"Musica Sparpagliata" è una raccolta di brani dell'Orchestra SMS che ne celebra i 10 anni di attività, segnati da cambiamenti di formazione e crescita collettiva.
L'album è uscito il 14 febbraio 2025 per Altrock Records ed è distribuito da
Ma.Ra.Cash.
Il lavoro che mi propone Stefano
Giannotti necessita di spiegazioni
oggettive, di dettagli che ne possano sottolineare l’evoluzione e che sono
propedeutici all’ascolto perché, se è vero che è sempre buona cosa comprendere
da dove arriva la musica che ascoltiamo, a maggior ragione, in questo caso, un
po’ di aiuto preparatorio appare indispensabile.
L'Orchestra SMS è un progetto didattico della Scuola
di Musica Sinfonia di Lucca, diretto da Stefano Giannotti.
L'ensemble, composto da giovani musicisti, si distingue per il suo repertorio
non convenzionale, che spazia da The Velvet Underground a Lucio Battisti,
evitando i classici brani per orchestra giovanile.
L'approccio di Giannotti ha come obiettivo quello di spingere i musicisti a superare i propri limiti, esplorando brani "leggermente più difficili" di quanto sappiano fare. L'orchestra è aperta a tutti, anche a chi non ha esperienza di canto, e si caratterizza per un organico eterogeneo che include strumenti classici e non convenzionali.
Il modus operandi di Stefano Giannotti nella creazione/conduzione
dell'Orchestra SMS mi appare come un modello educativo e artistico molto stimolante.
Spingere i musicisti a confrontarsi con brani "più
complessi” è un modo efficace per favorire la crescita individuale e collettiva,
incoraggiando l'apprendimento attivo e la sperimentazione, superando la
semplice esecuzione di brani oggettivamente facili.
L'apertura a tutti, anche a chi non ha esperienza di canto, rientra
nel concetto di piena inclusività, tanto caro a Ezio Bosso, favorendo la
partecipazione di persone con diverse abilità e background, arricchendo così
l'esperienza musicale.
Proseguendo l’analisi basica si può dire che l'utilizzo di
strumenti classici e non convenzionali sia in grado di stimolare la creatività
e l'originalità, e che la varietà strumentale spinga ad esplorare sonorità
diverse e a creare arrangiamenti unici.
La scelta di brani di autori, vari e conosciuti (a seguire la
lista dettagliata), dimostra una volontà di andare oltre i canoni tradizionali,
e questo approccio, a mio giudizio, permette ai giovani musicisti di entrare in
contatto con generi musicali diversi, che permettono loro di ampliare orizzonti
che, per mero fatto anagrafico, hanno larghi margini di allungamento.
Guardando sempre con occhio esterno, si percepisce l’esistenza
di un gruppo, inteso come famiglia, a evidenziare l'importanza del percorso di
crescita collettivo, un approccio che fa capire che l'obbiettivo principale non è
il singolo, ma il gruppo, e lo sviluppo di esso.
Insomma, un'esperienza musicale formativa e stimolante, che
va oltre la semplice esecuzione di brani musicali.
È il punto di arrivo di dieci anni di lavoro, ma… il risultato
artistico?
Sorprendente!
L’analisi dei titoli e degli autori, se si pensa alle
creazioni originali, propone un mix tra sperimentazione, pop e cantautorato, a
testimonianza che l’etichettatura dei diversi generi è, forse comoda, ma non
necessaria quando l’impegno è rivolto alla proposizione della musica di qualità,
concetto molto ampio e soggettivo, che però non sfugge dall’idea di impegno e dalla
cura dei particolari.
Mettendo in riga Wyatt, i primi Pink Floyd, Tuxedomoon,
Battiato, Battisti, The Velvet Underground, Third Ear Band, Bowie, Sylvian e
Lavezzi vengono in mente i concetti di sperimentazione e innovazione, nella
ricerca del superamento dei confini delle forme musicali tradizionali,
introducendo nuovi suoni, differenti tecniche e approcci compositivi, sfidando le
convenzioni e proponendo nuove visioni estetiche.
Ecco, Giannotti e i “suoi alunni” riescono a fornire un ulteriore
nuovo volto a perle che già brillavano di luce propria.
Incredibile la voce di Giada Del Grande che rende magiche “Sea
Song” (Robert Wyatt) e “Nostalgia” (David Sylvian), così come colpisce l’arrangiamento
di “Venus in Furs” (TVU).
Non conoscevo la musica di The Young Marble Giants e ho
apprezzato molto la dolcezza vocale di Elisa Cheng nel brano “Choci Loni”, dove gli elementi classici si miscelano a meraviglia ad un ensemble
fiatistico e ad una sezione ritmica inusuale.
Fantastica e davvero complicata - nel ritmo e nella
costruzione - “Some Guys” (Tuxedomoon), dove una vera orchestra si mette a
disposizione di un duo vocale (Gabriele Stefani e Francesca Pezzuti) con grande
risultato.
E poi, appaiono maestose le quattro sezioni di “Sysyphus”
(Richard Wright).
Tutto ciò andrebbe ora performato dal vivo, anche se è comprensibile la difficoltà organizzativa e a questo punto mi concedo un off topic che nasce spontaneo dalle riflessioni legate alla musica inserita in contesto orchestrale, e che prende spunto da un aneddoto che mi è stato raccontato.
Era il 22 agosto del 1972 e un ventenne, amante
della musica appena approdata nel nostro paese, era in attesa dell’entrata di un nuovo gruppo sul palco dell’Alcione (Genova): non aveva mai sentito
nominare i Genesis. I cinque ragazzi inglesi salirono sul palco preceduti dall’intro
sinfonica di “Watcher of the Skyes” e ciò portò alla seguente riflessione: “Certo
che se aprissero le tende, oltre a loro, potremmo vedere l’orchestra che suona!”.
Ovviamente, non c’era nessuna orchestra, solo una tastiera, il mellotron
che, nei primi seventies, favorì l’unione tra rock e classica, ovviando ai
problemi logistici e organizzativi che un ensemble di musicisti classici solitamente richiede.
E ora, in tempi di profondo cambiamento tecnologico, mentre
un mellotron da 35 tasti è racchiuso nel software di qualsiasi pc, il piacere
di ascoltare un vero, grande, ensemble di stampo classico, applicato a musica contemporanea,
non può che entusiasmarmi.
Diventeranno musicisti? "La musica è un viaggio, non una
destinazione. Di sicuro questi ragazzi stanno vivendo un'esperienza formativa
unica, che li renderà persone più complete, indipendentemente dal loro futuro
professionale. E già questo basterebbe!
Un grande plauso va, naturalmente, a Stefano Giannotti, la
cui biografia è proposta a fine articolo.
Un piccolo esempio dei loro risultati…
Le tracce
1. Sea Song (Robert Wyatt)
2. La metro eccetera (Lucio
Battisti/Pasquale Panella)
3. Venus in
Furs (The Velvet Underground)
4. Water
(Third Ear Band)
5. Some Guys
(Tuxedomoon)
6. Molecole
(Lavezzi/Mogol)
7. Choci Loni
(The Young Marble Giants)
8-11.
Sysyphus Parts 1 – 4 (Rick Wright)
12. Il re del mondo (Franco Battiato)
13. Mistero (Lucio Battisti/Velezia)
14. Nostalgia (David Sylvian)
15. Memory of a Free Festival (David Bowie)
Performance live...
Orchestra SMS:
Eva Bartolucci: flauti
Domenico Piegaia: clarinetto,
clarinetto basso
Tommaso Barattini: clarinetto
Riccardo Santabarbara: violino
Giada Del Grande: voce
Elisa Cheng: chitarra elettrica, voce
Jacopo Di Grazia: banjo, chitarra,
voce
Gabriele Stefani, Nicolò Paganucci,
Franco Cheng: chitarre, voci
Enrico Giuntini: pianoforte, voce
Francesca Pezzuti: tastiere, voce
Sofia Paterni: arpa
Duccio Nieri: basso, voce
Edgar Gomez: batteria, voce
Matteo Lucchesi: percussioni
Stefano Giannotti: arrangiamenti,
direzione, chitarra, percussioni, clavicembalo
Biografia Stefano Giannotti
Stefano Giannotti, compositore, media-artist e performer.
Il suo repertorio si colloca al crocevia fra diverse
discipline; radio-arte, video-arte, performance, canzone d’autore, musica da
camera e sinfonica, colonne sonore per il teatro e il cinema.
Nei suoi lavori viene costantemente affrontata
un’osservazione del presente e del quotidiano con occhio scanzonato, spesso
condita da una sottile ironia surreale e politicamente scorretta.
Produce dal 1996 opere ibride di radiofonia per le principali
emittenti di stato tedesche, fra cui Deustchlandfunk Kultur e Südwestrunfunk.
Ha ricevuto numerosi premi internazionali, fra cui il
prestigioso DAAD Berliner Künstlerprogramm (Berlin, 1998), il Karl-Sczuka-Preis
(Baden-Baden, 2002-2007), il Grand Prix Nova (Bucarest 2013-2022), il Phonurgia
Nova Award (Paris 2023), l’UK International Audio Drama Festival Award
(Canterbury 2022-2024).
Ha pubblicato diversi dischi per la Ma.Ra.Cash Records, fra
cui L’agguato, l’abbandono, la metamorfosi (2015), Il corpo nel sogno (2018),
Un saluto alle nuvole (2020) in collaborazione con l’ensemble OTEME –
Osservatorio delle Terre Emerse.
Dal 2010 insegna chitarra, composizione e orchestra moderna
presso la Scuola di Musica Sinfonia di Lucca.