lunedì 15 luglio 2013

Unreal City dal vivo al CRE.STA FESTIVAL di Genova



All’interno della manifestazione CRE.STA FESTIVAL, kermesse dedicata ai talenti indipendenti genovesi, il pomeriggio del 12 luglio ha visto uno dei palchi del Porto Antico prestato a  due progetti interessanti, quello dei ZeroTheHero e degli Unreal City.
ZTH nasce dall’idea di Carlo Barreca, bassista dei Fungus, che nell’occasione si esibisce in trio.
Unreal City fuori contesto regionale, con provenienze dal triangolo geografico Parma-Pavia-Modena, forti del gradimento della prima uscita discografica, che ha ricevuto consensi di critica in tutto il mondo.
Location fantastica l’Arena del Mare, potenzialmente fornitrice di un’incredibile audience naturale visto il continuo passaggio umano, ma orario impossibile, perché in una giornata di metà luglio, con una calura insopportabile, difficilmente si pensa ad una passeggiata distensiva in Darsena, alle 6 della sera! Sono comunque buone chance per musicisti che utilizzano queste occasioni per oliare gli ingranaggi.
Non posso essere esaustivo per quanto riguarda i ZTH, avendo assistito solo ad una parte della performance, ma il filmato a seguire potrà dare un’idea della proposta.
Un trio minimalista, formato da basso, chitarra e percussioni, che sperimenta e utilizza linguaggi affascinanti, alla ricerca dell’essenza del suono, a cui viene delegato il compito di passare ogni tipo di messaggio. Una musica forse contestualizzabile in situazioni più “intime”, ma chi crea e propone idee sonore, di questi tempi, non può permettersi la ricerca delle sole situazioni ideali.
La mia video camera ha colto un momento inusuale, quello in cui viene utilizzato il più antico strumento elettronico, il Theremin, che non prevede alcun contatto fisico, e la gestualità indotta produce un’immagine altamente spettacolare che propongo a seguire.
Credo anche che questo spezzone sia una buona prova della ricerca, dell’improvvisazione e della “casualità compositiva” - termine che uso in veste  positiva - che potrebbe essere parte della filosofia del gruppo: il Theremin era degli Unreal City e non credo ci sia stato alcun accordo programmato per l’utilizzo.
Vediamo qualcosa dei ZeroTheHero:


E arriva il momento degli Unreal City, introdotti da Fabio Zuffanti.
La band è composta da Emanuele Tarasconi (tastiere multiple e voce), Francesca Zanetta (chitarra), Francesco Orefice (basso, acustica e seconda voce) e Federico Bedostri (batteria e percussioni).
Gli U.C. sono freschi di esordio discografico e il loro album, La Crudeltà di Aprile, sarà eseguito per intero nel corso dell’esibizione.
Vorrei anticipare il giudizio, su cui cerco di non far cadere la mia conoscenza diretta dei musicisti.
Occorre intanto dire che sto parlando di giovanissimi, maturandi e laureandi, e sottolineo l’aspetto anagrafico perché lo assumo come simbolo di un’immagine di speranza, quella che la musica di impegno - non necessariamente seriosa - sia proposta da un sempre maggior numero di ragazzi.
Un prodotto in studio può essere costruito ad arte, ma poi è il palco che fa la differenza, ed io mi aspettavo… di meno, dagli U.C., musicisti di cui conosco il talento, ma obiettivamente inesperti, e tra emozione e situazione, si paga sempre un certo scotto.
E invece hanno superato ogni mia più rosea aspettativa.
Diciamo intanto che la loro musica è estremamente complicata, e gli U.C. non sono stati immuni da errori o imprecisioni, ma occorre guardare oltre, e intravedere i margini di miglioramento, che mi sembrano elevatissimi.
Diciamo anche che, mentre tutti associano la loro musica alla definizione “Prog”, gli U.C. il Prog lo fanno davvero, forse ancor più degli artisti “antichi” che con quel genere sono nati.
Prendiamo le tastiere di Emanuele… difficile vedere sul palco un qualsiasi mostro sacro che ne utilizza più di un tipo - ormai tutte super accessoriate e sintesi di più categorie di strumenti - ma in questo caso la suddivisioni dei suoni ha a che fare  - anche - con l’aspetto teatrale e riporta a scene di un tempo che emozionavano anche alla vista.
Sezione ritmica potente, anch’essa predisposta alla concessione visual verso l’audience, ma c’è davvero tanta sostanza.
Francesca è, on stage, l’elemento razionale, misurata, precisa e super concentrata (alla fine mi confesserà di aver suonato senza essere riuscita a sentirsi in spia), e il suo know how è un’altra di quelle cose che sanno di miracolo.
Si parte con un paio di sorprese che mettono subito in chiaro qual è l’argomento.
Apre 21 st Century Schizoid Man dei King Crimson impreziosita e resa unica dall’utilizzo  del già citato Theremin, e si proseguire con Tarkus degli ELP: il DNA degli Unreal è lo stesso degli appassionati di musica e musicisti in piena forza oltre 40 anni fa… da rifletterci su!
Sono due versioni godibili, che scaldano i presenti, e viene da chiedersi cosa sarebbe successo se anziché le 19 fossero state le 21!
Dopo aver svelato il vero credo artistico, inizia la proposizione del nuovo disco, e risulta chiara la continuità di intenti, una sorta di bridge tra passato e presente, abbastanza intuitivo.
Circa un’ora di musica che evidenzia la forza dell’album e un’interessante  “stare in scena”, quasi inaspettato.
E veniamo agli spunti miglioramento, utili forse a qualche riflessione per il cammino futuro in fase live.
Il super lavoro a cui si sottopone Tarasconi penalizza la voce. Anche un vocalist possiede uno strumento pregiato, che necessita di uso “con concentrazione”, e rincorrere le tastiere, programmare e modificare diventa complicato - e lo è per chiunque. Insomma, fare tante cose, tutte al top, non mi sembra cosa terrena. Sarebbe forse utile sfruttare maggiormente il backing vocals Orefice, che ha mostrato buona qualità vocale. Una spartizione ponderalmente differente dei ruoli potrebbe aiutare nei live.
Altra osservazione riguarda il ruolo sul palco - non quello tecnico - di Francesca Zanetta, che appare il contrappunto all’esuberanza degli altri componenti: forse qualche concessione allo spettacolo andrebbe fatta, anche se immagino che il suo amore per Gilmour incida anche sullo stare in scena.
Vista la buona teatralità gestuale richiesta, andrebbe forse più sfruttato il Theremin, che in particolari situazioni può mandare in estasi i presenti.
Piccole cose, osservazioni e commenti che sono d’obbligo quando si vuole affinare il percorso, e da quanto visto questa sera c’è da essere davvero fiduciosi!
Un caldo e soddisfacente pomeriggio di musica…