martedì 23 luglio 2013

Prog Legend Night-Il racconto




Prog Legend Night è il nome - significativo - scelto dagli organizzatori di una pregevole iniziativa nata nel milanese, Cusano Milanino per l'esattezza, Parco La Bressanella: l’unione tra forze istituzionali e private può portare a grandi risultati.
Un palco naturale in pietra ha accolto la musica di qualità, e i presenti hanno dimostrato di apprezzare incondizionatamente le quattro ore di performance coperte da tre band.
Alla fine l’obiettivo prefissato - raggiungere le trecento unità - è stato superato, ma l’evento avrebbe meritato ancor di più.
Per chi come me è abbastanza “antico”, erano evidenti i segni - e le meraviglie - del passato, a cominciare dalla location adattissima ai raduni estivi e molto simile a quelle utilizzate negli anni ’70, capiente e… profumata: odori naturali e atmosfera giusta, tra stand gastronomici, merchandising, musicisti in visita e una certa eccitazione organizzativa che accompagna solitamente chi mette la passione davanti ad ogni cosa.
Il motore è la musica progressiva, che per la prima volta è entrata a La Bressanella e, visti i risultatati, potrebbe riproporsi dalla porta principale.
Se dovessi sintetizzare il mio feeling di serata racconterei di un momento particolare, verso la fine dell’esibizione dei Get’em Out, quando ho provato ad allontanarmi dal palco per ascoltare la musica dei Genesis da lontano, posizionandomi all’interno del green e alzando la testa verso il cielo stellato, e per un attimo sono tornato indietro di molti anni, trovando una sorta di “onda perfetta” - così direbbero i surfisti: a distanza di tempo la musica riesce ancora a colpirmi mortalmente con “frustate” che auguro a tutti di provare sulla schiena, e non mi riferisco all’esercito di zanzare o insetti similari che hanno attaccato in massa un audience comunque attrezzata.
Sottolineo l’ovvio… c’è musica e musica, e quanto ho ascoltato nell’occasione è andato oltre le mie più rosee aspettative.
Esistono due piani di percezione della riuscita di un concerto, quella del musicista - quasi mai contento perché tutto avrebbe potuto andare meglio - e quella di chi ascolta e si lascia andare, relegando in un angolo la razionalità. Chi era sul palco si sarà lamentato, tra imperfezioni tecniche, difficoltà da cambio set e umidità, che oltre a pesare dal punto di vista fisico influisce sull’accordatura degli strumenti. L’ascoltatore attento, non accondiscendente per cieca fede musicale ma conscio delle problematiche insite in simili eventi, ha invece gioito, perché i dettagli negativi sono stati superati dalla qualità e dalla quantità, sostantivi che in coppia sintetizzano il successo di una kermesse musicale come la Prog Legend Night.
Aprono i FEM, una giovane prog band che non conoscevo, ma molto vicina al debutto discografico, dopo l’uscita di un EP di sondaggio.
In sei anni di vita i FEM arrivano a delineare l’obiettivo, una produzione propria che riscopre gli stilemi e l’essenza del prog; ma per fare ciò occorre prima assimilare l’esistente - in questo caso “italiano” - e ubriacarsi di tempi dispari e mellotron.
Ed è proprio con un mix di BANCO, PFM e ORME che la band presenta il proprio set, con perizia ed efficacia davvero inusuale, se si confronta l’elemento anagrafico con la difficoltà di esecuzione.
Il frontman, Scream, è un ex, e il suo amalgama con il resto del gruppo è palese e l’impatto è notevole.
Non sono riuscito ad assistere all’intera performance, ma ho catturato uno stralcio di esibizione.
Il video a seguire è relativo ad una canzone della PFM, dedicata a Demetrio Stratos,Maestro della Voce”, forse la più “semplice” tra quelle proposte, ma assolutamente coinvolgente.
Sentiremo ancora parlare dei FEM!



Attorno alle 21 salgono sul palco i Get’em Out.
Molto, molto bravi, e vederli da vicino accentua la riflessione sulla difficoltà esecutiva di una musica estremamente complicata, dove le varie parti cercano incastri perfetti, con l’obiettivo proprio di ogni tribute band di trasformarsi in clone  dell’originale.
Appaiono tutti estremamente concentrati e ciò che arriva al pubblico è… la musica dei Genesis!
Watcher of the Skyes, Supper’s Ready, The Musical Box, Tha Lamb…, Can-Utility…, Dancing with the Moonlit Knight, The Lamb…, The Knife, questi a memoria i brani proposti, in un crescendo di emozioni che solo certa musica, se messa in scena adeguatamente, può dare.
Franco Giaffreda - che conoscevo come chitarrista del Biglietto Per l’Inferno.Folk - è nell'occasione il Peter Gabriel della situazione, molto nella parte, simile anche nell’aspetto e capace di stupire con la voce e il travestimento. E’ da pochi mesi nel gruppo e il livello di integrazione mi è parso ottimo.
Meglio delle mie parole possono le immagini, sicuramente rappresentative di un concerto di grande valenza.


Tra il secondo e il terzo atto entra in scena The Lunatics, una sorta di club virtuale che raccoglie uomini e materiale targato Pink Floyd.
E’ l’occasione giusta per presentare il libro “Storie e segreti dal mondo dei Pink Floyd” e per diffondere l’attività degli associati.

E si arriva alla fase conclusiva con l’audience predisposta al  momento mistico.
Gli Anderson Council ripropongono il repertorio Pink Floyd, abbinando i brani più conosciuti ad altri seminali, raggruppando uno spazio temporale che va dal ’67 al ’79:
The Piper at the Gates of Down (Astronomy Domine), Ummagumma (Careful…),  Meddle (One of These Days, Echoes), The Dark Side of the Moon ( The Great Gig…, Money, Time), Wish you Were Here (omonimo e Shine on you Crazy Diamond), Animals (Pigs), The Wall (Comfortably Numb)… questi i capolavori proposti davanti ad un pubblico ammutolito.
Il senso di sacralità è salito alto nell’aria, alimentato dal visual (luci e proiezioni video) e dall’utilizzo della quadrifonia, e il tutto ha contribuito a creare una sorta di effetto ipnotizzante che ha coinvolto sino all’ultima nota.
“Brividi”, è questo ciò che mi ritorna in mente a distanza di quarantotto ore.


Mi ripropongo di raccontare prossimamente,  nei dettagli,  la storia di FEM, Get’em Out e Anderson Council,  certo che i filmati possano in ogni caso alimentare la curiosità.

C’è qualcosa di nuovo nell’aria, profumo di cambiamento, spesso descritto come movimento nostalgico, ma è in realtà vero valore che ritorna.

Ho passato una bella serata e viene spontaneo un ringraziamento globale a chi ha dedicato tempo e denaro all’organizzazione di Prog Legend Night.