martedì 4 marzo 2025

Stefano Giannotti e Orchestra SMS- Commento al progetto "Musica sparpagliata"


"Musica Sparpagliata" è una raccolta di brani dell'Orchestra SMS che ne celebra i 10 anni di attività, segnati da cambiamenti di formazione e crescita collettiva. 

L'album è uscito il 14 febbraio 2025 per Altrock Records ed è distribuito da Ma.Ra.Cash.

 

Il lavoro che mi propone Stefano Giannotti necessita di spiegazioni oggettive, di dettagli che ne possano sottolineare l’evoluzione e che sono propedeutici all’ascolto perché, se è vero che è sempre buona cosa comprendere da dove arriva la musica che ascoltiamo, a maggior ragione, in questo caso, un po’ di aiuto preparatorio appare indispensabile.

L'Orchestra SMS è un progetto didattico della Scuola di Musica Sinfonia di Lucca, diretto da Stefano Giannotti. L'ensemble, composto da giovani musicisti, si distingue per il suo repertorio non convenzionale, che spazia da The Velvet Underground a Lucio Battisti, evitando i classici brani per orchestra giovanile.

L'approccio di Giannotti ha come obiettivo quello di spingere i musicisti a superare i propri limiti, esplorando brani "leggermente più difficili" di quanto sappiano fare. L'orchestra è aperta a tutti, anche a chi non ha esperienza di canto, e si caratterizza per un organico eterogeneo che include strumenti classici e non convenzionali.

Il modus operandi di Stefano Giannotti nella creazione/conduzione dell'Orchestra SMS mi appare come un modello educativo e artistico molto stimolante.

Spingere i musicisti a confrontarsi con brani "più complessi” è un modo efficace per favorire la crescita individuale e collettiva, incoraggiando l'apprendimento attivo e la sperimentazione, superando la semplice esecuzione di brani oggettivamente facili.

L'apertura a tutti, anche a chi non ha esperienza di canto, rientra nel concetto di piena inclusività, tanto caro a Ezio Bosso, favorendo la partecipazione di persone con diverse abilità e background, arricchendo così l'esperienza musicale.

Proseguendo l’analisi basica si può dire che l'utilizzo di strumenti classici e non convenzionali sia in grado di stimolare la creatività e l'originalità, e che la varietà strumentale spinga ad esplorare sonorità diverse e a creare arrangiamenti unici.

La scelta di brani di autori, vari e conosciuti (a seguire la lista dettagliata), dimostra una volontà di andare oltre i canoni tradizionali, e questo approccio, a mio giudizio, permette ai giovani musicisti di entrare in contatto con generi musicali diversi, che permettono loro di ampliare orizzonti che, per mero fatto anagrafico, hanno larghi margini di allungamento.

Guardando sempre con occhio esterno, si percepisce l’esistenza di un gruppo, inteso come famiglia, a evidenziare l'importanza del percorso di crescita collettivo, un approccio che fa capire che l'obbiettivo principale non è il singolo, ma il gruppo, e lo sviluppo di esso.

Insomma, un'esperienza musicale formativa e stimolante, che va oltre la semplice esecuzione di brani musicali.

È il punto di arrivo di dieci anni di lavoro, ma… il risultato artistico?

Sorprendente!

L’analisi dei titoli e degli autori, se si pensa alle creazioni originali, propone un mix tra sperimentazione, pop e cantautorato, a testimonianza che l’etichettatura dei diversi generi è, forse comoda, ma non necessaria quando l’impegno è rivolto alla proposizione della musica di qualità, concetto molto ampio e soggettivo, che però non sfugge dall’idea di impegno e dalla cura dei particolari.

Mettendo in riga Wyatt, i primi Pink Floyd, Tuxedomoon, Battiato, Battisti, The Velvet Underground, Third Ear Band, Bowie, Sylvian e Lavezzi vengono in mente i concetti di sperimentazione e innovazione, nella ricerca del superamento dei confini delle forme musicali tradizionali, introducendo nuovi suoni, differenti tecniche e approcci compositivi, sfidando le convenzioni e proponendo nuove visioni estetiche.

Ecco, Giannotti e i “suoi alunni” riescono a fornire un ulteriore nuovo volto a perle che già brillavano di luce propria.

Incredibile la voce di Giada Del Grande che rende magiche “Sea Song” (Robert Wyatt) e “Nostalgia” (David Sylvian), così come colpisce l’arrangiamento di “Venus in Furs” (TVU).

Non conoscevo la musica di The Young Marble Giants e ho apprezzato molto la dolcezza vocale di Elisa Cheng nel brano “Choci Loni”, dove gli elementi classici si miscelano a meraviglia ad un ensemble fiatistico e ad una sezione ritmica inusuale.

Fantastica e davvero complicata - nel ritmo e nella costruzione - “Some Guys” (Tuxedomoon), dove una vera orchestra si mette a disposizione di un duo vocale (Gabriele Stefani e Francesca Pezzuti) con grande risultato.

E poi, appaiono maestose le quattro sezioni di “Sysyphus” (Richard Wright).

Tutto ciò andrebbe ora performato dal vivo, anche se è comprensibile la difficoltà organizzativa e a questo punto mi concedo un off topic che nasce spontaneo dalle riflessioni legate alla musica inserita in contesto orchestrale, e che prende spunto da un aneddoto che mi è stato raccontato.

Era il 22 agosto del 1972 e un ventenne, amante della musica appena approdata nel nostro paese, era in attesa dell’entrata di un nuovo gruppo sul palco dell’Alcione (Genova): non aveva mai sentito nominare i Genesis. I cinque ragazzi inglesi salirono sul palco preceduti dall’intro sinfonica di “Watcher of the Skyes” e ciò portò alla seguente riflessione: “Certo che se aprissero le tende, oltre a loro, potremmo vedere l’orchestra che suona!”. Ovviamente, non c’era nessuna orchestra, solo una tastiera, il mellotron che, nei primi seventies, favorì l’unione tra rock e classica, ovviando ai problemi logistici e organizzativi che un ensemble di musicisti classici solitamente richiede.

E ora, in tempi di profondo cambiamento tecnologico, mentre un mellotron da 35 tasti è racchiuso nel software di qualsiasi pc, il piacere di ascoltare un vero, grande, ensemble di stampo classico, applicato a musica contemporanea, non può che entusiasmarmi.

Diventeranno musicisti? "La musica è un viaggio, non una destinazione. Di sicuro questi ragazzi stanno vivendo un'esperienza formativa unica, che li renderà persone più complete, indipendentemente dal loro futuro professionale. E già questo basterebbe!

Un grande plauso va, naturalmente, a Stefano Giannotti, la cui biografia è proposta a fine articolo.

Un piccolo esempio dei loro risultati…


Le tracce

1. Sea Song (Robert Wyatt)

2. La metro eccetera (Lucio Battisti/Pasquale Panella)

3. Venus in Furs (The Velvet Underground)

4. Water (Third Ear Band)

5. Some Guys (Tuxedomoon)

6. Molecole (Lavezzi/Mogol)

7. Choci Loni (The Young Marble Giants)

8-11. Sysyphus Parts 1 – 4 (Rick Wright)

12. Il re del mondo (Franco Battiato)

13. Mistero (Lucio Battisti/Velezia)

14. Nostalgia (David Sylvian)

15. Memory of a Free Festival (David Bowie)


Performance live... 


Orchestra SMS:

Eva Bartolucci: flauti

Domenico Piegaia: clarinetto, clarinetto basso

Tommaso Barattini: clarinetto

Riccardo Santabarbara: violino

Giada Del Grande: voce

Elisa Cheng: chitarra elettrica, voce

Jacopo Di Grazia: banjo, chitarra, voce

Gabriele Stefani, Nicolò Paganucci, Franco Cheng: chitarre, voci

Enrico Giuntini: pianoforte, voce

Francesca Pezzuti: tastiere, voce

Sofia Paterni: arpa

Duccio Nieri: basso, voce

Edgar Gomez: batteria, voce

Matteo Lucchesi: percussioni

Stefano Giannotti: arrangiamenti, direzione, chitarra, percussioni, clavicembalo 


Biografia Stefano Giannotti 

Stefano Giannotti, compositore, media-artist e performer.

Il suo repertorio si colloca al crocevia fra diverse discipline; radio-arte, video-arte, performance, canzone d’autore, musica da camera e sinfonica, colonne sonore per il teatro e il cinema.

Nei suoi lavori viene costantemente affrontata un’osservazione del presente e del quotidiano con occhio scanzonato, spesso condita da una sottile ironia surreale e politicamente scorretta.

Produce dal 1996 opere ibride di radiofonia per le principali emittenti di stato tedesche, fra cui Deustchlandfunk Kultur e Südwestrunfunk.

Ha ricevuto numerosi premi internazionali, fra cui il prestigioso DAAD Berliner Künstlerprogramm (Berlin, 1998), il Karl-Sczuka-Preis (Baden-Baden, 2002-2007), il Grand Prix Nova (Bucarest 2013-2022), il Phonurgia Nova Award (Paris 2023), l’UK International Audio Drama Festival Award (Canterbury 2022-2024).

Ha pubblicato diversi dischi per la Ma.Ra.Cash Records, fra cui L’agguato, l’abbandono, la metamorfosi (2015), Il corpo nel sogno (2018), Un saluto alle nuvole (2020) in collaborazione con l’ensemble OTEME – Osservatorio delle Terre Emerse.

Dal 2010 insegna chitarra, composizione e orchestra moderna presso la Scuola di Musica Sinfonia di Lucca.