venerdì 21 febbraio 2025

Gentle Giant: la bellezza di "Think of Me with Kindness"

 


Ho riscoperto in questi giorni un brano che, riascoltato con l’orecchio degli anni 2000, mi appare di una bellezza unica.

Il titolo è "Think of Me with Kindness", dei Gentle Giant e l’album è un loro capolavoro del 1972, “Octopus”.

La complessità creativa dei G.G. è nota, e non è un caso che siano pochi i musicisti che provano a rendere tributo alla loro musica.

L’album in questione è un punto di svolta: l’ultimo con il “vecchio” Phil Shulman (cofondatore del gruppo con i fratelli Derek e Ray), il primo con il nuovo drummer John “Pugwash” Weathers, e questi cambi di formazione determinano le linee guida del nuovo sound.

Da evidenziare che il tempo medio dei brani dell’album è di “4 minuti”, assoluta anomalia in ambito prog nei seventies, periodo in cui era certamente possibile trovare all’interno di un album un brano “corto”, ma era altrettanto facile imbattersi in una suite dalla notevole durata.

Quindi, non è nella quantità che dobbiamo cercare la magnificenza delle trame sonore, e questo album lo dimostra.

Ancora più anomalo il caso della canzone in questione, a mio giudizio impossibile da catalogare, tanto sono chiare bellezza e trasversabilità. L’anomalia rispetto all’ortodossia si completa con l’utilizzo della sorprendente e delicata voce di Kerry Minnear, tastierista, in sostituzione del frontman ufficiale Derek Shulman, fornito di timbro più robusto, probabilmente meno funzionale al brano.

Sottolineare il ruolo di Minnear in questa occasione serve anche a ricordare la versatilità dei Gentle Giant e la capacità dei suoi membri di interpretare ruoli diversi. Minnear, oltre ad essere un tastierista eccezionale, possiede una voce molto bella ed espressiva, e qui ne dà piena dimostrazione.

"Think of Me with Kindness" si distingue per un'atmosfera malinconica e introspettiva, creata da armonie vocali intricate e da un arrangiamento strumentale ricco di sfumature.

Gary Green, Ray Shulman, Derek Shulman, John Weathers, Phil Shulman & Kerry Minnear
Gentle Giant 1972.

Il testo dipinge un quadro in cui una relazione passata giunge al termine, e il narratore riflette sulle emozioni e sui ricordi associati a quel periodo.

Ne fuoriesce una traccia toccante e agrodolce, che esplora i temi dell'amore, della perdita e della reminiscenza.

La canzone si apre con un senso di desiderio e vuoto, mentre il protagonista si rende conto di non avere più niente da dire in assenza della sua ormai ex partner. Si avverte quindi una sensazione di chiusura totale mentre chi sta per partire viene esortato a "chiudere la porta, spegnere le luci e andare".

Il ritornello introduce l'idea di dolce tristezza e sogni ad occhi aperti, evidenziando come i ricordi di una relazione appena terminata continuino a influenzare le emozioni di chi resta. L’unica, legittima, richiesta, è quella di essere pensato, ma con gentilezza, ricordando i momenti più felici condivisi nel passato.

In tutto il brano esiste un riconoscimento dello scorrere inesorabile del tempo e degli inevitabili cambiamenti che tutto ciò comporta. Le parole suggeriscono un senso di rimpianto rispetto alle opportunità perse, mentre si riflette sulle complessità e sulle sfide che sorgono sempre nelle relazioni.

Il testo tocca anche l'idea di accettazione di ciò che non può essere modificato, con la necessità di conservare frammenti del proprio passato mentre un nuovo corso ha preso il via.

Nella parte finale si percepisce un senso di addio definitivo, e mentre si ricorda la commovente separazione, si riconosce la valenza dei giorni trascorsi insieme.

Nel complesso, "Think of Me with Kindness" si addentra nel viaggio introspettivo di elaborazione di una relazione passata, catturando sia il dolore che si avverte quando qualcuno ci lascia, sia la necessità di custodire i ricordi con gentilezza e comprensione, abbandonando il rancore.

Ma è soprattutto una incredibilmente bella canzone, magnifica anche quando proposta da quei pochi musicisti coraggiosi che si addentrano in trame così complesse, come, ad esempio, gli svedesi Egentligen Giant!