venerdì 18 aprile 2025

"Tu nell'universo" di Mia Martini: un'analisi emozionale oltre i confini del genere

 


Nonostante la mia consueta distanza dalla musica melodica italiana, riconosco la grandezza insita in alcune sue espressioni. Sorprende come un brano possa superare le abituali preferenze di genere, toccando inattesi livelli emotivi, come accade, a me, con la celebre "Tu nell'universo".

Analizzandola, trascendendo quindi una certa insofferenza verso il melodrammatico e il malinconico, emergono alcune osservazioni.

Innanzitutto, la voce di Mia Martini non si limita alla melodia, ma si carica di un'intensità emotiva e di una visceralità che vanno oltre la semplice tristezza. La sua interpretazione veicola un dolore e una forza capaci di risuonare profondamente anche in chi abitualmente non apprezza lo spleen musicale. La sua abilità nel comunicare un'emozione autentica e potente rappresenta un elemento di forte attrazione.

Inoltre, la qualità intrinseca è evidente. Pur inserendosi nel contesto malinconico, la linea melodica di "Tu nell'universo" possiede una forza e una struttura ben definite, con una sottile complessità armonica e una peculiare progressione emotiva accessibili a ogni ascoltatore, quindi non ad appannaggio dell’esperto di turno. Parallelamente, la potenza evocativa del testo di Guido Morra assume un'importanza significativa. L'uso di immagini universali legate all'amore e alla perdita, unito a una qualità lirica intrinseca, permette di superare le barriere delle preferenze di genere. L'apprezzamento per la poesia del testo e la sua capacità di toccare corde emotive profonde e condivise si rivelano più forti di una generale ritrosia verso temi malinconici. Anche l'arrangiamento orchestrale, pur contribuendo all'atmosfera intensa del brano, presenta elementi di notevole fascino. Una maestosità e una drammaticità insite nell'orchestrazione colpiscono la sensibilità musicale. Certo è che il contesto emotivo personale, spesso in modo sottile, può influenzare la ricezione di un brano. Particolari momenti esistenziali o esperienze passate possono renderci più sensibili a emozioni espresse musicalmente, anche al di là delle nostre preferenze abituali. In tali frangenti, la malinconia di "Tu nell'universo" può risuonare in modo inatteso e profondo.

Infine, alcune composizioni possiedono una qualità intrinseca che permette loro di trascendere le rigide classificazioni di genere. "Tu nell'universo" rientra, a mio giudizio, in questa categoria, grazie a una combinazione di elementi particolarmente riusciti - la forza della voce, la pregnanza della melodia, la profondità del testo - capaci di renderla apprezzabile anche da chi solitamente evita sonorità melodrammatiche e malinconiche. Senza dimenticare la mia profonda ammirazione per Mia Martini, la cui unicità vocale e capacità interpretativa potrebbero spingere all'apprezzamento di opere altrimenti distanti dalle mie preferenze.

Rileggendo quanto ho appena scritto mi rendo conto che il mio pensiero suona come una giustificazione - verso me stesso - per l’evidenziazione di un episodio musicale inserito in un contesto a me avverso ma, la mia onestà intellettuale lo impone, e quindi, fedele a questa, mi soffermo sulle componenti di "Tu nell'universo" che ne decretano un impatto emotivo così universale.

"Tu nell'universo" di Mia Martini, singolo del 1989 dall'album omonimo, è una ballata piena di emotività, nata dalla collaborazione tra Guido Morra e Giancarlo Bigazzi, dove il ricordo e la persistenza del legame affettivo oltre l'assenza fisica si fanno palpabili. Il testo di Morra dipinge una nostalgia incrollabile, con immagini spaziali che elevano la figura amata a una sfera trascendente, mentre il verso "sei qui vicino a me, ma non ti posso toccare" ne evidenzia la dolorosa frattura. Il ricordo diviene rifugio e l'amore forza inesauribile, configurando un monologo interiore verso un'assenza sentita. La musica di Bigazzi sottolinea questo pathos con una melodia lenta e un crescendo emotivo culminante nella voce di Martini, sostenuta da un arrangiamento orchestrale intenso e un ritmo incalzante. L'interpretazione di Mia Martini è cruciale, con una voce potente e carica di pathos che trasmette dolore e forza interiore, rendendo tangibile il sentimento.

Plastico esempio di come una bella canzone sia in grado di superare ogni paletto, ogni barriera, ogni ideologia, risuonando universalmente nell'animo dell’ascoltatore sensibile.