantino Taglialatela: keyboards (2,4,8,12), backing vocals (2)

Ivan Santovito: keysboards (7)

Sep Sarno: keyboards (11)

Alessandro Di Benedetti: keyboards (16)

Daniel Angelini: acoustic guitar (6)

Marek Arnold: sax (7)

Salvatore Santella: sax (8)

Many Sturmer: vocals (11,13)

Alessandro Corvaglia: vocals (12,16)

Davide Schiavi: vocals (14,15)


Mix & Mastering: Antonio Colaruotolo

except 3, 4, 6, 7, 8. 9. 10 mixed by Carmine Capasso

Carmine Capasso utilizza chitarre della Liuteria Capasso e Alan Entwistle Pickup