Nonostante la mia consueta distanza dalla musica melodica
italiana, riconosco la grandezza insita in alcune sue espressioni. Sorprende
come un brano possa superare le abituali preferenze di genere, toccando
inattesi livelli emotivi, come accade, a me, con la celebre "Tu nell'universo".
Analizzandola, trascendendo quindi una certa insofferenza
verso il melodrammatico e il malinconico, emergono alcune osservazioni.
Innanzitutto, la voce di Mia
Martini non si limita alla melodia,
ma si carica di un'intensità emotiva e di una visceralità che vanno oltre la
semplice tristezza. La sua interpretazione veicola un dolore e una forza capaci
di risuonare profondamente anche in chi abitualmente non apprezza lo spleen
musicale. La sua abilità nel comunicare un'emozione autentica e potente
rappresenta un elemento di forte attrazione.
Inoltre, la qualità intrinseca è evidente. Pur inserendosi nel contesto malinconico, la linea melodica di "Tu nell'universo" possiede una forza e una struttura ben definite, con una sottile complessità armonica e una peculiare progressione emotiva accessibili a ogni ascoltatore, quindi non ad appannaggio dell’esperto di turno. Parallelamente, la potenza evocativa del testo di Guido Morra assume un'importanza significativa. L'uso di immagini universali legate all'amore e alla perdita, unito a una qualità lirica intrinseca, permette di superare le barriere delle preferenze di genere. L'apprezzamento per la poesia del testo e la sua capacità di toccare corde emotive profonde e condivise si rivelano più forti di una generale ritrosia verso temi malinconici. Anche l'arrangiamento orchestrale, pur contribuendo all'atmosfera intensa del brano, presenta elementi di notevole fascino. Una maestosità e una drammaticità insite nell'orchestrazione colpiscono la sensibilità musicale. Certo è che il contesto emotivo personale, spesso in modo sottile, può influenzare la ricezione di un brano. Particolari momenti esistenziali o esperienze passate possono renderci più sensibili a emozioni espresse musicalmente, anche al di là delle nostre preferenze abituali. In tali frangenti, la malinconia di "Tu nell'universo" può risuonare in modo inatteso e profondo.
Infine, alcune composizioni possiedono una qualità intrinseca che permette loro di trascendere le rigide classificazioni di genere. "Tu nell'universo" rientra, a mio giudizio, in questa categoria, grazie a una combinazione di elementi particolarmente riusciti - la forza della voce, la pregnanza della melodia, la profondità del testo - capaci di renderla apprezzabile anche da chi solitamente evita sonorità melodrammatiche e malinconiche. Senza dimenticare la mia profonda ammirazione per Mia Martini, la cui unicità vocale e capacità interpretativa potrebbero spingere all'apprezzamento di opere altrimenti distanti dalle mie preferenze.
Rileggendo quanto ho appena scritto mi rendo conto che il mio
pensiero suona come una giustificazione - verso me stesso - per
l’evidenziazione di un episodio musicale inserito in un contesto a me avverso
ma, la mia onestà intellettuale lo impone, e quindi, fedele a questa, mi
soffermo sulle componenti di "Tu nell'universo" che ne decretano un
impatto emotivo così universale.
"Tu nell'universo" di Mia Martini, singolo del 1989
dall'album omonimo, è una ballata piena di emotività, nata dalla collaborazione
tra Guido Morra e Giancarlo Bigazzi, dove il ricordo e la persistenza del
legame affettivo oltre l'assenza fisica si fanno palpabili. Il testo di Morra
dipinge una nostalgia incrollabile, con immagini spaziali che elevano la figura
amata a una sfera trascendente, mentre il verso "sei qui vicino a me, ma
non ti posso toccare" ne evidenzia la dolorosa frattura. Il ricordo
diviene rifugio e l'amore forza inesauribile, configurando un monologo
interiore verso un'assenza sentita. La musica di Bigazzi sottolinea questo
pathos con una melodia lenta e un crescendo emotivo culminante nella voce di
Martini, sostenuta da un arrangiamento orchestrale intenso e un ritmo
incalzante. L'interpretazione di Mia Martini è cruciale, con una voce potente e
carica di pathos che trasmette dolore e forza interiore, rendendo tangibile il
sentimento.
Plastico esempio di come una bella canzone sia in grado di superare ogni paletto, ogni barriera, ogni ideologia, risuonando universalmente nell'animo dell’ascoltatore sensibile.
